sabato 31 ottobre 2020

A proposito della manifestazione dei commercianti, ristoratori, ecc. di giovedì sera

Quella manifestazione è stata la protesta di imprenditori, padroni e padroncini, che vogliono tornare ad essere "liberi" di fare come prima, con cui i lavoratori, le lavoratrici non possono c'entrare nulla. 
Certo, tra loro vi sono differenze, tra chi si è fatto soldi sfruttando i lavoratori anche a nero, evadendo tasse, aumentando prezzi, e chi rischia effettivamente di chiudere e scivolare nella miseria.
Ma giovedì sera è stata l'ideologia, la politica dei padroni che ha dominato, sotto la mascheratura: "niente politica", e il qualunquismo tra i partecipanti. 
 
Come, gli applausi da stadio - per fortuna pochi -
a un personaggio in cerca di pubblicità, come il presunto dott. Bacco, che ha potuto sciorinare tranquillamente il più becero armamentario negazionista ("questo virus non ha ucciso nessuno... è una grande invenzione... butatte nel cesso le mascherine... abbracciatevi tutti...") - Questo andava arrestato o preso a calci sul campo! (per fortuna l'Ordine dei medici ha preso iniziativa su questo "gravissimo episodio" - vedi lettera);
o come una imprenditrice, ma anche altri tra i partecipanti, che ha ridotto il coranovirus ad un semplice raffreddore, "sempre dietro l'angolo per dei bambini";
o come interventi esplicitamente sovranisti, fascisti, e zeppi di ignoranza, per cui ci sarebbe una "dittatura comunista cinese", che starebbe tagliando le "nostre radici economiche e culturali"; per cui, secondo questa becera interpretazione, il covid sarebbe tutto un complotto della Cina per mettere le mani sul resto del mondo, una Cina che comunque non è (purtroppo, diciamo noi) comunista dalla fine degli anni 70; 
o come altre 'uscite' per cui si tratterebbe solo di una pseudopandemia, di un terrorismo mediatico.
Stupidaggini a piene mani, ma con un chiaro indirizzo di destra.
Giovedì hanno potuto prendere la scena giornalisti, come Abate, emarginati, che finalmente trovano il loro habitat per sfogare la loro rabbia, che non è certo di ora ma data dalla sua emarginazione.
Si sono sentiti imprenditori che usano strumentalmente le difficoltà, serie, dei dipendenti, per farsi improvvisamente paladini dei diritti dei lavoratori, quando fino al giorno prima questi diritti li hanno schiacciati.

Tutto questo è schifezza reazionaria!
La partecipazione - che non è stata comunque così grande come alcune immagini vogliono far apparire, vi erano anche titolari di esercizi, padroni medi e piccoli della provincia e della Regione - gli applausi, gli slogan, gli effettivi problemi e anche critiche legittime alle misure del Dpcm, non attenuano il fatto che questo tipo di protesta non c'entra niente con la lotta necessaria dei lavoratori, lavoratrici, masse impoveriti di Taranto. 
 
Anche l'azione della polizia giovedì è stata differente. L'altra sera è stato permesso che non fossero rispettate le minime misure anticontagio: tanti non avevano la mascherina sul volto, le persone soprattutto sotto il palco erano assiepate; ma nulla è successo, nessun intervento su questo della polizia, nessuna sanzione. Tutt'altro atteggiamento invece quando a scendere in piazza, a protesta sono i lavoratori e le lavoratrici; noi l'abbiamo visto il 24 nel presidio alla prefettura, nonostante numeri decisamente inferiori, anche avere la mescherina che copriva solo la bocca bastava perchè la polizia intervenisse. 
 
