mercoledì 30 novembre 2016

Ilva - l'ultima sparata di Renzi per vincere il referendum a Taranto - Riva è BABBO NATALE -

Ilva, Renzi: oltre 1 mld
da fine negoziazione Riva


Ilva
TARANTO - "In queste ore si è conclusa la negoziazione tra la famiglia Riva e Ilva e oltre 1 mld arriveranno dalla famiglia Riva come compensazione grazie al lavoro di tutte le autorità. Questi soldi, alla fine quasi 1,3 mld, andranno a risanare Taranto e l'Ilva". Lo annuncia Matteo Renzi in diretta social da Palazzo Chigi":

Per le bonifiche dell'ILVA e delle aree inquinate
già l'inchiesta Todisco quantificava in 8 miliardi il necessario

Se il processo RIVA ANDASSE VERAMENTE AVANTI
CI VORREBBERO TANTI TANTI SOLDI PER RISARCIRE LE PARTI CIVILI

PER ORA NON CI SONO NE' L'UNO NE' L'ALTRO

martedì 29 novembre 2016

ANCHE DI TARANTO, LE DONNE PROLETARIE IN PARLAMENTO E AL MINISTERO DEL LAVORO IL 25 NOVEMBRE


Il Quaderno consegnato negli incontri
Il 25 novembre, durante la manifestazione a piazza Montecitorio delle lavoratrici, di assedio al Parlamento, in rappresentanza di tutti i Palazzi del Potere, le donne hanno strappato due incontri con il consigliere politico della Boldrini e con il Ministero del Lavoro.
Questi incontri, fino al giorno prima assolutamente non fissati, sono stati il risultato solo della combattività subito espressa nella manifestazione di fronte al Parlamento dalle lavoratrici, precarie, disoccupate, madri di ragazze uccise dagli uomini, ecc.
Ed è il carattere di questa combattività, frutto delle lotte che le donne proletarie fanno ogni giorno nei loro territori e posti di lavoro, che è entrata anche negli incontri.
Volevano ristrette delegazioni, ma noi abbiamo imposto che le delegazioni fossero larghe, perchè fossero rappresentative di città e settori di donne.
Al Parlamento, con la scusa che eravamo tante per stare in una loro stanza (cosa assolutamente ridicola!) volevano che l'incontro si tenesse fuori dal parlamento e rapidamente, ma noi abbiamo                                                                                        detto tassativamente di NO e siamo tutte entrate.
Negli incontri hanno parlato tante lavoratrici, disoccupate, una madre di una ragazza uccisa, dando con calore, rabbia, orgoglio delle loro lotte, un quadro vivo della loro condizione e di ciò che vogliamo/pretendiamo.
Abbiamo consegnato il Quaderno: "Cahiers de doléances", che raccoglie/racconta le condizioni di vita, di lavoro/non lavoro delle donne, gli attacchi che subiscono, i duri dati di sfruttamento, oppressione, femminicidi, che grondano di sangue e sudore; abbiamo presentato una piattaforma con le istanze che vengono dalle lotte delle donne.
Abbiamo detto che su tutto questo non vogliamo sentire le loro parole ipocrite, ma vogliamo risposte, altrimenti la lotta delle donne sarà sempre più grande e dura.
Questo lo abbiamo detto sia al parlamento, attaccando il misero tentativo del consigliere della Boldrini di mettere le mani avanti dicendo che le "competenze della presidente della Camera erano solo quelle di far rispettare le procedure in parlamento e non può fare altro"; sia al Ministero del Lavoro dove abbiamo trovato una quasi imbarazzante apertura, comprensione, attenzione (siamo vicino al referendum?).
In entrambi gli incontri abbiamo stoppato la loro proposta di sottoporre il dossier con la piattaforma alla Boldrini e al sottosegretario del Lavoro e poi farci sapere; ma abbiamo detto che vogliamo parlare noi direttamente con loro e che devono fissare questo tipo di incontri.
Abbiamo, quindi, concluso gli incontri, comunicando che il 20 dicembre saremo nuovamente a Roma, dove è già fissato un altro incontro con il Ministero del Lavoro.

