Il Decreto sicurezza di Salvini (e di tutto il governo) è razzista, fascista, disumano.
Un'altra voce contro da Osservatorio controlla repressione
Decreto sicurezza: non è solo disumanità…si tratta di repressione.
agosto 04, 2019
Agenti di Polizia Locale impiegati nell’ordine pubblico, nel controllo delle scuole attraverso unità cinofile, agenti di Pm a pattugliare le strade del centro storico, agenti di Pm assenti nei distaccamenti periferici, poche unità assegnate alla lotta all’abusivismo edilizio o ai quartieri (in pianta stabile), scarsa, per non dire nulla, attenzione ai fenomeni di inflitrazione mafiosa e criminale sui territori, dotazione di armi non letali per risparmiare sui dpi, sulle macchine di servizio, sugli strumenti ordinari di lavoro.
Abbiamo appena descritto la gestione della Polizia locale in un capoluogo di provincia e a prescindere dal colore della Giunta, le ordinanze dei Sindaci, i linguaggi utilizzati, le priorità individuate ma soprattutto la cultura di fondo nella gestione delle emergenze sociali rimane sempre la stessa, il “filo nero” che ha caratterizzato, in epoche e culture diverse tra loro, la cultura securitaria a destra e a sinistra, da Minniti a Salvini senza dimenticare i loro padri politici: Pecchioli (esponente del PCi) e Cossiga.
Ci viene detto che i cittadini vogliono essere sicuri a casa loro ma spesso una casa bisognerebbe averla se pensiamo alle migliaia di sfrattati, bisognosi e per questo occupanti, una emergenza sociale ed abitativa che il Governo potrebbe gestire solo con ordinanze di sgombero emanate dal Ministero degli interni.
La sicurezza percepita stride con la insicurezza delle nostre vite, chi lavora non arriva a fine mese, chi invece un impiego non lo ha, se fortunato trova qualche lavoretto al nero o part time.
Stiamo esagerando? Siamo certi di no, nell’estate in cui ci si occupa ogni giorno di sapere dove sia il Ministro Salvini, se al mare o in montagna, se con la fidanzata oppure in spiaggia con qualche avvenente signora, nell’estate in cui si continua a morire (ma in silenzio) nel Mediterraneo durante le traversate della morte su gommoni sgonfi e barche di fortuna, nell’estate 2019 è passata sotto silenzio l’approvazione del Pacchetto sicurezza.
Difficile criticare Don Ciotti un simbolo nella lotta antimafia e nella opposizione alle leggi securitarie ma il decreto sicurezza non rappresenta solo il trionfo della disumanità, anzi dirlo e scriverlo rende un cattivo servizio a chi si oppone ai decreti Salvini. Le leggi sono sempre al servizio del potere e quasi mai espressione dei diritti civili, e ancor meno sociali, lo diventano se espressione di un movimento sociale, culturale e politico con forti rivendicazioni.
Se parliamo del decreto sicurezza solo in termini di leggi disumane verso i migranti si perde per strada una parte dirimente del problema, ove si colpiscono i manifestanti, i blocchi stradali, le occupazioni di casa e degli spazi vuoti, si esprime allora una critica parziale e riduttiva che alla fine fa il gioco di Salvini e della sua propaganda contro le Ong, la solidarietà espressa dalle comunità laiche e cattoliche.
Perchè il decreto sicurezza non è stato pensato solo contro le Ong e quanti soccorrono nel Mediterraneo uomini e donne destinati alla morte, il Pacchetto sicurezza 1 e 2 rappresentano un percorso, iniziato con Minniti, destinato a incidere sul tessuto sociale, accompagnato da ordinanze dei Sindaci, circolari Ministeriali e altre disposizioni di legge.
Siamo in presenza di una vera e propria repressione sociale e politica e a non della semplice disumanità, la campagna d’autunno sarà contro i campi rom e le occupazioni, non per costruire ospedali ove non esistono, non per mettere in sicurezza gli edifici scolastici o sanificare le strutture ospedaliere. Ai genitori non viene lanciato il messaggio che le scuole frequentate dai loro figli saranno ammodernate, dotate di laboratori e palestre, non viene detto che ci saranno piu’ insegnanti e per un numero maggiore di ore per coinvolgere sempre piu’ nella vita scolastica i ragazzi, alle famiglie si parla dei cani antidroga e della presenza di unità cinofile davanti alle scuole, le stesse scuole che poi potranno cadere giù in assenza di manutenzione.