Noi sappiamo bene e denunciamo e lottiamo contro misure che non risolvono affatto i problemi di lavoro, di salario, di effettiva difesa dal covid, dei lavoratori, dei precari, disoccupati, degli studenti, delle masse popolari; sappiamo che anche tra i commercianti, ristoratori non sono tutti uguali e alcuni di loro effettivamente rischiano di scivolare nella miseria, nelle fila dei disoccupati, altri si sono fatti mucchi di soldi (e perchè mai ora devono avere "aiuti" dal governo, senza neanche una verifica se tengono i dipendenti a contratti regolari, se ha pagato sempre le tasse, ecc?) 
MA QUESTO NON HA NULLA A CHE FARE E DEVE SEPARARE E DENUNCIARE LE PROTESTE DI PADRONI E PADRONCINI, NEGAZIONISTE, FASCISTE.
La pandemia, l'azione del governo non deve essere una "coperta" che tiene insieme padroni e lavoratori, chi si è fatto soldi sfruttando e chi è stato sfruttato, i disoccupati, i giovani.

Noi abbiamo dall'inizio lottato contro padroni, governo per la difesa di salari, lavoro, salute (mentre non pochi ristoratori, commercianti, anche tra quelli che c'erano in piazza, licenziavano i propri lavoratori e ora gridano solo per sè); ed è questa lotta che continueremo e svilupperemo e chiamiamo i lavoratori, gli studenti, le donne, tutti i settori impoveriti a venire.

venerdì 30 ottobre 2020

"DUE PIAZZE" - COSTRUIRE CON LA LOTTA E L'ORGANIZZAZIONE LA PIAZZA PROLETARIA - intervento

Dal blog proletari comunisti - Gli operai, le lavoratrici, i lavoratori, i giovani proletari hanno cento, mille ragioni di scendere in piazza contro il governo, contro i padroni, contro provvedimenti che non vanno affatto nella direzione di difendere realmente il salario dei lavoratori, le condizioni di vita, la salute, che continuano a lasciare le cose come stanno - malissimo - nella sanità e che "risolvono" questioni importanti e fattore di contagio, come i trasporti, imponendo alla maggiorparte degli studenti di stare a casa; contro il fatto che il governo italiano non decide neanche una minima patrimoniale sui profitti e le ricchezze di padroni e ricchi parassiti che consumano in un giorno lo stipendio di un anno di un operaio...

Quindi dobbiamo, in continuità col 24, ritornare nelle piazze, fare scioperi, lotte sui posti di lavoro, nei quartieri, nelle scuole - su questo non ci deve essere alcun opportunismo, moderazione, neanche nelle forme di lotta - gli operai sanno ben fare lotte dure, "violente" quando serve; sanno attrezzarsi per resistere alla polizia. 

In questi giorni si stanno sviluppando manifestazioni di protesta da parte di commercianti, ristoratori, proprietari di palestre, ecc. contro i provvedimenti di chiusura serale o totale dell'ultimo Dpcm del governo; in alcune città a queste manifestazioni via via a loro si aggregano altre persone, giovani, a volte anche lavoratori dipendenti degli stessi commercianti, ristoratori che protestano. 
Ma i lavoratori non possono andare insieme ai piccoli e medi padroni o padroncini, che lottano per sè, per cui la "libertà" (che viene gridata nelle piazze) è tornare a fare soldi come prima e in questo fare c'è eccome lo sfruttamento a lavoro nero di giovani, ragazze, donne, l'evasione delle tasse, ecc; padroni e padroncini che qualche giorno prima hanno pure licenziato i lavoratori. Per questo, una logica della serie: se chiude il bar io perdo il lavoro, se viene difeso il ristoratore viene salvaguardato il mio lavoro e il mio salario non funziona. 
"Non stiamo nella stessa barca" e questo lo sa bene il governo che in queste ore sta decidendo soldi da dare a commercianti e a ristoratori, mentre ai lavoratori, a chi ha perso il lavoro, dà qualche bonus una tantum, e una proroga della cassintegrazione-covid che copre poco più di metà del salario perso e che tanti lavoratori e le lavoratrici stanno ancora aspettando da maggio, mentre ai commercianti li si vuole far arrivare subito tramite bonifico...   

