lunedì 30 aprile 2018

ILVA - Si torna a scioperare in acciaieria - Speriamo che sia solo l'inizio

L’adesione al primo turno è stata alta. "Non possiamo continuare a lavorare in queste condizioni".

"Gli impianti, chiunque li debba gestire deve garantire la sicurezza di chi lavora dentro e di chi è fuori in città».

I problemi delle Acciaierie sono molteplici ed hanno già causato inconvenienti di rilievo, come la rottura dei convertitori e il deragliamento di carri siluro 
Ricordiamoci che più passa il tempo e più le persone che sono in Cassa integrazione – soprattutto i lavori delle ditte d’appalto – subiscono il prezzo di questa crisi.

Il 2 maggio si terrà un consiglio di fabbrica unitario con le Rsu e «saranno decise e programmate – concludono le organizzazioni sindacali – assemblee con i lavoratori e nuove iniziative di mobilitazione».

domenica 29 aprile 2018

Call center: costrette a lavorare per meno di 1 euro all'ora

Riportiamo la nuova denuncia, fatta dalla Cgil, di quello che succede nei call center di Taranto. Sarebbe bene che Lumino, Cgil, facesse nomi e cognomi di questa, come di altre aziende - cosa che generalmente non fa pubblicamente - sia perchè è giusto che tutti sappiano dei padroni supersfruttatori, sia per poter realizzare iniziative di appoggio, solidarietà verso le lavoratrici, i lavoratori. 
Le lavoratrici Slai cobas per il sindacato di classe Taranto

 “...contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato, che fanno riferimento ad un Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro inesistente, e che prevede la retribuzione di 1 euro scarso l’ora (la cifra non è facilmente desumibile per via delle condizioni capestro con cui vengono effettuati i calcoli)” denuncia Lumino.
Quindi a Taranto, nel pieno Borgo, esistono una ventina di lavoratori subordinati con contratto regolare a tempo indeterminato che vengono pagati miseramente ed a livelli che scendono sotto il livello della dignità (da conteggi approssimativi si calcolano circa 0,90 centesimi orari sempre con contratto a tempo indeterminato)...
Dai racconti fatti dalle lavoratrici, si tratterebbe di contratti in cui il lavoratore si impegnava a lavorare 2 ore al giorno, mentre in realtà l’attività si svolgeva su 4 h giornaliere(dalle 9 alle 13) per 6 giorni alla settimane: lavorare quindi 100 ore al mese con stipendi da fame con contratto regolare!... alla vigilia del Primo Maggio... mentre si discute, c’è gente alla fame che viene umiliata perché ha bisogno di lavorare per dare mantenimento a sé ed alla propria famiglia. Anche a Taranto, alla vigilia del Primo Maggio“.

sabato 28 aprile 2018

NO TAP la magistratura sequestra un'area: reati ambientali e violazioni delle prescrizioni - E' un piccolo ostacolo a chi vuole distruggere il territorio, ma è sempre frutto della indimabile lotta

(Di Gianmario Leone - Dal Manifesto)
Nuovi intoppi per la realizzazione del gasdotto Tap in Salento. La Procura di Lecce ha infatti messo sotto sequestro probatorio una parte delle aree dove sono in corso i lavori per la realizzazione del gasdotto: si tratta in particolare del cantiere dove è in corso l’espianto di alcuni ulivi, mentre in quello relativo al pozzo di spinta i lavori procedono regolarmente.
La Procura di Lecce ha infatti circoscritto il sequestro alla sola area del cantiere Tap (chiamata

INTERVENTO DEL MFPR TARANTO ALL'ASSEMBLEA ALLA MENSA OCCUPATA (NA) - VERSO IL PRESIDIO A L'AQUILA E A TARANTO DEL 4 MAGGIO IN SOLIDARIETA' CON NADIA LIOCE

Pubblichiamo stralci dell'intervento del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario di Taranto: "Le ragioni della campagna per Nadia Lioce".

Tutti gli interventi usciranno in un dossier che verrà diffuso al presidio al Tribunale del 4 maggio a Taranto.

Prima di tutto volevo sinteticamente dire perché stiamo portando avanti questa campagna di solidarietà a Nadia Lioce, contro le condizioni di detenzione nel regime duro del 41bis, in varie città - non solo a L'Aquila ma anche a Taranto, Palermo, Milano, Roma, Napoli, ecc. Anche perchè alcuni di noi si sono trovati di fronte al fatto che persone, che non sono già impegnate nella lotta contro la repressione, neanche sanno chi sia Nadia Lioce.

Noi stiamo facendo questa campagna per tre ragioni.
1 - La repressione che questo Stato sta portando da tempo avanti ed avanza sempre di più, è una repressione che colpisce praticamente ogni movimento di lotta. In questo mesi, settimane si è accanita contro i movimenti antifascisti, che giustamente, mentre gli altri facevano campagna elettorale, in tante città alle liste e iniziative elettorali di partiti e forze fasciste, hanno risposto non presentando altre liste, ma con la lotta, con le iniziative di antifascismo militante. Ci sono attualmente decine di compagni, da Torino a Bologna, che non solo sono denunciati ma molti stanno ancora nelle carceri o agli arresti domiciliari per il solo fatto che hanno fatto queste manifestazioni. Tra l'altro in una situazione in cui chi giura sulla Costituzione (che dice che è vietata la ricostituzione del partito fascista), invece difende fascisti e nazisti e reprime chi lotta, chi in un certo senso vuole anche applicare questi aspetti della Costituzione nata dalla Resistenza.
In questa situazione, quindi, in cui non solo le lotte antifasciste, ma viene repressa qualsiasi lotta, -anche le lotte sindacali, anche le lotte per il lavoro, ecc., appena fuoriescono minimamente dai canali stabiliti vengono considerate sovversive, e anche se sei un lavoratore licenziato, un disoccupato subisci denunce, fermi ecc. - che c'entra Nadia Lioce?
Secondo noi la repressione di questo Stato trova la sua punta di iceberg nella repressione verso i