Invito al cimitero s.brunone ore 11 del 2 dicembre 2016

Comunicato stampa
nel quadro dello stato di agitazione  in corso il 2 dicembre alle 11 al cimitero s.brunone
incontro dei lavoratori cimiteriali con altre realtà lavorative interessate alle bonifiche,
rappresentanze di tamburi, ambientalisti
info 347-1102638
Slai COBAS per il sindacato di classe
Sede legale: via Rintone, 22 – 74100 Taranto T/F 0994792086 – 3475301704 –slai cobasta@gmail.com

TA 21 novembre 2016

alla Commissaria alle Bonifiche
 
Dottoressa Corbelli

al Sindaco di Taranto e agli Assessori interessati


epc a S.E il Prefetto di Taranto


alla Coop.Kratos


loro sedi

L' assemblea generale al cimitero s. brunone cuore dei tamburi e delle bonifiche non effettuate hanno deciso di dire basta alle attese e alle cerimonie.
Vogliamo incontri seri per procedere al piano di bonifica del Cimitero, un piano che esiste sulla carta ma che non è cominciato con grave nocumento per la salute dei lavoratori del cimitero e dei cittadini
Da martedi 22 novembre parte lo stato di agitazione, con richiesta urgente di incontro alla commissaria alla bonifica dottoressa Vera Corbelli, a cui vorremmo la presenza anche dell'amministrazione comunale e la cooperativa Kratos per cui lavorano i cimiteriali.

Nel corso dello stato di agitazione è prevista una assemblea al cimitero con invito ai cittadini di tamburi e alle associazioni ambientaliste.

Se l'incontro chiarificatore non sarà convocato o non darà risultati soddisfacenti
il 6 dicembre il cimitero sarà bloccato in tutti i servizi

Lavoratori cimiteriali coop Kratos cimitero s.brunone

slai cobas per il sindacato di classe taranto
Palatrasio Ernesto
21 novembre 2016
info 347-1102638

lunedì 28 novembre 2016

Anche Federica "c'era alla manifestazione a piazza Montecitorio" - Non basta l'educazione... serve la "RIBELLIONE DELLE DONNE" - Dalla piattaforma presentata a Roma

Federica uccisa barbaramente il 7 giugno scorso insieme al suo bambino Andrea, è stata presente, come tante altre donne uccise a Taranto e in provincia, con tutte le donne, lavoratrici, disoccupate, precarie che hanno manifestato il 25 novembre a Roma in piazza Montecitorio, dicendo forte: "Contro tutte le violenze di padroni, governo, Stato, uomini che odiano le donne, scateniamo la nostra ribellione!". 

Anche a Taranto è la ribellione, il protagonismo diretto di lotta delle donne, delle ragazze che serve e deve organizzarsi. 
Convegni, seminari, che si sono sprecati a Taranto e in provincia intorno al 25 novembre, sono nella maggior parte ipocriti, o inutili, fatti spesso dalle stesse persone che governano la nostra vita, che contribuiscono o sono direttamente responsabili delle nostre condizioni di oppressione, di discriminazione, come di grande e piccole violenze quotidiane. 

I genitori di Federica, coraggiosamente, sono andati all'Università, nelle scuole - mentre hanno fatto sentire a Roma la loro voce con una lettera che abbiamo letto in piazza. 
Ma noi diciamo che non basta un'azione di educazione; è tutta questa società che va cambiata
Per questo riprendiamo le parole delle studentesse dell'Ist. Liside, che hanno realizzato un video dal titolo "Parlare, denunciare... Reagire": "passare dalla paura. alla presa di coscienza, alla ribellione".
Noi a Roma abbiamo detto in uno striscione: 
Noi donne non dobbiamo avere paura LA LOTTA DELLE DONNE DEVE FARE PAURA

DALLA PIATTAFORMA PRESENTATA IN PARLAMENTO IL 25

- Allontanamento dai luoghi di lavoro per tutti coloro, capi, padroni, ecc. - responsabili di molestie, ricatti, violenze sessuali, atteggiamenti razzisti, tutela delle lavoratrici denuncianti
- Interventi immediati contro i denunciati per violenze, stalking, maltrattamenti, con divieto di permanenza in casa, se familiari o conviventi
- Procedura d’urgenza nei processi per stupro e femminicidi e accettazione delle parti civili di organizzazioni di donne, con patrocinio gratuito per le donne.
- No alla legge su femminicidi e stalking che non difende la libertà delle donne, le pone “sotto controllo”

25 NOVEMBRE A PIAZZA MONTECITORIO... E NOI CONTINUIAMO...- DA TARANTO LAVORATRICI, DISOCCUPATE... - Stiamo preparando una serata a Taranto per raccontare, far vedere, far partecipare anche chi non è venuta, la manifestazione, gli incontri fatti...