Ma in alcune città, come Torino, in parte a Napoli, la partecipazione alle proteste è più ibrida, mischiata, ci sta gente diversa, non organizzata, ognuna andata per le proprie condizioni; a volte si tratta di altre piazze, differenti da quelle dei commercianti; e qui sono soprattutto i i giovani, giovanissimi ad essere in tanti, senza alcuna appartenenza o riferimento politico, giovani delle periferie, o, come ha detto qualche compagno a Torino, che sembrano come i ragazzi del film "Le miserable", che vanno in piazza senza un preciso scopo di rivendicazioni 
Allora a fronte di queste proteste che facciamo? Ce ne stiamo a casa...? Ci andiamo dietro?  
O andiamo a portare la "linea giusta"?

NO! Dobbiamo creare la nostra "piazza" di lotta proletaria, un altro riferimento per i giovani, i disoccupati, le masse popolari, farci vedere, essere combattivi, portare le rivendicazioni dei lavoratori, fare il nostro.  
Il problema non è "andare o non andare" (questo ogni realtà di lotta, di movimento di classe, le realtà del Patto d'azione, possono valutarlo sulla base della situazione concreta), ma costruire la "piazza proletaria", che è diversa e contro, ed è diversa nelle parole d'ordini, negli obiettivi, nello scopo attuale e futuro della lotta.
Una "piazza" che deve dare ritmo alla mobilitazione proletaria, tenendo conto dei tempi dei lavoratori e non andando dietro ai tempi delle proteste in corso; intervenendo anche nelle proteste dei settori popolari, in maniera autonoma e di classe, ma per separare i lavoratori dai padroni, non per unire o mediare. 

PS. Chiaramente stiamo parlando delle proteste spontanee, dei settori popolari, dei giovani, dei settori popolari che rischiano la povertà. 
Mentre le proteste organizzate da fascisti, leghisti, negazionisti, da FdI, forza nuova, come quella a Roma in piazza del popolo vanno combattute e basta!

MC - proletari comunisti
28/10/2020

Anche a Taranto i contagi aumentano come mai fino ad ora - Pretendere di capire e organizzare la nostra lotta

Il numero dei positivi in Puglia ha superato ieri la barriera dei 10mila casi, con i casi confermati dall’inizio della pandemia che arrivano a quota 17.069.

Al 29 ottobre vi sono: 716 casi positivi: 240 in provincia di Bari, 41 in provincia di Brindisi, 48 in provincia BAT, 208 in provincia di Foggia, 48 in provincia di Lecce, 129  in provincia di Taranto, 1 attribuito a residente fuori regione, 1 caso di provincia di residenza non nota. Sono stati registrati 7 decessi: 2 in provincia di Bari, 5 in provincia di Foggia.

Relativamente, la situazione forse più grave è proprio a Taranto, dove nella prima fase del coronavirus i contagi e gli stessi morti erano bassissimi.

La situazione, quindi, è preoccupante. Chi nega questo è stupido o, peggio, parla solo a nome dei propri interessi economici o politici

I dati forniti dalle Istituzioni, però, così non vanno bene, servono solo a creare a livello di massa dipendenza e attesa; non permettono di capire dove e perchè e quindi poter avere un valutazione autonoma su dove e come intervenire, se ci sono focolai, ecc.

I nodi di fondo dell'espandersi della pandemia, anche nella nostra città, non vengono affrontati o vengono aggirati; l'esempio più evidente è rappresentato dalle scuole da un lato e dalla sanità dall'altro; per le scuole, invece che aumentare nettamente i mezzi di trasporto, le aule, assumere insegnati e personale scolastico, si preferisce mandare a casa studenti, bambini, con ritorno del pesante aggravio di lavoro, della oggettiva nuova chiusura in casa per le donne in particolare, sia come madri che come insegnanti.

