Le lavoratrici, precarie, le ragazze disoccupate, le donne proletarie che sono venute, da Milano, Taranto, L'Aquila, Roma, Bologna, Bergamo, ecc, e in tante da Palermo, in piazza Montecitorio, insieme ad altre che volevano stare a Roma, ma non sono potute venire per mancanza di soldi, per i padroni che non le concedono neanche in questo giorno una ferie, per le tante varie catene che le legano all'assistenza dei familiari, ecc. ma che comunque hanno mandato messaggi, foto, hanno fatto, come a Palermo, un presidio in contemporanea, tutte hanno detto nella manifestazione del 25 novembre: "NOI TORNEREMO!".
Noi che ogni giorno siamo in lotta contro tutte le violenze reazionarie contro le donne, contro i padroni, contro il governo Renzi, contro lo Stato, in tutte le sue Istituzioni, contro gli uomini fascisti che stuprano e uccidono, anche a Roma abbiamo appena iniziato ad assediare i Palazzi del potere, i responsabili di questo sistema di guerra infinita contro noi donne.
Noi non vogliamo solo una "marea", vogliamo che la marea di donne vi sommerga...
E gli interventi, gli slogan, fatti ininterrottamente, sono stati come delle lance di sfida contro i veri nemici della nostra vita.
A Piazza Montecitorio sono state anche rappresentanti delle madri coraggiose, che di fronte alle figlie uccise portano avanti la battaglia... e in questa maniera le figlie VIVONO..., è stata la madre di Nicole uccisa a 23 anni a Roma, come è stata, sia pur con una sua lettera, la madre di Federica, uccisa con il suo bambino a Taranto.
Abbiamo portato la voce forte delle donne che resistono alla repressione, e la solidarietà a chi denuncia gli stupratori e i loro avvocati e viene processata, alle compagne decine e decine di volte arrestate, condannate della No Tav, a Nicoletta Dosio, che non accetta la (in)giustizia borghese.
Le donne proletarie hanno dichiarato ancora una volta il loro impegno al fianco delle sorelle che combattono in prima fila nella lotta, nelle guerre popolari contro i regimi fascisti, massacratori, "stupratori e torturatori legali", contro l'imperialismo, come in India.
E' stata questa manifestazione diversa, combattiva, ha "convinto" nei Palazzi a fare gli incontri, che fino al giorno prima ci avevano negato (di cui parleremo a parte).
Ora verso un nuovo sciopero delle donne!
Noi in Italia abbiamo già lanciato questa scintilla, presa in mano da più di 20mila lavoratrici, precarie, immigrate... Questa ora comincia ad estendersi in altri paesi, dalla Polonia, all'Argentina, alla Francia.
Anche il 25 novembre in tante realtà, Bologna, Genova, Venezia, Gorizia, Milano, Modena, Reggio Emilia, ecc. (solo per quelle di cui abbiamo avuto notizie ufficiali) le lavoratrici hanno scioperato, scuole sono state chiuse per sciopero... (benchè fosse stato indetto in questo caso lo sciopero solo per dare copertura sindacale alle lavoratrici che non andavano al lavoro), mostrando come questa arma di lotta sia voluta dalle donne.
Chi oggi esalta lo sciopero delle donne degli altri paesi, in Italia quando c'è stato ha voltato la testa dall'altra parte. Si agita lo slogan 'facciamo come..', poi, quando concretamente queste forme di lotta 'storiche' si fanno in Italia, non si supportano o non vengono valorizzate o, ancora peggio, vengono contrastate.
Ma ora, non può essere ancora così.
Per questo, nella grande manifestazione del 26, abbiamo portato l'indicazione: "Contro tutte le violenze di padroni, governo, Stato, uomini che odiano le donne, le donne proletarie chiamano allo sciopero delle donne".
Lo sciopero delle donne, l'autorganizzazione del femminismo proletario sono le tappe attuali del percorso della nostra liberazione, che deve essere rivoluzionario.