sabato 24 agosto 2019

La Felandina - Respingere le proposte "alternative" del Ministero - No alle divisioni dei migranti, No alle espulsioni!


Ancora una volta strumentalizzando l'incendio e la morte/assassinio della migrante nigeriana, il Ministero, la Prefettura, con la posizione ambigua del Sindaco di Bernalda, stanno preparando lo sgombero del campo La Felandina per "soluzioni" che sono peggiori della situazione esistente.

Ora stanno identificando e facendo fotosegnaletiche ai migranti, per dividerli tra "regolari" e "irregolari",  per controllarli, intimidirli, ricattarli - Un ricatto e una forzatura chiaramente repressiva che va respinta, da ogni e da tutti i migranti presenti al campo.  
Su questo lo Slai cobas sc di Taranto, unitamente alle iniziative che stanno prendendo altre realtà e associazioni, dopo l'assemblea di mercoledì scorso, ha inviato una diffida/denuncia a tutte le istituzioni e organi competenti, chiedendo di mettere fine a questa presenza di fatto repressiva della polizia nel campo La Felandina e di non operare alcuno sgombero, prima di una soluzione reale e condivisa dai braccianti migranti.

Le soluzioni a cui stanno pensando sono tutte negative e da respingere:
- NO ai "centri di accoglienza", che vorrebbe dire rinchiudere i migranti che passerebbero da una condizione sia pur brutta e inumana e incivile, ma di fatto autogestita da loro, ad una condizione peggiore di controllo continuo, imposizione di obblighi.
Noi che ben conosciamo a Taranto e in provincia come vivono i migranti in questi "centri", in cui non viene garantito nè il cibo sufficiente e buono, nè l'assistenza medica, ecc., denunciamo come questa soluzione sia peggiore del male attuale. 
- NO al rimpatrio dei migranti, che stanno da anni in Italia e nei nostri territori, e lavorano.
- NO al rientro nel luogo di residenza iniziale, questo vorrebbe dire nessuna garanzia di case e perdita della possibilità di lavorare girando nei vari territori
- NO a mettere fuori chi rifiuta queste soluzioni; parlare di "sistemazione autonoma" è pura ipocrisia, quale alloggio autonomo ci potrebbe essere con la miseria di salario che i braccianti prendono dai padroni delle campagne!?
- Non va bene neanche la sistemazione in strutture (come quella proposta dalla Caritas) che dividerebbe i braccianti migranti in poche decine e non garantirebbe la vicinanza coi luoghi di lavoro.

La "soluzione" deve garantire l'unità di tutti i braccianti migranti attualmente nel campo La Felandina, nessuna divisione, nessuna dispersione; deve garantire la continuazione del lavoro, deve garantire che siano gli stessi migranti ad autogestirsi l'alloggio e le condizioni di vita.

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