ILVA - LA POSIZIONE DELLO SLAI COBAS SC TARANTO, DA LUNEDI' TRA GLI OPERAI

Serve uno sciopero grande/prolungato
per piegare i padroni indiani AM e i governi al loro servizio

OPERAI

Mittal e governo provvisorio, sotto la regia di Calenda, hanno provato a chiudere subito la trattativa a loro favore:
esuberi – divisione dei lavoratori – taglio di salari e diritti

Siamo sempre stati convinti che la trattativa può decollare a favore dei lavoratori e cambiare le carte in tavola solo se gli operai si fanno sentire attraverso la lotta.
Questo i lavoratori se lo devono mettere in testa,
non è un problema di governo né nemico, né amico, peraltro
per noi i 5 Stelle sono falsi amici e hanno proposto recentemente nel Parlamento europeo di chiudere la fabbrica.
Il governo attuale e quello futuro, se ci sarà, sono governi deboli, senza arte né parte.

Né i padroni sono così forti come vogliono apparire. Mittal ha enorme bisogno di questo stabilimento nella guerra dell'acciaio mondiale quanto mai acuta.

Il lavoro per tutti può e deve essere tutelato, la fabbrica radicalmente bonificata e cambiata, i diritti acquisiti, che sono costati lotte e sangue operaio, salvaguardati, l'unità operai-masse dei quartieri popolari inquinati ricostruita a tutela della salute, lavoro e ambiente

E' giusto ora fare un grande sciopero come quello del 9 ottobre 2017, ma non bisogna fare quello che è accaduto dal 10 ottobre in poi: nessuna lotta, solo confusa trattativa romana e neanche una assemblea. Dobbiamo riprendere la lotta e portarla fino in fondo, fino a risultati reali per operai e masse popolari della città
 
Slai cobas per il sindacato di classe Taranto 
slaicobasta@gmail.com info 3475301704
via Rintone 22 Taranto
blog tarantocontro.blogspot,com

Sicurezza e manutenzione che non c'è all'acciaieria dell'Ilva - Lo Slai cobas appoggia lo sciopero

Ilva, i sindacati chiedono interventi su sicurezza e manutenzioni. Altrimenti il 30 sarà sciopero
da Corriere di Taranto
 27 aprile 2018

“In assenza di interventi periodici e investimenti certi“, sarà confermato dai coordinatori di fabbrica di Fim, Fiom e Uilm lo sciopero di 24 ore articolato su 3 turni, già programmato in precedenza, per la giornata di lunedì 30 aprile. E’ quanto hanno deciso le organizzazioni sindacali dopo l’incontro tenuto oggi a Taranto con l’azienda, in merito alle questioni legate alla sicurezza – si legge in una nota unitaria – e ad una mancanza di programmazione delle attività di manutenzione straordinaria e ordinaria. “Abbiamo – aggiungono i sindacati generali Prisciano, Brigati e Oliva per Fim, Fiom e Uilm – più volte segnalato, attraverso i rappresentanti dei lavoratori e della sicurezza, alcune problematiche le cui hanno subito continui rinvii con motivazioni legate alla mancanza di risorse economiche. La gestione commissariale continua a non dare risposte e soprattutto a non investire le risorse necessarie per affrontare nel merito alcune delle problematiche di sicurezza poste all’attenzione di Ilva“.

venerdì 27 aprile 2018

Ilva - La posizione dei sindacati sulla sospensione della trattativa - ma la risposta dello sciopero è ancora da fissare. Mentre il Mise dice che comunque per una parte dei lavoratori ci sono ammortizzatori sociali

Fiom Cgil, Re David: “Allo stato attuale senza un cambio di posizione dell’azienda non c’è nessuna possibilità di procedere alla trattativa... Mittal deve cambiare posizione. Se pensa di poter assumere 10.000 lavoratori con un decalage al 2023 a 8500 tagliando salari e diritti non va da nessuna parte“, chiarisce il leader della Fiom, guardando alla possibilità di proclamare uno sciopero, nazionale o sito per sito si vedrà alla fine del giro di assemblee che partirà a breve.
Fim Cisl, Bentivogli: “Mittal ha dimostrato una forte rigidità alle nostre richieste... Riteniamo, a fronte di tali rigide posizioni, che non ci siano le condizioni per poter andare avanti nella trattativa fin quando non saranno seriamente prese in considerazione le osservazioni dei lavoratori... l’azienda deve garantire sia l’occupazione a tutti quanti i 13.802 lavoratori attualmente in forza, sia condizioni non restrittive (che significa? - ndr) per i lavoratori dell’indotto. Per noi le garanzie possono passare anche dagli incentivi alle uscite, ma solo se esclusivamente su base volontaria“.
Uilm, Rocco Palombella: “Di fronte all’intransigenza di Mittal non è rimasta altra decisione che quella di sospendere la trattativa che ormai stancamente da diversi mesi andava avanti e restituire la parola ai lavoratori con assemblee sito per sito. Nonostante la disponibilità di Mittal ad aperture su altri capitoli oggi invece, non ha dato nessuna disponibilità alla salvaguardia dei livelli occupazionali. Anzi ha ripetuto che per l’azienda valeva il piano industriale e che sarebbe stata d’accordo ad aumentare i numeri previsti da quel piano se noi avessimo convenuto che alla fine del 2023 l’occupazione sarebbe scesa ad 8500 lavoratori“... Abbiamo dunque deciso di evitare una trattativa dannosa, inutile e complicata per fare un passaggio con tutti lavoratori per decidere il da farsi“, concludendo: “Mittal deve modificare la sua impostazione perché solo questo ci può far riprendere la trattativa ed avviare a conclusione questa vertenza“.
Usb, Bellavita e Rizzo: “Proponiamo a Fim, Fiom e Uilm una dura mobilitazione sia contro ArcelorMittal che contro il governo, responsabile in prima persona di aver raggiunto accordi con la multinazionale dell’acciaio per liberarsi del 40% dei dipendenti... ArcelorMittal ha confermato il suo impegno alla assunzione di soli 8500 lavoratori a fronte degli attuali 14.000 circa. Ciò significa un esubero di 5.500 lavoratori che resterebbero in carico ad Ilva in amministrazione straordinaria. Una posizione per Usb inaccettabile. La cordata acquirente deve assumere tutti i dipendenti Ilva, in continuità di diritti e salari. Non siamo e non saremo disponibili a sottoscrivere accordi che non garantiscono occupazione e reddito per tutti“.