Le lavoratrici, precarie, le ragazze disoccupate, le donne proletarie che sono venute, da Milano, Taranto, L'Aquila, Roma, Bologna, Bergamo, ecc, e in tante da Palermo, in piazza Montecitorio, insieme ad altre che volevano stare a Roma, ma non sono potute venire per mancanza di soldi, per i padroni che non le concedono neanche in questo giorno una ferie, per le tante varie catene che le legano all'assistenza dei familiari, ecc. ma che comunque hanno mandato messaggi, foto, hanno fatto, come a Palermo, un presidio in contemporanea, tutte hanno detto nella manifestazione del 25 novembre: "NOI TORNEREMO!".
Noi che ogni giorno siamo in lotta contro tutte le violenze reazionarie contro le donne, contro i padroni, contro il governo Renzi, contro lo Stato, in tutte le sue Istituzioni, contro gli uomini fascisti che stuprano e uccidono, anche a Roma abbiamo appena iniziato ad assediare i Palazzi del potere, i responsabili di questo sistema di guerra infinita contro noi donne.


Noi non vogliamo solo una "marea", vogliamo che la marea di donne vi sommerga...
E gli interventi, gli slogan, fatti ininterrottamente, sono stati come delle lance di sfida contro i veri nemici della nostra vita.

A Piazza Montecitorio sono state anche rappresentanti delle madri coraggiose, che di fronte alle figlie uccise portano avanti la battaglia... e in questa maniera le figlie VIVONO..., è stata la madre di Nicole uccisa a 23 anni a Roma, come è stata, sia pur con una sua lettera, la madre di Federica, uccisa con il suo bambino a Taranto.



Abbiamo portato la voce forte delle donne che resistono alla repressione, e la solidarietà a chi denuncia gli stupratori e i loro avvocati e viene processata, alle compagne decine e decine di volte arrestate, condannate della No Tav, a Nicoletta Dosio, che non accetta la (in)giustizia borghese.


Le donne proletarie hanno dichiarato ancora una volta il loro impegno al fianco delle sorelle che combattono in prima fila nella lotta, nelle guerre popolari contro i regimi fascisti, massacratori, "stupratori e torturatori legali", contro l'imperialismo, come in India.
*****
E' stata questa manifestazione diversa, combattiva, ha "convinto" nei Palazzi a fare gli incontri, che fino al giorno prima ci avevano negato (di cui parleremo a parte).

Ora verso un nuovo sciopero delle donne!

Noi in Italia abbiamo già lanciato questa scintilla, presa in mano da più di 20mila lavoratrici, precarie, immigrate... Questa ora comincia ad estendersi in altri paesi, dalla Polonia, all'Argentina, alla Francia.

Anche il 25 novembre in tante realtà, Bologna, Genova, Venezia, Gorizia, Milano, Modena, Reggio Emilia, ecc. (solo per quelle di cui abbiamo avuto notizie ufficiali) le lavoratrici hanno scioperato, scuole sono state chiuse per sciopero... (benchè fosse stato indetto in questo caso lo sciopero solo per dare copertura sindacale alle lavoratrici che non andavano al lavoro), mostrando come questa arma di lotta sia voluta dalle donne.
Chi oggi esalta lo sciopero delle donne degli altri paesi, in Italia quando c'è stato ha voltato la testa dall'altra parte. Si agita lo slogan 'facciamo come..', poi, quando concretamente queste forme di lotta 'storiche' si fanno in Italia, non si supportano o non vengono valorizzate o, ancora peggio, vengono contrastate.
Ma ora, non può essere ancora così.

Per questo, nella grande manifestazione del 26, abbiamo portato l'indicazione: "Contro tutte le violenze di padroni, governo, Stato, uomini che odiano le donne, le donne proletarie chiamano allo sciopero delle donne". 