Nella sanità, nonostante le denunce che vengono dall'interno, anche a Taranto non viene potenziata la sanità - sia per il covid, per pronto soccorso, sia per tutte le altre malattie - non vengono fatte assunzioni che servono per tutto il personale sanitario, non si creano le condizioni perchè i tamponi necessari si facciano, senza vessazioni, soldi, e lungaggini, strumentando anche i medici di base; non si creano postazioni mediche nelle fabbriche, in primis all'ArcelorMittal.

In questa situazione, a Taranto, come in tutte e le città, bisogna lottare, per imporre interventi altri. 

Questa necessaria lotta, non c'entra nulla ed è contro la mobilitazione dei commercianti, imprenditori, ristoratori. Occorre la lotta degli operai, delle donne e giovani delle masse popolari sui loro obiettivi, dei lavoratori, giovani finora spesso a nero, sfruttati da quegli imprenditori che ora scendono in piazza per sè, per tornare ad essere "liberi" di fare come prima.  

Dobbiamo costruire la nostra "piazza", che diventi un riferimento chiaro e di classe per tutti i settori delle masse popolari impoverite.

INSIEME BISOGNA COMPRENDERE LA PARTITA GENERALE IN GIOCO - DA DOVE NASCE LA CRISI PANDEMICA

Dall'ultimo numero del giornale proletari comunisti - si può richiedere a pcro.red@gmail.com o trovarlo nella sede Slai cobas via L. Andronico, 47 Taranto:

"Il giornale proletari comunisti con due numeri speciali Coronavirus usciti nei mesi scorsi ha fornito alle avanguardie operaie e proletarie gli strumenti di analisi scientifica di parte e di orientamento politico per sviluppare coscienza di classe, autonomia ideologica, politica, lotta politica e sociale, di fronte a una situazione difficile e complessa.

E’ importante riprenderli nelle proprie mani, perché senza questi si naviga nella palude della confusione, in uno stato di gattini ciechi nelle lotte e sostanzialmente senza prospettiva; per non parlare della gravità di alcune avanguardie di lotta, compagni e compagne, cadute nel negazionismo che è solamente di stampo fasciopopulista e al carro dell’azione dei Trump, Bolsonaro e nel nostro paese dei Salvini di turno.

In questi numeri si afferma chiaro che la pandemia è causata dal sistema imperialista e dal modo di produzione capitalista nella sua fase putrescente e che quindi non esistono alternative serie a questa come alle future pandemie, come al disastro ambientale se non la lotta per eliminare e cancellare dalla faccia della terra il sistema che le ha prodotte, in ogni parte del mondo.

La pandemia è quindi una occasione per i comunisti e le forze autenticamente rivoluzionarie, per comprendere e agire in forme radicalmente nuove nella situazione per organizzarsi e lottare, non solo sul terreno della difesa immediata delle condizioni di vita e di lavoro, di salute ecc. ma per costruire nel fuoco della lotta di classe e in stretto legame con le masse la prospettiva della rivoluzione proletaria e socialista nel nostro paese, in unità internazionale e internazionalista con il proletariato e le masse popolari nel mondo e le loro avanguardie politiche e sociali.

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, ma è un mare in tempesta, in cui bisogna imparare a nuotare nuotando.."

ArcelorMittal - Lo sciopero del 5 novembre per il CCNL dei metalmeccanici deve essere realmente di LOTTA!

Dal comunicato di Fim, Fiom, Uilm su ArcelorMittal:
“In tutti gli stabilimenti continua il ricorso alla cassa integrazione senza soluzione di continuità, il livello di investimenti anche nella manutenzione ordinaria degli impianti si è sostanzialmente azzerato, la sicurezza sul lavoro si è ridotta... Per questo riteniamo vadano rilanciate iniziative di mobilitazione, informazione, sensibilizzazione negli stabilimenti e nei territori di riferimento, a partire dalla caratterizzazione della vertenza ArcelorMittal nello sciopero del 5 novembre“.
 