In una nota congiunta di Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil sottoscritta anche da Usb
: “hanno assunto la decisione di sospendere il negoziato in attesa che Am Invesco modifichi l’irricevibile impostazione, confermando l’obbiettivo di calendarizzare le assemblee e le iniziative di mobilitazione unitarie a livello di gruppo... Mittal ha pertanto confermato la proposta occupazionale iniziale, ovvero al di sotto dei 10 mila lavoratori impiegati fino all’attuazione del piano industriale per tornare successivamente alla casella inizialo di 8.480“.

La posizione del MISE: “abbiamo dovuto constatare che le reciproche posizioni di azienda e sindacati rimangono rigide e distanti, alle parti di impegnarsi in una pausa di riflessione per poter auspicabilmente tornare al tavolo con un approccio più costruttivo già dalla prossima settimana. Giova qui ribadire che gli impegni già assunti dall’azienda comprendono 10.000 assunzioni (poco valore rivestono altri numeri circolati oggi) ed il mantenimento del livello salariale comprensivo degli scatti di anzianità. In questi mesi, sono stati fatti passi avanti nel confronto su tanti aspetti: rimane il problema – certamente di estrema importanza – di individuare modalità condivise per assicurare a tutti i lavoratori tutela occupazionale...
Il governo ha finora varato importanti provvedimenti per accompagnare la trattativa non ultima la garanzia degli ammortizzatori sociali per i prossimi 5 anni. Nello stesso spirito, se si verificasse una chiara volontà di dialogo delle parti, è stata confermata la disponibilità a mettere in campo ulteriori significativi provvedimenti“.

Ilva - Sospesa la trattativa. La Mittal ne vuole assumere solo 8.500

 (dalla stampa di Genova)
A Cornigliano assemblea in fabbrica: "Pronti alla lotta"
Ilva, sospesa la trattativa coi sindacati. Mittal ne assume 8.500: "Inaccettabile"


di Fabio Canessa
giovedì 26 aprile 2018
 

GENOVA - Sospesa la trattativa tra Governo, sindacati e ArcelorMittal sulla cessione di Ilva. La rottura è arrivata all'ennesimo giorno di incontri a Roma, all'apertura del tavolo dedicato al tema degli organici. "Proposte inaccettabili, non ci sono le condizioni per continuare", dichiarano in coro le segreterie locali e nazionali di Fiom, Fim e Uilm dopo aver incontrato sia il vice ministro Bellanova sia i futuri proprietari. Dichiarato a Genova lo stato di agitazione, assemblee in tutte le sedi del gruppo nelle prossime ore.
Da quanto si apprende, Mittal è inamovibile: dei 14 mila lavoratori Ilva in tutta Italia è disposta ad assumerne subito 8.500, che in prospettiva potrebbero diventare 10 mila. La cordata avrebbe già sottoscritto un accordo col Governo, ma le carte sono secretate. Un piano comunque rigettato in blocco dai sindacati che finora avevano partecipato a tutti gli incontri nonostante la fase di stallo si

giovedì 26 aprile 2018

Ogni tanto una buona notizia: la Cassazione ha confermato la condannna per Fabio Riva - Certo, sempre troppo poco...

(dal Corrriere di Taranto)
È stata confermata quest’oggi, dalla Cassazione, la condanna – con diniego delle attenuanti generiche per la gravità dei fatti commessi e l’intensità del dolo – a sei anni e tre mesi di reclusione nei confronti di Fabio Riva, figlio dello scomparso proprietario dell’Ilva Emilio Riva, per associazione a delinquere e truffa ai danni dello Stato per circa cento milioni di euro incamerati illecitamente dal 2008 al 2013 come contributi per le imprese che esportano. A nulla è servito

mercoledì 25 aprile 2018

25 aprile - necessaria oggi una Nuova Resistenza - Presidio stamattina dalle 10 in piazza Immacolata ang. via Di Palma

Il 25 aprile è l’anniversario della Resistenza partigiana, della lotta di liberazione dal fascismo/nazismo e dalla guerra, che ha dato vita alla Costituzione, piena in parte dei valori e aspirazione di quella grandiosa guerra di popolo.

Dopo la Resistenza, però, padroni, partiti parlamentari, privilegiati e parassiti hanno via via ripreso in mano il paese e lo hanno riportato nella crisi economica, nella corruzione, nella diseguaglianza sociale. Anzi, oggi lo vogliono riconsegnare a quelle forze fascio populiste che sotto la veste di “amici” e “rappresentanti” del popolo ripropongono i valori del passato, razzismo, nazionalismo, l’odioso sessismo, che si traduce in violenze e femminicidi, dittatura, in veste moderne.

