giovedì 8 agosto 2019

Prima info - Ai padroni dell'ArcelorMittal ridata l'immunità parlamentare

Una norma ad hoc per l’ex Ilva inserita nel decreto Imprese ed approvata  nel corso del Consiglio dei Ministri. Era nell’aria da giorni e com’era ampiamente prevedibile 
Quello che trapela da Roma però, al momento è molto poco chiaro. Soprattutto non riusciamo al momento a capire cosa ci sia di diverso rispetto all’art. 46 del decreto Crescita, attraverso il quale era stata approvata una norma che andava a riscrivere il comma 6 dell’art. 2 del decreto legge del gennaio 2015, nel quale fu inserita la famosa e discussa esimente penale per i Commissari straordinari di Ilva in AS e per i futuri proprietari dello stabilimento, che prevedeva come “le condotte poste in essere in attuazione del Piano di cui al periodo precedente non possono dare luogo a responsabilita’ penale o amministrativa del commissario straordinario e dei soggetti da questo funzionalmente delegati, in quanto costituiscono adempimento delle migliori regole preventive in materia ambientale, di tutela della salute e dell’incolumita’ pubblica e di sicurezza sul lavoro“.
Ciò detto, nella norma approvatadal Cdm, sarebbe stata confermata la scomparsa dell’immunità estesa sino al 2023 e l’introduzione di un piano di tutele legali a ‘scadenza’. Secondo quanto hanno appreso
fonti vicine al dossier, “il provvedimento obbliga Mittal a rispettare il piano ambientale e risponderà della sicurezza dei lavoratori“. Il piano di tutele legali ‘a scadenza’, spiegano le fonti, sarà “strettamente vincolato al rispetto del piano ambientale, da parte dell’azienda, secondo precise prescrizioni” . Quindi “solo se l’azienda rispetterà le tempistiche, i criteri e le modalità di esecuzione del piano ambientale potrà usufruire di suddette tutele. Rimane inalterata la responsabilità penale, civile e amministrativa conseguente alla violazione di norme poste a tutela della salute e delle questioni inerenti la sicurezza dei lavoratori“, spiegano le fonti. “Non sarà dunque prevista alcuna forma di tutela straordinaria per l’azienda, che risponderà di ogni incidente dovesse verificarsi secondo le norme e i principi di diritto penale ordinariamente applicabili nel nostro Paese“.
In pratica, quanto era già stato previsto in precedenza. Sicuramente la lettura del testo approvato questa sera nel corso del Consiglio dei Ministri chiarirà i dubbi. Almeno si spera.
Sempre secondo le fonti su citate, pare che Di Maio durante il Cdm abbia denunciato il fatto che “Mittal non ha pagato, pochi giorni fa, 40 milioni di euro di canone, sta assumendo un atteggiamento ambiguo nonostante l’impegno del governo“. “Non solo – avrebbe aggiunto il vicepremier -. Non si sono presentati al sopralluogo del forno. Noi non possiamo accettare ricatti. La nostra norma è di equilibrio: salva lavoratori e ambiente e ora ci aspettiamo collaborazione“.
Abbiamo individuato una norma di equilibrio, che rivede la precedente forma di immunità generalizzata in un sistema di tutele a scadenza vincolate al rispetto del piano ambientale, in questo modo Mittal potrà operare ma sarà obbligata a rispettare le prescrizioni“, avrebbe detto ancora il ministro per lo Sviluppo economico. “Se qualcuno pensava di riprendersi l’immunità rimarrà deluso, ma io non do l’immunità a chi ricatta i lavoratori e l’Italia“, avrebbe aggiunto il ministro.

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