Lo sciopero delle donne, l'autorganizzazione del femminismo proletario sono le tappe attuali del percorso della nostra liberazione, che deve essere rivoluzionario.

venerdì 25 novembre 2016

Ilva - la barzelletta dei fondi di Riva per le bonifiche dello stabilimento non fa più ridere

Intanto saltano i fondi per l'emergenza sanitaria...

Insomma, fino a quando dobbiamo accettare che padroni, governo, sindacati confederali, giornali locali, parlamentari PD ci prendano in giro e ci ribadiscano che questa fabbrica si bonificherà il mese di mai, dicendo di fatto che operai e cittadini possono ammalarsi e morire in pace?


Non saranno le colorite marce pacifiche che ci salveranno, nè salveranno l'anima di ambientalisti e oppositori in questa città.

Slai cobas per il sindacato di classe Taranto

Chi sarebbero i padroni indiani - Striscioni e locandine all'Ilva e in città


Cementir - Sì dei sindacati confederali all'azienda... e vai con gli esuberi...


Taranto 25 novembre
L’incontro di Roma al Ministero tra sindacati confederali e azienda ha registrato il SI dei sindacati confederali di Taranto.
Si accettano gli esuberi, si chiede un anno di cassa integrazione straordinaria, che a Taranto spettava comunque senza il bisogno del loro intervento, si chiede alla Regione di lavorare per il ricollocamento degli esuberi.
Lo slai cobas per il sindacato di classe riafferma il suo totale disaccordo con questa impostazione!
L’azienda deve fare un piano industriale e non essere aiutata negli esuberi e nella chiusura.
Si conferma quello che abbiamo detto sin dall’inizio:
alla Cementir i sindacati confederali già dall’accordo del 2013 stanno accompagnando il morto e favorendo la chiusura di una altra azienda a Taranto.
Bisogna uscire dai sindacati confederali se si vuol fare una lotta seria per il lavoro, che preveda anche l’occupazione della fabbrica.
Nel frattempo prepariamo un ricorso legale di massa
Questa azienda, che come gruppo fa profitti e delocalizza il lavoro, deve tenersi i lavoratori.
Senza questo le deve essere revocato subito ogni aiuto e ogni concessione al porto.
Slai cobas per il sindacato di classe
Taranto info 3471102638

giovedì 24 novembre 2016

25 NOVEMBRE - NO A SEMINARI IPOCRITI E OFFENSIVI PER LE DONNE

Domani, 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sessuale sulle donne, 
NON VOGLIAMO SEMINARI su noi donne, ipocriti e offensivi, fatti da forte dell’ordine che sono corresponsabili, a Taranto come a livello nazionale, dei femminicidi, con il loro menefreghismo sulle denunce delle donne; o fatti da assessori, come la Gina Lupo, che ogni giorno fanno violenza alle lavoratrici e disoccupate, donne di Taranto, negando loro il lavoro o contratti dignitosi (vedi lavoratrici degli asili), o non muovendo un dito verso le donne che si ammalano e muoiono per l’inquinamento.

GIOVEDI' ROSSI - IL POSTO DELL'IMPERIALISMO NELLA STORIA

Questo stato di putrefazione dell'imperialismo“potrà magari durare per un tempo relativamente lungo... ma infine sarà fatalmente eliminato”.

Siamo arrivati con questo all'ultimo capitolo del libro "L'Imperialismo di Lenin". 
Continueremo a dicembre con una sintesi di questo capitolo e interventi di lettori che ci giungono.
Poi chiuderemo questo secondo importante e fortemente attuale ciclo di Formazione Operaia, e... all'anno nuovo, NOVITA'!


Lenin nell'ultimo capitolo de L'Imperialismo fa una sorta di riassunto generale per collocare esattamente il posto che l'imperialismo occupa nella storia. Ne traccia il suo essere il passaggio dall'ordinamento capitalista ad un più elevato ordinamento sociale ed economico e come esso sia il frutto del capitalismo monopolista.

