mercoledì 31 luglio 2024

Accordo Acciaierie - Lo Slai cobas non chiamerà mai “vittoria” 4050 operai messi in cassintegrazione, 3500 a Taranto


Lo Slai cobas non si fiderà mai di padroni, commissari, governo e sindacati che dicono che non ci saranno esuberi, sapendo bene che i piani dei commissari sono a breve termine e i piani dei padroni nuovi tutto potranno essere e fare che mantenere gli organici attuali.

Lo Slai cobas non chiamerà mai un “risultato” ridurre i nuovi cassintegrati come i vecchi cassintegrati di Ilva AS a 840 euro che possono arrivare massimo a 1.200 euro di salario;

Lo Slai cobas non crederà mai alle promesse di governo, Commissari, dirigenti sindacali confederali, Usb compreso, che nel 2026 tutti i cassintegrati Acciaieria e Ilva AS rientreranno in fabbrica.

Noi siamo quelli che hanno sempre detto che l’amministrazione straordinaria e la via scelta dal governo Meloni/Urso avrebbe portato ad un peggioramento in termini di lavoro, salario, futuro dei lavoratori, risoluzione dei problemi della sicurezza e salute in fabbrica e sul territorio.

Lo Slai cobas è indignato per l’accoglienza calorosa fatta dall’Usb al Min. Urso ed Emiliano alla festa del Usb il 26 luglio, e per il sostegno incondizionato dato da Rizzo e Usb – dagli altri sindacati non avevamo dubbi – al piano di ripartenza e di svendita della fabbrica a nuovi padroni. Questo non è fare sindacato e chi lo pensa si sbaglia e lo vedrà sulla propria pelle nei prossimi mesi e ancor più nei prossimi anni.

Lo Slai cobas non lavorerà mai per trasformare i cassintegrati in Lpu, lavoranti gratis per i Comuni, né per considerare “incentivo all’esodo” un obiettivo di una vertenza sindacale.

Su quello che significa questo accordo per l’appalto, stendiamo un velo pietoso e non tanto perchè le ditte dell’appalto in parte, solo in parte, avranno i soldi promessi dal governo che non sono certo il 70%, quanto perché scaricheranno sugli operai il costo vero di questa crisi e di questo accordo in termini di licenziamenti, cassintegrazione permanente/flessibilità e contratti precari.

Figuriamoci se una fabbrica piena di cassintegrati Ilva si potrà mai riempire di operai dell’appalto.

E’ inutile dire che un accordo considerato “così importante e così bello” dai sindacati Confederali e Usb, andrebbe sottoposto all’approvazione dei lavoratori in assemblee generali all’esterno delle portinerie - e andrebbe rigettato.

Noi abbiamo già detto che in questa fabbrica, se vogliamo salvare lavoro, salario, salute e realizzare un vero piano ambientale, serve un’altra lotta, un’altra linea sindacale e un altro sindacato.

Su questo, anche se la situazione la consideriamo davvero difficile e negativa, riprenderemo a insistere da settembre in poi.

Vogliamo innanzitutto dei comitati autonomi degli operai, vogliamo una piattaforma operaia alternativa a questo accordo, che insista innanzitutto sulla integrazione salariale vera della cig al 100%. Vogliamo organizzare una minoranza di operai che non accettano lo stato di cose esistenti e che lavori per diventare maggioranza.

Un lungo commento all’incontro tra Usb/Urso/Emiliano alla festa di Usb del 26 luglio è disponibile sul blog tarantocontrohttps://tarantocontro.blogspot.com/2024/07/sulla-festa-dellusb-taranto-1.html e https://tarantocontro.blogspot.com/2024/07/sulla-festa-usb-taranto-2.html

invitiamo ad ascoltare e a mandare vostri commenti (vocali o scritti) a WA 3519575628

31.7.24

SLAI COBAS per il sindacato di classe – Acciaierie e appalto

Taranto Via Livio Andronico, 47 – WA 3519575628 – slaicobasta@gmail.com – tel. 3475301704

L'Università bellica anche lungo l'asse Leonardo/Grottaglie - A settembre a Taranto partirà su questo una forte mobilitazione

dal Manifesto di oggi: 

