sabato 10 agosto 2019

AM - Altro che interventi sulla sicurezza - le denunce dei lavoratori, dei delegati aumentano di giorno in giorno

Queste denunce mostrano quanto siano ancora una volta inutili le "commissioni", "Task force sulla sicurezza", che, bene che vada, intervengono in generale troppo tardi, con a volte anche dubbi di collusioni da parte di chi dovrebbe controllare.

SERVE UNA POSTAZIONE ISPETTIVA FISSA IN FABBRICA, SOTTO IL CONTROLLO DEI LAVORATORI E DEI DELEGATI NON CORROTTI.
Questa battaglia è tempo di farla ora!

DALL'USB: 
"E' serio e pericoloso l'attuale scenario che si presenta in alcune aree degli impianti delle cokerie nello stabilimento ArcelorMittal Italia di Taranto dove sono costretti ad operare i lavoratori.
Questa situazione - denunciano il coordinatore di fabbrica Mercurio Vincenzo insieme alle #RSU del sindacato Usb Taranto - rappresenta totale mancanza di sicurezza. Denunciamo l'ennesima criticità alle Autorità competenti prima di raccontare di gravi incidenti in una fabbrica dove i gestori continuano a condurre gli impianti a suon di proclami ed alcuni sindacati, invece di svolgere la loro ordinaria attività sindacale, delegano le loro responsabilità alla nota “Task Force sicurezza", con scarsi o nulli risultati a quanto pare".
Alessandro D'Amone , Rappresentante dei Lavoratori alla Sicurezza dell'#USB Taranto, fa notare che alcune travi #IPE degli impianti cokeria sono totalmente corrose. Su queste travi appoggiano lamiere che costituiscono una passerella su cui transitano operai e mezzi adibiti alla manutenzione. Le strutture di cemento armato delle torri di spegnimento delle cokerie cadono a pezzi:si notano le strutture armate dove il cemento non c'è più, il tutto soggetto ad agenti corrosivi come sostanze oleose derivanti dalla marcia degli impianti che trasudano e colano giù dai muri della stessa struttura. L'#USB fa inoltre notare che la procedura in cui avviene la misurazione dei vapori delle torri di spegnimento coke, che ricordiamo, sono vapori che veicolano in aria quantità di coke e queste quantità devono rispettare un determinato paramentro indicato nelle prescrizioni #AIA, mostrerebbe qualche anomalia. La struttura adibita alla misurazione, durante l'emissione dei vapori, dovrebbe appoggiare sulla torre mentre notiamo sistematicamente che rimane sospesa in aria e quindi, in questo modo, non capterebbe a pieno i vapori che fuoriescono dalla torre, che, inoltre, considerata la sua condizione fatiscente, emette vapori ben prima del suo convogliamento finale dove, appunto, si dovrebbe effettuare la misurazione. Riteniamo, pertanto, che la stima delle quantità di coke contenute nei vapori delle torri di spegnimento sia completamente falsata.

AL PORTO
Al reparto IMA 1 del II sporgente del porto di Taranto, in concessione all’ex Ilva ora ArcelorMittal Italia, la macchina ‘CM1’, lo scaricatore di loppa, non ripartirà. quando è stata rimessa in esercizio la macchina - dopo l'intervento dello Spasal - sono stati riscontrati non pochi problemi, segnalati dai lavoratori ai sindacati i quali hanno subito allertato l’azienda e fatto scendere i lavoratori dalla macchina. Tra le criticità segnalate “la cerniera del braccio dello scaricatore visibilmente arrugginita, storta e con notevoli rigonfiamenti, che può pregiudicare l’utilizzo in piena sicurezza della macchina“; inoltre si presentato un problema sull’impianto di grassaggio argani, cosa che produce un forte rumore mentre la macchina è in movimento; infine si presentava anche un problema ad un cavo che andava sostituito.

"qui - come scrive Gianmario Leone sul Corriere di Taranto - la responsabilità va divisa tra tutte le
parti in causa: l’azienda dal vertice sino a cascata sui responsabili di reparto e di area, i controllori che non possono e non devono accontenarsi soltanto di ottenere la documentazione richiesta o di effettuare alcune prove di messa in esercizio di una macchina, ed infine i sindacati che mai come adesso devono restare vicino ai gruisti e tutelarli in ogni modo possibile.
Lo dimostra il fatto che appena arrivata all’azienda la nota con cui venivano comunicati i problemi riscontrari sulla macchina ‘CM1’, la stessa comunicava via telefono ai sindacati di aver deciso che i 24 lavoratori di cui c’è bisogno adesso nel reparto IMA (sui 50 totali), sarebbero stati scelti in base all’anzianità anagrafica. Sì, avete letto bene. E non invece, come logica vorrebbe specialmente in una situazione del genere, in base all’anzianità di servizio e quindi in base alla loro esperienza. Non solo: perché sempre l’azienda ha deciso che ai restanti 26 due sono le strade che restano da intraprendere: o le ferie forzate (anche per chi non ne ha da smaltire) o il cambio mansione con la dislocazione in altri reparti, ovvero l’area cokeria e l’area parchi
Tant’è che gli stessi sindacati inviavano una ‘contro nota’ all’azienda, nella quale si legge che “in riferimento alla comunicazione aziendale relativa al personale posto unilateralmente in ferie forzate, Ie scriventi organizzazioni sindacali, così come da comunicazioni telefoniche intercorse, chiedono un incontro e l’immediata sospensione della decisione assunta in attesa di soluzioni condivise. Riteniamo inoltre inaccettabili le modalità di selezione del personale utilizzato per le attività di carico e scarico navi“. Il tutto ha portato alla sospensione della decisione e ad un nuovo aggiornamento tra le parti per la giornata di martedì. Con i gruisti che torneranno a scendere in reparto soltanto per il turno mattutino come oramai avviene dai giorni seguenti all’incidente mortale dello scorso 10 luglio, in cui perse la vita il lavoratore Cosimo Massaro..."

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