Gli operai dell'ArcelorMittal, dell'appalto, dell'Ilva AS devono prendere questo sciopero del 5/11 e le iniziative nelle loro mani
A Taranto, chiaramente, questo sciopero è legato anche alla permanenza della situazione grave in ArcelorMittal - che non può più essere affrontata con le parole "rassicuranti" di Direzione aziendale e governo (che continuano a parlarsi in segreto), mentre AM continua nel suo strapotere in fabbrica, sospendendo dal lavoro un lavoratore e un delegato Fiom; nè si può affrontare con le sole lamentele verbali dei sindacati confederali, che da settembre annunciano, ma non fanno, assemblee in fabbrica e a cui basta una convocazione di incontro, inconcludente, a Roma per sospendere blocchi alle portinerie e scioperi, come è successo settimane fa. 
 
Insieme a forti aumenti salariali nel nuovo contratto nazionale dei metalmeccanici, il 5 novembre portiamo nella lotta la piattaforma operaia, proposta dallo Slai cobas per il sindacato di classe e firmata finora da centianaia di operai: 
 

Sulla protesta di ieri sera, per ora pubblichiamo il commento del Corriere di Taranto, condividendolo per quanto riguarda gli interventi osceni di alcuni personaggi in cerca d'autore, e il non sanzionamento per la mancanza di distanziamento e mascherine - Poi diremo la nostra

Marcello Di Noi

pubblicato il 30 Ottobre 2020, 08:36

Anche Taranto ha manifestato. Ieri sera, in un tratto di via Mignogna, in pieno centro cittadino. Alcune centinaia di persone hanno risposto al’appello lanciato, soprattutto via social, dagli organizzatori. Gente che ha voluto rappresentare il malcontento e la rabbia contro l’ultimo Dpcm varato dal governo che ha imposto limitazioni a ristoratori, titolari di bar e pub, di palestre e piscine. La parte d’Italia, insomma, più colpita dal Dpcm e che rischia seriamente la chiusura definitiva, dopo aver faticato (per chi ci è riuscito) nel riattivarsi al termine del lockdown di marzo.
Insomma, recriminazioni e rabbia legittime, al netto della volontà del governo di contenere l’espandersi pericolosissima della pandemia. E scambiando appena qualche opinione con alcuni presenti, t’accorgevi del timore nel futuro incertissimo, nella poca fiducia delle misure di sostegno del governo. Opinioni svariate, del tutto comprensibili.
Purtroppo, però, va anche detto che quella gente ha subìto l’incursione di individui che, salvando il diritto d’opinione sacrosanto, probabilmente andava fermata in tempo prima di arringare la folla con teorie quantomeno strampalate, per non scivolare noi nel volgare. E, va detto pure, fa specie il non rispetto del distanziamento sociale e le pochissime mascherine indossate fra quelli che ascoltavano. Ci chiediamo: non andavano sanzionate, così come potrebbe accadere a qualunque semplice cittadino che non rispetta le regole?
Per carità, la libertà individuale è un diritto fondamentale irrinunciabile. Ma il limite c’è ed esiste, perchè esiste anche la libertà altrui. E ieri sera, quell’assembramento e le poche mascherine alzate il confine è stato senza dubbio divelto. Nella speranza che non abbia pure fatto danni moltiplicando la diffusione del virus.
Sui social già ieri sera sono piovute e circolavano critiche molto forti a quanto accaduto. Com’era prevedibile. Lasciamo stare i commenti, taluni davvero pesanti. Certo è che dar sfogo a un presunto medico patologo negazionista e a un ristoratore neppure tarantino che tira fuori il complotto che vuole desertificati Paesi quali la Grecia e l’Italia per la loro antichissima cultura, farebbe sorridere in altre occasioni. Il problema non è dar loro voce: è non dissociarsi appena dopo interventi simili.

