domenica 30 giugno 2019

La vicenda ArcelorMittal: le due colline e il pantano

Una collina si sta alzando sempre di più e minaccia di schiacciare chi sta sotto. Al vertice stanno ArcelorMittal, i padroni della Federmeccanica, e per conto di tutti i padroni, il capo, Boccia, della Confindustria.
Ai ricatti di AM hanno risposto subito le grida solidali e allarmate dei capitalisti nostrani: "L'investitore va agevolato", altrimenti tutti noi, il Paese perde... "Le regole del gioco in corso (condotte dal capitale) non vanno cambiate"... se va via la multinazionale indiana vi saranno conseguenze disastrose per tutti noi... - neanche qualche anno fa alcuni di questi padroni facevano la fronda contro l'imprenditore straniero, oggi vanno a sostenerlo fino a Taranto subendo anche il caldo afoso di un locale in fabbrica in cui non si respirava. 
Alla base di questa collina ci sono i sindacati confederali, che non opponendo neanche qualche parola grossa alle dichiarazioni di Mittal, nè tantomeno un mezzo sciopero, usano invece le parole per dar credito tra i lavoratori alle minacce del padrone e creare allarmismo impotente; di fatto con lo scopo di far schierare gli operai a difesa delle richieste aziendali sull'immunità penale.
In mezzo c'è la stampa padronale, nazionale, che torna con i toni del 2012: lasciate stare ArcelorMittal! Gli si lasci l'immunità penale, si faccia ciò che vuole - cercando di dimostrare la impossibile coincidenza tra gli interessi del profitto aziendale e quella degli operai - che però spesso non vengono nemmeno nominati.

Il pantano è il governo e le Istituzioni locali, esponenti dei partiti in maniera trasversale. Il governo si arrampica sugli specchi. Ha, come al solito, un problema politico/elettorale all'interno, con Salvini che sconfessa Di Maio e si schiera con ArcelorMittal. E ha un Di Maio che, prima di tutto non ha affatto tolto l'immunità penale ma l'ha solo ridimensionata, e ora di fronte alle "grida" di Mittal non sa come uscirne, ma dà assicurazioni al padrone e sicuramente lo accontenterà. Alla piccola e media borghesia che vuole l'aria pulita per sè (che gli operai la respirino 24 ore al giorno in fabbrica, non è al loro Odg), Di Maio e i suoi ministri hanno portato soldi e progetti fantasiosi, per tenerli a freno, mentre si prepara a concedere altro a Mittal.
Le Istituzioni locali certo si fanno sentire, ma o per chiedere al padrone: "per favore, ripensaci..."; o per spararla grossa (vedi Emiliano), tanto non costa niente.
Anche esponenti dei partiti si mobilitano, e anche tra i "sinistri" - esempio Speranza (Mdp- Art 1) che scende a Taranto - si dice che "l'Italia non può permettersi di stracciare gli accordi che hanno già comportato da parte di AM investimenti economici molto significativi"
Il presidente del Consiglio non si è fatto mancare uno spazio in questo pantano. Al G20 ha parlato con il capo del governo fascista dell'India, Modi, e a fronte della decisa perorazione di Modi per la causa di AM, ha garantito che "Sarò io il garante della trattativa Governo-Mittal".

L'altra collina. E' quella che ha ancora grandi difficoltà a pesare e trovare la sua reale visibilità. 
E' quella degli operai. Questa "collina" è potenzialmente la più solida e potrebbe sommergere l'altra collina. Ma ha ancora da costruirsi.
Deve liberarsi dei fardelli, i sindacati collaborazionisti, che frenano, impediscono questa costruzione, che la ostacolano ogni giorno e in ogni modo, che fanno altrettanto e più insidiosi ricatti; così come deve liberarsi dei falsi sindacati alternativi (usb) che lanciano ogni tanto grida ma poi firmano, che chiamano allo sciopero tardivo, ma fanno passare l'avvio della cassintegrazione, e che si affidano allo stesso Di Maio.
Gli operai hanno potenzialmente una grande forza e opportunità. 
La forza è data dal loro numero, la forza è dal lavorare in una produzione strategica che ha influenza sull'economia del mondo del capitale, che anche uno sciopero vero che blocchi la produzione può mettere in crisi. 
La potenzialità è data dall'essere parte di un esercito proletario a livello mondiale, dall'unità che, però, deve spezzare divisioni e corporativismi. Delle sorti della fabbrica di Taranto dal punto di vista degli interessi dei padroni si parla anche nei G20. Dobbiamo imporre che se ne parli per la lotta di classe degli operai.

Abbiamo sentito la "voce del padrone"... Quando possiamo sentire quella dei lavoratori?

Palombella segreterio generale della Uilm è già stato ai tempi di Riva il megafono aziendale, ora si è ulteriormente specializzato in questa professione. Le sue dichiarazioni dovrebbero avere un ringraziamento da ArcelorMittal.
Dall'intervista al Quotidiano di Puglia del 29/6 - "... Ho parlato direttamente con loro (la direzione di ArcelorMittal - ndr). Sono convinti di lasciare, non sono disponibili a mantenerlo in piedi (lo stabilimento di Taranto -ndr) a queste condizioni. AM è affittuario e nel momento in cui decide di non essere sottoposto a vincoli contrattuali potrebbe aprire un contenzioso enorme con lo Stato. Possono fermare Taranto e mantenere gli altri stabilimenti italiani in funzione: anzichè prendere coils da Taranto, li importerebbero per esempio da fos sur Mer... a loro converrebbe percè dovevano ridurre 6 milioni di tonnellate in Europa e Taranto ne produce 5... Sarebbe invece antieconomico chiudere solo l'area a caldo nello stabilimento jonico e mantenere in piedi l'area a freddo: già con un milione di tonnellate all'anno si perde un milione al giorno. Per raggiungere il break even deve andare oltre 6 milioni. Da gennaio, i lamintoi di taranto hanno lavorato 350mila tonnellate di bramme arrivate da fuori ma movimentazione e trasporto sono costosi...".

OK. Ha parlato la voce del padrone. E gli operai?
In tutta l'intervista nessuna parola sul NO alla cassintegrazione, sulla difesa del lavoro e delle dondizioni, diritti operai costantemente sotto minaccia/ricatto di ArcelorMittal; nessuna parola sulla difesa della sicurezza e della salute.

Siamo più che ai servi del padrone... Siamo agli attivisti del padrone per imbrogliare, dividere, fare terrorismo, ricattare i lavoratori.

Un sindacato che si dica tale, a ricatto padronale, al pantano del governo, risponde con il "ricatto"/formza della lotta dei lavoratori.
Qui siamo invece alle "guardie di scorta" di Mittal, che, come tutte le guardie quando c'è da difendere il loro padrone, passano pure alle mani e alle minacce.

sabato 29 giugno 2019

Usb indice sciopero per il 9 luglio - ma la cigo è dal 1° luglio...


