ArcelorMittal da un lato minaccia, continua a ricattare di andarsene, presenta ricorso contro il tentativo di revisione del piano AIA, mentre ha incassato l'immunità penale - che comunque non gli basta, perchè per AM dovrebbe agire per tutte le violazioni sul piano della salute, sicurezza, ambiente, e per esempio ora impedire un processo per la morte di Massaro; dall'altro lato manda una lettera ai lavoratori, in cui rassicura, dice che sì ci sono dei problemi ma "insieme possiamo farcela", scrive che dialoga con le istituzioni (ma chiaramente il dialogo è a senso unico: solo per avere, non per dare...), ecc. ecc. - la riportiamo sotto.
Non è la prima volta che i padroni "scrivono" ai lavoratori. Lo fece anche la "buon'anima" di Marchionne. Più sfuttano i lavoratori, più mettono a rischio il lavoro, e qui a Taranto la salute, la vita stessa e più scrivono...
AM lo fa per tirare i lavoratori dalla sua parte, proprio nel momento in cui mette fuori altri 1400 operai, a poche settimane dalla morte dell'operaio Massaro; lo fa in una situazione sempre più a rischio in tanti reparti - per cui le denunce dei lavoratori e sindacali sono "acqua fresca" (vedi ennesima denuncia in altro post), lo fa mentre porta avanti aperte azioni antisciopero, contro i diritti sindacali dei lavoratori.
Allora chi fesso può credergli?
Ma c'è un altro aspetto da considerare. Questa lettera dimostra anche che ArcelorMittal è in difficoltà, teme di aver fatto male i suoi conti, ma vuole eccome mantenere la sua importante postazione di Taranto nella guerra sul mercato mondiale dell'acciaio, e cerca di avere dalla sua la forza effettiva di questa fabbrica, gli operai, mentre scarica su di loro le conseguenze del suo "braccio di ferro", della crisi dell'acciaio.
Ma se gli operai comprendono che sono effettivamente la forza di questa fabbrica, allora sì che le cose potrebbero cambiare, e nell'interesse dei lavoratori.
LA LETTERA
«Mi rendo conto - scrive Jehl - che non è stato facile, soprattutto
dopo il tragico incidente che ha causato la morte del nostro collega
Cosimo Massaro. Ho quindi deciso di scrivervi perché vorrei condividere
con voi alcune riflessioni. Prima di arrivare in Italia ero consapevole
delle dimensioni della sfida che avremmo dovuto affrontare. Per una
combinazione di fattori questi primi mesi sono stati ancora più
complessi rispetto alle attese e a quanto ognuno di noi avrebbe sperato,
ma questo non ha cambiato la mia profonda convinzione sulle enormi
potenzialità di questa azienda e delle persone che vi lavorano ogni
giorno. L’obiettivo, come sapete, è che entro il 2023 ArcelorMittal
Italia
diventi uno straordinario polo siderurgico a ciclo integrale, tra
i migliori d’Europa. Per raggiungerlo, tutti noi dovremo rimanere
focalizzati su quanto c’è da fare, che è ancora tanto». «Il mercato vive
la sua peggior crisi dopo quella del 2009 - prosegue Jehl - e al
contempo sono arrivate nuove complicazioni, spesso legate a eventi
passati, ma che minacciano la nostra capacità di operare nel quotidiano.
Dovremo rimanere concentrati, dando prova di essere seri e di poter
fare la differenza. Ogni due passi avanti, potrà capitare di dover fare
un passo indietro. Sicuramente ci vorrà tempo».
Il numero uno di ArcelorMittal Italia riconosce che «i problemi dello
stabilimento di Taranto, che si sono generati nel corso di tanti anni,
non possono essere risolti da un giorno all'altro. Tuttavia, nonostante
qualche battuta d'arresto, stiamo facendo progressi: spero che la
copertura dei parchi minerari serva a ricordarlo in modo tangibile.
Questa non è che la punta dell’iceberg, ci sono infatti altri 68
progetti ambientali in corso, su cui stiamo investendo in media mezzo
milione di euro al giorno e su cui lavorano centinaia di persone: ad
esempio abbiamo completato la copertura della discarica per rifiuti non
pericolosi e abbiamo avviato l’installazione dei filtri Meros
sull’impianto di sinterizzazione dell’Agglomerato. Sulla sicurezza, che
rimane la nostra priorità, abbiamo fatto molto, come la realizzazione di
oltre 190.000 ore di formazione e la definizione di nuove linee guida e
criteri per la valutazione dei rischi in linea con gli standard di
ArcelorMittal. Solo per citare uno degli interventi abbiamo realizzato
3,6 km di linee vita per consentire l’accesso alle vie di corsa ai
carroponti in totale sicurezza. Abbiamo inoltre acquistato 6.600
rilevatori gas per tutti i colleghi che operano nell’area a caldo, di
cui 1.000 sono già arrivati e 100 già consegnati». anche per quanto riguarda il piano industriale abbiamo già raggiunto alcuni risultati di rilievo: penso al
lavoro fatto sulle colate continue a Taranto e al riavvio della
Zincatura 1 dopo un anno e mezzo; penso al progetto di rifacimento forni
che stiamo completando al Treno Nastri 2 e che porterà con sé una serie
di benefici in termini di efficienza energetica e miglioramento delle
performance. Stiamo dialogando in maniera collaborativa e
trasparente con le istituzioni e vi assicuro che stiamo facendo tutto
quanto in nostro potere per risolvere i problemi esistenti... fermamente convinto che insieme possiamo farcela. Continuiamo
quindi a lavorare tutti insieme... Vi
ringrazio per il vostro sostegno e la vostra dedizione».
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