Academy a Grottaglie, in collaborazione con gli atenei pugliesi


Cingolani: «L’università bellica» di Leonardo si allarga a Sud

La scuola di guerra Aerotech Academy si estende nel meridione. La scuola di alta formazione di Leonardo, dopo Pomigliano d’Arco, sarà presente anche nel sito produttivo di Grottaglie a partire dal prossimo ottobre.
L’accordo di collaborazione didattica, siglato tra l’amministratore delegato ed ex ministro Roberto Cingolani, l’Università del Salento (dove fino al 2021 insegnava fisica sperimentale) e il Politecnico di Bari, ha l’obiettivo di formare nuove professionalità nei settori dell’alta ingegneria nell’interesse di Leonardo.
Il raddoppio della società partecipata dallo stato, che continua a investire nella formazione dei reparti «tecnologie aereo-strutturali e oltre», «automazione e industria 4.0» e «nuova generazione» (con un focus sui sistemi autonomi e senza equipaggio per applicazioni aeree, terrestri, marittime, civili e militari), è da contestualizzare in un momento storico in cui i programmi militari e di riarmo – guidati dal ministro della Difesa Crosetto, ex senior advisor di Leonardo – procedono spediti.
Secondo l’Osservatorio spese militari italiane Milex, infatti, «da inizio legislatura il ministero presieduto da Guido Crosetto ha trasmesso alle commissioni Difesa del Parlamento per avere il loro parere, sempre favorevole, ventisette nuovi programmi militari per un onere finanziario pluriennale di 34,6 miliardi di euro, e un impegno annuale, per il 2024 e 2025, compreso tra i 700 e gli 800 milioni».
Le forze aeree, sulle quali la scuola di alta formazione Aerotech Academy si concentra, rispetto agli altri reparti di difesa, sono al secondo posto per investimenti, subito dopo le forze terrestri, con circa 7,5 miliardi di euro. Sono previsti 24 nuovi caccia Typhoon, del consorzio Eurofighter di cui Leonardo fa parte, e droni armati Astore, i primi in forza alla nostra aeronautica, prodotti anch’essi da Leonardo.
Gli accordi stipulati con l’Università Federico II di Napoli e successivamente con i due principali atenei pugliesi sono sulla stessa lunghezza d’onda di quelli dual use (beni e tecnologie utilizzabili sia per scopi civili che militari) con gli enti universitari israeliani. Infatti, già la nascita nel 2021 della fondazione Med-Or del gruppo Leonardo – per promuovere attività culturali, di ricerca e formazione scientifica, al fine di rafforzare scambi e rapporti tra l’Italia e i paesi dell’area del Mediterraneo allargato – e del cui comitato scientifico fanno parte docenti e rettori di ben 13 università statali italiane, andava in questa direzione.
I rapporti tra istituzioni, nonostante quanto dichiarato dal direttore delle aero-strutture di Leonardo, Stefano Bortoli – che ha affermato che «l’Aerotech Academy porta l’università dentro l’impresa e crea una sinergia indispensabile» – sembrano contrastare con l’articolo 11 della Costituzione e con i codici etici, culturali e educativi degli atenei, che presuppongono un approccio accademico distaccato dalla dottrina neoliberista e dalla collaborazione con fabbriche che producono strumenti militari e informatici.

Testo circolante nel coordinamento provinciale Palestina

martedì 30 luglio 2024

Contro la coordinatrice dello Slai cobas il Tribunale riconosce la legittimità della azione legale ma la condanna ugualmente per "diffamazione"

Riassumiamo i fatti: Nel giugno 2018 la Coordinatrice dello Slai cobas per il sindacato di classe aveva presentato alla Procura di Taranto denuncia e richiesta di indagini nei confronti dell'allora presidente del PD Jonico, nonchè parlamentare prima nazionale poi europeo ed ex segretario provinciale della CGIL, tale Vico Ludovico, che nel processo Ilva "Ambiente svenduto", sentito come teste, aveva ammesso di aver ricevuto un contributo di 49mila euro dall’azienda dei Riva per le elezioni politiche del 2006, tramite Archinà, factotum dei Riva, ha ammesso di aver ricevuto un contributo di 49mila euro dall’azienda dei Riva per le elezioni politiche del 2006, e di aver avuto una lunga serie di contatti con questo personaggio, il quale ad un certo punto gli propose iniziative parlamentari volte alla modifica dell’art. 674 del codice penale (getto pericoloso di cose).

Invece di aprire una effettiva indagine su Vico Ludovico, per accertare se e come vi era stato uno scambio tra Vico e i Riva/Archinà tra soldi e favori politici - questione sollevata anche da vari organi di stampa - la Procura pensò bene di avviare un processo contro la coordinatrice Slai cobas per calunnia nei confronti di questo deputato.

Ad aprile di quest'anno il processo si è chiuso, con una mezza "verità e giustizia", che non dà giustizia non solo alla giusta iniziativa dello Slai cobas ma soprattutto agli operai, abitanti dei quartieri, ammalati, morti non solo per l'azione criminale dei Riva e suoi fiduciari, ma anche per la collaborazione di politici, sindacalisti che avvenne (e che avviene).

Da un lato, infatti, la sentenza assolve la coordinatrice dalla condanna di "calunnia" perchè "il fatto non costituisce reato", dall'altro la condanna per "diffamazione" ad una multa di 500 euro, perchè all'epoca lo Slai cobas rese pubblica la sua iniziativa, come è naturale, perchè gli operai, le parti civili del processo Ilva, gli abitanti dei quartieri inquinati dovevano sapere cosa avveniva alle loro spalle, i legami tra esponenti della cosiddetta "sinistra" parlamentare, ex Cgil, che avrebbero dovuto stare dalla loro parte, e i Riva.

Riportiamo stralci della motivazione della sentenza.


La feccia di stupratori nei vertici della Guardia di Finanza de L'Aquila - coraggiosa denuncia di una allieva finanziere di Taranto - Solidarietà e sostegno

L’Aquila: molestie in cambio di aiuti agli esami, la chat con le foto delle allieve

Un capitano di 33 anni della Guardia di Finanza è accusato di violenza sessuale e lesioni aggravate da una sua allieva al primo anno della Scuola per sottufficiali di L’Aquila. Altri tre indagati in concorso per maltrattamenti. Il sospetto del sistema di molestie in cambio di aiuti agli esami

Gli ufficiali istruttori di una delle scuole fiore all’occhiello delle Fiamme Gialle avrebbero commentato in una chat su Whatsapp la violenza denunciata dalla ragazza. Si tratterebbe di un gruppo in cui si organizzavano vere e proprie «cacce» alle allieve.