Per questo vogliono cancellare il 25 aprile, dire che non esiste più destra e sinistra, ridurla ad una festa di pacificazione che sia la nuova veste di chi vuole un ritorno al passato.
E invece quella Resistenza e i suoi valori di libertà, democrazia, uguaglianza, superamento della società dello sfruttamento e della disoccupazione sono oggi più validi e necessari che mai, sono l’alternativa vera a questo sistema.

Celebrare il 25 aprile oggi non è una ricorrenza ma l’affermazione di una Nuova Resistenza, da costruire insieme, ricostruendo gli strumenti che permisero alla Resistenza di vincere.

Circolo proletari comunisti – Taranto

La trattativa Ilva al Mise: ArcelorMittal dispone e i sindacati agiscono di rimessa

Continua il 26 aprile la trattativa al Mise con ArcelorMittal, e si comincerà a parlare degli esuberi.

In questi due incontri al centro della discussione c'è stata la questione salariale e della contrattazione aziendale, che la Mittal vuole ridisegnare al ribasso. Ieri ha presentato una proposta sul possibile schema del futuro Premio di risultato (PdR) ed i principi che lo dovrebbero disciplinare, nella logica di una sua corresponsione secondo criteri gestiti dall'azienda. La Mittal vorrebbe legare i premi di risultato al raggiungimento dell’Ebit positivo, questo significa che per tre anni non ci sarebbe nessun premio, mentre l'attuale sistema di premio è legato ai volumi di produzione.

Per il Mise però tutto procede bene: “Oggi abbiamo comunque fatto un passo avanti. - ha detto la Bellanova - Finalmente è stata raggiunta una convergenza per la parte che riguarda la parte di salario fisso, non solo quella riguardante il Ccnl ma anche la parta fissa relativa al contratto aziendale di secondo livello. Rimane invece ancora aperto un punto che riguarda il salario variabile“. Il 26 - ha aggiunto - speriamo di cominciare a discutere più nel merito per quanto riguardano gli organici"

Per Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm ed Usb, unitariamente, danno un giudizio positivo per i risultati

Processo Ilva - la deposizione di Romandini contro Florido e l'ass. Conserva

L’udienza Ilva di ieri ha visto la testimonianza di Luigi Romandini, direttore generale e dirigente per un periodo del settore ambiente della Provincia che con le sue denunce aveva contribuito agli arresti del Pres. Florido e dell’Ass. Conserva.

Romandini ha confermato le pressioni di Florido verso di lui perché avesse un atteggiamento di favore verso le grandi industrie (“che non potevano essere trattate come delle officine”) e in particolare verso l’Ilva, che, diceva Florido, doveva essere trattata con prudenza, non "bisognava darle fastidio". 
Queste pressioni, che, ha detto Romandini, erano accompagnate anche da minacce nei suoi confronti ad essere fatto fuori, dal 2006 hanno riguardato tutte le pratiche che interessavano l’Ilva.
Le domande e le risposte si sono, però, chiaramente concentrate soprattutto sull’autorizzazione alla discarica ‘Mater day’, di rifiuti pericolosi, che per Florido bisognava immediatamente autorizzare, e passare da autorizzazioni a termine con proroghe ad autorizzazione definitiva.
Romandini ha dichiarato che a fronte del suo diniego, perché per tale autorizzazione non vi erano i requisiti di legge, vi furono sia pressioni ricattatorie di Florido che senza quella autorizzazione l’Ilva si sarebbe dovuta fermare e loro si “sarebbero trovati sotto casa duemila lavoratori”, sia minacce da Conserva di fargli perdere il posto.

Romandini ha aggiunto che l'ufficio dell’ambiente era diventato una sorta di ‘porto di mare’, con un'utenza quasi aggressiva. Il personale era impegnato per buona parte del tempo solo a ricevere gente. "Io - ha detto il teste - diedi disposizione di ricezione solo in alcuni giorni ed orari, ma Archinà era il solo che non li rispettava"

martedì 24 aprile 2018

L'ArcelorMittal vuole eccome acquisire l'Ilva - Ma sul come, non bisogna aspettare per lottare contro

L’ArcelorMittal per acquisire l’Ilva di Taranto sarebbe disposta a cedere ben 6 stabilimenti in Europa: il centro servizi in Lussemburgo, della Magona di Piombino con una linea di zincatura, di Galati in Romania con un altoforno, di Skopje in Macedonia con lavorazioni a freddo di prodotti piani, di Ostrava nella Repubblica Ceca che ha due altiforni e quattro treni di laminazione.

Oltre questi stabilimenti la ArcelorMittal dismetterebbe in Belgio alcune linee (di galvanizzazione, di decapaggio a caldo e a freddo, altre laminazioni a freddo e di banda stagnata).

In termini di lavoratori queste cessioni comporterebbero ben 15mila licenziamenti.

Praticamente è come se l’occupazione dei lavoratori diretti del gruppo Ilva, sarebbe possibile con la perdita del posto di lavoro di un numero quasi pari di altri operai negli altri paesi.

Una evidente contrapposizione tra operai, che per dei sindacati, italiani, che sono collegati agli altri sindacati dei paesi europei, non dovrebbe essere accettata.



Ma questo dimostra anche una cosa. Che ArcelorMittal vuole eccome l’Ilva – prima fabbrica siderurgica in Europa a ciclo integrale – non se la lascerà scappare, perché le permette di occupare una postazione strategica nella guerra dell’acciaio a livello mondiale.

