giovedì 30 aprile 2015

Da Taranto alla manifestazione NOEXPO - CI risentiamo lunedì

Nei prossimi tre giorni questo blog sarà fermo.
Una delegazione del circolo proletari comunisti di Taranto parteciperà alla grande manifestazione nazionale contro l'Expo. 
Lunedì 4 maggio, riprende il blog, anche con il resoconto di Milano.

BUON 1° MAGGIO ROSSO E DI LOTTA A TUTTI!

Riflettere sul che fare nelle fabbriche - il testo per il 1° Maggio del circolo pc di Taranto - info e contatti pcro.red@gmail.com

1° Maggio proletario e comunista


Le condizioni odierne nel mondo e nel nostro paese della classe operaia e delle masse oppresse necessitano di una posizione di classe che rappresenti questa condizione oggettiva e soggettiva e indichi la via d’uscita secondo gli insegnamenti che negli anni l’esperienza di tutto il proletariato ha accumulato.

A milioni oggi i proletari si ribellano in tutto il mondo, e tra questi una parte cerca di organizzarsi per dare una risposta ad una situazione che si fa ogni giorno peggiore.
Come ci insegna Marx la classe operaia “possiede un elemento di successo: il numero; ma il numero non pesa sulla bilancia se non quando è unito in collettività ed è guidato dalla conoscenza”.

Sappiamo che senza un proletariato organizzato, e sopratutto nella sua massima espressione, il partito della rivoluzione, non solo non è possibile per le masse cambiare la propria condizione, ma si lascia spazio alle forze più reazionarie della borghesia, alle forze apertamente fasciste che si mettono a disposizione della borghesia per continuare a garantire i propri interessi e un sistema incancrenito che distrugge quotidianamente uomini e cose.

Nelle fabbriche italiane come la FIAT – oggi FCA - di Marchionne avanza e si consolida il moderno fascismo padronale che cancella diritti, organizzazione sindacale di classe, e rende sempre più in maniera ostentata l’operaio una appendice della macchina del profitto del capitale.

In ogni fabbrica grande e piccola, nei settori della logistica dove è concentrata una massa di nuovi operai immigrati padroni governo e Stato conducono una quotidiana guerra di classe di bassa intensità o dispiegata.

In fabbriche come l’Ilva di Taranto il capitale è arrivato alla punta più estrema della sua logica di distruzione di vite operaie e salute e vita nei territori operai mostrando il vero volto della produzione per il profitto sulla pelle e sul sangue dei lavoratori e delle masse.

Prendiamo una posizione chiara e ferma per rispondere ai padroni con la guerra di classe e con la lotta per abolire il sistema di produzione basato sul profitto.
Organizziamoci con tutte le masse oppresse contro il capitalismo, l’imperialismo e la reazione,

Facciamo appello alle avanguardie operaie, alle avanguardie di lotta ad unirsi e organizzarsi sempre più e meglio, liberandosi dell’opportunismo, del populismo demagogico e del movimentismo piccolo borghese.

Costruiamo gli strumenti necessari per rovesciare oggi il governo Renzi, ogni governo dei padroni e lo Stato borghese, il partito della classe operaia, il sindacato di classe, il fronte unito delle masse, la forza combattente.

Incoraggiamo le masse, le uniche che fanno la storia, a ribellarsi fino in fondo e farla finita con questo sistema
.
Circoli proletari comunisti – taranto via rintone 22-

pcro.red@gmail.com - tel. 3471102638

blog: http://proletaricomunisti.blogspot.it/

All'Ilva di Taranto un primo maggio proletario, comunista, internazionalista

Il 29 aprile alle 6 del mattino una squadra di proletari comunisti Taranto ha tenuto il primo maggio operaio alla portineria A - nel quadro di analoghe iniziative in altre fabbriche importanti in Italia.
Striscioni, bandiere di proletari comunisti e dello slai cobas per il sindacato di classe, locandine e un comizio volante, mentre veniva distribuito il foglio speciale di 'proletari comunisti'.
Circa un centinaio di operai ha seguito l'iniziativa con interesse;
mentre analoghi striscioni e locandine sono stati affissi alla portineria D Ilva e alla portineria delle ditte dell'appalto
Nel comizio volante sono stati riassunti i temi di questo primo maggio.
In tutto il mondo operai e masse popolari scendono in piazza in grandi manifestazioni e in molti paesi queste manifestazioni diventano scontri con le forze degli stati imperialisti e capitalisti
Gli operai sono la più grande classe internazionale che si estende in tutto il mondo e ovunque ha gli stessi interessi, conduce la stessa lotta contro gli stessi nemici
Il primo maggio è davvero la scadenza che unisce tutti i proletari del mondo

In Italia da anni non avviene perchè i sindacati confederali sono alleati coi padroni e difendono il capitalismo e l'imperialismo e i partiti parlamentari sono tutti contro gli operai, per questo è importante che ci siano iniziative come la nostra insieme ad altre nelle fabbriche e nelle piazze italiane
Quest'anno la più importante manifestazione è quella di Milano, dove trentamila persone scenderanno in piazza per dire 

NO all'EXPO - NO A RENZI - 
NO ALL' IMPERIALISMO e CAPITALISMO
e da Taranto noi ci saremo.

A Taranto si tiene il concerto promosso dai liberi e pensanti con adesioni di numerosi artisti solidali con la città e una partecipazione intorno alle 100 mila persone
Bene... ma la lotta operaia e popolare per difendere salute e lavoro contro padroni, governo e stato, per cambiare le cose e costruire un nuovo potere e una società è un'altra cosa ed è tutta da fare e organizzare a partire dalla fabbrica estendendola a tutte le masse popolari della città

VIVA IL PRIMO MAGGIO PROLETARIO- ROSSO- INTERNAZIONALISTA

Non solo musica - ma lotta tutti i giorni

Ci fa piacere che decine, forse centinaia di migliaia di persone, soprattutto giovani e ragazze, ma non solo, vivano un primo maggio a Taranto di buona musica, bravi artisti che vengono senza prendersi un centesimo e di impegno di dibattito, interventi sia nell'intera giornata che dal palco. 

Ma questo sicuramente non può bastare. 
La denuncia di tutti i gravi problemi dei lavoratori, delle donne, dei giovani, degli abitanti dei quartieri inquinati, la inaccettabilità di questo stato di cose esistenti, la voglia di cambiare o si trasforma in lotta o rischia di autoaccontentarsi e di rientrare nella normalità, che non fa male a nessuno, nè ai padroni assassini, nè al governo e Istituzioni servili. 
Matteo Renzi - responsabile di aver fatto 7 decreti a favore di Riva e degli altri futuri padroni e neanche uno per gli operai, per gli abitanti dei quartieri, per i lavoratori che non prendono salari da mesi, per quelli licenziati che non sanno più come vivere, per i giovani e le donne che consumano la vita a (non) trovare lavoro, che non hanno case, scuole decenti, ecc. - non lo si invita a Taranto il 1° Maggio, per farci un contraddittorio sia pur duro (che, non lo farebbe mai, ma comunque sarebbe pane per i suoi dentoni e il suo "sorriso" da spegnergli con un pugno...). 
Occorre in questa città. con mille problemi, "mille" lotte tutti i giorni; occorre uno scatto di ribellione, di rabbia e di forza; occorre una rivolta; occorre il rosso del 1° Maggio di lotta, occorre la rivoluzione.

"GIOVEDI' ROSSI" - Oggi sul 1° MAGGIO

Oggi facciamo una piccola "deviazione" dal tema attuale dei giovedì della "Formazione operaia". Ma in effetti non si tratta neanche di "deviazione", perchè l'opera di Marx de "Il capitale" era frutto, legato strettamente al sangue e alla lotta della classe operaia ed era scritto come arma per la sua emancipazione/liberazione. 
E il 1° Maggio ha questa lotta e questa prospettiva scritte nelle sue bandiere!
E la sua principale parola d'ordine sta proprio nella frase di Marx, scritta anche nella sua tomba: "Proletari di tutto il mondo, unitevi!".