La violenza denunciata dall’allieva finanziere al primo anno risale a qualche settimana fa. La ragazza ha messo a verbale di essere stata violentata dal suo istruttore, la trappola sarebbe scattata con la promessa da parte del capitano di aiuti per il superamento degli esami. A maggio scorso, la ragazza sarebbe andata a casa dell’ufficiale, alla periferia dell’Aquila. È stato lì che il capitano 33enne l’avrebbe aggredita. La ragazza ha raccontato di essere stata presa per i capelli, spinta con la testa sul tavolo del salotto e colpita con forza sui glutei, prima di essere costretta a subire l’atto sessuale, nonostante dice di aver opposto il suo rifiuto... l’ufficiale istruttore avrebbe detto all’allieva: «Questo è solo un assaggio di quello che ti farò provare se sabato non ti farai punire».
...l’inchiesta rischia di allargarsi, con il sospetto che anche gli altri tre capitani, tutti trasferiti senza azioni disciplinari, potrebbero essere a loro volta coinvolti in altri casi simili. I tre istruttori avrebbero cercato di ottenere prestazioni sessuali dalle allieve in cambio di aiuti per sostenere gli esami.
I quattro istruttori indagati avrebbero creato un gruppo Whatsapp in cui condividevano foto e commenti sulle allieve. Nella chat giravano messaggi del tipo: «È troppo bona, la caccia è aperta per punirla…».

sabato 27 luglio 2024

Sulla festa dell'USB a Taranto con Min. Urso - 1° parte

 

Festa Usb - sull'intervento del ministro D'Urso - 2° parte

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Grande sintonia fra Urso - Rizzo Usb - Emiliano - Commissari - Ma i lavoratori?

 URSO: "Siamo sulla strada giusta: ce lo dice anche la Commissione Europea nel confermare la validità del nostro piano di rilancio aziendale e ce lo conferma l'accordo sindacale sul piano di cassa integrazione. È questo il clima giusto affinché gli investitori internazionali scommettano su Taranto, sull’ex Ilva e sulla siderurgia italiana. Loro stessi, durante gli incontri che ho avuto nelle ultime ore, si sono detti sorpresi del clima di consenso sociale e politico che siamo riusciti a creare attorno a questa operazione così difficile e importante per la siderurgia e l'industria italiana"

EMILIANO: "si é trovato un accordo assolutamente positivo allo stato tra Regione e Governo. Al ministro Urso devo dare atto di lealtà, trasparenza e rapidità".

RIZZO USB: "Due persone posizionate diversamente (Urso ed Emiliano - ndr) le abbiamo messe insieme e siamo riusciti ad avere un ragionamento che ha un filo conduttore unico. Tra ministro e governatore c'è un buon feeling. Alla fine del dibattito ho avuto riscontri positivi su Urso. Eppure il nostro popolo ha una derivazione precisa. E nellò'immaginario collettivo Urso rappresenta ben altro. Invece è arrivato alla nostra festa e ha 'bucato' con le persone, ha sfondato" 

Un commento di un operaio Ilva AS su Usb

C'è una differenza fondamentale tra l'USB e lo Slai Cobas, questa è che la prima organizzazione non ha alcuna concezione di tipo anticapitalista, si potrebbe dire che loro sono gli ennesimi, e ce ne sono sin troppi per i miei gusti, ciechi sostenitori del "capitalismo buono", potrebbero definirsi come sindacato di stampo keynesiano, così come lo sono i confederali. 

Per loro natura sono totalmente incapaci di maturare l'idea della presa del potere da parte della classe operaia, non hanno in sé il germe dell'abbattimento delle classi, per loro essi (NOI in realtà) restano comunque al di sotto della classe politica, la quale è colei destinata da una volontà superiore a decidere tutto ed il contrario di tutto, nella loro intesa del potere politico. Quello che possono fare gli operai al massimo è semplicemente influenzare con le proprie iniziative sparse le decisioni che di volta in volta vengono prese dalla borghesia al comando.
Va da sé che, nonostante tutta la buona volontà che possano metterci questi qua, questa linea è destinata a fallire miseramente, è l'ennesimo inganno ai danni degli operai, ma è arrivato il tempo che gli operai si diano una scossa e la smettano di subire passivamente le decisioni che vengono prese dall'alto, chè sia da parte dei politicanti così come da parte dei dirigenti sindacali poco cambia, nulla è deciso per i propri diritti.
Detto questo la presenza di Urso, così come quella di Emiliano anche se in misura inferiore, è deprecabile oltre che dannosa, non servirà ad altro che spostare ulteriormente l'opinione pubblica verso le decisioni di un governo completamente ideologicizzato ed alla mercé del profitto ad ogni costo.
Nonostante apprezzi alcuni loro sforzi ed iniziative, MAI CON L'USB.

venerdì 26 luglio 2024

Firmato l'accordo Acciaierie d'Italia sulla cassa integrazione - Un primo commento