Questo fa chiarezza rispetto a voci, anche dall’interno del governo, che influenzano anche gli operai dell’Ilva, per cui ci sarebbe il pericolo che la Mittal rinunci all’Ilva e quindi bisogna trattare al massimo. Cosa che frena, e lascia in attesa preoccupata gli operai, invece che scendere subito in lotta contro i nuovi prossimi padroni e i loro piani di esubero, di attacco ai salari, cancellazione dei diritti, e l’assoluto insufficiente impegno sul fronte delle bonifiche.

Gli operai quindi non hanno da aspettare per scendere in lotta, né soprattutto da farsi ricattare.



Nello stesso tempo vi sono gli altri deviazionisti. Quelli che vogliono illudere i lavoratori, le loro famiglie che non sarebbe un problema la chiusura dell’Ilva perché si può trovare altrettanta occupazione nei lavori di bonifica o nelle cosiddette “economie alternative” – i Liberi e pensanti e altre associazioni, il sindacato di base Cub hanno su questo redatto un protocollo in cui parlano della possibilità addirittura di 36 mila nuovi posti di lavoro. Una cosa impossibile nell’attuale sistema. Sulle bonifiche lo stesso Marescotti di Peacelink ha detto con buon senso che non potrebbero assolutamente dare lavoro a quasi 18mila operai (tra diretti e indiretti), fermo restando che (ammesso e non concesso che venissero fatti – Bagnoli insegna) sarebbero lavori di pochissimi anni, e toglierebbero occupazione ai tantissimi disoccupati di Taranto.



Quindi, non si sfugge al fatto che la lotta da fare è qui ed ora, per imporre la difesa del lavoro, dei salari, delle bonifiche, della salute.

Parchi minerali - Dicevamo ieri: subito copertura. E invece...

Si allungherebbero ancora i tempi, già lunghissimi e per lavori che dovevano essere già terminati nell’ottobre 2015, della copertura dei parchi minerali?

Da un articolo della GdM del 23 aprile di Federico Pirro leggiamo che: “…secondo attendibili indiscrezioni di cantiere, (i lavori) sarebbero stati sospesi o almeno rallentati perché la Semat, impegnata negli scavi per le fondazioni, avrebbe trovata molta acqua, avvertendo in tal modo la committenza che sarà necessario realizzare basamenti più resistenti con costi presumibilmente maggiori e in tempi probabilmente più lunghi...”.

COSTRUZIONE DI NUOVI CAMPI CONTAINER NEL FOGGIANO PER I MIGRANTI - da Comitato Lavoratori delle Campagne e Rete Campagne in Lotta

Vi chiediamo di diffondere e inoltrare il più possibile, grazie!

Tutti in campo...per una nuova stagione di sfruttamento! Nuovi piani di allargamento del sistema concentrazionario italiano

Come è ormai consuetudine, alle porte delle stagioni di raccolta, invernali o estive, a Sud come a Nord, si mettono a punto nuovi strumenti di contenimento e disciplina per i lavoratori e le lavoratrici migranti. Lo Stato, i governi, le amministrazioni locali, il terzo settore, la “società civile”: tutti oramai ritengono normale, poiché funzionale e giusto, che le persone immigrate – se proprio si devono tollerare – debbano vivere all’interno di campi chiusi, che il più delle volte si trovano in mezzo al nulla, per essere pronti ad uno sfruttamento totale: lavoro, accesso a qualsiasi tipo di servizio, socialità, sessualità e altro ancora.
Ed è altrettanto pacifico che per queste strutture vengano spese ingenti quantità di soldi pubblici, per essere poi gestite da cooperative, associazioni, sindacati e altri, all’interno di un un ormai noto

lunedì 23 aprile 2018

I bambini dei Tamburi hanno diritti come tutti gli altri! Basta! Copertura subito dei parchi minerali!

«Tamburi combattenti», oggi assemblea

Taranto, ultimo Wind day sotto silenzio, scuola chiusa

«Tamburi combattenti», oggi assemblea
"L’ultimo Wind day è passato quasi sotto silenzio. A causa dei rischi legati alle polveri dell’Ilva trascinate dal vento, venerdì scorso in una scuola del rione Tamburi è saltata una lezione pomeridiana. L’amarezza di una insegnante traspare da uno scritto pubblicato sulla pagina Facebook

25 aprile - Siamo tutti antifascisti! iniziativa in piazza immacolata ore 10


                                 Stop
fascismo
razzismo
sessismo
populismo
guerra

25 aprile 2018
Taranto piazza Immacolata ore 10
manifestazione

info
slai cobas per il sindacato di classe taranto
blog tarantocontro.blogspot.com 3471102638

Ilva - all'ombra della trattativa truccata di Roma, i commissari fanno i cazzi loro e predeterminano tutto



Ilva comunica ai sindacati nuova struttura organizzativa. “Situazione inaccettabile”

Quest’oggi le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici hanno appreso, attraverso un ordine di servizio a firma dei Commissari straordinari, come sarà composta la nuova struttura organizzativa del gruppo che stravolge l’attuale assetto. Sono state infatti “re-introdotte figure apicali, già fuoriuscite da Ilva, che andranno ad incidere economicamente sul già precario potere di spesa in capo alla Amministrazione Straordinaria. Tale situazione è inaccettabile in quanto sono già presenti professionalità, che si sono affermate nel corso degli anni, che ricoprono tali ruoli e funzioni”, commentano Fiom, Fim e Uilm in una nota congiunta.“Appare inoltre sconcertante la modalità con cui è introdotto l’ordine di servizio a firma dei Commissari straordinari, con il quale si prefigura l’apparente conclusione del negoziato in corso, presso la sede del Ministero dello Sviluppo Economico, inducendo pertanto il soffocamento della natura stessa del confronto” si legge ancora nella nota congiunta.
FIM, FIOM e UILM, ricordano come “in questi mesi hanno affrontato, e continuano ad affrontare, una trattativa molto complicata che ancora presenta notevoli distanze sui temi inerenti le questioni ambientali, occupazionali e di diritti normativi ed economici“. Pertanto, prendendo le dovute distanze da quanto riportato nell’ordine di servizio, FIM, FIOM e UILM “ritengono imprescindibile, al fine della definitiva cessione degli asset di Ilva ad Am Investco, raggiungere un’intesa che racchiuda tutte le questioni poste dal sindacato, ancora oggetto della trattativa che ci vedrà impegnati il 23 e 24 Aprile 

Mentre si approva Tempa Rossa, l'Eni mente circa le emissioni puzzolenti che invadono la città?