L'immagine può contenere: testo

La diversificazione economica per Taranto progettata dai Ministri 5Stelle sembra una fiera di idee in libera uscita - Al massimo esse porterebbero lustro e soldi ad esponenti della piccola e media borghesia e nessun effettivo lavoro e salario per licenziati e disoccupati - Pittsburgh insegna......

La premessa suggerita da Di Maio il 24 giugno a Taranto, e ripresa subito dal presidente della Camera di Commercio locale è tutta un programma, che, al di là delle parole e cifre sparate, ha il concreto sapore di una grande presa in giro: "...la mozzarella di bufala da una terra martoriata come la Terra dei Fuochi è riuscita a riscattare la propria immagine  locale... così Taranto può valorizzare la sua miticultura... in primis della cozza tarantina...".
Nascondendo che la "Terra dei Fuochi" con i suoi micidiali effetti inquinanti è sempre lì e la "mozzarella di bufala" è stata un grande affare soprattutto per la criminalità campana (consigliamo a Di Maio e soci di andarsi a vedere il film "Mozzarella Stories").

Ma Di Maio e ministri, che sono "galantuomini", hanno citato soldi, soldi... "700milioni impegnati su un miliardo a disposizione del contratto istituzionale (500 milioni in progettazione esecutiva a settembre)".

Poi gara alla fantasia...
"Turismo culturale ed esperienziale"
"creare in città un set acquatico per il cinema ad opera di Netflix",
"investimenti di imprenditori arabi nella Zes Jonica, dove sarebbe previsto un credito d'imposta fino a 50 milioni per le aziende",
Dal Min. Bonisoli dei Beni culturali: "arte contemporanea al quartiere Tamburi",
"Interventi a città vecchia per complessivi 90 milioni, tra cui alle Mura Aragonesi, Palazzo degli Uffici, dove una parte sarebbe destinata ad un ampliamento del Museo MarTa; poi Castello Aragonese, Ponte Girevole;
"Istituzione di un museo sulla civiltà del mare all'Arsenale"

Si tratterebbe per ora di 4 progetti. Intanto sono stati istituiti "tre gruppi di lavoro .- Taranto Nuova, Taranto Attrattiva, Taranto sana Sicura e Sociale".
Chi sono? Chi e quanti ne fanno parte? Di quanti soldi beneficeranno?

Poi, ancora. "innovazioni sul cleantech, le energie rinnovabili... impegno sul Tecnopolo per la ricerca sulle tecnologie pulite" - Non fa niente se, però, qui manca ancora addirittura lo Statuto.

Anche Renzi e Gentiloni avevano parlato di progetti di diversificazione...

Fumo da buttare negli occhi, per tenere buona la piccola borghesia, gli ambientalisti. Una parte di questi interventi tra l'altro, come quelli per esempio per Ponte girevole, Palazzo degli Uffici, ecc., non sono affatto interventi nuovi, ma già programmati se pur fermi; altri, la cosiddetta "arte contemporanea ai Tamburi" - che ha tutto il senso di "fare dello spirito al funerale" - li abbiamo già visti all'opera e che significano per il quartiere, vedi il teatro TA.TA. - una sorta di "corpo estraneo" al quartiere, con costi niente affatto popolari, che ha beneficiato, finanziato solo pochi piccolo borghesi.
   
Chiaramente in tutto questo "mercato di progetti", nessuno c'è per l'emergenza sanitaria a Taranto, per strutture specializzate per i tumori infantili, ecc., come chiedono da tempo donne, abitanti dei Tamburi, medici, alcune associazioni.

Una presa per il culo, che se venisse realmente attuata sarebbe da contestare. 
Si tratterebbe di progetti che non portebbero affatto occupazione alternativa alla fabbrica, agli operai cacciati, nè tantomeno ai tanti disoccupati già esistenti. Essi porterebbero solo lustro e soldi per la piccola borghesia, "figli di papà", per la media borghesia, per alcuni imprenditori locali. E' la borghesia che caccia i lavoratori, i proletari e si fa una città a sua immagine.

E' sempre il "sogno di Pittsburgh". Ma cosa successe in questa citta della Pennsylvania?
(dal Libro "Ilva la tempesta perfetta") - "...Pittsburgh in Pennsylvania, che da capitale mondiale dell'acciaio, tanto da essere chiamata “the Steel city”, da vent'anni si è trasformata in una città della cosiddetta “green economy”, che in concreto ha voluto dire via fabbriche e nascita di attività di alta tecnologia, terziario avanzato, ricerca, innovazione, ecc. Ora questa è la città dei 35 college e università, con 300 aziende-spin off nate dal settore accademico, delle grandi catene commerciali, dell’informatica. E Pittsburgh ora la trovi nelle cartine turistiche, come meta consigliata.
C'è un solo piccolo problema: gli operai non ci sono quasi più.
Sì, c'è stata una riconversione economica, ma la principale riconversione è stata la mega scomparsa degli operai, la cacciata di fatto di centomila abitanti e la loro sostituzione con settori provenienti dalla piccola e soprattutto media borghesia. Pittsburgh è diventato così “il miglior posto d’America per le famiglie di giovani professionisti” (Newsweek), solo quest’anno, quattromila under 30 laureati sono andati a ripopolare gli 89 quartieri sparsi sulle colline e lungo i fiumi di Pittsburgh.
Gli operai e le loro famiglie spariti, affinchè la media borghesia possa vivere bene.. Come hanno continuato a sopravvivere quelle migliaia di operai non interessa..."

Di ArcelorMittal parlano al G20... Modi capo del governo fascista indù al servizio di Arcelor/Mittal incontra Conte e forse viene in Italia

Al G20 di Osaka il primo ministro Modi perora la causa della multinazionale indiana dell'acciaio nell'incontro con il presidente del consiglio italiano

ArcelorMittal, il premier indiano nei prossimi giorni in Italia?

Narendra Modi ne avrebbe parlato con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte al G20 di Osaka
Diventa un caso politico internazionale la vicenda di Mittal e della gestione del siderurgico di Taranto. Indiscrezioni per ora non confermate parlano di un viaggio in Italia nei prossimi giorni per il primo ministro indiano Narendra Modi. "Sarò io il garante della trattativa Governo-Mittal", avrebbe detto il premier italiano, pur ribadendo il suo appoggio alla posizione dei Cinquestelle a proposito dell'immunità penale. 

