venerdì 13 dicembre 2024

Formazione operaia - Demolire la macchina statale borghese e al suo posto uno Stato nelle mani dei proletari - La grande esperienza della Comune di Parigi - da Stato e rivoluzione di Lenin

Come abbiamo detto nella precedente Formazione operaia, e ripreso da Lenin in questo capitolo, Marx, nel parlare di come sarà organizzata la nuova macchina dello Stato proletario una volta che il proletariato e le masse popolari con la rivoluzione rovescia, spezza la macchina statale di dominio della borghesia, "non inventa, non immagina una società "nuova". No, egli studia, come un processo di storia naturale, la genesi della nuova società che sorge dall'antica, le forme di transizione tra l'una e l' altra. Egli si basa sui fatti, sull'esperienza del movimento proletario di massa e cerca di trarne insegnamenti pratici. Egli "si mette alla scuola" della Comune...".

Ancora una volta Lenin mette in evidenza il metodo di Marx, di studiare, analizzare, prendere lezioni dall'esperienza reale del proletariato, andare a scuola del movimento operaio, della sua lotta di classe contro la classe sfruttatrice.. 

La Comune di Parigi, benchè durò poco più di due mesi, dal 18 marzo al 28 maggio 1871, fu la prima grande esperienza del proletariato di organizzazione di uno Stato che metteva fine al potere degli oppressori, e metteva le basi di una nuova società.

In questo capitolo Lenin riporta, riprendendo Marx, i caratteri principali di questo nuovo Stato, che restano caratteri universali e molto attuali. 

Oggi, nel 55° anniversario della strage di piazza Fontana del 1969, eseguita dai fascisti, ma voluta dallo Stato borghese per stroncare il grande movimento operaio, l'"Autunno caldo", e la stagione del '68, in cui lo Stato si mostrò in tutta la sua reale natura, organo di difesa, armata, del sistema del capitale, è importante questo studio di "Stato e rivoluzione" per comprendere che lo Stato borghese non è eterno e che si può e si deve abbattere. 

Invitiamo operai, giovani, donne a leggere il testo di Marx dedicato alla Comune di Parigi. "La guerra civile in Francia", un libro illuminante ed emozionante.

Di seguito, riprendiamo i passi più importante del III capitolo di 'Stato e rivoluzione'

L' esperienza della Comune di Parigi (1871)

L'analisi di Marx

In che cosa consiste l'eroismo del tentativo dei comunardi?

Scrive Lenin: "...Marx non si limitò tuttavia ad entusiasmarsi per l'eroismo dei comunardi che, com'egli diceva, "davano l'assalto al cielo". Nel movimento rivoluzionario delle masse, benchè esso non avesse raggiunto il suo scopo, Marx vide una esperienza storica di enorme importanza, un sicuro passo in avanti della rivoluzione proletaria mondiale, un tentativo pratico più importante di centinaia di programmi e di ragionamenti. 

"...La Comune, specialmente, - essi aggiungono, - ha fornito la prova che "la classe operaia non può impossessarsi puramente e semplicemente di una macchina statale già pronta e metterla in moto per i suoi propri fini"..."... L'idea di Marx è che la classe operaia deve spezzare, demolire la "macchina statale già pronta", e non limitarsi semplicemente ad impossessarsene...

..."Demolire la macchina burocratica e militare": in queste parole è espresso in modo incisivo l'insegnamento principale del marxismo sui compiti del proletariato nella rivoluzione per ciò che riguarda lo Stato. E proprio questo è l'insegnamento che non solo è stato assolutamente dimenticato, ma addirittura deformato dall'"interpretazione" dominante, kautskiana, del marxismo!..."

