Il 24 aprile si è tenuta alla
Biblioteca Popolare di Taranto un’assemblea contro la repressione.
Italo di Sabato dell’Osservatorio
Repressione ha introdotto la discussone con una dettagliata e lucida
relazione su tutti gli aspetti salienti del decreto sicurezza e di
tutta la più recente legislazione penale e sociale.
Ha ben chiaramente illustrato come
tutti i provvedimenti adottati da questo governo, il più delle volte
in continuità razionale con quelli dei governi precedenti, stanno
delineando un regime reazionario per formare un blocco sociale e un
consenso reazionario di massa intorno a una guerra dichiarata a
quelle che sono indicate come “classi pericolose”, vale a dire
tutti i poveri, ceti e strati sociali colpiti nei diritti e nelle
condizioni di vita, che se, non rinunciano al conflitto, sono
immediatamente inquadrati in fattispecie di reato e minacciati di
penalizzazione e sanzione, dall’esclusione dai servizi e benefici
fino alle multe e reclusione.
A questa offensiva, ha continuato
Italo, c’è da opporre non solo resistenza, unità, solidarietà e
difesa comune di tutti i “pericolosi” ma anche contrattacco, a
partire dalla rivendicazione di tutte le forme e pratiche di lotta.
Se la legge diventa strumento per negare la democrazia conflittuale,
per negare legittimità a ogni opposizione reale, che mette in
discussione non le politiche ma lo stesso funzionamento ed esistenza
del sistema e del potere delle classi dominanti, allora chiunque
parla e difende nel movimento la “legalità”, anche da posizioni
contro il governo, è un nemico anche peggiore dello stesso Salvini,
perché ciò che serve è contrapporre un concetto di giustizia
sociale e diritto a lottare contro le leggi vigenti. Una battaglia da fare anche nell’ambito
dello stesso diritto.
In questo contesto, Di Sabato ha annunciato
l’avvio di un percorso costruzione di un organismo che metta in
relazione, collaborazione e sostegno reciproco quegli avvocati e
compagni che operano nel settore del diritto e in questi anni hanno
difeso e difendono compagni, movimenti di lotta e anche semplici
proletari colpiti dalla criminalizzazione delle lotte sociali e
politiche. Un movimento di giuristi “antipenale”, che in qualche
modo e forma riprenda la tradizione del Soccorso Rosso, attivo negli
anni 70 e 80.
Un percorso già iniziato con assemblee
in un paio di città e che proseguirà con altri incontri il 9 maggio
a Torino, il 17 a Milano e infine il 21 luglio a Genova.
Nel suo intervento il compagno del Soccorso Rosso Proletario,
ha sottolineato che il primo passo per realizzare questa “unità
delle classi pericolose” necessaria oggi per battere la repressione
e il regime reazionario in formazione è superare la logica per cui
persistono una pluralità di organismi, ognuno dei quali difende
principalmente, se non esclusivamente “suoi”. Come gridano gli
operai della logistica “tocca uno tocca tutti”, se attaccano i
movimenti di difesa dei territori dai grandi progetti devastanti,
siamo tutti No-TAV, No-TAP, No-MUOS, se attaccano gli anarchici siamo
tutti anarchici, se attaccano le organizzazioni sindacali di classe,
tutti Sicobas o Slaicobas e così via: tutti migranti, tutti
occupanti, tutti "illegali".
Solo questo tipo di unità e rete di
organizzazione può dare un orientamento politico e una forza
materiale a quel coordinamento di giuristi contro il penale che si
sta tentando di ricostruire, e che chiaramente appoggiamo, per
tornare a fare anche dei tribunali un terreno di lotta e presenza
organizzata, non solo un’arena di una più accorta difesa tecnica.
In questo senso, è stata ribadita la
specifica importanza dell’unità a difesa dei prigionieri politici
e delle lotte sociali criminalizzate, al centro della lotta generale
contro il carcere e le istituzioni totali e ricordato l’esempio
positivo, da riprendere e rafforzare delle campagne nazionali contro
il carcere-tortura, gli omicidi-suicidi carcerari, il 41bis, con la campagnaper Nadia Lioce.
Infine è stata annunciata la proposta,
che si sta indirizzando a tutti gli organismi attivi nella lotta
contro la repressione delle lotte, il carcere, il 41bis, per difesa
dei prigionieri politici rivoluzionari, di un presidio un presidio
popolare al Ministero della Giustizia per il 19 giugno
Un presidio sulle parole d'ordine:
NO AL CARCERE TORTURA/ASSASSINO!
NO AL 41/BIS PER NADIA LIOCE E TUTTI I
PRIGIONIERI POLITICI
LIBERTA' PER TUTTI I COMPAGNI ARRESTATI
a cui si possono aggiungere
unitariamente altre parole d'ordini su questi temi.
Una giornata che mantenga
la memoria del massacro e la resistenza eroica di 300 prigionieri
politici e di guerra nelle carceri peruviane, e la porti ancora in
piazza, fuori dalle nostre sedi, coniugandola oggi la solidarietà a
tutte e tutti i prigionieri politici nel mondo: in particolare in
India, Palestina, Kurdi, George Ibrahim Abdhallah.
Su questo discorso
l’Osservatorio Repressione ha espresso consenso e interesse per la
proposta, da sviluppare e concretizzare nei prossimi mesi.
Soccorso Rosso Proletario - Taranto