martedì 4 novembre 2014

Bari - Ex convento di Santachiara - la tendopoli è inadeguata e le proteste sono razziste e da contrastare - la "malattia" è il CIE non i migranti

Migranti, la tendopoli a Bari nasce tra le proteste - Al Cie allarme tubercolosi

BARI -

Mentre sono iniziate le operazione di montaggio della tendopoli che dovrebbe ospitare i circa 200 migranti ospitati nell'ex convento di Santa Chiara  via Brigata Bari individuata dal Comune per la sede provvisoria. Una soluzione, ricordiamo, temporanea in attesa che arrivino i moduli abitativi che dovrebbero essere acquistati dalla Prefettura dopo la mediazione del sindaco Antonio Decaro, in missione un mese fa dal ministro dell'Interno Alfano per chiedere sostegno finanziario al Governo.

Le notizie di malattie infettive al CIE che comunque va chiuso sono fatte da razzisti
Intanto temono "la diffusione incontrollata di malattie infettive" alcuni stranieri rinchiusi nel Centro identificazione ed espulsione (Cie) di Bari, a causa della presenza di tre uomini di nazionalità georgiana che dichiarano di avere, rispettivamente, "la tubercolosi, l’epatite C, e la polmonite".
In una telefonata all’ANSA, i migranti spiegano di "aver avvertito i responsabili della struttura del pericolo", ma questi "li avrebbero rassicurati". I migranti, però, ricordano che "lo scorso 3 ottobre alcune persone, non in divisa da infermiere, sono entrate nel Cie, accompagnate da un avvocato, e hanno prelevato quattro fiale di sangue a circa 50 persone".
"Abbiamo chiesto il motivo di questo prelievo, e il perchè lo avesse fatto il personale sanitario del Cie, ma – spiegano- non abbiamo avuto alcuna risposta".

I migranti malati quindi, da parte loro, chiedono di "essere curati e trasferiti in un ospedale", quelli sani temono "di essere contagiati".
Intanto, a preoccupare gli stranieri nel Cie, sono le condizioni di salute di un "uomo di 33 anni che da dieci giorni continua a tagliarsi in diverse parti del corpo", dicono gli stranieri nel Cie. "Abbiamo chiamato noi l’ambulanza qualche giorno fa – raccontano – perchè era in una pozza di sangue. Ma le uniche cure che riceve sono iniezioni per farlo dormire". "Qui dentro – concludono i migranti – danno a tutti uno psicofarmaco che si chiama Rivotril, lo scopo è farci stare rintronati da mattina a sera: in molti lo richiedono continuamente perchè non sopportano di stare qui senza motivo"

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