Per la seconda volta in pochi giorni un forte odore di gas è stato avvertito in diverse zone di Taranto, a partire dall’area che confina con il perimetro sud della raffineria Eni. L’azienda però, attraverso una nota ufficiale ha comunicato che “i controlli immediatamente attivati, anche con l’impiego del team specialistico di raffineria appositamente costituito, hanno escluso categoricamente che tali fenomeni odorigeni siano riconducibili alle attività della raffineria. A tale scopo è stato immediatamente richiesto l’intervento degli enti esterni di controllo“. L’Eni si dichiara comunque “a disposizione delle autorità per contribuire alla corretta localizzazione, caratterizzazione e gestione delle fonti degli odori al fine di evitare ulteriori disagi alla popolazione“. Un episodio analogo si era verificato anche tra la sera di venerdì 13 e la mattina di sabato 14 aprile. Numerose le segnalazioni ai vigili del fuoco e alla sede locale dell’Arpa (l’agenzia regionale per la protezione ambientale), per denunciare il disturbo olfattivo percepito e cercare di ricevere informazioni in merito all’origine delle emissioni.

Padroni e sindacati confederali plaudono all'accordo Comune-ENI per Tempa Rossa - Adesso siamo noi che chiediamo un referendum della città!

Tempa Rossa, plauso di Confindustria Taranto al sindaco Melucci

Confindustria Taranto: «Il parere favorevole del Comune di Taranto sul progetto riporta in un alveo di ragionevolezza e buon senso una questione finora appannata da molteplici luoghi comuni e altrettanti pregiudizi»

La confederazione degli industriali ionici plaude all’intesa siglata, lo scorso giovedì a Palazzo di Città, dal Sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci,  e le compagnie petrolifere della joint venuture titolare dei giacimenti petroliferi di “Tempa Rossa” (Total, Mitsui e Shell) più il partner logistico (Eni),.  L’accordo prevede diverse compensazioni di natura economica, sociale, e culturale, oltre che ambientale, nell’ottica dello sviluppo sostenibile del territorio ionico.
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Confindustria Taranto ricorda il suo approccio propositivo e pragmatico mantenuto negli anni sul progetto Tempa Rossa, nonostante i ritardi e le contestazioni di questi ultimi anni. «Anni in cui questa Confindustria, attraverso dichiarazioni a mezzo stampa e partecipazione in confronti pubblici

Trattativa Ilva, lo Slai cobas: “Serve unità tra cittadini e operai. Fabbrica va cambiata” - da Corriere di Taranto




Mittal, governo provvisorio e parte dei sindacati confederali, sotto la regia di Calenda, vogliono chiudere prima che i giochi si riaprano. Ma ora come ora c’è una sola chiusura possibile dal loro punto di vista: esuberi che potrebbero ancora essere limati ma restano, salari non garantiti e non sono certo le proposte in campo che risolvono il problema, diritti acquisiti rivisitati in peggio. Governo, Mittal e la parte dei sindacati compiacenti non possono andare oltre questo, con la complicità della Commissione europea che, al di là delle petizioni degli ambientalisti, è da una parte sola, quella dei padroni dell’industria dell’acciaio, Mittal compresa” così lo slai cobas per il sindacato di classe Taranto interviene sulla trattativa in corso tra sindacati e ArcelorMittal che riprenderà lunedì a Roma al MiSe.“Siamo convinti che la trattativa può decollare a favore dei lavoratori e cambiare le carte in tavola solo se i lavoratori fanno sentire la loro voce autonoma, attraverso la lotta e la rappresentanza diretta – proseguono dal sindacato di classe -. Gli stessi obiettivi che a parole sostengono ora una parte dei sindacati “niente esuberi, tutti in Mittal, salvaguardia di salari e diritti”, non sono ottenibili senza la lotta. E questo i lavoratori se lo devono mettere in testa, non è un problema di governo né nemico, né amico“.
Lo Slai cobas “sta lavorando sottotraccia per autorganizzare gli operai. Un nucleo, compatto e deciso, che possa influenzare e guidare la massa nella situazione attuale. Ognuno, operai individualmente e collettivamente dovranno per forza assumersi la loro responsabilità se non vogliono che al danno della crisi Ilva, delle morti sul lavoro e da lavoro, si aggiunga la beffa di accordi bidone che prima li dividono, in operai di serie A e serie B, e poi li schiacciano tutti insieme. Non è difficile trovare obiettivi che uniscano gli operai, né i padroni sono così forti come vogliono apparire“.
Mittal ha enorme bisogno di questo stabilimento nella guerra dell’acciaio quanto mai acuta; il governo attuale e quello futuro sono governi deboli; i sindacati confederali hanno un consenso appeso ad un filo, fatto soprattutto di privilegi, cattive abitudini, in-coscienza operaia. a differenza di quanto dicono i liberi e pensanti e parte degli ambientalisti noi pensiamo che il lavoro per tutti può essere tutelato, la fabbrica radicalmente cambiata – si legge ancora nella nota dello slai cobas per il sindacato di classe Taranto -. L’unità operai-masse dei quartieri popolari inquinati va ricostruita, i diritti acquisiti, che sono costati lotte e sangue operaio non possono essere cancellati con un tratto di penna. Il problema di eventuali incongruenze, temporanee o future, in materia di organico, anche con questi nuovi padroni, può essere risolto col prepensionamento esteso e volontario, che è anche un risarcimento obbligato nella siderurgia e nelle fabbriche della morte come quella di Taranto” concludono dal sindacato di classe