Dalla stampa

"Dopo oltre 14 ore continuative di trattativa, è stato siglata nella sede del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, l'intesa da parte di tutti i sindacati presenti, sulla Cassa integrazione straordinaria di Acciaierie d'Italia in Amministrazione Straordinaria che interesserà 4.050 lavoratori fino al 2026: 3.500 su Taranto e 450 sugli altri siti. Tutte le organizzazioni sindacali presenti al Tavolo hanno sottoscritto l'accordo che prevederà importanti novità e agevolazioni ai lavoratori coinvolti dalla Cigs: riconoscimento di integrazione salariale pari al 70% del primo rigo della retribuzione, oltre ai relativi ratei di tredicesima e premio di produzione. Previsto un welfare aziendale fino al 3% dello stipendio lordo proporzionale al raggiungimento dei tre milioni di tonnellate della produzione.
Introdotti riconoscimenti delle integrazioni retributive retroattivi a marzo 2024.
Prevista la formazione, la possibilità di discutere dello smart working e altre forme di flessibilità".

LE POSIZIONI DEI SINDACATI

Cisl: «Esprimiamo un apprezzamento per tutta la delegazione che riporta AdI, ex Ilva, in una dimensione normale di relazioni industriali. Questo accordo darà sollievo alle famiglie di tutti quei lavoratori coinvolti dalla Cassa Integrazione e accompagnerà il piano di rilancio aziendale.

Fiom
: Sottolinea la «salvaguardia dei livelli occupazionali, e la conferma della validità dell'accordo del 6 settembre del 2018».

USB «La nostra organizzazione può dirsi soddisfatta, quello di questa giornata e nottata è un primo passo importante che deve favorire e indirizzare il processo di vendita... attraverso questo rilancio si determino i presupposti per un vero e risolutivo processo di decarbonizzazione a salvaguardia di ambiente e salute di lavoratori e cittadini».

Uilm - Anche la Uilm dice che l'accordo “garantisce i livelli occupazionali ed indica una nuova prospettiva industriale", benchè è più cauto sul futuro; ma conclude: I sindacati hanno fatto la loro parte, adesso ci aspettiamo che il governo e i commissari facciano la loro”.

PRIMO COMMENTO DELLO SLAI COBAS SC - in attesa di conoscere tutto il testo dell'accordo.

La cassintegrazione a Taranto riguarda sempre un numero alto di lavoratori: 3500, quindi solo 700 in meno rispetto ai numeri iniziali.

L'integrazione salariale pari al 70% "del primo rigo della retribuzione" è minima (per es. sempre a Taranto alla Leonardo si è ottenuto l'80%); non compensa la rilevante perdita salariale dei lavoratori.

Il "Welfare aziendale" legato al raggiungimento di 3 milioni di tonnellate di produzione, vuol dire in un futuro che ora come ora non si sa quanto lontano.

I riconoscimenti delle integrazioni retributive retroattivi a marzo 2024, ratei di 13° e premio di produzione, sono diritti scontati, non concessioni aziendali.

L'ipotesi dello smart working (che chiaramente non riguarda gli operai in produzione) da un lato lascia la porta aperta, come si dice, ad forme di flessibilità, dall'altro, per l'esperienza di settori di lavoratori che l'hanno fatto, significa concretamente più lavoro, senza orario, e meno soldi.

Per cui risultano quantomeno inopportune le dichiarazioni soddisfatte - alcune addirittura vergognose - fatte dai sindacati confederali e dall'Usb. 

Non c'è alcun "sollievo alle famiglie" dei lavoratori in cig che devono campare con meno di 1000 euro al mese; non è vero che si sono "salvaguardati i livelli occupazionali" perchè non erano attualmente in discussione tagli all'occupazione, non era una trattativa a fronte di immediati licenziamenti poi trasformati in cig - dire questo, come fa la Fiom, è demagogia, per far accettare la miseria; così non è un "primo passo importante", in senso positivo - come dice l'Usb - ma è un primo passo che segna negativamente la strada futura, fatta di permanenza della cig, di esuberi, di decisioni unilaterali di Commissari e governo (solo pochissimo limati dai sindacati), di mancanza tuttora di piano industriale e piano ambientale con dati e date certe. Infine, la Uilm affermare che i "sindacati hanno fatto la loro parte" è confermare chiaramente che questa è la parte dei sindacati (e dell'Usb) andare incontro, favorire gli interessi di padroni e governo e chiamare "risultati" l'accettazione del peggioramento per i lavoratori.

Presidio ieri sotto Palazzo di città delle lavoratrici degli asili comunali arrabbiate e determinate ad avviare all'apertura a settembre scioperi!

 


giovedì 25 luglio 2024

Basta con lo sfruttamento delle lavoratrici/lavoratori degli asili comunali - Ora un esposto e a settembre un lungo sciopero

 

  


Nostra posizione in occasione assemblea sull'anniversario del G7 di Genova e morte di Carlo Giuliani - tenutasi alla Casa del popolo di città vecchia

In continuità con la mobilitazione contro il G7 di puglia 13-15 luglio e la posizione assunta nella riunione di venerdì scorso dal coordinamento Palestina Taranto e provincia - vedi ns info su questo blog sulla riunione - noi portiamo e mettiamo in luce il legame G7/repressione. Nel G8 del 2001 ci fu una feroce repressione immediata, con Fini alla regia, oggi c'è una repressione fatta di varie e sempre più pesanti e vaste operazioni repressive che colpiscono soprattutto i solidali con la Palestina - con la regia del governo Meloni/Piantedosi, eredi di Msi/An di Fini; una repressione che insieme ai decreti sicurezza vuole attaccare il diritto alla solidarietà, alle manifestazioni.