Per essere preciso Lenin dettaglia i tipi di monopolio, o meglio, le 4 forme di essere del monopolio.
Il monopolio sorse dalla concentrazione della produzione in uno stadio assai elevato di essa. Si formarono allora associazioni monopolistiche di capitalisti: cartelli, sindacati, trust (oggi diremmo, multinazionali - ndr)”. Questo fenomeno si determina nei paesi capitalisti più avanzati ed è un carattere comune di essi, sia quando questa formazione avviene in paesi con alti dazi protettivi, sia

PER LA MORTE IN ILVA DI GIACOMO CAMPO ANDARE A FONDO NELLE RESPONSABILITA' DEI COMMISSARI E DEI CAPI DELL'AREA

Un operaio Ilva intervistato su "Il Fatto quotidiano" aveva denunciato:
“Ho chiamato il responsabile dei gruisti intorno alle sette del mattino. Gli ho detto di venire al ‘reparto stock house afo 4’ per occuparsi del ‘contro-peso’. Lui mi ha risposto che era stato già avvertito, che stava arrivando, ma quando s’è presentato con la gru, purtroppo, la tragedia era già avvenuta: erano quasi le 8. Giacomo era già morto stritolato, schiacciato tra il nastro e il rullo. Qualcuno ha deciso di avviare la pulizia prima che la gru bloccasse il contrappeso, allentandone la tensione del nastro, fermandone qualsiasi movimento. Immagino che sia accaduto per liberare subito il nastro, per avviare la manutenzione, la sostituzione del pezzo da riparare, per ripristinare il prima possibile la messa in marcia e la produzione.
Nopn riesco a darmi un'altra spiegazione. Giacomo non avrebbe dovuto essere lì dov'era, perchè era oltre i passamani, cioè le barriere di sicurezza: quindi li ha dovuti scavalcare. Perchè? E chi gli ha detto di fare le pulizie proprio lì?".

Taranto Cementir-Ilva, se son padroni, son sfruttatori, inquinatori, truffatori e infine... licenziatori

Demoliamo le illusioni sul sindacalismo confederale
prendiamo nelle nostre mani e uniamo la nostra lotta.
Costruiamo il sindacato di classe e di massa.
Lottiamo per rovesciare i padroni, il loro stato, il loro governo

Taranto
Smaltimento rifiuti dell'Ilva, a giudizio i vertici Cementir il 7 marzo la prima udienza
Inizierà il 7 marzo il processo nei confronti dei vertici della «Cementir Italia spa» finiti alla sbarra nell’inchiesta avviata dopo il sequestro nel cementificio di Taranto di diverse discariche non autorizzate destinate allo stoccaggio, direttamente a contatto con il suolo, di rifiuti anche pericolosi come la loppa d’altoforno non deferrizzata, clinker e rottami ferrosi provenienti dalla vicina Ilva.
L’inchiesta condotta dal sostituto procuratore della Repubblica Lanfranco Marazia ha coinvolto Mario Ciliberto, all’epoca dei fatti legale rappresentante della «Cementir Italia spa» e Mauro Ranalli, direttore dello stabilimento ionico, accusati di aver realizzato e gestito le aree dove venivano stoccati i rifiuti. Non solo. Per Ciliberto e Ranalli e per gli altri due indagati, Leonardo Laudicina e Paolo Graziani, direttori tecnici dello stabilimento tarantino, il pm Marazia ha contestato l’ipotesi di reato di truffa, perché in concorso tra loro, gli indagati avrebbero presentato una richiesta di Autorizzazione integrata ambientale depositando «documentazione attestante fatti non veritieri sui quantitativi di rifiuti in possesso dell’azienda e – si legge nell’carte dell’inchiesta – nell’omettere informazioni doverose sui siti ove giacevano gli stessi all’interno del perimetro dell’opificio industriale “Cementir” sede di Taranto».
Secondo la Procura, quindi, i vertici dell’azienda avrebbero depositato documenti falsi per ottenere l’Aia e avrebbero così indotto «in errore gli Organi di Vigilanza della pubblica amministrazione deputati all’esercizio delle funzioni di controllo, anche in riferimento alla constatazione e accertamento delle condizioni previste per il pagamento del tributo speciale, nonché le amministrazioni (regionale e provinciale) destinatarie dello stesso». Insomma la realizzazione senza autorizzazione di queste discariche sconosciute alle amministrazioni pubbliche, nelle quali, secondo il pm Marazia, avrebbero stoccato un totale di 14.532 tonnellate di loppa d’altoforno, secondo la Procura di Taranto avrebbe da un lato consentito alla Cementir di conseguire un guadagno illegittimo di 217mila euro per il mancato pagamento del tributo speciale a Regione e Provincia, e un danno della stesso valore per le amministrazioni pubbliche. Durante l’udienza preliminare decisiva potrebbe essere stata la perizia redatta dall’espertaSimona Sasso dell’Arpa che ha confermato la tesi accusatoria del pm Marazia sostenendo nella sua relazione che la loppa era da considerare un rifiuto e non sottoprodotto come invece avveniva per la Cementir Italia.