Verso il presidio al Tribunale del 4 maggio - Due nuovi dossier nella campagna per la difesa delle condizioni di vita di Nadia Lioce

 
L'analisi di N. Lioce del 41bis e l'ordinanza di febbraio scorso di
conferma dell'applicazione di questa "tortura bianca"

sabato 21 aprile 2018

Lo Slai cobas sc di Taranto al congresso di Medicina democratica a Napoli, per portare la questione processo Ilva a livello nazionale

Ieri, e durerà fino a domenica, è iniziato il congresso a Napoli di Medicina Democratica. Interventi e relazioni importanti si stanno susseguendo, sia di esperti, medici, operatori impegnati in vari campi, ecc. che stanno portando un contributo di analisi scientifica, di esperienza di lavoro, sia di realtà di lotta ambientali/sociali, una tra tutte ieri quella di rappresentanti della battaglia della "terra del fuoco".  
A questo congresso è stato invitato lo Slai cobas per il sindacato di classe per parlare dell'Ilva e del processo "ambiente svenduto". E volentieri venerdì scorsi siamo intervenuti. Riportiamo stralci dell'intervento.
 
All'inizio lo Slai cobas per il sindacato di classe ha salutato il congresso di Medicina Democratica, sottolineando il legame che ci unisce in questo periodo per la presenza comune come parti civili al processo Ilva.
Abbiamo quindi spiegato la portata del processo Ilva, che fa di esso un fatto non solo di Taranto ma di importanza nazionale, e per questo si è invitato il congresso di Medicina democratica a darvi il necessario rilievo nazionale.
Il processo "ambiente svenduto" -è stato detto - è la “madre” di tutti i processi di questo genere, sia per la quantità e tipologia, varietà dei reati, che danno un quadro di come in Ilva non in un solo ma in tanti modi si è metta a rischio e venga attaccata la salute e la vita degli operai e degli abitanti della città; sia per l'alto numero e il ventaglio degli imputati, che vanno dai padroni, ai capi, agli

Il Prof. Lorenzo Caiolo era soprattutto UN COMUNISTA

Oggi le televisioni locali hanno parlato della morte improvvisa di un professore, Lorenzo Caiolo, della manifestazione che ha visto scendere in piazza al suo funerale tantissima gente, e hanno riportato i tristi commenti e ricordi soprattutto dei suoi studenti che, anche con le parole scritte in tanti striscioni, hanno sottolineato il bel rapporto che il professore aveva con loro, con i giovani, i valori che sapeva trasmettere.
Nessuno però ha detto una cosa importante, che forse spiega più di ogni altra perchè Caiolo era quella brava persona, Lorenzo Caiolo era un comunista.

Riportiamo stralci di una lettera di chi lo ha conosciuto apparsa su Il Manifesto di oggi, e anche noi ci uniamo al cordoglio della sua famiglia, dei giovani, e lo salutiamo con profondo rispetto.

"E' scomparso a soli 64 anni, Lorenzo caiolo, ex sindaco di San Vito dei Normanni in provincia di Brindisi... io vorrei ricordare il caro compagno Lorenzo, amministratore comunista, protaginista delal rinascita politica e culturale di un paese del profondo Sud che provava a sciogliere i legami con la DC e le clientele. Il mio timore è che questo passato venga rimosso, come qualcosa di cui vergognarsi. In tanti ricorderanno in questi giorni l'umanità, l'impegno nel sociale di Lorenzo Caiolo in questi anni. E' giusto però sottolineare che queste caratteristiche sono figlie della stessa passione politica che facevano fare - allora - a Lorenzo e alla sua generazione quelle grandi-piccole conquiste..."
Firmato: Adolfo Gaudioso

AVVIATA CON NAPOLI ALLA MENSA OCCUPATA LA CAMPAGNA "DAI PRESIDI ALLE ASSEMBLEE" - VERSO NUOVE MANIFESTAZIONE IN SOLIDARIETA' A NADIA LIOCE

DA TARANTO HA PARTECIPATO UNA DELEGAZIONE DEL MFPR.
IL 4 MAGGIO A TARANTO, PRESIDIO AL TRIBUNALE DALLE ORE 9

L'assemblea tenutasi giovedì 19 a Napoli organizzata dalla Mensa Occupata: "Da L'Aquila A Napoli - Dal Carcere Al 41 Bis", ha aperto molto bene la campagna lanciata dalle compagne del Mfpr "Dai presidi alle assemblee", dopo l'ultima manifestazione a L'Aquila del 24 novembre scorso in occasione del processo contro Nadia Lioce.