Marx e Lenin dicono senza ombra di dubbio che non si può pensare di riformare uno Stato che è nato (come abbiamo visto  nelle precedenti Formazioni operaie) proprio per imporre alla stragrande maggioranza delle masse la dittatura della classe borghese al potere. Questo lo predicano e agiscono di conseguenza i falsi sinistri, i cui rappresentanti principali stanno nel parlamento, quindi all'interno di questo stesso Stato, i cui posti vogliono tenerseli ben stretti; così come gli opportunisti, in alcuni casi dichiarandosi rivoluzionari o perfino comunisti, offendendo questa parola. Questi non vogliono demolire lo Stato borghese, vogliono solo aggiustarlo, renderlo arbitro "al di sopra delle parti" tra chi ha il potere economico, politico, militare e impone la sua ideologia, la sua cultura reazionaria, oggi sempre più fascista, in tutti i campi, e chi è sfruttato e oppresso da questo potere. Per questo la strada che predicano, e che chiamano i lavoratori, le masse a seguire, è solo e soltanto quella elettorale, che al massimo cambia gli uomini e le donne al potere, ma non cambia e non può cambiare la natura dello Stato borghese. Questa macchina "burocratica e militare", che oggi diventa ogni giorno che passa anche macchina di guerra contro i popoli e i proletari per gli interessi economici, politici imperialisti dei padroni, una macchina, come dice Marx, di "guerra del capitale contro il lavoro", deve essere spezzata.

Continua Lenin: "...merita un' attenzione particolare la osservazione straordinariamente profonda di Marx che la distruzione della macchina burocratica e militare dello Stato è "la condizione preliminare di ogni reale rivoluzione popolare".

Parlare di un altro Stato, un'altra società senza porre la necessità di distruggere lo Stato borghese è solo un'illusione o peggio un inganno. Marx parla di "condizione preliminare", il primo atto della rivoluzione; così è stato con l'"assalto al cielo" della Comune di Parigi, così è stato con la Rivoluzione d'Ottobre, così è stato nella rivoluzione cinese. Al di là dei nostri desideri è quindi l'esperienza storica dei proletari e delle masse che lo dice e lo ha fatto. E su questo il proletariato e le masse popolari hanno vinto (la sconfitta di queste rivoluzioni riguarda altro).

Andiamo avanti. 

Il paragrafo che segue: 'Con che cosa sostituire la macchina statale spezzata?' è importantissimo ed entusiasmante. 

Marx, dice Lenin "...aspettava dall'esperienza di un movimento di massa la risposta alla questione: quali forme concrete avrebbe assunto questa organizzazione del proletariato come classe dominante e in che modo precisamente questa organizzazione avrebbe coinciso con la più completa e conseguente "conquista della democrazia"...?

E la risposta, l'esperienza viva gli viene dalla Comune di Parigi.

"...La Comune fu l'antitesi diretta dell'Impero." "Fu la forma positiva" di "una repubblica che non avrebbe dovuto eliminare soltanto la forma monarchica del dominio di classe, ma lo stesso dominio di classe...".
In che cosa consisteva questa forma "positiva" di repubblica proletaria, socialista? Quale era lo Stato?Il primo decreto della Comune fu la soppressione dell'esercito permanente, e la sostituzione ad esso del popolo armato..."
"...La Comune fu composta dei consiglieri municipali eletti a suffragio universale nei diversi mandamenti di Parigi, responsabili e revocabili in qualunque momento. La maggioranza dei suoi membri erano naturalmente operai, o rappresentanti riconosciuti della classe operaia... Invece di continuare ad essere agente del governo centrale, la polizia fu immediatamente spogliata delle sue attribuzioni politiche e trasformata in strumento responsabile della Comune revocabile in qualunque momento. Lo stesso venne fatto per i funzionari di tutte le altre branche dell'amministrazione. Dai membri della Comune in giù, il servizio pubblico doveva essere compiuto per salari da operai. I diritti acquisiti e le indennità di rappresentanza degli alti dignitari dello Stato scomparvero insieme coi dignitari stessi... Sbarazzatisi dell'esercito permanente e della polizia, elementi della forza fisica del vecchio governo, la Comune si preoccupò di spezzare la forza di repressione spirituale, il "potere dei preti"... I funzionari giudiziari furono spogliati di quella sedicente indipendenza... dovevano essere elettivi, responsabili e revocabili...".

