Nelle due udienze di lunedì e martedì scorsi si è finalmente cominciati
ad entrare nel merito, con l'audizione e l'interrogatorio di alcuni
testi.
Sono stati sentiti soprattutto gli allevatori che hanno dovuto
distruggere pecore e capre e i prodotti alimentari per la diossina. Tra
parentesi, dagli interrogatori è emerso la miseria che lo Stato ha dato
come rimborso per ogni animale abbattuto: 62 euro, a fronte di 300 euro
che normalmente si ricavano in caso di vendita.
Le domande degli avvocati degli imputati hanno come unico scopo, non
certo di chiarire la situazione, ma di far entrare in contraddizione i
testi evidenziando piccole e insignificanti discordanze con quanto
dichiarato anni fa alla Guardia di finanza, o addirittura cercando di
far passare gli allevatori da vittime a colpevoli.
In generale questi sono interrogatori brevi, con domande di routine. Ma
non è certo di routine la sofferenza, la denuncia, a volte anche con
amara ironia, che viene fuori dalle risposte degli allevatori; da un
lato lo spessore, la drammaticità di una situazione che coinvolge
nell'attacco alla salute animali, allevatori, agricoltori, persone
consumatrici di quei prodotti, per il profitto capitalista; dall'altro
la miseria dei servi degli assassini.
Ieri l'udienza è stata occupata soprattutto dalla lunga testimonianza di
Marescotti, presidente di Peace link. E' stata di fatto, attraverso
dati, fatti, una denuncia soprattutto dell'atteggiamento inerte del
sindaco, Stefano, del presidente della Regione Vendola, come del Ministro dell'ambiante.
Stefano, dopo
un iniziale periodo in cui sembrava disponibile a muoversi per la
difesa dell'ambiente, ha assunto sempre più un atteggiamento da un lato
di copertura della situazione, dichiarando per esempio che i dati
epidemiologici forniti dalla Asl dimostravano un miglioramento quando
poi non vi era alcun documento a conferma, o mentendo sui dati
dell'Arpa; dall'altro di non utilizzo dei poteri a lui affidati per fare
delle prescrizioni, e questo avviene anche in un periodo in cui l'Arpa
mette a disposizione del sindaco un suo funzionario, che però viene
inserito dal Comune in attività ultrasecondarie.
Anche per i Tamburi - ha detto Marescotti - la politica del Comune è
stata quanto meno superficiale, ambigua: nessuna caratterizzazione dei terreni,
all'inizio non circoscrizione delle aree pericolose. Il sindaco aveva
solo la preoccupazione di non allarmare la popolazione. Il Sindaco
affermava che il "campionamento continuo" non è possibile, quando gli
esperti invece dicono il contrario.
Dalla testimonianza vengono fuori anche circostanze che mostrano la
politica quantomeno di "disinteresse", o peggio di connivenza con i
Riva, da parte degli altri Enti o Istituzioni, dall'Arpa al Presidente
della regione, Vendola, al Ministero, il cui ministro, allora Orlando
viene a Taranto, convoca anche Peace Link, ma a fronte di precise
richieste di accertare "chi inquina", fa fare al suo braccio destro solo una
lettera alla Provincia, lettera che poi anche sparisce. Per non parlare
del fatto che dall'agosto del 2010 al dicembre del 2012 il governo
sospende il limite del benzoapirene, forte cangerogeno.
Vendola,
da parte sua, nonostante vari solleciti, non fa un'indagine epidemiologica, "che
sarebbe costata quanto uno spot televisivo", fa una legge sulla
diossina che però rimane inattuata.
Le domande dei PM a Marescotti riguardano poi anche la situazione
all'interno dell'Ilva, dove vengono installate delle centraline per
rilevare i valori degli inquinanati tossici, centraline che prima danno valori
stranamente inferiori a quelli delle centraline dei Tamburi, poi per un
certo periodo smettono proprio di funzionare.
Sulla situazione all'interno dell'Ilva, sulle fonti di notizie, e
soprattutto sulla "struttura ombra", denunciata anche a Marescotti da
alcuni operai, c'è da dire, però, che le risposte di Marescotti sono
sembrate ieri monche, reticenti (per coprire quegli operai?).
Il 30 e 31 le audizioni verteranno ancora sui danni provocati dall'inquinamento - sui reati di natura ambientale; verrà ascoltato il Direttore del dipartimento di prevenzione della Asl, Michele Conversano. Inoltre verranno sentiti dei consulenti di parte civile per i dannegiamenti subiti dagli immobili del quartiere Tamburi.
Ma più che consulenti ed esperti, è la voce degli operai, degli abitanti dei quartieri inquinati che può portare una vera vantata di ribellione nelle grigie aule del processo.