LE ORIGINI DEL PRIMO MAGGIO 
Il l° maggio è una "data simbolo" per la classe lavoratrice in tutto il mondo. Nato nel 1886 a Chicago nella lotta per le otto ore, fu assunto dalla Seconda Internazionale nel 1889 quale giornata internazionale di mobilitazione per la riduzione dell'orario di lavoro. Gli slogan su drappi e stendardi dicevano: «8 ore di lavoro — 8 ore di ricreazione — 8 ore di riposo».
Nell'agosto del 1891 il Il congresso dell'Internazionale, riunito a Bruxelles, assunse la decisione di rendere permanente la ricorrenza.

D'ora in avanti il 1 Maggio sarebbe stato la "festa dei lavoratori di tutti i paesi, nella quale i lavoratori dovevano manifestare la comunanza delle loro rivendicazioni e della loro solidarietà".

In Italia è nello stesso anno del 1891 che iniziano le manifestazioni del 1° maggio. Esse però iniziano col sangue e sono oggetto di una violenta repressione poliziesca. Gravi incidenti a Roma. Centinaia gli arrestati e i processati, due i morti e un centinaio i feriti. La polizia interviene anche a Firenze, Milano, Bologna, Sampierdarena, Ravenna. A Cervia il municipio si associa allo sciopero. A Cremona conferenza dedicata alla "Organizzazione dei lavoratori" promossa dal gruppo socialista e dall'unione operaia della città.

Ma il 1 maggio 1919 i metallurgici e altre categorie di lavoratori possono festeggiare il conseguimento dell'obiettivo originario della ricorrenza: le otto ore.

MARX, ENGELS SULLE RAGIONI ALLA BASE DEL 1° MAGGIO 

«La fissazione della giornata lavorativa normale è il risultato di una lotta multisecolare tra capitalista e operaio» (dal Primo Libro del Capitale.
«Questa lotta per la restrizione delle ore di lavoro si accese tanto più furiosamente proprio perché, a parte gli spaventi degli avari, interessava da vicino la grande disputa tra la cieca legge dell'offerta e della domanda, su cui si fonda l'economia politica della classe media, e la produzione sociale regolata dalla previsione sociale, che costituisce l'economia politica della classe operaia».
Invece del motto conservatore, “Un giusto salario giornaliero per una giusta giornata lavorativa!” dovrebbero scrivere sulle loro bandiere la parola d’ordine rivoluzionaria: “Abolizione del sistema del lavoro salariato!”
“Tutta la storia dell’industria moderna mostra che il capitale, se non gli vengono posti dei freni, lavora senza scrupoli e senza misericordia per precipitare tutta la classe operaia a questo livello della più profonda degradazione.
(da Salario, prezzo, profitto del 1865)


Scrive Engels nel 1850: «In questa agitazione le classi lavoratrici hanno trovato un mezzo per conoscersi, per prendere coscienza della propria condizione sociale e dei propri interessi, per organizzarsi e rendersi conto della propria forza. ...la classe operaia nel suo insieme, dopo aver partecipato a questa lotta, è cento volte più forte, più consapevole e meglio organizzata di prima... La classe operaia avrà imparato dall'esperienza che nessun vantaggio duraturo potrà derivarle da altri, ma che questo vantaggio dovrà procurarselo da sé, conquistando in primissimo luogo il potere politico».



LENIN: APPELLO DEL 1° MAGGIO 1904


"Compagni operai! Si avvicina il giorno del Primo Maggio, nel quale gli operai di tutti i paesi celebrano il loro risveglio alla vita cosciente, celebrano la loro unione nella lotta contro ogni sorta di violenza e di oppressione dell'uomo sull'uomo, nella lotta per la liberazione di milioni di lavoratori dalla fame, dalla miseria e dall'umiliazione. Due mondi sono l'uno contro l'altro in questa grande lotta: il mondo del capitale e il mondo del lavoro, il mondo dello sfruttamento e della schiavitù e il mondo della fratellanza e della libertà.
Da una parte, un pugno di ricchi parassiti. Essi si sono impadroniti della fabbriche e delle officine, degli strumenti di lavoro e delle macchine. Essi hanno convertito in loro proprietà privata milioni e milioni di desiatine di terra e montagne di denaro. Hanno costretto il governo e l'esercito ad essere i loro servi, ad essere i fedeli guardiani della ricchezza accumulata.
Dall'altra parte, milioni e milioni di diseredati. Essi debbono mendicare dai ricchi il permesso di lavorare per loro. Con il proprio lavoro creano tutte le ricchezze, ma devono battersi tutta la vita per un tozzo di pane, mendicare il lavoro come un'elemosina, estenuarsi e rovinarsi la salute in un lavoro superiore alle loro forze...!
Ma questi diseredati e lavoratori hanno dichiarato guerra ai ricchi e agli sfruttatori. Gli operai di tutti i paesi lottano per l'emancipazione del lavoro dalla schiavitù salariata, dalla miseria e dal bisogno. Lottano per un'organizzazione della società nella quale le ricchezze create col lavoro comune tornino a beneficio di tutti i lavoratori, e non di un pugno di ricchi. Si battono per rendere le terre, le fabbriche, le officine, le macchine proprietà comune di tutti i lavoratori. Vogliono che non ci siano ricchi e poveri, che i frutti del lavoro vadano a chi lavora, che tutte le conquiste dell'intelligenza umana, tutti i miglioramenti nel lavoro rendano migliore la vita di chi lavora, e non servano per opprimere il lavoratore.
La grande lotta del lavoro contro il capitale è costata innumerevoli vittime agli operai di tutti i paesi. Essi hanno versato molto sangue, difendendo il proprio diritto ad una vita migliore e alla vera libertà. Non hanno numero le persecuzioni cui i governi hanno sottoposto i combattenti per la causa operaia. Ma l'unione degli operai di tutto il mondo si sviluppa e si consolida, nonostante tutte le persecuzioni...
...Gli scioperi hanno dimostrato agli operai la forza dell'unità, hanno loro insegnato a resistere, hanno rivelato quale forza terribile sia per il capitale l'operaio organizzato. Gli operai hanno visto all'evidenza che col loro lavoro vivono e si arricchiscono capitalisti e governo. Gli operai si sono orientati verso la lotta comune, la libertà e il socialismo...
Non c'è forza al mondo che sia capace di piegare milioni di operai che diventano sempre più coscienti, sempre più uniti ed organizzati. Ogni sconfitta degli operai suscita nuove schiere di combattenti, induce masse più numerose a destarsi a nuova vita e a prepararsi ad una nuova lotta...

...soltanto il proletariato cosciente, soltanto il proletariato organizzato è in condizione di dare il colpo di grazia a queste forze tenebrose. Soltanto il proletariato cosciente e organizzato è in condizione di conquistare al popolo la libertà vera, autentica. Soltanto il proletariato cosciente e organizzato è in condizione di resistere a qualsiasi tentativo di ingannare il popolo, di infirmare il suo diritto, di trasformare il popolo in uno strumento nelle mani della borghesia...
Compagni operai, cominciate dunque a prepararvi, con decuplicata energia, alla prossima lotta decisiva!... Si levi più coraggiosa l'agitazione per le rivendicazioni operaie!
Sia il Primo Maggio una festa che attiri verso di noi migliaia di nuovi combattenti e raddoppi le nostre forze, nella grande lotta per la libertà di tutto il popolo, per l'emancipazione di tutti i lavoratori dal giogo del capitale!..."
(V.I. Lenin "Il Primo Maggio'' - aprile 1904)

mercoledì 29 aprile 2015

1° MAGGIO di lotta dei lavoratori

Processo Ilva: i colpevoli passano per essere loro "indignati e offesi".