Padroni e sindacati con ArcelorMittal

Sembra di essere tornati  a marzo 2012, quando Riva e i capi fecero marciare gli operai a sostegno dei padroni - con  sindacati confederali allora compiacenti mentre ora sono apertamente in prima fila facendo, in particolare Uilm e Fim, del "terrorismo", quando sanno benissimo che non è certo ArcelorMittal che può chiudere la fabbrica, dato che ora ne è solo affittuario.
Allora, nel 2012, si è visto come il collaborazionismo dei sindacati - la mancata lotta, stare dalla parte dei padroni, legare le sorti degli operai agli interessi di questi - a cosa ha portato: ArcelorMittal fa e ragiona come Riva e peggio di Riva. 
Oggi far passare l'immunità penale, non vuol dire solo "mano libere" a Mittal per non attuare una reale bonifica, ambientalizzazione, ma accettare i continui ricatti dei nuovi padroni, a partire dalla nuova cassintegrazione permanente, e chiaramente nessuna riassunzione degli operai Ilva As in cigs.
La giustificazione di Mittal è falsa: chiunque si prende una "casa" sa bene di prenderla così com'è, anche con lavori da fare, per cui ciò che succede da quel momento in poi nel fare i lavori è responsabilità di coloro che li eseguono oggi, non ci si può parare dietro il fatto che quei problemi già c'erano. 

Precisiamo poi. Il decreto e Di Maio non hanno affatto abolito l'immunità penale - come sarebbe stato giusto - ma hanno unicamente riscritto la norma, l'immunità è stata circoscritta al Piano Ambientale e sarà applicata impianto per impianto, ancorandosi ai tempi previsti dall’Aia per la messa a norma delle singole aree, quindi l'immunità decadrà nel tempo, come ha subito assicurato Di Maio ai padroni. Il nuovo iter parità dal 7 settembre, come specificato nel decreto. Questo è il motivo per il quale il vicepremier Di Maio afferma che scadrà il 6 settembre. Ma a cadere non sarà l’intera norma, ma soltanto una parte di quella del 2015.

E' stata, infatti, eliminata solo l'immunità penale per le altre norme a tutela dell’ambiente, della salute e dell’incolumita’ pubblica - mentre resta per gli interventi dell'Aia. Ma rivendicarla per quelle norme a tutela ambiente, ecc., è di fatto un'esplicita dichiarazione di pretendere la libertà di inquinare, di violare norme a tutela della salute e di far ammalare, di uccidere dentro e fuori la fabbrica.

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Dal Corriere di Taranto Federacciai e Fim Cisl accanto ad ArcelorMittal e contro il governo. Nel nuovo caos sulla vicenda ex Ilva, Federacciai si schiera con ArcelorMittal, il più grande produttore d’acciaio a livello mondiale e critica la mossa del ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio nell’aver di fatto eliminato l’immunità penale per i dirigenti che stanno attuando il processo di bonifica ambientale (Aia), grazie a una norma contenuta nel dl crescita, ormai diventato legge. 
È inaccettabile cambiare le regole del gioco quando questo è già iniziato” afferma all’Adnkronos Alessandro Banzato, presidente di Federacciai, la federazione di Confindustria che rappresenta le imprese italiane del settore con circa 150 imprese associate che producono e trasformano oltre il 95% della produzione italiana di acciaio. “La produzione di acciaio a Taranto è di circa 6 milioni di tonnellate sul totale di 24 milioni in Italia, un ruolo importante nello scenario nazionale e anche europeo, se ArcelorMIttal dovesse abbandonare l’investimento – sottolinea Banzato – ci sarebbero riflessi importanti per l’intera industria manifatturiera, dal comparto automotive alla meccanica“. Ma non solo, Banzato condivide l’allarme lanciato dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, sul rischio di una perdita di credibilità del Paese nel momento in cui si cambiano le regole sottoscritte negli accordi. “È un allarme assolutamente condivisibile – afferma – nel momento in cui cerchiamo di attrarre investimenti da fuori Italia". 
Si tratta di un disastro autoprodotto da una politica codarda e incapace di comprendere ciò che serve ai lavoratori e all’ambiente; siamo alle battute finali della desertificazione industriale del Sud“. Lo ha detto il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, in un’intervista del Tg2000. “È un governo assolutamente nel pallone che non appronta più i tavoli, costruisce istruttorie, propone soluzioni. Questo mette a rischio fino a 280 mila posti di lavoro e in più sta riesplodendo il ricorso alla Cassa integrazione. Si è aperto l’anno con la promessa di un miracolo italiano ma mi sembra che siamo molto lontani. Il governo ha una forte vocazione antindustriale. Sta facendo molto male ai lavoratori e alle imprese. Tutto questo è molto pericoloso per il benessere del Paese“, ha sottolineato ancora Bentivogli.

Dalla stampa - La Uilm di Rocco Palombella aveva subito fatto sentire la sua voce di sostegno ad AM, usando il terrorismo: "Quello di Mittal non ritengo sia un bluff...l'immunità era un requisito fondamentale per l'acquisoizione dell' ex Ilva, Arcelor lo ha detto piùvolte. Non avrebbe altra strada che rinunciare. La situazione è di grande gravità. Ora la questione è politica".

Non è da meno la Fiom. La segretaria Re David dichiara: "La gestione del governo è adir poco incauta... si sta addensando una tempesta perfetta che rischia di travolgere non solo lo stabilimentio di Taranto, e quelli di Genova e Novi Ligure,ma anche di minare le prospettive dell'intero settore siderurgico nazionale".
Giuseppe Romano della Fiom Puglia: «tutto ciò è destabilizzante. A questo punto c’è il rischio che l’architrave che sorreggeva gli accordi possa cadere». Francesco Brigati, Rsu Fiom AM Taranto «dopo il 6 settembre i dipendenti avevano visto la luce; ora siamo tornati alla grande incertezza pre-accordo».

Siamo incondizionatamente dalla parte della capitana della Sea Watch - Criminale è Salvini, il suo governo e i suoi apparati usati contro i migranti e la povera gente


Il governo, i miserabili Di Maio e Toninelli - non gli par vero di fare da pretoriani del criminale ministro razzista

Appoggio a tutte le iniziative di solidarietà previste nei porti italiani per domenica 30
Lunedì Taranto azione a sorpresa dello Slai cobas per il sindacato di classe Taranto
...domenica prossima in diverse città portuali si stanno organizzando manifestazioni contro la chiusura dei porti. Intorno a questo obiettivo è nata la campagna “Occupy ports” che si è attivata per mettere in comunicazione le varie iniziative. In un comunicato “Occupy Ports” spiega che non sarà un cartello con egemonie o gerarchie ma “una massa critica, l’equipaggio di terra delle ong che nel Mediterraneo salvano vite umane. Su quelle navi vorremmo esserci tutti ma non ci possono contenere e allora noi saremo l’equipaggio di terra pronti a dare battaglia nei porti quando bloccano le navi cariche di umanità. Iniziamo il 30 giugno alle 10.00 nei porti, senza alcun preavviso autorizzazione occuperemo i porti ogni volta sarà necessario per costringere ad aprirli a chi scappa dalle barbarie”.

