sabato 10 agosto 2019

Lettera di AM ai lavoratori per averli dalla sua parte

ArcelorMittal da un lato minaccia, continua a ricattare di andarsene, presenta ricorso contro il tentativo di revisione del piano AIA, mentre ha incassato l'immunità penale - che comunque non gli basta, perchè per AM dovrebbe agire per tutte le violazioni sul piano della salute, sicurezza, ambiente, e per esempio ora impedire un processo per la morte di Massaro; dall'altro lato manda una lettera ai lavoratori, in cui rassicura, dice che sì ci sono dei problemi ma "insieme possiamo farcela", scrive che dialoga con le istituzioni (ma chiaramente il dialogo è a senso unico: solo per avere, non per dare...), ecc. ecc. - la riportiamo sotto.

Non è la prima volta che i padroni "scrivono" ai lavoratori. Lo fece anche la "buon'anima" di Marchionne. Più sfuttano i lavoratori, più mettono a rischio il lavoro, e qui a Taranto la salute, la vita stessa e più scrivono...
AM lo fa per tirare i lavoratori dalla sua parte, proprio nel momento in cui mette fuori altri 1400 operai, a poche settimane dalla morte dell'operaio Massaro; lo fa in una situazione sempre più a rischio in tanti reparti - per cui le denunce dei lavoratori e sindacali sono "acqua fresca" (vedi ennesima denuncia in altro post), lo fa mentre porta avanti aperte azioni antisciopero, contro i diritti sindacali dei lavoratori.
Allora chi fesso può credergli?
Ma c'è un altro aspetto da considerare. Questa lettera dimostra anche che ArcelorMittal è in difficoltà, teme di aver fatto male i suoi conti, ma vuole eccome mantenere la sua importante postazione di Taranto nella guerra sul mercato mondiale dell'acciaio, e cerca di avere dalla sua la forza effettiva di questa fabbrica, gli operai, mentre scarica su di loro le conseguenze del suo "braccio di ferro", della crisi dell'acciaio. 
Ma se gli operai comprendono che sono effettivamente la forza di questa fabbrica, allora sì che le cose potrebbero cambiare, e nell'interesse dei lavoratori.

LA LETTERA
«Mi rendo conto - scrive Jehl - che non è stato facile, soprattutto dopo il tragico incidente che ha causato la morte del nostro collega Cosimo Massaro. Ho quindi deciso di scrivervi perché vorrei condividere con voi alcune riflessioni. Prima di arrivare in Italia ero consapevole delle dimensioni della sfida che avremmo dovuto affrontare. Per una combinazione di fattori questi primi mesi sono stati ancora più complessi rispetto alle attese e a quanto ognuno di noi avrebbe sperato, ma questo non ha cambiato la mia profonda convinzione sulle enormi potenzialità di questa azienda e delle persone che vi lavorano ogni giorno. L’obiettivo, come sapete, è che entro il 2023 ArcelorMittal Italia
diventi uno straordinario polo siderurgico a ciclo integrale, tra i migliori d’Europa. Per raggiungerlo, tutti noi dovremo rimanere focalizzati su quanto c’è da fare, che è ancora tanto». «Il mercato vive la sua peggior crisi dopo quella del 2009 - prosegue Jehl - e al contempo sono arrivate nuove complicazioni, spesso legate a eventi passati, ma che minacciano la nostra capacità di operare nel quotidiano. Dovremo rimanere concentrati, dando prova di essere seri e di poter fare la differenza. Ogni due passi avanti, potrà capitare di dover fare un passo indietro. Sicuramente ci vorrà tempo».
Il numero uno di ArcelorMittal Italia riconosce che «i problemi dello stabilimento di Taranto, che si sono generati nel corso di tanti anni, non possono essere risolti da un giorno all'altro. Tuttavia, nonostante qualche battuta d'arresto, stiamo facendo progressi: spero che la copertura dei parchi minerari serva a ricordarlo in modo tangibile. Questa non è che la punta dell’iceberg, ci sono infatti altri 68 progetti ambientali in corso, su cui stiamo investendo in media mezzo milione di euro al giorno e su cui lavorano centinaia di persone: ad esempio abbiamo completato la copertura della discarica per rifiuti non pericolosi e abbiamo avviato l’installazione dei filtri Meros sull’impianto di sinterizzazione dell’Agglomerato. Sulla sicurezza, che rimane la nostra priorità, abbiamo fatto molto, come la realizzazione di oltre 190.000 ore di formazione e la definizione di nuove linee guida e criteri per la valutazione dei rischi in linea con gli standard di ArcelorMittal. Solo per citare uno degli interventi abbiamo realizzato 3,6 km di linee vita per consentire l’accesso alle vie di corsa ai carroponti in totale sicurezza. Abbiamo inoltre acquistato 6.600 rilevatori gas per tutti i colleghi che operano nell’area a caldo, di cui 1.000 sono già arrivati e 100 già consegnati».  anche per quanto riguarda il piano industriale abbiamo già raggiunto alcuni risultati di rilievo: penso al lavoro fatto sulle colate continue a Taranto e al riavvio della Zincatura 1 dopo un anno e mezzo; penso al progetto di rifacimento forni che stiamo completando al Treno Nastri 2 e che porterà con sé una serie di benefici in termini di efficienza energetica e miglioramento delle performance. Stiamo dialogando in maniera collaborativa e trasparente con le istituzioni e vi assicuro che stiamo facendo tutto quanto in nostro potere per risolvere i problemi esistenti... fermamente convinto che insieme possiamo farcela. Continuiamo quindi a lavorare tutti insieme... Vi ringrazio per il vostro sostegno e la vostra dedizione».

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