I Primerano, i Liberti, consulenti della Procura che dovevano controllare e che, invece, sono imputati per concorso nel disastro ambientale, sono "indignati e offesi", e rivendicano la loro "professionalità".
Mentre gli altri servetti di Riva, come il Pres. della Provincia, Florido, cercano soprattutto di passare per innocentini.
Loro sono "Indignati"...! E come si devono sentire gli operai, gli abitanti dei quartieri inquinati, morti, malati, i lavoratori e cittadini tuttora a rischio continuo di salute e di vita?!
Gli avvocati di queste associazione di assassini ieri si sono sbracciati per dimostrare che il Pcb, la diossina era compatibile con l'attività dello stabilimento...
Non abbiamo dubbi che siano compatibili con la logica della produzione per il profitto sulla pelle della gente; il "guaio" è che sono incompatibili con la salute dei lavoratori, delle masse popolari!
Quindi, siete voi, maledetti signori, che state ammettendo che la produzione dei padroni per il profitto è incompatibile con la vita delle persone e che il vero cancro, la fonte della nocività sono i padroni e i loro servi!

E' per nascondere questa realtà, per far continuare questo sistema che mette al primo posto il profitto realizzato sullo sfruttamento, sul sangue, che si sta cercando in tutti i modi di svuotare questo processo, di impedire in ogni modo che chi ha provocato morti e malati paghi!
Il governo Renzi con un decreto di vera e propria truffa che considera l'Ilva insolvente (quando i suoi utili sono ben custoditi nei paradisi fiscali) ha permesso che la società venisse tenuta fuori dai risarcimenti; lo stesso con la recente richiesta di patteggiamento se ne stanno tirando fuori i commissari governativi.
Si vuole in questo modo far diventare il processo una sceneggiata, in cui tolte di mezzo le società, restino solo le singole persone a fare la parte degli imputati - verso cui tra l'altro il Tribunale del riesame impedisce anche di fare un sequestro preventivo dei loro beni, affinchè nel tempo di durata di questo processo possano tranquillamente sparire (vedi la recente decisione del riesame che ha rigettato la richiesta dei familiari dell'operaio morto, Marsella, di messa sotto sequestro preventivo dei beni di 3 dirigenti responsabili dell'infortunio mortale).

SE PADRONI, POLITICI, MAGISTRATI, AVVOCATI, RIUSCIRANNO IN QUESTA OPERAZIONE DI SVUOTAMENTO, IL PROCESSO SARA' INUTILE E CONTROPRODUCENTE.

SE INVECE CONSIDERIAMO IL PROCESSO INTERNO E PARTE DELLA GUERRA DI CLASSE CHE OPERAI E MASSE POPOLARI DEVONO FARE, ALLORA ESSO SARA' UTILE ALLA LOTTA PER METTERE FINE AL SISTEMA NOCIVO DEL CAPITALE.

1° Maggio di licenziamenti per gli operai di Isolaverde e per tanti altri lavoratori...

Il governo, le Istituzioni, i padroni vogliono loro "festeggiare" un 1° Maggio di attacco al lavoro. E Taranto su questo è ai primi posti nella classifica: 
Proprio il giorno della festa dei lavoratori potrebbero cominciare i licenziamenti dei lavoratori di Isolaverde, su cui la Regione, impegnata in campagna elettorale, fa "orecchio da mercante"; poi qualche giorno dopo, il 5 maggio potrebbe essere messa in atto la procedura di licenziamento per i 23 lavoratori della Pasquinelli; sempre in questo mese tanti contratti di appalto del Comune sono in scadenza e i nuovi appalti di fatto prevedono tagli di posti di lavoro; 50 lavoratori dell'Auchan rischiano di essere mandati a casa.
Per non parlare degli operai della Cementir per cui finisce tra poco la cig, quelli della Tct al porto, gli operai dell'appalto Ilva senza stipendio e sempre a rischio lavoro, e poi Marcegaglia, Vestas, ecc. ecc.  

La colpa di questa situazione è dei padroni, che per mantenere e aumentare i loro profitti, e nonostante in questi anni abbiano scaricato la crisi sui lavoratori, vogliono tagliare sempre più il costo del lavoro;
la colpa è del governo Renzi, che fa dire ai suoi centri di statistiche, ai giornali che va tutto bene, che aumentano le assunzioni, mentre taglia i fondi agli Enti locali e mette soldi solo per dare più incentivi ai padroni;
la colpa è delle Istituzioni locali che fanno la politica dello "scarica barile", che cercano al massimo di tamponare le urgenze, e che non vogliono adottare alcun reale e serio piano generale per il lavoro di centinaia di lavoratori.

Ma la colpa è, e dal punto di vista della difesa degli interessi dei lavoratori è la responsabilità principale, dei sindacati confederali, sindacatini autonomi, che in tutti questi anni hanno fatto accordi di svendita, hanno accettato che fossero i lavoratori a pagare la crisi; hanno soprattutto spezzato la forza di lotta dei lavoratori, li hanno divisi, costretti ora anche ad elemosinare posti di lavoro con atti di disperazione individuali.

Allora, questo 1° Maggio occorre cominciare a rovesciare questa situazione.
Costruire dal basso, dall'unità dei lavoratori una lotta generale che blocchi ogni posto di lavoro e la città

martedì 28 aprile 2015

Senza soldi l'accoglienza ai migranti a Taranto


Associazione protesta: da 4 mesi senza stipendio



TARANTO – Proprio mentre nave 'Avierè sbarcava oggi al molo san Cataldo altri 267 profughi, una quarantina di operatori dell’associazione 'Salam ong' di Taranto ha manifestato sotto la sede di palazzo del Governo per lamentare alcune mensilità non percepite. L’associazione è referente per la Prefettura, la Questura e il Comune di Taranto in campo dell’immigrazione.

Nello specifico svolge attività di supporto per le attività relative all’accoglienza dei profughi e dei richiedenti asilo politico. Al presidio era presente anche una delegazione di migranti per spiegare che la mancata erogazione di fondi da parte dello Stato costringe loro a vivere in una situazione di “forte disagio e degrado sanitario”.

Per l'insinuazione degli operai nel passivo dell'Ilva

L'Ilva ha mandato solo in questi giorni agli operai una lunghissima lettera, con cui gli operai entro il 29 maggio devono inserirsi nel passivo fallimentare dell'Ilva, con istanza al Tribunale di Milano, per ottenere i loro crediti (Tfr, ferie, permessi, premi, ecc. già maturati e non ricevuti).

Questa lettera l'azienda doveva mandarla già da febbraio affinchè i lavoratori avessero tempo di fare la procedura; ora invece hanno appena un mese di tempo.
Anche questo testimonia quanto il governo e i suoi commissari se ne fregano degli operai.
Ci vorranno anni prima che gli operai potranno recuperare i loro soldi!

Lo Slai cobas per il sindacato di classe si mette a disposizione per fare questa istanza al Tribunale di Milano. Per info-contatti: slaicobasta@gmail.com - 3475301704

MA LO SLAI COBAS SI STA SOPRATTUTTO ATTIVANDO PER FAR ANNULLARE LA DICHIARAZIONE DI "INSOLVENZA" DELL'ILVA, PERCHE' E' UNA TRUFFA E CHI NE PAGA LE CONSEGUENZE SONO SULL'IMMEDIATO GLI OPERAI ILVA E DELL'APPALTO E LE PARTI CIVILI AL PROCESSO.

lunedì 27 aprile 2015

In vendita macchinari Ilva - I commissari invece di risanare fanno i piazzisti di "roba usata"?