Un saluto e un abbraccio ai migranti della Sea watch sbarcati - Liberare subito Carola Rackete

Applausi sul molo delle tante persone che hanno solidarizzato con i migrantiIl migrante fatto scendere dalla Sea Watch 3 gioved sera in basso Carola Rackete
All'alba è arrivata l'autorizzazione e i 40 migranti sono scesi finalmente a terra e sono stati portati nel Centro di contrada Imbriacola.

La Sea Watch attracca al porto di Lampedusa. La capitana arrestata dai finanzieri. I migranti sbarcati all'alba
Una motovedetta della Guardia di Finanza aveva provato ad ostacolare l'ingresso della Sea Watch nel porto, ma il tentativo è durato poco. Mentre la capitana manovrava la nave entrata di poppa la motovedetta si è spostata lungo la banchina e andava avanti e indietro cercando di impedire l'attracco. La nave, però, ha proseguito nella manovra di accostamento rischiando di schiacciare l'imbarcazione dei finanzieri.
La Sea Watch attracca al porto di Lampedusa. La capitana arrestata dai finanzieri. I migranti sbarcati all'alba
La Sea Watch durante la manovra d'attracco disturbata da una motovedetta della Finanza
"La comandante Carola non aveva altra scelta - dice Giorgia Linardi, portavoce di Sae Watch Italia - da 36 ore aveva dichiarato lo stato di necessità che le autorità italiane avevano ignorato". "E' stata una  decisione disperata - dicono i legali della Ong tedesca Leonardo Marino e Alessandro Gamberini - per una situazione che era diventata disperata".
Quando la capitana ha concluso la manovra si è affacciata sul ponte di comando ed è stata accolta da un lungo applauso di circa un centinaio di persone arrivate sul molo. Tra loro attivisti di Sea Watch, Pietro Bartolo medico dell'isola ed europarlamentare del Pd, don Carmelo parroco di Lampedusa, e le persone che avevano solidarizzato in questi giorni con la Sea Watch dormendo sul sagrato della chiesa. 
Sea Watch 3 attracca a Lampedusa, i migranti sbarcano dopo 17 giorni. E' stata la notte della Sea Watch, con l'ingresso nel porto di Lampedusa, intorno all'1.40 della nave, e il successivo attracco, tra applausi e urla, dopo un turbolento avvicinamento al molo con motovedette italiane a cercare di impedire l'approdo forzato voluto dalla comandante Carola Rackete, posta in stato di arresto al momento dello sbarco. «Non ce la faccio più, devo portarli in salvo», ha detto la comandante.
Liberare subito Carola Rackete

Sea Watch, indagata Carola Rackete. Salvini attacca l'Olanda: «Disgustosi»Carola Rackete arrestata, rischia sino a 10 anni

Fermare la mano barbara razzista e assassina di Salvini e del suo infame governo fasciopopulista Lega/M5stelle

venerdì 28 giugno 2019

Ieri sera al Monumento del marinaio solidali con la Sea Watch

Più di una cinquantina, ieri sera hanno risposto all'appello urgente, lanciato poche ore prima, a ritrovarsi in strada in solidarietà con la SeaWatch 3, per il diritto dei migranti ad essere salvati e accolti.
Dal microfono aperto diversi interventi.
Nel nostro intervento è stato detto che la lotta a difesa dei migranti non è una semplice battaglia culturale a difesa dei valori di democrazia e dei diritti umani, ma parte essenziale della lotta contro il governo e la marcia del regime di moderno fascismo in formazione, che fa proprio del razzismo e dell'odio verso i migranti il cemento ideologico del proprio blocco sociale.
E' stato detto che migranti e lavoratori immigrati non sono solo una "parte debole" da aiutare e sostenere, ma spesso sono protagonisti in prima persona di lotte avanzate a cui unirsi in nome dell'unità di classe e e della lotta comune contro un sistema che impone miseria guerre e sfruttamento nei loro come nel nostro paese.
L'iniziativa di Taranto, seppur piccola e improvvisata, è tra le poche che ci sono a livello nazionale. Ma soprattutto vanno generalizzate iniziative come quella dei portuali di Genova che hanno detto chiaramente "noi i porti sappiamo chiuderli e aprirli, se la Sea Watch fa rotta per Genova, ci pensiamo noi ad accoglierla".
Da Genova viene anche un'indicazione per la continuità, quanto mai necessaria, della nostra Rete Antirazzista locale:
- continuare a seguire la vicenda e a sostenere e difendere come possibile la Sea Watch, il suo equipaggio,i migranti
- continuare la battaglia per ristabilire la verità e contrastare il veleno della propaganda razzista e xenofoba senza lasciare alcuno spazio a chi la fomenta e la pratica
- sfidare divieti e leggi, come la Capitana Rackete

Come dicevano i nostri cartelli:
APRIRE I PORTI, CHIUDERE SALVINI!
DISOBBEDIRE A LEGGI INGIUSTE  E DISUMANE E' GIUSTO E NECESSARIO!

Lo Slai cobas sc Taranto non ha nessuna intenzione di incontrare il leghista salviniano Ripamonti, Bellanova PD e Turco M5stelle, responsabili della grave crisi occupazionale della città - Gli incontri con questi signori si fanno con i lavoratori in lotta, il resto sono passerelle inutili...

Area crisi Taranto: il 1° luglio arriva Commissione Industria del Senato

La 10°Commissione Permanente Industria, Commercio e Turismo del Senato, nell’ambito dell’attività istruttoria finalizzata ad una risoluzione sulle principali aree di crisi industriale complessa presenti sul territorio nazionale, effettuerà una missione a Taranto il luglio prossimo, per svolgere un ciclo di audizioni presso la Prefettura, a partire dalle ore 11.30.
La delegazione, guidata dal vicepresidente Ripamonti e composta dalla senatrice Bellanova e dal senatore Turco, audirà i rappresentanti della Provincia di Taranto, dei Comuni di Taranto, Crispiano, Massafra, Montemesola e Statte, dell’Autorità portuale, di Confindustria Taranto, di CGIL, CISL, UIL, UGL, USB  e COBAS, di Invitalia, di Confartigianato, di CNA  e di CLAAI.
La Commissione incontrerà gli Organi di Informazione al termine dei lavori.