Noi stiamo facendo campagna - informazione e denuncia della carcerazione dei prigionieri politici palestinesi Anan, Alì e Mansour (abbiamo partecipato e sostenuto con nostri compagni e compagne di zona le manifestazioni a Roma e Milano del 6 e 11 luglio.) e la  campagna nazionale di denuncia e solidarietà contro il "Foglio di via" che ha colpito il compagno Slai cobas Dalmine Bergamo, Sebastiano Lamera, attivista permanente del movimento Palestina a Milano e Bergamo - presente e attivo anche alla manifestazione anti G7 di Fasano

Si tratta di campagne che vanno sviluppate anche a Taranto nelle forme possibili

Slaicobas per il sindacato di classe Taranto - slaicobasta@gmail.com wa 3519575628

Il piano che non si dice: spacchettare l'ex Ilva per salvare Genova, Novi ligure e affossare Taranto

GOVERNO - MARCEGAGLIA E SIDERALBA lavorano per questo - con i buoni auspici delle amministrazioni regionali e locali e  con la complicità dei sindacati di Genova/Novi - Fiom in testa

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Ex Ilva di Novi Ligure, i potenziali compratori auspicano lo “spacchettamento” da Taranto

Lo stabilimento ex Ilva di Novi Ligure

era una delle condizioni poste da Novi, anche perché in origine si pensava che prima si discutesse di piano di cassa integrazione e poi di piano industriale, ma Cgil, Cisl e Uil hanno preteso e ottenuto che i tavoli di discussione si invertissero. Sulla base delle prospettive del piano di rilancio, si parlerà poi di cassa integrazione. Sull’ex Ilva, insomma, qualcosa si muove ma è ancora poco. Aver anticipato la data dell’incontro prima della pausa di agosto lascia margini di manovra per un futuro che, nonostante il prestito ponte di 320 milioni approvato dalla Commissione europea, rimane incerto. Restano tante le incognite ma il dato positivo c’è: oltre ai gruppi industriali che hanno presentato una manifestazione di interesse (due indiani, uno ucraino e uno canadese) si sarebbero fatti avanti anche Marcegaglia (ha uno stabilimento a Pozzolo e guarda a Novi con interesse) e Sideralba (sembra interessa all’impianto di Racconigi).

Facile ipotizzare che presto gli emissari dei due gruppi vengano portati a visitare gli impianti, anche se parlare di cessione appare ancora prematuro. I tempi per il bando di vendita sarebbero lunghi e non favorisce i poli piemontesi la volontà di trattare per l’intero colosso, Taranto compresa, senza uno spacchettamento.

Sugli ultimi sviluppi, però, Moreno Vacchina (Rsu Cisl di Novi) ha le idee chiare: «Finalmente un piano di rilancio che ci aspettiamo fatto di dati e non di dichiarazioni di intenti». Posizione analoga per Federico Porrata, della Cgil: «Il tavolo è stato chiesto dalle segreterie confederali per iniziare a lavorare. Se non si hanno dati, inutile ragionare di cassa integrazione». Per Marco Ginanneschi della Uil, «è fondamentale avere un piano industriale da cui ripartire. Non si può parlare a priori di 5200 persone da cassintegrare con oneri a carico della collettività».

Soddisfazione anche dal sindaco Rocchino Muliere: «Nella riunione di una decina di giorni fa con il presidente della regione Cirio e con i sindacati, avevamo chiesto al governo di impegnarsi nello sbloccare il prestito ponte dall’Europa e di fare in fretta a convocare le rappresentanze sindacali per presentare il piano di rilancio. Due obiettivi raggiunti, sono felice che i lavoratori si siedano per parlare di prospettive e non debbano nuovamente discutere di cassa integrazione. Leggo dell’interesse di più gruppi su Acciaierie d’Italia, ben vengano ma servono certezze che solo un piano industriale deve dare».

mercoledì 24 luglio 2024

Incontro a Roma governo /sindacati - info - Non possiamo che riaffermare quanto scritto ieri

Nessuna fiducia dai nuovi incontri con governo e commissari su situazione acciaierie e nuova cassaintegrazione - Solo la lotta operaia e popolare può cambiare le cose

Slai cobas per il sindacato di classe - Taranto


Per l’ex Ilva un piano verso la chiusura”