Al cittadino non si lancia il messaggio che i quartieri ghetto o le periferie degradate saranno cambiate con interventi edilizi pensati per restituire dignità e socialità alle aree urbane, al cittadino si racconta che rimuovendo il campo rom e il centro sociale la (sua) città tornerà a splendere, in un colpo solo scomparirà il caos e la piccola criminalità.
Per queste ragioni urge cambiare anche il linguaggio della politica, ben vengano parole forti destinate al cuore e alla mente ma quello che serve è parlare non solo a una minoranza sensibile ed umana, servono ragionamenti inclusivi e collegamenti immediati tra migranti e autoctoni, urge trasmettere messaggi semplici e chiari: il pacchetto sicurezza non attacca solo i migranti ma riguarda noi tutti\e, presto o tardi i trattamenti disumani saranno destinati anche a noi, sarà sufficiente opporsi ad un datore di lavoro che ci affama o rivendicare l’utilizzo sociale di uno spazio abbandonato, basterà protestare con energia contro qualche ordinaria ingiustizia per essere colpiti, con ferocia, dal Pacchetto sicurezza (le prime vittime non saranno solo i migranti ma bisognosi di casa, i partecipanti a blocci stradali e alle occupazioni ). E i codici penali saranno non solo disumani ma ingiusti
I fenomeni collettivi si vanno trasformando in episodi criminali, siano essi la partecipazione a un presidio con blocco stradale o alla solidarietà attiva verso i migranti, questo passaggio non puo’ essere descritto con la mera categoria della disumanità, siano invece davanti a una scelta giuridica, politica e sociale ben studiata ossia la criminalizzazione delle lotte sociali, l’isolamento di chi si oppone allo status quo, ci indirizziamo verso lo stato penale, la crimunalizzazione di tutti i potenziali oppositori e l’adozione di leggi speciali con il silenzio assenso della opinione pubblica, anzi rispetto al passato avremo anche la partecipazione attiva degli enti locali .
Parlare allora di semplice disumanità puo’ essere fuorviante perchè impedisce di cogliere la mostruosità e la nocività del decreto sicurezza che riguarda tutti\e:autoctoni e migranti, intellettuali e analfabeti, garantiti e non garantiti.
Federico Giusti
Decreto sicurezza: non è solo disumanità…si tratta di repressione.
agosto 04, 2019
Agenti di Polizia Locale impiegati nell’ordine pubblico, nel controllo delle scuole attraverso unità cinofile, agenti di Pm a pattugliare le strade del centro storico, agenti di Pm assenti nei distaccamenti periferici, poche unità assegnate alla lotta all’abusivismo edilizio o ai quartieri (in pianta stabile), scarsa, per non dire nulla, attenzione ai fenomeni di inflitrazione mafiosa e criminale sui territori, dotazione di armi non letali per risparmiare sui dpi, sulle macchine di servizio, sugli strumenti ordinari di lavoro.
Abbiamo appena descritto la gestione della Polizia locale in un capoluogo di provincia e a prescindere dal colore della Giunta, le ordinanze dei Sindaci, i linguaggi utilizzati, le priorità individuate ma soprattutto la cultura di fondo nella gestione delle emergenze sociali rimane sempre la stessa, il “filo nero” che ha caratterizzato, in epoche e culture diverse tra loro, la cultura securitaria a destra e a sinistra, da Minniti a Salvini senza dimenticare i loro padri politici: Pecchioli (esponente del PCi) e Cossiga.
Ci viene detto che i cittadini vogliono essere sicuri a casa loro ma spesso una casa bisognerebbe averla se pensiamo alle migliaia di sfrattati, bisognosi e per questo occupanti, una emergenza sociale ed abitativa che il Governo potrebbe gestire solo con ordinanze di sgombero emanate dal Ministero degli interni.
La sicurezza percepita stride con la insicurezza delle nostre vite, chi lavora non arriva a fine mese, chi invece un impiego non lo ha, se fortunato trova qualche lavoretto al nero o part time.
Stiamo esagerando? Siamo certi di no, nell’estate in cui ci si occupa ogni giorno di sapere dove sia il Ministro Salvini, se al mare o in montagna, se con la fidanzata oppure in spiaggia con qualche avvenente signora, nell’estate in cui si continua a morire (ma in silenzio) nel Mediterraneo durante le traversate della morte su gommoni sgonfi e barche di fortuna, nell’estate 2019 è passata sotto silenzio l’approvazione del Pacchetto sicurezza.