La minaccia insensata e arrogante di ArcelorMittal serve a governo e sindacati per dare immunità penale e cassaintegrazione permanente ai padroni

Comunicato ai lavoratori e alla stampa

La minaccia insensata e arrogante di ArcelorMittal serve a governo e sindacati per dare immunità penale e cassaintegrazione permanente ai padroni

La cassa integrazione non doveva neanche cominciare prima degli incontri del 4 e 9 luglio - farla cominciare significa avallarla poi ai tavoli del 4 e 9 luglio.
USB non può minacciare sciopero e presidio senza indirlo per il 1 luglio, perchè altrimenti anche qui c'è tanta ipocrisia.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe non ha indetto sciopero per il 1 luglio non avendo la forza e la rappresentanza per farlo realmente, ma ha indicato come proposta - tutti coloro che hanno ricevuto la lettera di cassintegrazione si presentino regolarmente in fabbrica il 1 luglio e ci sia sciopero per non fare iniziare la cassaintegrazione secondo le modalità possibili - quello che era ed è giusto fare a fronte alla arroganza e ricatto padronale.
Questo sosterremo lunedì mattina alle 6 alle port A e D

Slai cobas per il sindacato di classe Taranto
347-5301704

Chiariamo a tutti compreso a Palombella (segr. naz. Uilm) che ArcelorMittal non può arrogarsi il diritto di chiudere gli impianti dello stabilimento siderurgico di Taranto nel caso il Governo confermi il Decreto crescita in cui è inserito l’ormai famoso (mini)stop alla cosiddetta immunità penale il 6 settembre prossimo. Una minaccia che non ha alcun senso, perchè ArcelorMittal non è ancora il proprietario dell’ex Ilva ma ne è il gestore fintanto che non si perfezionerà il contratto di acquisto con lo Stato italiano: ora paga l’affitto. 
Semmai, potrebbe fermare temporaneamente la produzione che non è proprio la stessa cosa, assumendosi la responsabilità sociale, sindacale, politica e penale di questo atto.
Questo va chiarito perchè si smorzino subito gli psuedo-drammi degli industrialisti e immunopenalisti che risiedono ovunque, così come l’entusiasmo di quanti credono alla minaccia di chiusura dopo il 6 settembre. Se ArcelorMittal decidesse di recedere dall’accordo – ed è l’unico percorso possibile per il gruppo -, lo stabilimento tornerebbe in qualche modo nelle mani dello Stato. nella forma dei commissari inizialmente e in una nuova vendita o nazionalizzazione.

Questo cartello che gli operai hanno trovato alla fabbrica questa mattina e il cartello che avrebbe dovuto essere messo da tutti i sindacati presenti ed rsu in fabbrica - sempre se fossero sindacati e non agenzie per il personale per conto di Arcelor/Mittal

Questa mattina all'Arcelor/Mittal

giovedì 27 giugno 2019

ArcelorMittal, Di Maio convoca i sindacati il 9 luglio - ma intanto parte la cigo il 1 luglio - Non può essere! 1 luglio serve lo sciopero e nessun cassintegrato deve accettare la lettera ma presentarsi regolarmente al lavoro - Slai cobas per il sindacato di classe

Il ministro per lo Sviluppo economico Luigi Di Maio affronta la vicenda ArcelorMittal. Dopo aver fissato l’incontro con l’azienda, al MiSE, per il prossimo 4 luglio, adesso convoca le sigle sindacali, sempre nella sede del Ministero, il 9 luglio.


FORMAZIONE OPERAIA - L'AUMENTO DEI SALARI NON INFLUISCE SUI PREZZI DELLE MERCI - da "Salario prezzo e profitto" di Marx - 3° parte

La "crescita" dei salari in Italia...
Marx proseguendo la critica verso il cittadino Weston, prende in considerazione la questione del denaro, perché Weston, coerente con la sua visione, considera anche la massa del denaro circolante fissa, ed è chiaro – secondo lui – che con una massa fissa di denaro, non si può pagare una maggiore quantità di salario in denaro.
E’ evidente che questo per Weston è un “dogma”. Ma caduto il dogma cade tutta la sua argomentazione.
Marx spiega pazientemente che dato che nei diversi paesi la massa di denaro è differente avremmo paesi in cui i salari potrebbero aumentare e altri no. “Sarebbe bastato – dice Marx – un maggiore approfondimento del denaro, della sue differenze, indagando le leggi che permettono ai mezzi di pagamento di adattarsi a condizioni che variano costantemente per comprendere che questo argomento contro l’aumento dei salari è inconsistente”.

Marx scrive. “Egli (Weston) si oppone ad un aumento dei salari, oppure ad alti salari come risultato di un tale aumento. Ora io gli domando: - che cosa sono gli alti salari e che cosa sono i bassi salari Perché, per esempio, cinque scellini la settimana sono considerati come un salario basso, e venti scellini come un salario alto?”. Con la stessa logica possiamo dire che “se cinque è basso in confronto a venti, venti è ancora più basso in confronto a duecento”. E’ come ragionare col termometro...
Egli non sarà in grado di dirmi perché una determinata somma di denaro viene pagata per una determinata quantità di lavoro. Se egli mi rispondesse: - la cosa viene fissata dalla legge dell’offerta e della domanda, - allora gli domanderei subito da quale legge sono regolate a loro volta l’offerta e la domanda”.
I rapporti tra domanda e offerta hanno variazioni continue e insieme con esse variano i prezzi del mercato del lavoro. Ma se i salari dipendessero da questo, che senso ha declamare contro l’aumento dei salari? Dato che sarebbe inevitabile che a maggiore domanda corrispondano salari più alti e se l’offerta supera la domanda, salari più bassi.
Quello che non spiega tutto questo ragionamento è: perché per una determinata quantità di lavoro viene corrisposta una determinata somma di denaro.
La domanda e l’offerta non regolano altro che le oscillazioni temporanee dei prezzi di mercato. Esse vi spiegheranno perché il prezzo di mercato di una merce sale al di sopra o cade al di sotto del suo valore. Ma non vi possono mai spiegare questo valore”.
Domanda e offerta, ci dicono gli economisti, si equilibrano. E quindi il prezzo di mercato tende al suo valore reale. Ma il problema che abbiamo è indagare la natura di questo valore.

Marx qui pone con chiarezza il punto che svilupperà successivamente e poi in forma scientifica compiuta ne Il Capitale - “Il valore di una merce non dipende dal rapporto tra domanda e offerta di quella merce, ma dipende dal tempo di lavoro necessario per produrla”. Tale valore non coincide col “prezzo di mercato”, perché quest’ultimo dipende dall’influenza della domande e dell’offerta, mentre il valore no, e non coincide meccanicamente con essa.
Quindi, l’aumento dei prezzi mai può essere addotto come argomento contro l’aumento dei salari. E in particolare contro la lotta per l’aumento dei salari.

Gli operai, ieri, oggi e domani, possono valutare tranquillamente sulla loro pelle e con la loro testa che quando i rapporti di forza tra padroni e operai fanno sì che gli operai non ottengano aumenti dei salari e che quindi il loro salario cala, i prezzi continuano lo stesso ad aumentare e mentre difendono l’aumento dei profitti o la tenuta di essi, il salario cala.

Indecente! Pasto per gli operai in cigs frequentanti corso di formazione

SI SPECULA SUL CIBO! MENTRE SI "BUTTANO" SOLDI PER PAGARE PROFUMATAMENTE ENTI PER CORSI DI FORMAZIONE INUTILI!