Il giudice per le udienze preliminari Pompei Carriere, infine, ha rinviato a giudizio anche la stessa Cemetir Italia spa ai sensi della legge 231 del 2001 come richiesta dal pm Marazia che ha affermato nell’accusa che il reato di truffa era stato «commesso nell’interesse o comunque a vantaggio dell’ente» da soggetti «preposti alla direzione dell’unità organizzativa autonoma, sul piano finanziario e funzionale, costituita dalla sede produttiva di Taranto

A Roma 25 novembre in Piazza Montecitorio – dalle 9.30 in poi

 Comunicato alla stampa - info 3475301704

Roma 25 novembre – in Piazza Montecitorio – dalle 9.30 in poi

Delegazioni e rappresentanti delle donne lavoratrici, precarie e disoccupate dal nord e dal sud  porteranno  in questa giornata la loro determinazione di lotta contro tutte le violenze contro le donne, esercitate da questo sistema, dai padroni grandi e piccoli sui posti di lavoro, dai governi di questi anni che con le loro leggi hanno peggiorato la condizione della maggioranza proletaria delle donne sui posti di lavoro, nei quartieri, nelle case, tagliando spese e servizi sociali essenziali - dagli asili alle pensioni, ai diritti alla loro salute sul territorio, pensiamo alle donne dei quartieri di Taranto e delle città inquinate –  mentre continuano attacchi al diritto di aborto e attacchi razzisti che colpiscono due volte le nostre sorelle immigrate; vogliamo, andando in Piazza Montecitorio-parlamento, simbolicamente assediare i Palazzi, dare una indicazione a tutte le donne,  alle decine di migliaia della manifestazione nazionale del 26 novembre: vogliamo proseguire la strada dello sciopero delle donne, da noi avviata il 25 novembre del 2013 e ancora nell'8 marzodi quest'anno, sciopero delle donne oggi, dilagante in diversi paesi del mondo; vogliamo avanzare lungo la strada del femminismo proletario – di classe e di genere – e la marcia verso la nostra rivoluzione come unica soluzione.

martedì 22 novembre 2016

Al referendum votiamo NO - Ma non sarà un referendum vinto che caccerà Renzi e la sua banda... e poi noi non vogliamo Salvini, Berlusconi, Grillo ecc.

Lo Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto invita a votare NO
al referendum.
Perchè Renzi vuole cambiare in peggio la Costituzione per affermare un
Senato di nominati e un governo che imponga senza ostacoli le sue leggi
e in particolare la sua politica antioperaia e antipopolare.

Questo varrebbe non solo oggi che c’è Renzi, anche un domani se ci fosse
un Grillo, un Salvini, ecc.

Il NO dello Slai cobas per il sindacato di classe è quindi un No a Renzi
ma anche a Salvini, Berlusconi, Grillo, ecc. e a ogni governo dei padroni.

Nello stesso tempo noi non pensiamo che la Costituzione che abbiamo ora
sia la migliore possibile.

Noi vogliamo una nuova Costituzione che garantisca effettivamente i
diritti dei lavoratori e delle masse popolari, e garantisca ad essi
innanzitutto il potere di decidere.

Questo non si conquista con un referendum ma, pensiamo, serva una Nuova
resistenza

Parte oggi lo stato di agitazione al Cimitero... quando arriva la bonifica, signori del palazzo?