Si sta cominciando a svuotare la fabbrica? A ridimensionarla? E' una politica "accattona", come dicono dei sindacalisti, per recuperare soldi? E', piuttosto, prova che i macchinari stanno andando a pezzi e invece di risanare, si svendono?
Sicuramente non è una cosa buona e gli operai hanno ragione ad allarmarsi.

L'Ilva di Taranto mette in vendita le macchine utensili che non utilizza più nel ciclo 
produttivo. La notizia è apparsa sul sito dell'azienda. Sarebbe la prima volta che l'Ilva  - dallo scorso 21 gennaio in amministrazione straordinaria con la legge Marzano - ricorre alla vendita dei propri beni strumentali.
Una decisione che i sindacalisti avrebbero interpretato come un ulteriore segnale delle difficoltà finanziarie attraversate dall'Ilva. Le macchine in vendita sono 61 tra alesatrici, calandre, fresatrici, cesoie, gruette a bandiera, induttori magnetici, molatrici, idropulitrici ad alta pressione, presse piegatrici, torni, trapani ed altro ancora. Tutte macchine di grandi dimensioni, per uso industriale. Di ogni macchina - sul sito Ilva - viene indicata la marca ed è possibile vederle attraverso una foto.
L'Ilva nel sito specifica che le macchine in vendita sono tutte nello stabilimento di Taranto, indica la procedura da seguire per conoscerne il prezzo, per fissare un appuntamento per vederle direttamente e puntualizza che la vendita può avvenire solo a imprese specializzate nella riparazione o demolizione.

28 nuova udienza processo Ilva info 3475301704

Arrivano altri migranti: sostenere le proposte dello slai cobas diffuse in questi giorni in tutte le manifestazioni info 3471103638

1° maggio all'Ilva il 29 ore 6 port.A

Domani assembla precari disoccupati in via Rintone 22

Dopo la giornata di lotta del 24, come continuiamo?
Se ne parla martedi 28 ore 18
Info 3475301704

domenica 26 aprile 2015

Il patteggiamento dell'Ilva risponde solo a due convenienze, nessuna giustizia ci sarebbe per le parti civili nè per tutti gli operai e la popolazione. I PM NON DEVONO DARE IL LORO ASSENSO!

(da spunti dell'articolo di MIMMO MAZZA sulla GdM)
"Potrebbe arrivare entro la fine di aprile l’autorizzazione del ministero per lo Sviluppo Economico chiesta dai commissari straordinari dell’Ilva Gnudi-Carruba-Laghi per tentare di patteggiare la posizione dell’azienda... in caso di assenso dei pubblici ministeri, l’esame del giudice per l’udienza preliminare Vilma Gilli, sarà nella seconda metà di maggio..."

CHE AVVERREBBE SE PASSASSE IL PATTEGGIAMENTO?
"I 3 commissari verrebbero sanzionati con una multa di 3 milioni di euro (1 milione a testa) che dovranno essere recuperati tramite l’insinuazione nella massa passiva; una misura interdittiva di otto mesi tramite la nomina per tale periodo degli attuali commissari quali commissari giudiziali e infine la confisca di 2 miliardi di euro quale profitto del reato... destinata proprio all'attuazione del piano ambientale... Quei due miliardi saranno costituiti da obbligazioni garantite dallo Stato e, se dovessero realmente arrivare, dai soldi sequestrati a Milano alla famiglia Riva"...

Quindi, primo, l'Ilva se la caverebbe con una sanzione di 3 milioni di euro, che, essendo ora l'azienda sotto amministrazione dello Stato, dovrebbe essere pagata dallo Stato e quindi dai contribuenti; sanzione che comunque andando nel passivo fallimentare verrebbe recuperata chissà quando; secondo, la misura interdittiva è semplicemente ridicola: gli stessi commissari condannati verrebbero nominati commissari giudiziali e continuerebbero a dirigere lo stabilimento; terzo, dei 2 miliardi che verrebbero confiscati la parte grossa sono sempre i famosi soldi sequestrati ai Riva, che come dei fantasmi ogni tanto si nominano ma mai si vedono.   

IL PATTEGGIAMENTO CONVIENE SOLO ALLA MAGISTRATURA E ALL'ILVA
"L'istituto del patteggiamento si fonda su un incontro tra convenienze: da una parte l'interesse pubblico alla sollecita amministrazione della giustizia e alla diminuzione dei carichi pendenti e, dall'altra, l'interesse del privato ad un esito concordato del processo. La sentenza di patteggiamento non contiene un approfondito accertamento della responsabilità dell'imputato e pertanto non ha le caratteristiche proprie di una sentenza di condanna, stante la carenza di quella piena valutazione dei fatti e delle prove che costituisce nel giudizio ordinario, la premessa necessaria per l’applicazione della pena. Dunque, chi ha sostenuto in questi giorni che l’Ilva patteggiando ammette le sue responsabilità lo ha detto in maniera politica: perché intanto è l’Ilva di oggi, amministrata da tre commissari di nomina governativa, che chiede l’applicazione della pena e non quella del periodo delle indagini preliminari, di proprietà e diretta da una parte consistente degli imputati di «Ambiente svenduto».

Chi in questi giorni ha espresso la sua soddisfazione, perchè col patteggiamento finalmente l'Ilva ammetterebbe le sue colpe, sbaglia totalmente. L'Ilva e il governo, come abbiamo scritto, vuole soltanto liberarsi di questa fastidiosa rogna del processo, per procedere alla svendita dell'Ilva new company. Quindi la verità è che si toglie dal processo che ne viene oggettivamente svuotato; il processo diventa alle colpe individuali non al sistema Ilva.

CON IL PATTEGGIAMENTO CADE ANCHE IL SEQUESTRO DELL'AREA A CALDO
"Il patteggiamento, invece, piace ai commissari per schivare la prevista sanzione interdittiva trasformandola in 8 mesi di commissariamento giudiziale affidato sempre al trio Gnudi-Laghi-Carrubba... Il giudice sotto questo profilo, con la sentenza dovrebbe disporre la prosecuzione dell’attività dell’Ilva tramite i commissari giudiziali...
il profitto di questa attività non sarebbe confiscato ma utilizzato per eseguire i lavori previsti dal piano ambientale e dunque poi avere via libera per cedere l’azienda perché con la ratifica del patteggiamento finisce l’azione penale e cade dunque anche il sequestro dell’area a caldo... 
Senza patteggiamento, insomma, le sanzioni applicabili all’Ilva sarebbero probabilmente più pesanti ma dalla dubbia applicabilità - vista l’amministrazione straordinaria in corso - e dal sicuro effetto dilatatorio rispetto alla possibilità di cedere il siderurgico una volta risanato.

Con il patteggiamento, quindi, che mette i condannati a fare i controllori, andrebbe avanti senza ostacoli legali il piano del governo di salvare l'Ilva per cederla ai privati, senza risolvere i problemi di risanamento, delle bonifiche, perpetuando il danno ai lavoratori e ai cittadini. 

NON C'E' UN CENTESIMO DESTINATO AL RISARCIMENTO DELLE PARTI CIVILI
 Certo, non c’è un solo centesimo destinato al risarcimento del danno, vista l’esclusione, sancita proprio dal giudice Gilli, delle parti civili che anzi contavano di riprovarci in avvio di dibattimento, proponendo nuova istanza ai giudici di primo grado. Ma è per questo che il patteggiamento è un incontro tra convenienze".

Ma dove sta, quindi, la "convenienza" di tanti operai, lavoratori cimiteriali, cittadini dei Tamburi, di Paolo VI?

NOI SIAMO CONTRO IL PATTEGGIAMENTO DELL'ILVA E CHIEDIAMO CHE I PM LO RESPINGANO.