Alla Direzione ILVA AS
Taranto

Ai mass media

TA. 27.6.19

OGGETTO: fornitura pasto agli operai Ilva AS in cigs frequentanti il corso di formazione

Si segnala a codesta Direzione, ai Commissari Ilva AS l'assoluta insufficienza in quantità e qualità della fornitura pasto data durante la pausa pranzo agli operai che frequentano il corso di formazione nella struttura universitaria a Paolo VI.
Un esempio è quanto fornito in data odierna: una insalata verde (scondita), 5 pezzetti di anguria, 1 bustina di
cracker e 1 bottiglietta d'acqua.
Ma questo tipo di fornitura è più o meno quella degli altri giorni precedenti (al massimo al posto dell'insalata vi era un pezzo di focaccia o un panino).

Nello stesso tempo i panini sono senza etichettatura di provenienza, spesso non sono chiusi, con la conseguenza che il contenuto degli stessi va fuori, ecc.
Si fa presente, inoltre, che la bottiglietta d'acqua è anche calda e quella data nella pausa pranzo è l'unica che gli operai ricevono per l'intera giornata (8 ore), tra l'altro in questo periodo di grande caldo.
Tutto ciò è veramente indecente! Si vuole risparmiare anche sul pasto agli operai?
Chiediamo con urgenza che da domani venga fornito un pasto che sia tale.
Il pasto deve essere come quello fornito in fabbrica.

D'altra parte se queste giornate di formazione - obbligatorie - sono considerate da codesta azienda a tutti gli effetti giornate lavorative (tanto che sono uguali gli obblighi a cui devono sottostare i lavoratori relativamente ad assenze, malattie, ecc), non è ammissibile che sono "giornate lavorative" nei doveri e non nei diritti degli operai!
Si chiede immediato intervento risolutivo e riscontro

SLAI COBAS per il sindacato di classe
Calderazzi Margherita

per com. slaicobasta@gmail.com - 3475301704   


Lettera di un operaio Ilva AS in cigs dello Slai cobas sui corsi di formazione: "UN CORSO DI ARRIVISMO... NESSUN RIENTRO IN FABBRICA"

A quanto sembra, ad un primo giudizio, l'obiettivo del corso è quello di sfoltire il numero di cassintegrati dato che coloro i quali hanno accettato l'incentivo all'esodo sono molti meno dei preventivati. Secondo una mia idea è proprio la nuova proprietà (ArcelorMittal) che sta facendo pressione sulla precedente amministrazione (Ilva in AS), in quanto è palese che al termine della Cig non ha alcuna intenzione di assumere gli operai restanti, dunque con la volontà ben delineata di non rispettare i termini dell'accordo. Ulteriore conferma a questo è la nuova cassintegrazione per 1400 operai già assunti che si aggiungono ai 2500 di Novembre. Il totale di 3900 non è molto distante dai 4000 annunciati esattamente un anno fa da Mittal stesso, perciò ovvio risulta il fatto che gli operai non rientreranno più in azienda.

Il metodo utilizzato nel corso è di chiara matrice borghese: si fa leva sull'individualità e sul successo personale, su come le idee dei singoli siano un elemento fondamentale per il conseguimento di questo successo e su come vendersi a nuovi datori di lavoro. Oltre ciò, la docente ha accennato anche alla scontatezza dei contratti a termine dicendo di dimenticarsi del posto fisso. Più volte ha nominato il social network LinkedIn come luogo ideale per la ricerca del lavoro. La riforma Fornero ha colpito nel segno. Interessante è il fatto che abbia anche fatto una brevissimo cenno alla PNL che, per quel poco che ne so, non ha alcun tipo di riscontro pratico né scientifico.

Un video di oltre tre minuti è stato mostrato, si tratta di un monologo di Marco Montemagno, un personaggio che non conosco affatto ma so essere molto famoso all'interno del web, in cui lui espone il suo punto di vista sul metodo per avere successo, un sunto di quanto la docente cerca di inculcarci.
Ognuno di noi ha preparato una sorta di profilo breve per presentarsi secondo le regole dettate, attività propedeutica per compilare il curriculum vitae personale a fine giornata.

Efficace ideologia borghese per mettere le esigenze del singolo al di sopra dell'interesse collettivo, eccellente metodo di contrasto tra i lavoratori all'interno della propria classe. Un corso di arrivismo.

ArcelorMittal - La Fiom di Genova sempre e solo con i padroni

Arcelor Mittal pronta a chiudere Taranto, Fiom Genova: “Governo inaffidabile, lotteremo per difesa di occupazione e industria”

NESSUNA PAROLA CONTRO ARCELORMITTAL, ANZI NE SONO I MIGLIORI DIFENSORI

“La risposta di ArcelorMittal era prevedibile e solo un governo pasticcione ed inaffidabile poteva non crederci. Lo diciamo ora noi: lotteremo per il lavoro, l’occupazione e per la difesa dell’industria contro un Governo inaffidabile”. E’ il duro commento del segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro alle parole dell’ad di ArcelorMittal Europa, Geert Van Poelvoorde, che a margine di una conferenza di Eurofer, ha dichiarato che in assenza di una soluzione al problema della protezione legale, l’ex stabilimento Ilva di Taranto chiuderà il 6 settembre.
“Come era prevedibile il governo gioca col fuoco e sulla pelle dei lavoratori. Dopo aver giudicato l’accordo commerciale e sindacale positivo, dopo averlo fatto analizzare dall’Avvocatura dello Stato e dalla Autorità Nazionale Anticorruzione oggi non intende più rispettare l’accordo con ArcelorMittal ma anche con le organizzazioni sindacali” aggiunge Manganaro.

mercoledì 26 giugno 2019

Solidarietà alla Sea Watch. Aprite i porti! Appuntamento 27 giugno al monumento ai marinai ore 19. Presidio e assemblea

Tutti con la Sea Watch - aprire il porto, sbarco, assistenza e accoglienza

DISOBBEDIRE AL DECRETO RAZZISTA, DISUMANO DI SALVINI (E DI TUTTO IL GOVERNO) E' GIUSTO E NECESSARIO! 

La Corte europea di Strasburgo si occupa di cavilli e nasconde la testa sotto la sabbia

GENOVA
“Il parroco di Lampedusa dorme da giorni sul sagrato della sua chiesa in solidarietà con i migranti della Sea Watch che galleggiano da giorni al largo dell’isola. E noi andiamo a dormire sotto la prefettura”.
Una nave con 42 esseri umani a bordo attende da due settimane al largo dell'isola di Lampedusa. Sono persone in fuga dalla guerra, dalla miseria, dalla prigionia. I responsabili di quelle guerre e di quella miseria siedono nei Parlamenti e negli uffici aziendali italiani ed europei. Gli stessi che ora si rimbalzano, da Roma a Strasburgo, la responsabilità di farli scendere a terra.
Noi non siamo degli eroi, né dei politici. Qualcuno ci ha definito “piantagrane”. Siamo semplici lavoratori del porto di Genova ma proprio perché lavoratori, non possiamo che riconoscerci nei valori fondanti del movimento operaio: la fratellanza tra esseri umani, la solidarietà internazionale. Perché

ArcelorMittal lancia il suo clamoroso ricatto - Operai e città uniti devono dire BASTA ORA!