TA 21 novembre 2016

alla Commissaria alle Bonifiche
Dottoressa Corbelli

al Sindaco di taranto e agli Assessori interessati

pc
al S.E il Prefetto di Taranto
alla Coop.Kratos


oggetto: richiesta di incontro urgente

L' assemblea generale al cimitero s. brunone, cuore dei tamburi e delle bonifiche non effettuate, ha deciso di dire basta alle attese e alle cerimonie.
Vogliamo incontri seri per procedere al piano di bonifica del Cimitero; un piano che esiste sulla carta ma che non è cominciato con grave danno per la salute dei lavoratori del cimitero e dei cittadini.
Da martedi 22 novembre parte lo stato di agitazione, con richiesta urgente di incontro alla commissaria alla bonifica, dottoressa Vera Corbelli, a cui vorremmo la presenza anche dell'amministrazione comunale e della cooperativa Kratos per cui lavorano i cimiteriali.

Nel corso dello stato di agitazione è prevista una assemblea al cimitero con invito ai cittadini di tamburi e alle associazioni ambientaliste.

Se l'incontro chiarificatore non sarà convocato o non darà risultati soddisfacenti,
il 6 dicembre il cimitero sarà bloccato in tutti i servizi

lavoratori cimiteriali coop Kratos cimitero s.brunone
slai cobas per il sindacato di classe taranto
Palatrasio Ernesto
21 novembre 2016
info 347-1102638

Al processo Ilva sembra che tutti - Procura compresa? - stanno lavorando per la conciliazione a perdere

Non ce ne staremo zitti di fronte ai patteggiamenti!
Noi vogliamo giustizia e risarcimenti!
 
comunicato stampa
in occasione del processo Ilva  che riprende il 6 dicembre l’avvocato delle parti civili avv. Bonetto del foro di Torino incontrerà lavoratori e cittadini alle ore 17.30 del 5 dicembre, presso la sede dello Slai cobas sc via Rintone 22 Taranto.
Importante il 5 la puntualità
Importante la presenza al processo del 6 dicembre
347-5301704
L’incontro come sempre è aperto a tutti i lavoratori e cittadini che vogliano partecipare.

A Roma il 25 porteremo la protesta delle donne dei Tamburi contro padroni, governo, istituzioni locali che uccidono le nostre vite e quelle dei nostri familiari - Questa sera conferenza stampa sulla manifestazione delle lavoratrici ore 17,30 presso sede Slai cobas v. Rintone, 22


lunedì 21 novembre 2016

Anche Stefano, come Cito, dota i vigili di armi - SINDACO, CAPO DEI VIGILI, E GLI STESSI VIGILI CHE USASSERO LO SPRAY URTICANTE DEVONO ESSARE FERMATI E DENUNCIATI

Pasquinelli: legame rischio tumore e perdita di salario/lavoro - altro che legame salute/lavoro

Alla Pasquinelli avviene esattamente il contrario di quello che anche il Comune dice per Taranto, che vi deve essere un legame tra difesa della salute e del lavoro.
Alla Pasquinelli/Amiu, infatti, di cui il Comune è unico socio e quindi direttamente responsabile, non solo i lavoratori de L'Ancora che fanno la selezione della differenziata sono costantemente a rischio salute - anche oggi è passato sul nastro l'amianto e i lavoratori si sono dovuti fermare - ma per le giornate di bonifica dall'amianto (dove la parola "bonifica" è un eufemismo...) perdono lavoro e salario.
L'Amiu neanche rispetta il contratto che parla di occupazione dei lavoratori in altri servizi equivalente nelle 48 ore successive.

I lavoratori, come si dice a Taranto, non devono essere "cornuti e mazziati".
Le giornate di fermo per colpa dell'Amiu che fa arrivare sul nastro l'amianto come altro materiale pericoloso, i lavoratori devono fare altri lavori e, comunque, NON DEVONO PERDERE IL SALARIO!

25 nov. delegazione di lavoratrici, disoccupate da Taranto a Roma

Martedi 22 novembre alle ore 17.30 presso la sede dello slai cobas taranto via Rintone 22 conferenza stampa per presentare l’iniziativa - info 3475301704

Il 25 novembre   - giornata internazionale contro la violenza alle donne - una delegazione di lavoratrici, precarie, disoccupate, da Taranto andrà a Roma in piazza Montecitorio dalle ore 9,30, per assediare i Palazzi del potere, il parlamento.