Circa 200 partecipanti alla manifestazione antifascista di Taranto,

Buona partecipazione di giovani di diverse realtà cittadine alla manifestazione del 25 aprile.
Un corteo partito da città vecchia ha raggiunto il centro della città per concludersi con una assemblea popolare in piazza Immacolata
in prima fila gli immigrati

La Taranto antifascista ha denunciato il razzismo e ha espresso solidarietà con gli immigrati, ha rivendicato la lotta per la liberazione della città da inquinamento dell'Ilva di Riva e della Marina
ha espresso solidarietà internazionalista e denuncia del governo Renzi
lungo la strada buona accoglienza
proletari comunisti di Taranto ha portato volantini e striscioni seguiti con interesse e condivisione dai manifestanti e da coloro che circondavano il corteo nel centro cittadino

solidarietà con i compagni turchi di Atik e Yeni Kadin 

sabato 25 aprile 2015

Siamo tutte partigiane!


Le donne nella lotta partigiana

- partigiane, staffette, sappiste (squadre di azione patriottica) e gappiste (gruppi di azione partigiana): 35.000
- comandanti e commissari di guerra: 512
- arrestate, torturate, condannate dai tribunali fascisti: 4.633
- deportate in Germania: 2.750
- fucilate e cadute in combattimento: 623
- ferite: 1.750
- organizzate nei Gruppi di Difesa della Donna: 70.000

Oggi manifestazione antifascista a Taranto ore 16.30 discesa vasto - partecipate!

Tratti in salvo 220 migranti - accoglienza assistenza solidarietà - le proposte dello slai cobas per il sindacato di classe oggi alla manifestazione del 25 aprile - ore 16.30 discesa vasto

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Il fenomeno migratorio sta assumendo sempre più proporzioni bibliche. A dimostrazione di ciò c’è, ad esempio, l’ultima operazione portata a termine dal Nucleo Aeronavale della Guardia di Finanza di Taranto che, nella prima mattinata di ieri e con il suo pattugliatore d’altura “Denaro”, ha intercettato a 40 miglia nautiche dalle coste libiche due gommoni con a bordo 220 migranti, quasi tutti provenienti dal Senegal e dall’Eritrea. Il fatto che il pattugliatore sia giunto da Taranto, se da un lato ricopre di dignità il lavoro del Nucleo Aeronavale, dall’altro dimostra che la totalità delle unità presenti è già impegnata in simili operazioni.

E' necessario:
  • dare in tempi rapidi permessi di soggiorno umanitario, affinchè i migranti possano andare liberamente anche negli altri paesi; 
    No a parcheggiare i migranti per mesi, anche un anno
    Strutture e condizioni dignitose di prima accoglienza
    NO all'operazione Frontex che sta producendo migliaia di morti
    NO ad accordi tra Italia e regimi oppressori (Libia, Egitto) per impedire le partenza dei migranti.
    NO AL RAZZISMO
  • METTERE SOLDI E MEZZI PER UN'IMMEDIATO SOCCORSO AGLI IMMIGRATI IN MARE
  • ORGANIZZARE UN CORRIDOIO UMANITARIO TRA I PAESI DI PARTENZA E L'ITALIA, andandoli a prendere con le nostre navi
  • CHIUSURA DEI CIE E SOGGIORNO TEMPORANEO IN STRUTTURE CIVILI
  • DIRITTO DI CITTADINANZA PER TUTTI GLI IMMIGRATI IN ITALIA

Augusta protesta: «Dall’Ilva una nave carica di veleni»

Da Taranto sarebbero in arrivo ad Augusta migliaia di tonnellate di rifiuti speciali prodotti dalla famigerata acciaieria “Ilva”. A fare scattare l’allarme delle associazioni ambientaliste e della popolazione, l’arrivo del primo carico di circa 10.000 tonnellate che ieri mattina è giunto al porto commerciale con la nave “Rita Br”. La motonave di 6.699 tonnellate di stazza lorda, battente bandiera italiana ed iscritta al compartimento marittimo di Napoli, è entrata nella rada del porto megarese alle 13,50. I rifiuti, si tratta del polverino che gli elettrofiltri trattengono dai fumi dell’altoforno, verranno sbarcati e smaltiti nella discarica Cisma, a metà strada tra i territori di Augusta e Melilli.

A lanciare l’allarme è Legambiente Augusta che si dice fortemente preoccupata per questa situazione.
«Ci chiediamo – dice Enzo Parisi responsabile della locale sezione e dirigente di Legambiente Sicilia - con quale criterio le autorità competenti hanno autorizzato il trasferimento di questi rifiuti dalla Puglia alla Sicilia per poi smaltirli in un’area ad alto rischio ambientale che ha invece impellente e vitale bisogno di bonificare e di eliminare i propri rifiuti industriali piuttosto che accogliere quelli di altri. Chi ha pensato di bonificare le discariche interne dell’Ilva spedendo i rifiuti ad Augusta ha valutato che questa operazione toglierà impatti da Taranto per caricarli però sulla martoriata zona di Augusta, Priolo e Melilli? ».
Legambiente Augusta chiede alle amministrazioni locali, al governo Crocetta, ai deputati regionali e nazionali di attivarsi subito in difesa della salute dei cittadini dell’area. (Lasicilia.it)

Musulmani in preghiera a Taranto sulla rotonda: ricordate le vittime del mare - solidarietà non razzismo!


ILVA - contratti di solidarietà i numeri della rotazione - ma niente soldi - la lotta deve continuare in maniera autonoma dai sindacati confederali - slai cobas per il sindacato di classe Taranto

Nell’incontro con i sindacati sui contratti di solidarietà si è anche discusso dell’applicazione dei contratti di solidarietà dopo la protesta dei giorni scorsi da parte dei lavoratori dell’acciaieria 1 che hanno lamentato penalizzazioni nei loro confronti. Per una serie di mansioni professionali equivalenti, l’Ilva ha individuato un numero di lavoratori che, attualmente in contratto di solidarietà, possono ruotare con i colleghi al lavoro. E’ il caso, per esempio, del personale dell’acciaieria 1 - ora ferma - con l’acciaieria 2 per 163 unità, dell’altoforno 5, anch’esso fermo, con una trentina di addetti che potrebbero essere ridislocati presso gli altiforni 2 e 4, che invece sono in produzione, e del Treno nastri 1, con una quarantina di unità che verrebbero spostate sul «gemello» 2. Analogo discorso per i sindacati si può fare anche per i locomotoristi addetti all’area altiforni.
L’Ilva infine ha prospettato ai sindacati la necessità di utilizzare il periodo dei contratti di solidarietà per mettere in cantiere un piano di formazione del personale in modo che possa anche essere utilizzato in nuovi compiti. I sindacati, condividendo la necessità della formazione, hanno però chiesto che l’Ilva si faccia almeno carico dei costi che il lavoratore sosterrebbe nello spostarsi da casa al luogo di formazione perchè, è stato detto, non è possibile che con una solidarietà che già sta incidendo in modo significativo sulle buste paga i dipendenti debbano sostenere anche altri costi. Infatti, una delle ragioni della protesta dei giorni scorsi, è stata, oltre alla mancata rotazione del personale in solidarietà, anche la copertura salariale dell’ammortizzatore sociale, ferma per il personale Ilva al 60 per cento quando il recente decreto Milleproroghe l’ha ripristinato al 70. L’Ilva ha infine annunciato di aver drasticamente abbattuto lo straordinario - ora viene fatto solo per il mancato cambio turno - e che la presenza delle imprese appaltatrici è calata del 15 per cento.

il 25 aprile dei commissari Ilva - a corto di soldi a gennaio pagherà la festa del 25 aprile - i sindacati che in Ilva non sono sindacati ma supporto all'ufficio relazioni pubbliche dell'azienda prendono atto..


TARANTO - Per la crisi di liquidità l’Ilva non pagherà ai dipendenti nella busta paga in scadenza a maggio la festività del 25 aprile. Lo ha annunciato la stessa azienda che nel pomeriggio di ieri ha incontrato i sindacati metalmeccanici. Il pagamento verrà differito a gennaio 2016, in un periodo in cui l’Ilva ritiene di poter essere in migliori condizioni finanziarie.