Oggi processano a Palermo lavoratrici in lotta per il lavoro - Solidarietà dalle lavoratrici di Taranto


DALLE LAVORATRICI DI TARANTO
Solidarietà dalle compagne di Taranto lavoratrici degli appalti pulizie. Siamo con le assistenti igienico personale di Palermo che domani, 30 Ottobre, verranno processati perché lottano per il loro diritto al lavoro. Noi siamo con loro per il diritto al lavoro e a un salario dignitoso.
Lavoratrici slai Cobas Taranto

IL COMUNICATO DELLO SLAI COBAS SC DI PALERMO

...dal 30 ottobre saremo processati a Palermo perché abbiamo difeso il nostro diritto al lavoro, perché dinnanzi all’arroganza della Città Metropolitana che nel 2017 aveva indetto una gara d’appalto irregolare e truffaldina con cui di fatto licenziava più della metà dei precari, a maggioranza donne, abbiamo risposto con la lotta tempestiva e necessaria, “assediando” i palazzi del potere, contestando apertamente la gara e ottenendo alla fine la modifica del bando e il blocco dei tagli ai posti di lavoro.

Da oltre 25 anni nelle scuole facciamo assistenza igienico-personale agli studenti disabili e in una città del sud come Palermo con sempre più precarietà e rischio di licenziamento per migliaia di lavoratrici e lavoratori ogni giorno subiamo come precari delle Coop Sociali tutte le conseguenze di una condizione di lavoro fatta di contratti a termine sempre più a termine, anche solo di mesi, riduzioni di ore, salari bassi, scaricamento illegale della nostra mansione ad altri lavoratori con cui le istituzioni innescano odiose guerre tra poveri.

Governo e padroni di fatto in questo sistema capitalistico vogliono toglierci ogni futuro inchiodandoci ad un presente faticoso e sempre più instabile che oggi è peraltro aggravato dall’emergenza Covid-19, siamo fuori dal lavoro ormai dal mese di marzo!

Ma contro tutto questo abbiamo lottato e continuiamo a farlo perché giusto e necessario.

La “lenta” giustizia borghese è stata veloce a rinviarci a giudizio, ma in effetti si tratta di un “processo” che avviene in tutta Italia! Siamo una goccia che fa parte di un mare di lavoratrici, lavoratori, operaie, operai, precarie, precari, disoccupate, disoccupati, attivisti delle lotte sociali, migranti... che vengono attaccati da questo Stato borghese che invece di dare risposte a bisogni reali e a diritti si scaglia con la repressione in diverse forme, emanando anche leggi odiose come i decreti sicurezza del fasciorazzista Salvini, le cui “modifiche” dell’attuale governo hanno lasciato come e più di prima le pesanti misure repressive contro le lotte dei lavoratori e le lotte sociali.

Ma la giustezza delle lotte messe in campo in difesa della condizione di lavoro e di vita più generale la rivendichiamo pienamente e diciamo a gran voce che queste lotte non si processano!E’ per questo che oggi il 30 ottobre siamo in piazza durante il processo facendo appello a tutti coloro che vorranno unirsi perché la repressione non spegne le lotte giuste e necessarie ma alimenta la ribellione!

Precarie e Precari Coop Sociali - Assistenti igienico personale

Slai Cobas per il sc Palermo esprimi la tua solidarietà a cobas_slai_palermo@libero.it

FORMAZIONE OPERAIA - ENGELS - "CON UN GIUDIZIO DI "MALE E BENE" SULLA SOCIETA' NON ANDREMO AVANTI - Questa FO è interna alla celebrazione del 200° anniversario della nascita di Engels

Riprendiamo 3 passi dal libro di Engels: Antiduhring. 

Una grande opera che, in critica alle posizioni antiscientifiche, morali (posizioni tuttora esistenti ed inquinanti di una concezione storica materialistico dialettica) afferma le teorie del socialismo scientifico.