Noi donne lottiamo ogni giorno per il lavoro, il salario, contro le discriminazioni, lottiamo nelle cooperative contro contratti vergognosi che ci offendono, contro le violenze e molestie dei padroni, lottiamo nelle fabbriche contro chi vuole ridurre la nostra vita a macchina per il suo profitto e ogni giorno toglie un pezzo della nostra vita; lottiamo nel commercio, nei pubblici esercizi, contro il lavoro nero, i licenziamenti, i ricatti; lottiamo come disoccupate contro l'umiliazione di trovare lavoro; lottiamo contro la schiavitù e le violenze sessuali di caporale e padroni nelle campagne, lottiamo nella scuola, nei call center, nelle lotte per la casa, nelle lotte sul territorio per la salute, ma questa nostra voce e soprattutto le nostre lotte restano inascoltate, anzi vengono silenziate, oscurate anche dai mass media.

Noi donne subiamo quotidianamente l'oscena violenza sessuale e la catena infinita di femminicidi. Qui invece alcuni mass media ne parlano ma quasi ponendosi al “capezzale” delle donne violentate e morte; o al massimo ne fanno un problema di “cultura”.
Nessuno, o pochissimi, lega questa violenza alla nostra condizione generale fondata sull'oppressione, che produce violenze sessuali e femminicidi.

Ed è proprio questa condizione generale che noi il 25 novembre vogliamo portare a Roma

Per le lavoratrici, precarie, disoccupate, immigrate...
Calderazzi Margherita – Taranto
3475301704 – mfpr.naz@gmail.comslaicobasta@gmail.com

Cementir - ora bisogna occupare la fabbrica

Ora bisogna occupare la fabbrica e mobilitare tutti i lavoratori e cittadini contro il piano di chiusura della Cementir.
Vogliamo che i lavoratori agiscano in prima persona, senza le mediazioni sindacali, perchè il lavoro si difende con la lotta vera e non con i rituali.
Se i lavoratori scelgono questa strada – noi siamo pronti a fare tutta la nostra parte
 
Slai cobas per il sindacato di classe taranto
slaicobasta@gmail.com - 3471102638
 
 
L’incontro a Roma – dove lo Slai cobas per il sindacato di classe della Cementir Taranto non è stato ammesso, nonostante la nostra richiesta - è finito in un nulla di fatto.
Le illusioni seminate dai sindacati confederali nazionali su Taranto, si sono rilevati tali.
 
Lo slai cobas Cementir ribadisce che è stato lo sciagurato accordo tra azienda e confederali del 2013, che diede via libera alla CIGS a fronte di un fumoso impegno del Gruppo a una ristrutturazione ("rewamping"), mai mantenuto, a segnare il passo per tutto il prosieguo della vicenda.
Quell'accordo è servito da copertura e apripista ai piani aziendali di liquidazione di fatto dello stabilimento.
All'epoca la Regione si impegnò perfino a cofinanziare la ristrutturazione e ammodernamento degli impianti - "ci costò fatica far passare quella delibera e oggi, con una diversa maggiornaza, un provvedimento simile sarebbe ancora più difficile da ottenere", ha subito avvertito il dirigente regionale. 
Oggi lo slai cobas chiede che la Regione si impegni realmente perchè alla Cementir non passi nessun esubero, in nessuna forma, e soprattutto per inchiodare l'azienda alle proprie responsabilità.
Non si può consentire che anche altri posti di lavoro siano persi nella realtà industriale di Taranto, già pesantemente penalizzata.Non si può permettere che il gruppo Cementir continui a fare profitti e in nome dell'internazionalizzazione si sbarazzi della produzione in Italia, lasciandosi alle spalle deserto occupazionale e devastazione ambientale e scaricando tutti i costi sui lavoratori e la popolazione.

Non servono ammortizzatori sociali senza un VERO E NON FINTO piano industriale che preveda l'occupazione di tutti gli operai.
Noi non vogliamo che la Cementir faccia la fine di tutte le altre aziende che su questo territorio stanno chiudendo e cuocendo a fuoco lento i lavoratori.