In pochi giorni quindi lo Stato nelle mani dei proletari è tutt'altra cosa! E questo lo potè essere con provvedimenti immediati, concreti, immediatamente eseguiti. Questa eroica esperienza mostra come non sia affatto impossibile da un giorno all'altro spogliare del potere i funzionari dello Stato borghese, farli "scendere" al salario di un operaio, renderli revocabili; come anche spezzare la influenza dei preti, la cosiddetta "indipendenza" dei giudici, che si sentono irrevocabili e non sottoposti al giudizio delle masse, ecc. 
Oggi la macchina del sistema capitalista per fare anche un minimo provvedimento a difesa delle condizioni di lavoro, di vita dei lavoratori e delle masse, bene che vada, ci mette mesi e mesi, anni, mentre arricchisce rapidamente i suoi uomini, fa leggi dalla sera alla mattina per salvaguardare e sostenere i profitti dei capitalisti; domani lo stato proletario farà esattamente il contrario, in pochi giorni ridurrà lo stipendio dei funzionari a salario operaio e recupererà miliardi per i bisogni delle masse, cancellerà leggi a favore dei ricchi e dei padroni, farà leggi per migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori, delle masse, delle donne, ecc.. 

Dice Lenin: "...In realtà ciò significa "semplicemente" sostituire - opera gigantesca - a istituzioni di un certo tipo altre istituzioni basate su princípi diversi... lo Stato (forza particolare destinata a opprimere una classe determinata) s'è trasformato in qualche cosa che non è più propriamente uno Stato...".

Se lo Stato così come lo conosciamo ha una funzione essenzialmente repressiva, vessatoria verso le masse, uno Stato che impone il dominio di una minoranza sulla maggioranza, lo Stato nelle mani del proletariato via via non è più uno "Stato" perchè è lo stato della maggioranza; e quindi lo stato va ad estinguersi.

E Lenin lo spiega molto chiaramente, precisando, però: "...Ma la necessità di reprimere la borghesia e di spezzarne la resistenza permane - Da qui la dittatura del proletariato per la borghesia e la più ampia democrazia per i proletari e le masse popolari - Per la Comune era particolarmente necessario affrontare questo compito, e il non averlo fatto con sufficiente risolutezza è una delle cause della sua sconfitta. Ma qui l'organo di repressione è la maggioranza della popolazione, e non più la minoranza, come era sempre stato nel regime della schiavitù, del servaggio e della schiavitù salariata. E dal momento che è la maggioranza stessa del popolo che reprime i suoi oppressori, non c'è più bisogno di una "forza particolare" di repressione! In questo senso lo Stato comincia ad estinguersi. Invece delle istituzioni speciali di una minoranza privilegiata ( funzionari privilegiati, capi dell'esercito permanente), la maggioranza stessa può compiere direttamente le loro funzioni, e quanto più il popolo stesso assume le funzioni del potere statale, tanto meno si farà sentire la necessità di questo potere.

"...A questo proposito è da notare in particolar modo un provvedimento preso dalla Comune e che Marx sottolinea: la soppressione di tutte le indennità di rappresentanza, la soppressione dei privilegi pecuniari dei funzionari, la riduzione degli stipendi assegnati a tutti i funzionari dello Stato al livello di "salari da operai"..."

"...La Comune - scriveva Marx - fece una realtà della frase pubblicitaria delle rivoluzioni borghesi, il governo a buon mercato, distruggendo le due maggiori fonti di spese, l'esercito permanente e il funzionarismo statale"...

"...La civiltà capitalistica - prosegue Lenin - ha creato la grande produzione, le officine, le ferrovie, la posta, il telefono, ecc.; e su questa base, l'immensa maggioranza delle funzioni del vecchio "potere statale" si sono a tal punto semplificate e possono essere ridotte a così semplici operazioni di registrazione, d'iscrizione, di controllo, da poter essere benissimo compiute da tutti i cittadini con un minimo di istruzione e per un normale "salario da operai"; si può (e si deve) quindi togliere a queste funzioni ogni minima ombra che dia loro qualsiasi carattere di privilegio e di "gerarchia"...