Corriere di taranto
pubblicato il 24 Luglio 2024, 17:39

“È stato un incontro duro, ma come doveva essere, perché è del tutto evidente che fino ad oggi non c’è stato un confronto su elementi che per noi sono strategici e fondamentali. Ci siamo presentati a Palazzo Chigi chiedendo un elemento di garanzia sui livelli occupazionali perché, anche se si fa il bando, il bando deve essere oggetto di un confronto e in quel confronto noi vogliamo la garanzia degli occupati in tutti quanti gli impianti”. Così Michele De Palma, segretario generale della Fiom, al termine dell’incontro odierno con il Governo a Palazzo Chigi sul dossier ex Ilva. “Le organizzazioni sindacali non possono essere chiamate solo a sottoscrivere decisioni già prese, in particolare rispetto al piano di ripartenza e al bando di gara di assegnazione degli impianti. Su questo tema abbiamo ottenuto l’impegno dei commissari straordinari e del Governo a confrontarsi sui contenuti del bando di gara. Come Fiom-Cgil abbiamo chiesto la garanzia sui livelli occupazionali, perché dal nostro punto di vista per attuare un piano di ripartenza c’è bisogno dei lavoratori e c’è bisogno di tutelarli anche dal punto di vista salariale. Pertanto, la cassa integrazione deve essere legata al piano della ripartenza e al termine deve essere previsto il rientro al lavoro di tutti. Riteniamo che il Governo abbia la responsabilità di dover costruire con i commissari straordinari e con le organizzazioni sindacali una soluzione strategica per quanto riguarda il principale impianto siderurgico d’Europa, in un contesto in cui è del tutto evidente che le scelte industriali fatte dal management passato stanno facendo pagare un caro prezzo alle lavoratrici e ai lavoratori, anche per gli effetti della cassa integrazione finora utilizzata. Per noi vale ancora l’accordo del 2018, a partre dalla clausola di salavaguardia peri lavoratori di Ilva in AS. Tutta questa discussione non può prescindere dalla decarbonizzazione degli impianti e quindi dalla transizione ecologica. A tal proposito il Governo deve assumere un ruolo di garanzia attraverso la presenza nel capitale del pubblico oltre all’esercizio della golden power. Domani, presso il Ministero del Lavoro, si entrerà nel merito del piano di ripartenza e della cassa integrazione. Per la Fiom-Cgil l’obiettivo fondamentale è riportare tutte le persone al lavoro”.

Il segretario generale FIM Ferdinando Uliano intervenendo al termine dell’incontro ha invece dichiarato che “registriamo le difficoltà illustrate dai commissari rispetto alla ripartenza produttiva che si sono rilevate molto più complicate del previsto: rispetto a questo comprendiamo la richiesta di cassa che necessariamente deve essere legata alla ripartenza degli impianti e all’andamento produttivo. Per noi è importante che anche il processo di formazione vada portato avanti parallelamente all’integrazione dell’ammortizzatore, questo valutando anche, non meno importante, gli impatti che l’andamento produttivo può avere sul sistema dell’indotto. Per quanto riguarda il bando di cessione – ha sottolineato Uliano – per noi è importante mettere al centro la tenuta di tutto il personale degli stabilimenti facenti parte del Gruppo compreso i dipendenti di Ilva in AS. Vogliamo poi sapere se nel piano di ripartenza è previsto l’acquisto di coils e bramme come richiesto dalla FIM nel precedente incontro al fine di far lavorare le persone degli impianti delle aree a freddo”. “Domani – ha infine aggiunto il segretario nazionale della Fim Cisl D’Alò – valuteremo se quanto discusso oggi e da noi proposto a più riprese sarà assunto dalla discussione sulla Cigs e se ci saranno i presupposti per una discussione concreta anche degli ammortizzatori sociali”.

“Dopo cinque mesi dall’avvio dell’Amministrazione straordinaria oggi stiamo parlando di un piano di discesa e non di risalita, con il raddoppio della cassa integrazione e una produzione minima con un solo altoforno. Nel progetto illustrato dal Governo e dai Commissari non vediamo garanzie, non ci sono certezze per i lavoratori né una prospettiva industriale solida. Si parla di una produzione a sei milioni tra non meno di un anno e mezzo, con i tre altoforni a fine vita, non ci sono scadenze precise sull’avvio della decarbonizzazione, sulla costruzione dei forni elettrici e dell’impianto di pre ridotto. Stiamo parlando di una lenta e inesorabile agonia che, purtroppo, il Governo e i Commissari non stanno evitando. Vogliamo parlare di prospettive concrete, di rilancio reale, di sviluppo, di decarbonizzazione, di tutela occupazionale e ambientale e non solo di ammortizzatori sociali. Oggi abbiamo ascoltato solo progetti generici senza alcun impegno vincolante. Se non ci sarà una svolta chiara e immediata il destino è segnato” così Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi. “Cosa mette sul mercato il governo – domanda il leader Uilm – abbiamo impianti fermi e in condizioni fatiscenti e una richiesta per 5mila lavoratori in cassa integrazione. Quale azienda si farà carico di questo? Nel bando di gara si metteranno delle garanzie anche per i 1.600 in Ilva AS e delle aziende dell’indotto? Per noi sono imprescindibili, come previsto dall’accordo del 2018 che non metteremo in discussione”. “Sono dieci anni che si parla di forni elettrici ma non si parte mai – insiste Palombella – e abbiamo una gara per il preridotto bloccata da mesi, con fondi disponibili per oltre un miliardo fermi. Ma qual è il progetto per il futuro dell’ex Ilva? Accompagnarla lentamente alla chiusura?”. “Fino a oggi, grazie alla lotta dei lavoratori, abbiamo evitato una chiusura imminente degli stabilimenti – conclude -. Quello che ci hanno detto oggi il Governo e i Commissari non ci tranquillizza perché non abbiamo ottenuto garanzie. Di fatto siamo tornati indietro al 2017, al bando di gara, con la differenza che all’epoca gli impianti funzionavano. Quel che è certo è che non ci siamo arresi allora e non ci arrenderemo nemmeno questa volta”.

