OperaiE' nato il “nuovo” Governo dei padroni. Il governo Meloni è prima di tutto come tutti gli altri e va verso la strada di un governo forte con pieni poteri al servizio dei padroni contro proletari e masse più povere.
Non si tratta affatto di un "governo nuovo" e "giovane": la maggiorparte dei ministri già faceva parte di precedenti esecutivi o dei sottoboschi ministeriali; Salvini, Berlusconi e i loro uomini e donne si conoscono fin troppo bene; la stessa Meloni è già stata ministro ed è da una vita in parlamento, dove ha votato varie volte in accordo ai precedenti governi, compreso Draghi sulla guerra e aumento spese militari.
Non si tratta affatto di un governo che unisce capacità politiche e professionali: i ministri sono frutto di una spartizione delle poltrone, fatta a suon di "coltelli" fino all'ultimo minuto; vi sono aspetti clamorosi di incompatibilità tra interessi personali di alcuni Ministri e ruolo nel governo (Lavoro, Difesa per es.), fino a forme anche di nepotismo (il Min. Lollobrigida cognato della Meloni). Si tratta di un'accozzaglia di politicanti, che continuerà a sviluppare al suo interno lo scontro tra fazioni e interessi personali e di lobby.
Infine, tutta la sottolineatura che viene data da tutti di una donna per la prima volta alla presidenza del consiglio, non è affatto un "valore aggiunto", i primi ad essere attaccati saranno proprio i diritti delle donne, quali il diritto all’aborto.
C’è un aspetto di continuità e un programma che sarebbe valso anche se il governo Draghi fosse rimasto in carica, ma sarebbe sbagliato non cogliere le caratteristiche specifiche del governo Meloni, la gravità costituita dalla messa delle mani non solo sul governo ma sull’apparato dello Stato, dell’economia, dei mass media da parte della destra reazionaria, fino alla messa in discussione della Costituzione.
Il sistema elettorale partorito dalla riforma pilotata da Renzi, PD, M5S ha offerto su un piatto d’argento al partito di FdI di ottenere la maggioranza assoluta - nonostante i voti ricevuti da questo partito siano in minoranza rispetto ai votanti e in netta minoranza rispetto alla popolazione, tenendo conto del grande astensionismo - che userà il parlamento e le leggi dello Stato per una trasformazione moderno fascista, a partire dal presidenzialismo.
Contro questo governo è necessario sviluppare la lotta sindacale, sociale, politica, perchè le lotte non solo sono la risposta agli attacchi e agli interessi immediati dei lavoratori e delle masse povere ma sono anche l’unico brodo di coltura in cui può muoversi una nuova opposizione politica e sociale autentica dei proletari e delle masse.
In questo senso è stata importante l’Assemblea proletaria anticapitalista che si è tenuta a Roma il 17 settembre, una settimana prima delle elezioni, perchè si è mossa all’interno della ricerca dell’unità di classe dei lavoratori, delle fabbriche, di un fronte unico di classe, con la classe operaia e le masse proletarie protagonisti e agenti.
Quello che è evidente è il livello di peggioramento delle condizioni di vita dei lavoratori e delle masse.
Questo “nuovo” governo non vuole il reddito di cittadinanza, il salario minimo, non vuole i sindacati di lotta nelle fabbriche e posti di lavoro e le conseguenti lotte sindacali, non vuole la libertà di manifestazione nelle piazze, nelle scuole, e si è visto subito all’opera nelle cariche agli studenti alla Sapienza di Roma, non vuole la libertà di pensiero, vuole imporre l’unico pensiero di destra, moderno fascista, vuole ripristinare i decreti sicurezza contro migranti, Ong e la repressione contro le lotte operaie, studentesche e dei movimenti a difesa di salute ambiente e territori.
Questo governo sposa apertamente le ragioni della guerra dell’imperialismo Usa, e vuole farsi parte attiva del processo innescato dall’invasione imperialista dell’Ucraina verso una nuova guerra mondiale, con un forte aumento delle spese militari, invio di soldati e estensioni delle Basi militari, con sviluppo di una economia di guerra con le conseguenze scaricate sulle masse, carovita, bollette, benzina. Questo governo darà qualche elemosina ai proletari e pace fiscale, condoni ai padroni e ai grandi evasori fiscali e libertà ai padroni per riduzione del salario, licenziamenti, precarietà e peggiori condizioni di lavoro.
Serve una nuova resistenza proletaria e di massa adatta ai tempi nostri, chiama le avanguardie operaie a costruire il partito dei proletari, fronte unito, lotta politica e sociale di massa, ma anche se necessario la lotta partigiana, perchè al fascismo non c’è l’alternativa della democrazia borghese ma l’alternativa della rivoluzione.
Le battaglie da fare subito in maniera unitaria nelle fabbriche posti di lavoro territorio:
1 – contro ristrutturazioni e chiusura delle fabbriche, con maggior sfruttamento, licenziamenti, cassa integrazione flessibile e permanente anticamera dei licenziamenti; per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di paga; contro il carovita, bollette, benzina, riscaldamento, ecc per forti aumenti del salario; salario minimo garantito per precari e disoccupati; lavoro e difesa del reddito di cittadinanza per le masse povere; sicurezza e salute nelle fabbriche e nel territorio – No devastazione ambientale per i profitti e la speculazione capitalistica e parassitaria
2 - No alla guerra imperialista, No all'Italia in guerra con più spese militari, Basi, soldati, No all'economia di guerra, fondi alla sanità, scuola, servizi sociali
3 – No a nuove leggi antimmigrati, per l’accoglienza, solidarietà, permesso di soggiorno, diritto di asilo, documenti regolari, alloggi, contratti - No schiavismo e razzismo
4 - difesa del diritto d'aborto e dei diritti delle donne
5 - contro la repressione, per la difesa del diritto di sciopero, le libertà sindacali, la libertà di manifestare, contro ogni modifica della Costituzione e moderno fascismo
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