GOVERNO - MARCEGAGLIA E SIDERALBA lavorano per questo - con i buoni auspici delle amministrazioni regionali e locali e con la complicità dei sindacati di Genova/Novi - Fiom in testa
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Ex Ilva di Novi Ligure, i potenziali compratori auspicano lo “spacchettamento” da Taranto
Facile ipotizzare che presto gli emissari dei due gruppi vengano portati a visitare gli impianti, anche se parlare di cessione appare ancora prematuro. I tempi per il bando di vendita sarebbero lunghi e non favorisce i poli piemontesi la volontà di trattare per l’intero colosso, Taranto compresa, senza uno spacchettamento.
Sugli ultimi sviluppi, però, Moreno Vacchina (Rsu Cisl di Novi) ha le idee chiare: «Finalmente un piano di rilancio che ci aspettiamo fatto di dati e non di dichiarazioni di intenti». Posizione analoga per Federico Porrata, della Cgil: «Il tavolo è stato chiesto dalle segreterie confederali per iniziare a lavorare. Se non si hanno dati, inutile ragionare di cassa integrazione». Per Marco Ginanneschi della Uil, «è fondamentale avere un piano industriale da cui ripartire. Non si può parlare a priori di 5200 persone da cassintegrare con oneri a carico della collettività».
Soddisfazione anche dal sindaco Rocchino Muliere: «Nella riunione di una decina di giorni fa con il presidente della regione Cirio e con i sindacati, avevamo chiesto al governo di impegnarsi nello sbloccare il prestito ponte dall’Europa e di fare in fretta a convocare le rappresentanze sindacali per presentare il piano di rilancio. Due obiettivi raggiunti, sono felice che i lavoratori si siedano per parlare di prospettive e non debbano nuovamente discutere di cassa integrazione. Leggo dell’interesse di più gruppi su Acciaierie d’Italia, ben vengano ma servono certezze che solo un piano industriale deve dare».
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