Coincidendo col sabato, la festività della Liberazione comporta il pagamento della maggiorazione per il personale turnista e della festività per quello normalista. Invece entrambe le categorie non si vedranno riconoscere nulla se non all’inizio del prossimo anno. Secondo i sindacati, in questo modo l’Ilva consegue un risparmio temporaneo calcolato tra un milione e 600mila euro e i 2 milioni di euro, compresi gli oneri previdenziali. I sindacati hanno preso atto della comunicazione dell’Ilva e si sono riservati una risposta, ma soprattutto sperano di evitare lo slittamento del pagamento visto che il 28 aprile è fissato un nuovo confronto tra azienda e organizzazioni dei lavoratori. L’Ilva ieri non ne ha fatto cenno, ma lo stesso meccanismo del 25 aprile - affermano i sindacati - potrebbe essere replicato anche per la festività del patrono di Taranto, San Cataldo, che cade domenica 10 maggio, e di Ferragosto, che coincide col sabato. Al di là del risparmio temporaneo, il problema è stato sollevato dall’azienda anche perchè queste tre festività coincidono col sabato, giorno in cui l’attività nello stabilimento è più ridotta. Ai turnisti che il 25 aprile decideranno di non lavorare, rinunciando quindi alla maggiorazione delle 6 ore e 60 minuti della festività, l’Ilva ha annunciato che assicurerà in alternativa 8 ore aggiuntive di ferie.

La Basilicata raddoppia ospiterà 2mila immigrati - solidarietà e accoglienza non CIE e CARA


POTENZA – La Regione Basilicata è disponibile a raddoppiare, da mille a duemila unità, il numero di migranti da ospitare sul territorio lucano: la conferma è arrivata oggi in un vertice che si è svolto nella sede della prefettura di Potenza.

Durante l’incontro – secondo quanto reso noto dall’ufficio stampa della giunta lucano – si è parlato della trasformazione del centro di Palazzo San Gervasio (Potenza), attualmente in fase di ristrutturazione, da Cie (Centro identificazione espulsione) a Cara (Centro assistenza richiedenti asilo). L’immobile di Palazzo San Gervasio "potrà ospitare fino a un massimo di 300 persone, diventando centro di riferimento e struttura a uso plurimo sia per i rifugiati che per i lavoratori stagionali". Nel frattempo, però, gli uffici regionali "verificheranno la disponibilità di altri immobili, oltre quello di Palazzo San Gervasio, disponibili per l'accoglienza".

Un’altra proposta della Regione, è quella "di optare per un modello di tipo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata, ospitando piccoli numeri di migranti in diversi comuni ed in maniera graduale. Si è trattato di un incontro preliminare in merito al percorso avviato dalla Regione Basilicata con ministero dell’Interno, Prefetture e Comuni, a cui ne seguiranno altri con un ruolo attivo dell’Organismo di coordinamento regionale in materia di immigrati e rifugiati politici e il coinvolgimento delle amministrazioni

venerdì 24 aprile 2015

Al presidio per il lavoro, solidarietà con i migranti, contro il governo della guerra e della miseria

GIORNATA DI LOTTA: i Disoccupati Organizzati: non vogliamo misure paraelettorali per pochi disoccupati


Tanti disoccupati, tante donne, spesso sole con figli da mantenere, da sempre in lotta, oggi erano uniti agli lavoratori degli appalti comunali e amiu,

E le loro rivendicazioni sono state anche nell'incontro molto precise e chiare:

- i cantieri di cittadinanza perchè non siano solo uno spot elettorale di Regione e governo, devono essere estesi a tutti i disoccupati; questo vuol dire togliere quei paletti che restringono a pochi "disperati" la possibilità di usufruire di questa misura, allargare fondi e numero di posti di lavoro;

- chiediamo un impegno preciso all'Ass. al lavoro sull'assunzione dei disoccupati nella nuova raccolta differenziata che inizierà a Paolo VI (a inizio estate);

- un impegno diretto del Comune anche per i corsi di formazione a questo scopo, investendo di questo Enti, come la Scuola edile.

 Su questo l'ass. Cosa farà alcune verifiche.

MA OCCORRE MOLTO MA MOLTO DI PIU'.
I Disoccupati e le disoccupate a Taranto sono migliaia e non si può rispondere con mini misure tampone, per pochi mesi e pochissimi soldi.

Il lavoro ci può e ci deve essere, ma anche qui occorre un piano di vere assunzioni stabili, a partire dalla raccolta differenziata e ciclo rifiuti.

PER QUESTO I DISOCCUPATI ORGANIZZATI SLAI COBAS SI SONO DATI INSIEME AGLI OPERAI DEGLI APPALTI APPUNTAMENTO AL 4 MAGGIO.

GIORNATA DI LOTTA: i lavoratori degli appalti comunali: basta con un lavoro sempre precario e sottopagato


Questa mattina vi erano anche rappresentanti dei lavoratori degli altri appalti Amiu e comunali, a denunciare lo scandalo di appalti tutti in scadenza, tutti a rischio perdita di posti di lavoro o di ore, tutti con gare al massimo ribasso; e con alcuni appalti che vanno avanti da anni con mini proroghe - un esempio è l'appalto del verde per cui è in corso una gara aperta per la bellezza di... 88 giorni di lavoro!

Nell'incontro un lavoratore rappresentante slai cobas ha detto: Basta con questi lavori sempre precari, nessuno di noi ce la fa a vivere e mantenere una famiglia con 480 euro al mese!
Ma ha anche spiegato ad assessori e presidente/dirigente dell'Amiu, come questo andazzo di mini appalti è anche un maggior costo per il Comune e quindi per i cittadini.

Lo Slai cobas ha potato delle precise proposte:
un appalto-ponte di almeno 6 mesi per tutti gli appalti in scadenza, garantendo posti di lavoro e ore;
fare un piano generale che permetta di unificare tutti i servizi di pulizia, guardiania, ecc. in un solo appalto, creando anche una multiservizi che occupi tutti i lavoratori attualmente divisi e quindi più deboli, stabilendo contratti dignitosi uguali per tutti.  


Su questo l'assessore Cosa ha dichiarato di voler lavorare in questa direzione.

Ma occorrono piani precisi e tempi certi, hanno detto i lavoratori slai cobas - e i tempi massimi sono questi sei mesi.

UNA NUOVA MOBILITAZIONE CI SARA' IL 4 MAGGIO

GIORNATA DI LOTTA: gli operai della Pasquinelli: non vi permetteremo di buttarci in mezzo ad una strada...


una lavoratrice della pasquinelli salita sul nastro durante il blocco
Mercoledì hanno improvvisamente fermato il nastro dell'impianto di selezione e questa mattina gli operai della pasquinelli erano in sciopero, indetto dallo Slai cobas sc, e in presidio sotto il Comune.


Al presidio e poi all'incontro con l'Ass. Cosa e il pres. dell'Amiu e l'ing. Natuzzi, gli operai hanno portato tutta la loro rabbia, contro i licenziamenti annunciati, a sorpresa, dalla coop. L'Ancora per tutti i 23 operai, lì dove invece negli incontri precedenti si trattava per migliorare, ampliare il servizio e dare finalmente stabilità ai lavoratori, dopo due proroghe.
Come ha detto una lavoratrice all'incontro: abbiamo dato in questi anni la nostra salute per questo lavoro, tuttora lavoriamo costantemente sotto rischio di amianto, di pungerci con siringhe piene di sangue (vedi foto sotto di un lavoratore che è dovuto andare per la seconda volta al pronto soccorso), di toccare materiale tossico, di avere dolori alle braccia, spalle, ecc., e ora ci volete buttare in mezzo ad una strada!?... NON VE LO PERMETTEREMO!!