NO IMMUNITA' PARLAMENTARE 
NO CASSINTEGRAZIONE


             Padroni fuori dai coglioni

1° luglio sciopero e blocco della fabbrica e mobilitazione della città

Di Maio annuncia incontro con ArcelorMittal per il 4 luglio e non fa alcun incontro con i sindacati per fermare la cassaintegrazione

Mittal: “Senza novità a settembre ci fermiamo”
Ad Eurofer l'ad Poelvoorde avvisa il governo: "Pronti al dialogo, ma solo con tutele certe". La società: "Speriamo in conclusione positiva"




A margine dei lavori dell’European Steel Day di Eurofer, il sito specializzato Siderweb ha registrato la presa di posizione dell’amministratore delegato di ArcelorMittal Flat Products Europe Geert Van Poelvoorde riguardo la situazione che si è venuta a creare a Taranto dopo la decisione del governo italiano di riscrivere la norma sulla così detta immunità penale in materia ambientale per ArcelorMittal Italia, nuovo titolare del sito ex ILVA.
La nostra posizione era chiara nella nota sul tema inviata nelle scorse settimane – ha spiegato Poelvoorde all’inviato Davide Lorenzini del sito Siderwebed ora l’unica certezza che abbiamo è che, se da oggi al 6 settembre non interverranno novità di rilievo, sulle quali siamo certamente aperti al dialogo con il governo, l’impianto di Taranto si fermerà in quanto non esisteranno più le condizioni di tutela per garantirne la regolare attività“. Soprattutto perché “non possiamo esporre i nostri manager a rischi gravi a causa di situazioni pregresse e delle quali non sono certo

AM vuole far partire la cassa il 1 luglio - Una sola risposta, sciopero e blocco della fabbrica a oltranza

ArcelorMittal ignora i sindacati: lavoratori avvisati della Cigo

La multinazionale sta comunicando ai lavoratori il numero delle giornate di cassa integrazione con la trattativa che non è mai iniziata



Cresce la tensione dentro il sito siderurgico tarantino ArcelorMittal Italia. Lo si intuisce dalla nota congiunta diramata questo pomeriggio dalle organizzazioni sindacali Fiom, Fim e Uilm, nella quale si legge che “In queste ore Arcelor Mittal, in una fase di esame congiunto con le organizzazioni sindacali di Cigo non ancora ultimata, sta comunicando ai lavoratori il numero delle giornate di cassa integrazione richiedendone inoltre la programmazione nel periodo indicato dall’azienda“. La multinazionale dunque procede spedita, nonostante la trattativa tra le parti non sia di fatto

Collinette, VERTICE IN PREFETTURA - ora progetto per la messa in Sicurezza

Perchè non è stata fatta partecipare una delegazione delle mamme? Quale imbroglio volete fare?

Le collinette devono sparire 

Le scuole ai tamburi devono riaprire

Nessuna altra soluzione è accettabile!


Vertice in Prefettura con ISPRA, ARPA, ASL e Comune. Ilva in AS entro 15 giorni redigerà progetto. Apertura scuole già a settembre?


Proficuo incontro questo pomeriggio in Prefettura sulla questione riguardante le così dette ‘collinette ecologiche‘. A coordinare l’incontro il Prefetto di Taranto dott.ssa Antonella Bellomo che ha visto intorno al tavolo di confronto, richiesto nei giorni scorsi dal sindaco Rinaldo Melucci (presente al vertice), i tecnici di ISPRA, ARPA Puglia, ASL di Taranto e i Commissari Straordinari di Ilva in Amministrazione Straordinaria.
Nella riunione sono stati valutati innanzitutto i risultati delle analisi aggiuntive che Arpa Puglia ha condotto sulla qualità dell’aria presso i plessi scolastici “Deledda” e “De Carolis”, sulla scorta dell’Ordinanza sindacale n. 9 del 2019, che prendendo le mosse dai provvedimenti di sequestro

Questa mattina incontro ai corsi di formazione dello Slai cobas sc con operai Ilva AS in cig

Sulla inutilità dei corsi per rientrare al lavoro in fabbrica lasciamo nei prossimi giorni la parola agli stessi operai. 

Nel breve incontro nella mezz'ora di pausa degli operai la rappresentante dello Slai cobas ha detto: AM, mettendo in cassintegrazione dal prossimo lunedì 1400 operai assunti, ha di fatto chiuso ogni possibilità di rientro in fabbrica per i cassintegrati.
Senza lotta prolungata nessuna illusione! 
Nessuna illusione anche verso il governo, Di Maio; sono dalla parte dei padroni e non faranno nulla per difendere lavoro e ambiente. Di Maio non metterà affatto in discussione l'accordo. E ilricatto di AM ha buon gioco.
I sindacati si dividono tra chi, i confederali, appoggia ArcelorMittal sulla questione immunità penale; e chi, Usb, appoggia Di Maio. Non faranno alcun "braccio di ferro" reale con ArcelorMittal, perchè farlo vorrebbe dire ritirare la firma dell'accordo illegittimo del 6 settembre.

Era possibile difendere il lavoro, usando anche tanti strumenti: dal pensionamento a 25 anni di lavoro, al prepensionamento per l'amianto e i lavori usuranti, alla riduzione dell'orario di lavoro, ecc. - come indicava lo Slai cobas. Ma nessuno, neanche i sindacati, lo ha fatto!

Il ricatto di AM di andar via viene usato per fare quello che vuole; l'Ilva di Taranto è una postazione strategica nelle guerra commerciale mondiale, ma deve garantire profitti. Senza una reale lotta sindacale da parte degli operai è AM che decide come e quando garantire i profitti, scaricando la crisi dell'acciaio sugli operai.

Ora, però, gli operai in cassintegrazione NON HANNO NULLA DA PERDERE! 
Hanno la lotta da fare, insieme a ricorsi contro l'insieme dell'accordo.

Le lamentele, le denunce che gli operai fanno, anche stamattina, devono trasformarsi in azione.
Attualmente vi sono due colline: quella ddei padroni (ArcelorMittal + tutti gli altri: Boccia, Federmeccanica) che fanno quello che vogliono, senza trovare alcun contrasto; quella degli operai che invece non è ferma. Occorre ora provare a rovesciare questa situazione!