Lenin qui spiega una cosa molto importante per le masse. Tante volte sentiamo operai, gente del popolo scettici verso il fatto che siano rappresentanti diretti del proletariato e delle masse a svolgere nel socialismo funzioni oggi svolte da funzionari statali. Ma Lenin dice: guardate che proprio il capitalismo ha reso possibile questo, ha semplificato - o reso superflue - tutta una serie di operazioni (per es. perchè non sarebbe possibile semplificare/ridurre atti attualmente burocratici, registrazioni inutili, elefantiache che resistono senza una ragione). La macchina statale borghese, nella fase di capitalismo avanzato, ha con l'informatica semplificato tutta una serie di operazioni, ma questo sviluppo della tecnica, gestito da uno Stato che non si pone minimamente al servizio delle masse, ma vuole conservare sè stesso contro le masse, invece di semplificare la vita delle persone ne diventa strumento di vessazione.  

"...Organizziamo la grande industria partendo da ciò che il capitalismo ha già creato; organizziamola noi stessi, noi operai, forti della nostra esperienza operaia, imponendo una rigorosa disciplina, una disciplina di ferro, mantenuta per mezzo del potere statale dei lavoratori armati..."

Anche per la organizzazione dell'industria - dice Lenin in un passo successivo - lo stesso capitalismo concentrando la produzione, unendo in una stessa fabbrica gli operai ha creato le condizioni per cui siano gli operai stessi, una volta cacciati i padroni e tutto il loro sistema di "fiduciari", a organizzare la produzione.

Ma anche il parlamentarismo così com'è non ha ragione di esistere e deve essere soppresso.

La soppressione del parlamentarismo

"La Comune - scrisse Marx - non doveva essere un organismo parlamentare, ma di lavoro, esecutivo e legislativo allo stesso tempo...""...Invece di decidere un volta ogni tre o sei anni quale membro della classe dominante dovesse mal rappresentare il popolo nel Parlamento, il suffragio universale doveva servire al popolo costituito in comuni così come il suffragio individuale serve ad ogni altro imprenditore privato per cercare gli operai e gli organizzatori della sua azienda...".
"...Senza dubbio - scrive Lenin - la via per uscire dal parlamentarismo non è nel distruggere le istituzioni rappresentative e il principio dell'eleggibilità, ma nel trasformare queste istituzioni rappresentative da mulini di parole in organismi che "lavorino" realmente."

"...il vero lavoro "di Stato" si compie fra le quinte, e sono i ministeri, le cancellerie, gli stati maggiori che lo compiono. Nei Parlamenti non si fa che chiacchierare, con lo scopo determinato di turlupinare il "popolino...".

Qui troviamo nelle parole di Marx e Lenin, attraverso l'esperienza della Comune, la descrizione esatta - e tuttora vera - di cosa è il parlamento: una gran massa di persone che fanno parole e fanno fare agli altri, "dietro le quinte" il lavoro. Una massa di parlamentari inutile che campa sulle spalle delle masse. Qui non si tratta evidentemente di ridurre questa pletora di persone, ma di fare del parlamento un organo totalmente differente da quello che conosciamo, in cui non c'è la separazione tra esecutivo e legislativo, tra parole e fatti e in cui membri siano come degli operai che lavorano per il popolo, mandati dal popolo, che rispondono ad esso e pagati come gli operai.  

Infine Lenin riprendendo sempre Marx dice qual'è stata la vera essenza della Comune di Parigi: "...mentre tutte le precedenti forme di governo erano state unilateralmente repressive. Il suo vero segreto fu questo: che essa fu essenzialmente un governo della classe operaia, il prodotto della lotta della classe dei produttori contro la classe appropriatrice, la forma politica finalmente scoperta. nella quale si poteva compiere la emancipazione economica del lavoro...".

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