La lotta e la forte denuncia dei lavoratori ha costretto oggi Comune e Amiu a prendere degli impegni precisi:
nessun lavoratore sarà licenziato
tutti i 23 lavoratori rientreranno contemporaneamente nel nuovo appalto, indipendentemente se resta la stessa ditta o viene una nuova
se ci fossero problemi di tempi tra la fine di questo appalto, il 5 maggio e il nuovo, vi sarebbe comunque continuità del lavoro e gli operai non perderebbero nè un giorno nè un ora di lavoro.

Ma, chiaramente non bastano gli impegni a parole, ci vogliono passi concreti e precisi.
Non solo. restano tutti i problemi di prima: carico di lavoro eccessivo, necessità del terzo turno e incremento di personale, problemi di sicurezza e di salute.

Per questo i lavoratori hanno deciso di continuare lo stato di agitazione; il 28 aprile si riuniranno alle 18,30 nella sede slai cobas per decidere nuove mobilitazioni, e si preparano alla nuova giornata di lotta del 4 maggio, giorno di apertura delle buste della nuova gara d'appalto. 

un lavoratore pasquinelli mostra il referto del
pronto soccorso. In pochi giorni per la seconda
volta si punge ad una siringa infetta

Ilva/CdS: con una mano dà e con l'altra si riprende

Ilva/CdS un piccolo passo avanti sulla rotazione per la solidarietà e sulle attività alternative degli operai. MA: l'azienda non vuole pagare l'integrazione per un percorso di formazione; slitta il pagamento della festività del 25 aprile addirittura al gennaio 2016; dà un colpo agli operai delle ditte, la cui presenza in Ilva si vuole diminuire del 15%

"Contratti di solidarietà e formazione dei lavoratori: sono questi i temi toccati nel corso dell’incontro odierno (di ieri, giovedì) tra Ilva e organizzazioni sindacali. L‘Ilva si è detta disponibile ad una rotazione, o sarebbe meglio dire alternanza, dei lavoratori, in particolar modo sugli impianti fermi, con lo scopo di ridurre il ricorso alla solidarietà e dovrebbero essere individuate attività alternative per ridurre l'impatto del CdS. L’azienda ha comunicato poi che il lavoro straordinario sarà ridotto al 2%,  mentre la presenza degli operai delle ditte appaltatrici diminuirà del 15%. 
Infine, l’azienda ha proposto un percorso di formazione su base volontaria per tutti i lavoratori posti in contratti di solidarietà, ma senza integrazione.

L’azienda ha comunicato lo slittamento del pagamento della festività del 25 aprile a gennaio 2016, ma i lavoratori potranno decidere se essere retribuiti a gennaio 2016 o recuperarla come un giorno di ferie da consumare nell’arco dell’anno". 

Ilva: revocato il sequestro dei beni ai dirigenti imputati dell'assassinio di Claudio Marsella

Un'altro passaggio negativo del processo Ilva.
Il tribunale del riesame ha annullato il sequestro conservativo dei beni dei dirigenti, Buffo, Colucci e Giovinazzi, fatto dal Gup Gilli sulla base della richiesta fatta dai familiari dell'operaio Claudio Marsella morto il 30 ottobre 2012, perchè secondo il tribunale del riesame "non vi è il pericolo che le istanze della parte civile non possano essere soddisfatte".

La richiesta di messa sotto sequestro e il provvedimento della giudice Gilli era invece più che legittimo. la durata sicuramente lunga del processo "ambiente svenduto" certo non da alcuna garanzia che questi imputati, ammesso siano condannati al risarcimento, non abbiano nel frattempo fatto sparire i loro beni.

D'altra parte questo del sequestro era una forma cautelare anche a fronte dell'esclusione delle tre società dei Riva dal risarcimento alle parti civili.

Ora, dopo la richiesta di patteggiamento dell'Ilva AS, arriva quest'altro provvedimento che mette un segno negativo all'andamento del processo.
E' un segnale a chi si illude che il patteggiamento dell'Ilva, e prima l'esclusione delle società dai risarcimenti, spianerebbe la strada ai maxirisarcimenti dei singoli imputati.

Resistenza vecchia e nuova

Parlare di resistenza mi fa pensare a tanti popoli che purtroppo, opponendo una forte resistenza al colonialismo imperialista hanno dovuto soccombere, e alcune etnie sono addirittura scomparse.
Alcuni esempi sono gli indiani d'America, gli indios delle foreste amazzoniche, alcune etnie africane e tanto altro ancora. Alcuni altri invece dopo essersi liberati dal colonialismo inglese, ancora oggi lottano contro il governo proimperialista e promultinazionale. Un esempio lampante per tutti è
la grande resistenza-guerra di popolo dell'India.
Ancora, parlando di resistenza al giorno d'oggi, come si può non pensare alla resistenza curda contro l'ISIS e contro l'oppressione turca, resistenza in cui le donne rivoluzionarie come in tanti altri casi sono le protagoniste. Oppure della resistenza palestinese contro lo strapotere sionista... e si potrebbe continuare all'infinito sulle tante situazioni di resistenza armata sparse qui e lì contro gli interessi economici di un capitalismo rapinatore e oppressore. 
La resistenza in Italia è stata una grande guerra di popolo, fatta da operai, contadini, donne; ma resistenza a costo della vita è stata anche quella di alcuni intellettuali che non erano avvezzi all'uso delle armi.
Anche oggi la lotta che si sviluppa pacifica in alcune piazze, in tanti paesi, può diventare armata contro l'oppressione istituzionale, gli Stati di polizia. Il capitalismo ha mezzi e denaro per muovere i suoi eserciti, ma il popolo ha i numeri. 
Manca, però, la concezione, l'organizzazione di classe per fare non solo una resistenza ma la rivoluzione. 
Concetta

giovedì 23 aprile 2015

"GIOVEDI' ROSSI" - LA TRASFORMAZIONE DEL DENARO IN CAPITALE

1. LA FORMULA GENERALE DEL CAPITALE.
La circolazione delle merci è il punto di partenza del capitale. La produzione delle merci e la circolazione sviluppata delle merci, cioè il commercio, costituiscono i presupposti storici del suo nascere. Il commercio mondiale e il mercato mondiale aprono nel secolo XVI la storia moderna della vita del capitale.”

Così comincia Marx questo quarto capitolo e ci dice che la prima forma in cui appare il capitale è il denaro. Infatti “Ogni nuovo capitale calca la scena, cioè il mercato - mercato delle merci, mercato del lavoro, mercato del denaro - in prima istanza come denaro, ancora e sempre: denaro che si dovrà trasformare in capitale attraverso processi determinati.”

Il “denaro come denaro”, abbiamo visto, serviva a far circolare le merci (mezzo di circolazione: M-D-M: trasformazione di merce in denaro e ritrasformazione di denaro in merce, vendere per comprare.), “Ma accanto a questa forma, ne troviamo una seconda, specificamente differente, la forma D-M-D: trasformazione di denaro in merce e ritrasformazione di merce in denaro, comprare per vendere. Il denaro che nel suo movimento descrive quest'ultimo ciclo, si trasforma in capitale, diventa capitale, ed è già capitale per sua destinazione.”

Nella forma M-D-M è la merce al centro dello scambio, il suo valore d’uso, e il suo movimento si conclude con il consumo, mentre “Nella forma inversa, D-M-D, invece, il compratore spende denaro per incassare denaro come venditore. Alla compera della merce egli getta denaro nella circolazione, per tornare a sottrarlo a mezzo della vendita della stessa merce. Non lascia andare il denaro che con la perfida intenzione di tornarne in possesso. Il denaro viene quindi soltanto anticipato.”