La Lezzi M5stelle altro personaggio in cerca di autore che fa il Ministro... Immunità sì, immunità no... Siamo contro, siamo a favore... Balle e capriole per nascondere la realtà dei fatti: ArcelorMittal non ha da preoccuparsi sull'immunità penale

Stiamo facendo gli investimenti in una città che con il siderurgico era stata votata al sacrificio per il Pil nazionale. È giusto che Taranto vi contribuisca, ma può farlo anche con altri investimenti che guardino al futuro. È una bella città di mare di cui si parla solo per l’ex-Ilva, ma ha, per esempio, una lunga tradizione nell’attività di mitilicoltura, che non può essere dimenticata“. E’ quanto ha

I parlamentari 5Stelle locali cascano sempre dal pero... o sono deficienti o complici di ArcelorMittal - Chi li sostiene e li incontra, come l'USB, perde il suo tempo

Turco (M5S): “ArcelorMittal taglia commesse a imprese locali? Così non ci siamo”



ArcelorMittal sta tagliando le forniture di diverse imprese locali? Se lo chiede il sen.Mario Turco (M5S): “Sono molte le sollecitazioni che sto ricevendo in questi giorni e che vanno in questa direzione. Se questo dovesse essere confermato è chiaro che l’azienda stia contravvenendo all’annunciato spirito di sostegno e crescita economica dell’indotto e dell’intero territorio. Tra l’altro risulterebbe anche che alcuni servizi complementari alla gestione degli approvvigionamenti di

Nel nuovo numero di 'proletari comunisti' l'analisi di parte proletaria della crisi mondiale e della crisi dell'acciaio - ArcelorMittal

Lo trovi presso la sede di via L.Andronico, 47 TA o lo richiedi a pcro.red@gmail.com

Dopo il 19 giugno al carcere di Taranto prosegue la battaglia con un bollettino nazionale l'azione di Soccorso Rosso proletario - richiedi a srpitalia@gmail.com

Le balle di Di Maio/M5Stelle/USB - Ex Ilva, AM l’immunità resta. Decadrà nel tempo proprio come voleva ArcelorMittal




Stralci dal Corriere di Taranto di Gianmario Leone

Il decreto legge del 30 aprile 2019 n. 34 Misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi“, più conosciuto come ‘Decreto Crescita‘, approvato venerdì scorso dalla Camera dopo che il Governo ha posto la fiducia, non ha visto tra le modifiche agli articoli una revisione del famoso art. 46. Riguardante una norma sull’ex Ilva, per ‘abolire’ la così detta ‘immunità penale’.
Ricordiamo che il decreto dovrà essere commutato in legge entro il prossimo 29 giugno.
Dunque, il testo non ha subito alcuna modifica rispetto a come è stato presentato e approvato dal Consiglio dei Ministri e pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 2 maggio (Serie Generale n.100 del 30-04-2019).
Sul caso, come tutto ciò che riguardi l’ex Ilva, è stato fatto un gran caos mediatico che ha di fatto, ancora una volta, cambiato la realtà dei fatti. Una bagarre alla quale non si è sottratto nessuno ed alla quale hanno partecipato ministri, deputati, senatori, consiglieri regionali e governatore della Puglia, sindacati, consiglieri comunali, associazioni ambientaliste, giornalisti nazionali e locali. Tra chi sostiene che la norma sia stata cancellata, chi ritiene che sia rimasta tale e quale, chi la ritiene indispensabile e chi la ritiene incostituzionale. Come al solito tutti si ergono a eccellenti conoscitori della giurisprudenza, del diritto penale, dell’economia pur non avendo quasi mai alcun titolo e alcuna competenza per esprimere giudizi sensati. Ma tant’è.
(leggi il nostro articolo https://www.corriereditaranto.it/2019/05/02/mittal-immunita-penale-resta-cambia-lapplicazione3/)
La norma è stata riscritta, non abolita
La vicenda invece, se si fosse detta la verità in tutte queste settimane, è stata sempre la stessa sin dalla sua origine così come abbiamo scritto sin dal primo momento lo scorso 2 maggio. Restando puntualmente inascoltati.
La norma sulla così detta ‘immunità penale’ (tra l’altro dicitura che non è mai apparsa in alcun decreto legge ma ideato nel corso degli anni) è stata semplicemente riscritta. Questo significa che

martedì 25 giugno 2019

La Fiom unita ad ArcelorMittal sull'immunità penale

di Marco de’ Francesco

Perfino la Fiom è terrorizzata dalle decisioni del Governo, che sembrano orientate a una irrazionale brama distruttrice. ArcelorMittal non proseguirà i lavori senza scudo legale e potrebbe fermare la più grande acciaieria d’Europa. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Romano, capo della Fiom Puglia

Anche i sindacati ritengono che il Governo Conte stia rischiando di uccidere l’Ilva con il suo atteggiamento, il suo decretare confuso e mille pasticci dietro i quali c’è, anche, una non comprensione delle dinamiche industriali. Forse addirittura un’avversione. «Accordo in bilico, possibili reazioni a catena», dice a Industria Italiana il segretario generale della Fiom Cgil di Taranto e della Puglia Giuseppe Romano. A suo avviso gli ultimi avvenimenti hanno intaccato e destabilizzato l’architrave del patto concluso a settembre del 2018 al Mise su proposta governativa tra

Info - ArcelorMittal-sindacati, nuovo incontro su Cigo: nulla di fatto



Aggiornamento al prossimo 1 luglio. L'azienda conferma la volontà di far partire la cigo il 1 luglio. Chiesto incontro al MiSE

pubblicato il 25 Giugno 2019, 18:19
È terminato senza il raggiungimento di alcuna intesa il nuovo incontro tra azienda e sindacati sulla Cassa integrazione ordinaria annunciata da ArcelorMittal per 1395 lavoratori dello stabilimento di Taranto a partire dall’1 luglio e per 13 settimane, salvo proroghe, annunciata lo scorso 5 giugno dalla multinazionale dell’acciaio. Per questo la riunione è stata aggiornata proprio al primo luglio, essendo le parti ancora distanti.
Tale incontro non ha prodotto alcun avanzamento tra le parti, permangono infatti ancora tutte le

USB E DI MAIO UNITI NELLA "LOTTA"... - la pensiamo in maniera radicalmente differente


info - Tavolo Istituzionale Taranto: presentato lo stato di avanzamento della bonifica

lo stato di avanzamento degli interventi di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione dell’area SIN e dell’Area dichiarata ad elevato rischio di Crisi Ambientale di Taranto sono stati al centro dell’intervento del Commissario, Vera Corbelli, nel corso dei lavori per il Tavolo Istituzionale Permanente per l’area di Taranto, insieme all’annuncio della firma dell’accordo Area Vasta che contempla interventi, del valore complessivo di 12 milioni di euro, nei 4 comuni di Crispiano, Massafra, Montemesola e Statte. Il Commissario Corbelli ha inoltre focalizzato l’attenzione sulle azioni di monitoraggio delle risorse acqua e suolo, per le quali è stato elaborato uno specifico

Info - video dal presidio all'ArcelorMittal di ieri, 24 giugno - prima un breve intervento a Studio 100 dello Slai cobas e quindi gli interventi delle associazioni che hanno fatto il presidio