“Il tavolo odierno a Palazzo Chigi per la nostra organizzazione ha sancito due elementi – affermano Francesco Rizzo e Sasha Colautti Esecutivo Confederale Usb -. Il primo è che ci sembra a senso unico la strada che porta al piano “di ripartenza” e quindi alla CIGS. Gli amministratori hanno rappresentato nel merito la difficilissima situazione impiantistica e le modalità con cui arrivare entro il primo trimestre 2026, e nel pieno rispetto degli svariati dettami legge, ad una produzione stabile basata su 3 altoforni, capace di saturare tutto il personale. La proposta dei commissari è quella di abbassare ulteriormente i numeri della cassa, di garantire rotazione e formazione, ma per la nostra organizzazione questo ancora non basta, e servono ulteriori garanzie per un’integrazione economica e numeri di utilizzo ribassati ulteriormente”. “Abbiamo però ribadito anche che, a nostro avviso, la questione centrale, al di là della gestione della “ripartenza”, diventa da subito quella che riguarda il bando di vendita e le condizioni dello stesso – affermano i due sindacalisti -. Secondo noi infatti non è stato sufficiente il racconto dei commissari e del Governo su quelle che sono le condizionalità o i requisiti per l’acquisto degli stabilimenti da parte di uno dei 6 soggetti privati che si sono affacciati a questa vicenda. I requisiti infatti, oltre a non essere stati oggetto di una discussione preventiva con noi, ci sembrano ancora troppo generici e privi di una reale indicazione sul futuro concreto dell’azienda. Serviva dal Governo un vero chiarimento sull’idea di carbonizzazione, di cosa questo significa concretamente, anche per quanto riguarda la paventata realizzazione dei forni elettrici su cui oggi non si è detto nulla”. “La nostra organizzazione ha quindi ribadito la necessità di un confronto nel merito sulle condizioni di ingresso di un eventuale nuovo soggetto. Per noi  serve una prima fase di accompagnamento pubblico reale per evitare il ripresentarsi di una nuova ArcelorMittal – concludono -. Per USB è prioritaria la garanzia totale dell’occupazione, della tenuta unitaria del gruppo (no allo spezzatino tra stabilimenti), dell’indotto e ovviamente abbiamo ribadito che i lavoratori di Ilva in AS devono essere dentro a questo percorso”.

martedì 23 luglio 2024

Urso: “A fine luglio bando vendita ex Ilva” - per favore è SVENDITA non vendita, come fu con Riva e con Mittal!

 Il nuovo annuncio del ministro Adolfo Urso sul futuro del siderurgico

Corrioere di Taranto

pubblicato il 22 Luglio 2024, 19:00

A fine luglio dovrebbe partire la procedura per l’assegnazione degli impianti dell’ex Ilva. Siamo a un punto di svolta. E’ cose se avessimo superato un traguardo di metà in un percorso di montagna e ora siamo finalmente nella discesa”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a margine della presentazione del progetto RigeneRare del gruppo Iren.

Io nelle prossime ore riceverò due importanti investitori internazionali. Come sapete hanno manifestato il loro interesse già quattro player internazionali di grande livelli e altri player italiani e penso che ne saranno altri quando inizieranno le procedure”, ha aggiunto Urso. Sull’ex Ilva, ha continuato il ministro, “abbiamo una riunione mercoledì 25 luglio con i sindacati a Palazzo Chigi con questa cabina di regia coordinata dal sottosegretario Mantovano in cui illustreremo il piano industriale e finanziario anche alla luce del giudizio estremamente positivo che è giunto dalla Commissione europea che ha ritenuto che il piano metta il gruppo nelle condizioni di restituire il prestito ponte al tasso di interesse previsto dalla stessa Commissione”.

Il ministro fa riferimento alla riunione convocata dalla Presidenza del Consiglio che ha accolto a richiesta di un incontro avanzata da Fim Fiom Uilm sulla situazione dell’ex Ilva. La convocazione da Palazzo Chigi è per il 24 luglio alle ore 10 presso la Sala Verde. L’indomani si terrà invece l’incontro presso il ministero del Lavoro ha convocato per continuare la discussione riguardo la richiesta di Cigs di 5.200 lavoratori di Acciaierie d’Italia in As (la società che gestisce l’ex Ilva). Sono stati convocati le organizzazioni sindacali (Fim Fiom Uilm Usb Ugl) e i rappresentanti del ministero delle Imprese e del Made in Italy e delle Regioni in cui sono presenti gli stabilimenti del Gruppo (Puglia, Veneto, Liguria, Piemonte e Lombardia).

Lavoro estivo - asili nido - Lettera di contestazione al Comune dell'Avvocata dello Slai cobas sc


All’assessora alla Pubblica Istruzione, Università ed Edilizia Scolastica del  Comune di Taranto

Avv.ssa  Désirée Petrosillo

In nome e per conto delle lavoratrici Cobas della ditta Servizi Integrati srl nonché di Margherita Calderazzi, coordinatrice nazionale S.L.A.I-COBAS (Sindacato Lavoratori Autorganizzati Intercategoriale) per il sindacato di classe, in riscontro alla sua nota e-mail del 16/07/2024, ne contesto l’integrale contenuto e le comunico quanto segue.