*****


- A PROPOSITO DELLA RIDUZIONE DEL TEMPO DI LAVORO 
"...l'enorme incremento delle forze produttive, raggiunto mediante la grande industria, permette di distribuire il lavoro fra tutti i membri della società senza eccezioni, e perciò di limitare il tempo di lavoro per ciascuno in tal misura che per tutti rimanga un tempo libero sufficiente per partecipare, sia teoricamente che praticamente, agli affari generali della società. Quindi solo oggi ogni classe dominante e sfruttatrice è diventata superflua, anzi è diventata un ostacolo allo sviluppo della società e solo ora essa sarà anche inesorabilmente eliminata, per quanto possa essere in possesso della "violenza immediata"..."

CON UN GIUDIZIO MORALE DELLA SOCIETA': "BENE E MALE" NON ANDREMO MOLTO AVANTI...
"...Se già con verità ed errore non siamo andati molto avanti, ancora meno andremo avanti con male e bene. Questa antitesi si muove esclusivamente sul piano morale e quindi su un piano appartenente alla storia umana, e qui le verità di ultima istanza sono estremamente rare. Da popolo a popolo, da epoca a epoca, le idee di bene e di male si sono cambiate in tal misura da essere arrivate spesso addirittura a

mercoledì 28 ottobre 2020

Il fascismo padronale all'ArcelorMittal di Taranto: “Vietato denunciare problemi sicurezza” - sospeso delegato Fiom

Lo Slai cobas per il sindacato di classe Taranto, nell'esprimere la sua solidarietà al delegato sospeso, fa appello ad estendere e rafforzare lo sciopero del 5 novembre - immettiamo nello sciopero la piattaforma operaia, sottoscritta finora da circa 300 operai, e la lotta contro la repressione padronale 

Il delegato della Fiom Cgil Giuseppe D’ambrosio “è colpevole, secondo una artefatta ricostruzione aziendale, semplicemente perché ha svolto il suo ruolo di rappresentante dei lavoratori denunciando molte criticità di sicurezza presenti a tutt’oggi sugli impianti gestiti da ArcelorMittal“. E’ quanto denuncia la segreteria provinciale Fiom Cgil Taranto tramite Giuseppe Romano e Francesco Brigati.

“Purtroppo, la gestione della fabbrica del tandem Morselli-Ferrucci sta producendo un clima di terrore tra i lavoratori del siderurgico e il messaggio lanciato con la sospensione del delegato della Fiom Cgil è chiaro: chi denuncia gravi condizioni di sicurezza sugli impianti rischia il licenziamento” dichiarano Romano e Brigati.

“Già in un incontro con i coordinatori di fabbrica dei Rsu, il “top” manager Ferrucci aveva utilizzato toni alquanto minacciosi dichiarando: “State attenti quando denunciate agli enti ispettivi!”. Un avvertimento che poi si è rivelato essere il preludio di un fatto piuttosto grave come la sospensione del nostro RSU, motivata da una ricostruzione manipolata dell’accaduto che, inevitabilmente, sarà oggetto di una attenta valutazione da parte della Fiom affinché si possa fare chiarezza e soprattutto possa essere perseguito penalmente il responsabile delle accuse rivolte al nostro delegato” proseguono dalla Fiom.

Inoltre, “è del tutto evidente che lo stato degli impianti del siderurgico è ormai al collasso e la mancanza di programmazione di interventi di manutenzione ordinaria sta determinando un serio rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori e le rappresentanze dei lavoratori hanno il compito di segnalarle per garantire la sicurezza dei lavoratori” si legge nella nota della Fiom.

“La sospensione del delegato della Fiom non è un caso isolato, altri lavoratori sono stati sospesi dall’azienda evidenziando, di fatto, il disprezzo dell’azienda nei confronti di chi ogni giorno in quella fabbrica garantisce la continuità produttiva in condizioni non proprio ottimali. È giunto il momento – annunciano dalla Fiom – che il governo dia una svolta a questa infinita vertenza, accelerando e definendo quanto prima la prospettiva occupazionale e ambientale della fabbrica più grande d’Europa che deve necessariamente passare da un intervento pubblico“.