Un'assemblea con varie presenze, sia di giovani che di meno giovani, di compagne e compagni come di operai, donne, familiari di detenuti, disoccupati, ecc. Un'assemblea durata oltre il previsto perchè si voleva parlare e si voleva ascoltare.
Un'assemblea in cui gli interventi, sia delle compagne di Mensa occupata che hanno aperto e concluso la serata evidenziando le questioni più significative, sia delle compagne del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario di Taranto e L'Aquila, sia di un compagno proletario, Pietro Ioia, ex detenuto nel carcere di Poggioreale, come l'intervento dell'Avvocatessa di Nadia Lioce, Caterina Calia, sono stati tutti importanti e utili, ognuno mettendo in rilievo, fornendo un contributo e approfondendo le varie questioni:
l'intensificazione e costanza della repressione verso le lotte e i movimenti e la centralità di questa battaglia nel momento in cui lo Stato si palesa sempre più solo come 'Stato di polizia'; la forte denuncia delle carceri e delle condizioni disumane che distruggono fisicamente e mentalmente i detenuti e che dimostrano che le carceri non sono riformabili ma vanno abbattute; la repressione verso i prigionieri politici rivoluzionari, Nadia Lioce, come punta di iceberg dell'attacco verso tutti, proletari, donne, giovani, che lottano, e per mettere a tacere lo "spettro" della rivoluzione; la denuncia della condizione di vita in regime del 41bis di Nadia Lioce, di cui si sono letti stralci dalla sua dichiarazione, ma anche la sua resistenza e ribellione; l'analisi della "tortura bianca" del 41bis, e l'azione dello Stato che punta a criminalizzare la solidarietà.
Infine, nelle conclusioni fatte dalle compagne della Mensa occupata, si è parlato di come continuare la mobilitazione. La prima importante iniziativa è la prossima udienza del processo per Nadia Lioce del 4 maggio in cui, insieme alla manifestazione/presidio a L'Aquila, si organizzeranno, e in questo si lancia un appello a tutti, anche contemporanei presidi ai Tribunali o alle carceri, o dove sia necessario, in altre città, per il sud, da Napoli, a Taranto, a Palermo, ecc. presidi che vogliono moltiplicare ed allargare la mobilitazione.
In questo battaglia, come hanno giustamente detto in conclusione le compagne della Mensa occupata, un appuntamento importante è il 25 aprile, in cui sicuramente a Napoli ci sarà nella manifestazione una sezione dedicata alla lotta contro la repressione.

NEI PROSSIMI GIORNI PUBBLICHEREMO QUESTI INTERVENTI

Lo spirito positivo, unitario di questa assemblea è continuato anche dopo la sua formale conclusione, durante il buon pranzo preparato dai compagni e compagne della Mensa occupata. Si è continuato a discutere, scambiarsi esperienze, prendere impegni.

Un'assemblea che è anche un esempio per altre necessarie assemblee in tutte le città e luoghi in cui sia possibile.

giovedì 19 aprile 2018

Questa sera MFPR da Taranto a Mensa Occupata Napoli

APR19

Da L'Aquila A Napoli - Dal Carcere Al 41 Bis

Dopo il presidio a L'Aquila in solidarietà a Nadia Lioce ben 31 compagni di tutta Italia hanno ricevuto delle denunce per corteo non autorizzato. È chiara la volontà da parte dello stato di criminalizzare la solidarietà e le lotte.
Non ci faremo intimidire ma anzi, vogliamo rilanciare la lotta al carcere ricordando che la repressione è politica in ogni sua forma, non esiste distinzione tra detenuti ma una repressione di classe che va a colpire gli sfruttati, gli emarginati, chi non ha le condizioni materiali per una vita dignotosa ed ogni giorno lotta per portare il piatto a tavola. Sappiamo che la libertà passa anche attraverso la rottura dell'isolamento carcerario ed è anche per questo che il 25 aprile saremo in piazza insieme alle famiglie dei detenuti e delle detenute per una giornate di lotta e liberazione!
Rispondiamo inoltre alla campagna in solidarita' a Nadia Lioce "Dai presidi alle assemblee" e discuteremo insieme giovedì 19 dalle 18.30 di repressione, detenzione comune, carcere e 41 bis, a seguire cena e musica.
TUTTI LIBERI!

Parteciperanno al dibattito: Pietro Ioia su detenzione comune e carcere di Poggioreale, le compagne del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario di Taranto e L'Aquila che ci aggiorneranno sulla campagna in solidarietà a Nadia Lioce e l'Avv. Caterina Calia sul regime detentivo del 41Bis.
Compagni e compagne napoletane contro il carcere

Melucci, la sua giunta e il consiglio comunale non riescono ad approvare il bilancio

Il consiglio comunale ha rinviato l’approvazione del Bilancio preventivo per il triennio 2018-2020 a seguito delle criticità espresse dal Collegio dei revisori dei contil A proporre il rinvio è stato il consigliere comunale nonché presidente della Commissione Bilancio, Dante Capriulo, nel corso della seduta consiliare odierna, tenutasi, in prima convocazione, nella consueta aula delle adunanze a Palazzo di Città. La richiesta è stata accolta con 20 voti favorevoli e 2 astenuti (Di Gregorio, Melucci). ... il presidente del Consiglio comunale, Lucio Lonoce, ha comunicato ai

GIOVEDI' ROSSI - UN MODO DIVERSO DI STUDIARE IL MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA - 4° cap. "Posizione dei comunisti rispetto ai diversi partiti d'opposizione"

Per ripercorrere a grandi linee Il Manifesto di Marx ed Engels, per focalizzare i passaggi essenziali, in modo anche piacevole, utilizziamo una pubblicazione a fumetti della metà degli anni '70. 

Oggi stralci (5 vignette) della parte che parla del 4° capitolo.
Rimandiamo, per il testo, alla Formazione Operaia del 22 marzo https://proletaricomunisti.blogspot.it/2018/03/pc-22-marzo-formazione-operaia-4-cap-de.html che tratta la distinzione, critica rispetto ai partiti d'opposizione e indica il ruolo dei partiti comunisti: i comunisti lottano nel movimento presente per indicare il fine degli operai...

Con oggi finisce il ciclo della Formazione Operaia su Il Manifesto del Partito comunista. 
Torneremo il 5 maggio, 200° anniversario della nascita di Karl Marx, con una "sorpresa".