Difficile criticare Don Ciotti un simbolo nella lotta antimafia e nella opposizione alle leggi securitarie ma il decreto sicurezza non rappresenta solo il trionfo della disumanità, anzi dirlo e scriverlo rende un cattivo servizio a chi si oppone ai decreti Salvini. Le leggi sono sempre al servizio del potere e quasi mai espressione dei diritti civili, e ancor meno sociali, lo diventano se espressione di un movimento sociale, culturale e politico con forti rivendicazioni.
Se parliamo del decreto sicurezza solo in termini di leggi disumane verso i migranti si perde per strada una parte dirimente del problema, ove si colpiscono i manifestanti, i blocchi stradali, le occupazioni di casa e degli spazi vuoti, si esprime allora una critica parziale e riduttiva che alla fine fa il gioco di Salvini e della sua propaganda contro le Ong, la solidarietà espressa dalle comunità laiche e cattoliche.
Perchè il decreto sicurezza non è stato pensato solo contro le Ong e quanti soccorrono nel Mediterraneo uomini e donne destinati alla morte, il Pacchetto sicurezza 1 e 2 rappresentano un percorso, iniziato con Minniti, destinato a incidere sul tessuto sociale, accompagnato da ordinanze dei Sindaci, circolari Ministeriali e altre disposizioni di legge.
Siamo in presenza di una vera e propria repressione sociale e politica e a non della semplice disumanità, la campagna d’autunno sarà contro i campi rom e le occupazioni, non per costruire ospedali ove non esistono, non per mettere in sicurezza gli edifici scolastici o sanificare le strutture ospedaliere. Ai genitori non viene lanciato il messaggio che le scuole frequentate dai loro figli saranno ammodernate, dotate di laboratori e palestre, non viene detto che ci saranno piu’ insegnanti e per un numero maggiore di ore per coinvolgere sempre piu’ nella vita scolastica i ragazzi, alle famiglie si parla dei cani antidroga e della presenza di unità cinofile davanti alle scuole, le stesse scuole che poi potranno cadere giù in assenza di manutenzione.
Al cittadino non si lancia il messaggio che i quartieri ghetto o le periferie degradate saranno cambiate con interventi edilizi pensati per restituire dignità e socialità alle aree urbane, al cittadino si racconta che rimuovendo il campo rom e il centro sociale la (sua) città tornerà a splendere, in un colpo solo scomparirà il caos e la piccola criminalità.
Per queste ragioni urge cambiare anche il linguaggio della politica, ben vengano parole forti destinate al cuore e alla mente ma quello che serve è parlare non solo a una minoranza sensibile ed umana, servono ragionamenti inclusivi e collegamenti immediati tra migranti e autoctoni, urge trasmettere messaggi semplici e chiari: il pacchetto sicurezza non attacca solo i migranti ma riguarda noi tutti\e, presto o tardi i trattamenti disumani saranno destinati anche a noi, sarà sufficiente opporsi ad un datore di lavoro che ci affama o rivendicare l’utilizzo sociale di uno spazio abbandonato, basterà protestare con energia contro qualche ordinaria ingiustizia per essere colpiti, con ferocia, dal Pacchetto sicurezza (le prime vittime non saranno solo i migranti ma bisognosi di casa, i partecipanti a blocci stradali e alle occupazioni ). E i codici penali saranno non solo disumani ma ingiusti
I fenomeni collettivi si vanno trasformando in episodi criminali, siano essi la partecipazione a un presidio con blocco stradale o alla solidarietà attiva verso i migranti, questo passaggio non puo’ essere descritto con la mera categoria della disumanità, siano invece davanti a una scelta giuridica, politica e sociale ben studiata ossia la criminalizzazione delle lotte sociali, l’isolamento di chi si oppone allo status quo, ci indirizziamo verso lo stato penale, la crimunalizzazione di tutti i potenziali oppositori e l’adozione di leggi speciali con il silenzio assenso della opinione pubblica, anzi rispetto al passato avremo anche la partecipazione attiva degli enti locali .
Parlare allora di semplice disumanità puo’ essere fuorviante perchè impedisce di cogliere la mostruosità e la nocività del decreto sicurezza che riguarda tutti\e:autoctoni e migranti, intellettuali e analfabeti, garantiti e non garantiti.
Federico Giusti
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