Premesso che:

  • con la sua predetta nota ha comunicato la chiusura degli asili sino al 31/08/2024 per l’esecuzione di lavori di manutenzione edile straordinaria;

  • con delibera n. 30 del 14/07/2022, il Comune di Taranto per gli anni 2022, 2023 e 2024, ai sensi dell’art. 106, c. 12, del D. Lgs 50/16 e ss.mm.ii., ha modificato le prestazioni dell’appalto sottoscritto con la ditta Servizi Integrati srl per il servizio di pulizia e ausiliariato presso gli asili nido comunali,  incrementando i servizi di pulizia anche nei mesi di luglio ed agosto;

  • tale incremento si rendeva necessario per garantire le pulizie previste nella Parte terza del capitolato di appalto e segnatamente all’art. 12, punto A.d), A.e), A.g);

  • la disponibilità economica del suddetto incremento veniva individuata nel capitolo ordinario n. 10402310 denominato “Spese di pulizai scuole” – Bill. 2022 – 2023 – 2024 _ cod. bilancio 4.02.1.0103 – Piano dei conti V livello 1.03.02.15.010 della Direzione “Pubblica Istruzione – Servizi Demografici e Toponomastica – Politiche Giovanili – Università – Servizi Istituzionali”.

Tutto ciò premesso, innanzitutto si evidenzia che le esigenze di pulizia previste dal suddetto art 12, punto A.d), A.e), A.g), sono immutate nel senso che le operazioni di pulizia di fine anno scolastico (riordino lavanderia, riordino del locale cucina e dispensa, di tutte le stoviglie nonché pulizia dei frigoriferi/lavastoviglie/sterilizzatrici, forno e cappe di aspirazione); le operazioni di inizio anno scolastico (pulizie di fonod dells trutture, immediatamente prima dell’inizio di ciascun anno scolastico con uso di macchinari  per la pulizia meccanica di tutti i pavimenti con la sanificazione con apparecchi a getto di vapore di piastrelle e sanitari, piani cottura e cappe di aspirazione); le operazioni di pulizia e riordino delle aree esterne (spazzamento marciapiedi, vialetti, scale di accesso, muretti perimetrali e aiuole, giochi e arredi esterni) sono necessarie ed imprescindibili alla luce sia degli impegni sottoscritti che degli standard obbligatori previsti da tutti i protocolli nazionali di adeguata pulizia degli asili nido.

Inoltre, l’esecuzione di lavori di edilizia straordinaria presso le strutture degli asili semmai accresce le esigenze di pulizia piuttosto che azzerarle.

Né un generico, vago ed indefinito rinvio “all’esecuzione di lavori straordinari” senza alcun riferimento relativamente all’inizio ed al termine dei lavori medesimi può essere invocato per disattendere gli obblighi assunti con la suddetta delibera di Giunta del 14/07/2024 dovendosi, altrimenti, consacrare una totale disorganizzazione e superficialità dell’azione pubblica del Comune di Taranto non in grado di pianificare e programmare dei semplici lavori.

Ma v’è di più.

Relativamente alla contabilità finanziaria di un ente pubblico, l’assunzione di un impegno di spesa su un capitolo ordinario comporta un vincolo costituito sullo stanziamento di bilancio per cui qualsivoglia modifica  a  quell’impegno deve seguire percorsi formali e legittimi di nuova determinazione che formalizza quanto accaduto con assunzione di responsabilità e acquisizione di un nuovo impegno.

Da ultimo, gli impegni assunti con la prefata delibera esprimono la volontà del Comune di Taranto di voler contrastare la discontinuità e precarietà delle lavoratrici costrette ad interrompere la propria attività lavorativa e, conseguenzialmente, quella retributiva per ben due mesi (luglio e agosto) con una inevitabile ricaduta negativa in termini di vita economicamente dignitosa.

Viceversa, in totale spregio della necessità sociale di garantire continuità occupazionale e salariale, questa amministrazione si mostra incurante e indifferente alle esigenze delle lavoratrici a tal punto da ignorare e contravvenire a quanto già deliberato ed assunto in precedenza.

Pertanto, alla luce di tutto quanto sopra detto, Voglia riconsiderare le scelte adottate e garantire il recupero del lavoro estivo alle suddette lavoratrici.

Con riserva di agire giudizialmente per la tutela dei diritti e degli interessi lesi dall’attuale azione illegittima del Comune di Taranto nei confronti delle lavoratrici addette ai servizi di pulizia degli asili nido.

Distinti Saluti.

Avv.ssa Antonietta Ricci

Via Zaccometti n. 144 - 74016 Massafra  (TA)

Tel. 0998851258

Cell. 3460905908

Pec: ricci.antonietta@oravta.legalmail.it

e-mail: avv.antoniettaricci@yahoo.it

Nessuna fiducia dai nuovi incontri con governo e commissari su situazione acciaierie e nuova cassaintegrazione - Solo la lotta operaia e popolare può cambiare le cose

venerdì 19 luglio 2024

Processo Cimitero - frutto anche dell'esposto dello Slai cobas, per cui a dicembre si apre un processo parallelo

 Oggi si è tenuta la seconda udienza preliminare per il processo del Cimitero.

A questo processo ha contribuito anche l'esposto presentato dallo Slai cobas - che organizza la maggiorparte degli operai cimiteriali - dopo una gravissima aggressione al delegato Slai cobas da parte di uno dei principali imputati, Cristella. 

Un processo specifico per questa aggressione "in stile mafioso" si terrà a dicembre. 

Da un articolo della GdM