Il nostro 25 aprile

Ascolta la registrazione dell'assemblea del 21 aprile:

L'Ilva in AS chiede il patteggiamento al processo: non si può essere affatto contenti

Fermo restando che occorre capire bene l'effetto che questa richiesta e il suo eventuale accoglimento potrà avere sull'insieme del processo, qui non siamo neanche, evidentemente, di fronte al fatto che i padroni, in questo caso i Riva, chiedono il patteggiamento e quindi in un certo senso ammettono parziamente le loro colpe su "Ambiente svenduto"; è l'Ilva commissariata dallo Stato che lo fa. Potremmo dire che pertanto è lo Stato che chiede di patteggiare.
Ma questa richiesta da un lato è in linea con i decreti dei governi per l'Ilva, in cui chiaramente viene riconosciuta la situazione di grave inquinamento che lo stabilimento ha prodotto e produce; quindi non è un riconoscimento di "colpa", ma una conseguenza logica dell'intervento dello Stato.
Secondo, questa richiesta porta a tirare fuori l'Ilva dal processo - prima si è tirata fuori dai risarcimenti con la dichiarazione dello stato di insolvenza e quindi della sua sostanziale situazione fallimentare, ora col patteggiamento si tira fuori l'Ilva commissariata.
Una Ilva sotto processo non sarebbe certo nella condizione migliore per essere acquistata da altri padroni, e questo passaggio non è altra cosa dall'operazione, presente nell'ultimo decreto Renzi, di separare una bad company da una new company ripulita da tutti i problemi e da ogni debito, per rilanciarla tra un pò di tempo sul mercato.
Terzo, è un riconoscimento di colpa che può agire come attenuazione del processo, per svuotarlo; tolte le società Ilva dai risarcimenti, tolta l'Ilva commissariata, resterebbe alla fine un processo alle singole persone, e non quello che invece deve essere: un processo al sistema Riva che ha messo il profitto al primo posto e all'ultimo posto la vita delle persone, e al sistema politico, istituzionale che ha permesso e favorito tutto questo. 
Quindi, non c'è da essere contenti.
Col patteggiamento, i commissari dell'Ilva pagherebbero una sanzione e si tirerebbero fuori. E soprattutto non sarebbero responsabili e chiamati a risarcire le parti civili.
Alla fine: i padroni, i Riva non pagano, l'Ilva non paga... Gli operai e gli abitanti di Taranto hanno pagato e pagano!
Se l'Ilva sotto tutela dello Stato riconosce, come è stato detto, in questo modo le colpe dei Riva per disastro ambientale, non basta certo che "patteggi" e peggio si tiri fuori, ma dovrebbe pagare tutto a tutti. E non certo con i soldi dei contribuenti, dei cittadini, ma confiscando i soldi dei Riva nascosti in un gioco-truffa di società.
Agli operai, ai cittadini di Taranto non può bastare l'"impatto simbolico", il riconoscimento, dopo che altri commissari governativi hanno anche "sputato" sul dramma della gente; questo riconoscimento o si traduce in una vera condanna e nell'assunzione di responsabilità risarcitoria nei confronti degli operai, degli abitanti dei Tamburi, o diventerà un altra presa in giro!

Arrivederci a domani, in lotta per il lavoro!

LIcenziamenti alla Pasquinelli - ieri blocco improvviso dell'impianto, domani sciopero per l'intera giornata

A fronte della notizia avuta in mattinata dalla Coop. L'Ancora che comunue l'importo stabilito dall'Amiu avrebbe coperto solo una parte dei lavoratori della Pasquinelli e che quindi continuano ad essere tagliati dei posti di lavoro,
i lavoratori e le lavoratrici della Pasquinelli presenti al lavoro si sono fermati e hanno bloccato il nastro. Mentre si annunciava a Comune, Amiu, azienda che l'impianto non sarebbe ripartito se non veniva, dopo varie richieste già fatte, fissato l'incontro.
Quanto questo servizio sia importante e invece venga gestito dall'Amiu al massimo ribasso di personale, stabilità del contratto, fondi, è dimostrato dall'immediato allarme che la fermata ha prodotto per Comune e Amiu, che hanno cercato di fare pressioni ricattatorie per intimorire i lavoratori.
Ma queste pressioni non hanno otetnuto alcun effetto e invece domani, venerdì 24 aprile è stato fissato alle 10 l'incontro presso il Comune.
Solo allora, gli operai hanno ripreso il lavoro.

MA CHIARAMENTE LO SCIOPERO INDETTO DALLO SLAI COBAS SC RESTA ECCOME PER IL 24. DURANTE LO SCIOPERO I LAVORATORI TERRANO UN PRESIDIO SOTTO PALAZZO DI CITTA'.

Vogliamo che tutti i lavoratori restino al lavoro!
Vogliamo che nel passaggio al nuovo appalto i lavoratori non perdano neanche un giorno o un'ora.
Ma vogliamo anche stabilità (anche il nuovo appalto è solo per 6 mesi), miglioramento delle condizioni di lavoro e sicurezza, avvio del terzo turno, un contratto adeguato alle effettive mansioni.

Nel processo Ilva di ieri si è sentita la realtà vera, quella degli operai e abitanti dei quartieri inquinati

Nella discussione sul rito abbreviato richiesto dall'imputato Roberto Primerano, consulente della Procura di Taranto, accusato di falso ideologico, concorso in disastro doloso e avvelenamento di acque o sostanze alimentari, questa volta non si sono solo ascoltati articoli di legge, relazioni tecnico-legali, fredde arringhe, ma il grido dei morti e dei malati per il profitto di padron Riva.

Il PM Buccoliero nella sua lunga e articolata arringa ha detto:
Quanto accaduto e continua ad accadere "sembra una guerra. Ma è peggio di una guerra, perchè lavoratori e cittadini continuano a morire ancora".

Ma è stato soprattutto l'intervento dell'Avvocato di Torino, Bonetto, legale delle parti civili presentate dallo Slai cobas sc e dello stesso Slai cobas, che ha portato la "sostanza" di ciò che è in gioco nella grigie aule del processo.
Rifacendosi all'intervento del PM che aveva riportato la discussione ad un elemento di concretezza, che normalmente non è presente nelle udienze di questo Tribunale, ha detto che occorreva parlare di come vivono gli operai e gli abitanti dei quartieri inquinati, dell'angoscia continua di essere sempre a rischio malattia e morte.
Dalla ricostruzione fatta discende evidente il danno e la condizione di pericolo protrattasi nel tempo e che riguarda tutti.
Come si può quantificare un danno di questo genere?
Anche parlare di "danneggiati" non dà l'dea del dramma che si vive. Gli operai dell'Ilva, i lavoratori cimiteriali, gli abitanti dei Tamburi, di Paolo VI, ecc. sono delle vittime di un reato per incolumità pubblica.
Che paragone possiamo prendere per quantificare il risarcimento? Se questa che è vissuta a Taranto è una "guerra", allora il risarcimento almeno deve essere pari alla missione che ricevono i militari che vanno in zone di guerra; con la differenza che chi va in missione militare lo fa sapendo anche il rischio; mentre gli operai e gli abitanti non avevano mai pensato di essere del "marines", dei "soldati"! E questi rischi di morte di malattia normalmente non devono far parte delle loro vite!

Chiedendo poi il danno per lo Slai cobas, l'Avv. Bonetto ha aggiunto:
E' ovvio che falsificare i dati dell'inquinamento (per cui viene accusato Primerano) colpisce al cuore il sindacato, perchè un sindacato può difendere la condizione dei lavoratori, può mobilitarsi sulle richieste dei lavoratori, se e quando conosce la verità della situazione; se la realtà viene travisata si impedisce al sindacato di lottare a ragion veduta. Non solo, se l'O.S. denuncia una serie di fatti che poi l'azienda smentisce sulla base dei dati forniti da consulenti come il Primerano, si produce un discredito che ricade sul sindacato.