 

Nella pandemia, nella necessaria lotta per difendere salute, lavoro, reddito NESSUNA CONFUSIONE TRA INTERESSI PROLETARI E INTERESSI BORGHESI DI PADRONI E PADRONCINI

Riprendiamo dal blog proletari comunisti questo articolo. 

INVITIAMO A VENIRE GIOVEDI' 29 ALLE ORE 18 - SEDE SLAI COBAS VIA L. ANDRONICO, 47 TA, PER DISCUTERE E ORGANIZZARE, DOPO LA GIORNATA DI LOTTA DEL 24, NUOVE NOSTRE MOBILITAZIONI, DEI LAVORATORI, LAVORATRICI, PRECARI, DISOCCUPATI, STUDENTI

Abbiamo detto: Anche nella pandemia i comunisti rivoluzionari non assumono la logica: siamo tutti nella stessa barca. "La classe non è acqua" neanche in questa occasione. Serve, anche su questo importante terreno della difesa della salute e della vita, una chiara lotta di classe e obiettivi di classe, una divisione/scontro tra interessi proletari e interessi borghesi. Se si fa questo, se dei passi avanti nella difesa della nostra classe si faranno, questi serviranno a tutte le masse popolari, a tutti i settori popolari impoveriti dalla pandemia/crisi.

I comunisti si devono concentrare sulle condizioni ed effetti nel proletariato e sulle soluzioni necessarie alla classe.

Oggi di fronte all'azione del governo Conte e dei provvedimenti presi con l'ultimo Dpcm - che nella loro maggioranza sono per una parte inutili per fermare i contagi, e inutilmente vessatori, con divieti immotivati ad una socialità soprattutto per i giovani, ad una quotidianità non ridotta solo a lavoro e casa (vedi le assurde chiusure di cinema, teatro); per altra parte sono ispirati da una concezione di scaricare tutta la responsabilità del nuovo propagarsi della pandemia sui comportamenti dei singoli e hanno per scopo una azione di controllo, di repressione sia delle persone, ma soprattutto del diritto a riunirsi, alle manifestazioni, agli scioperi;
di fronte al fatto che ancora una volta - nonostante pareri e indicazioni, oseremmo dire di "naturale buon senso pratico", logici, fatte anche da tecnici, medici, scienziati, esperti - non si vuole intervenire sui nodi di fondo: trasporti, sanità, misure sanitarie nelle fabbriche, scuole; nè si adottano provvedimenti e impiego di fondi per la difesa del salario, dei posti di lavoro, per contrastare le condizioni di immiserimento crescente dei lavoratori, dei disoccupati, delle donne, delle masse popolari; 
di fronte all'emergere di proteste "confuse" di ristoratori, commercianti, bottegai, in general corporative, fatte da padroncini andati effettivamente in miseria, ma anche da tanti padroncini che si sono finora arricchiti sul lavoro nero dei propri dipendenti, sull'evasione delle tasse, sugli aumenti dei prezzi delle merci; proteste che sono o diventano in sintonia con l'azione della destra, fascisti, negazionisti; 

i proletari devono organizzare il loro necessario scontro di classe con padroni e governo, per non essere i veri e ultimi privati di tutto e per non essere schiacciati in mobilitazioni equivoche.  
Questo è il compito e il lavoro dei comunisti qui ed ora!

Gli obiettivi della classe operaia, delle masse popolari devono essere chiari e sono differenti: 
difesa del salario, a partire da reali aumenti nei nuovi CCNL - salario garantito ai disoccupati - No licenziamenti, riduzione dell'orario di lavoro a parità di paga - cassaintegrazione al 100% e anticipata dalle aziende - assunzioni massicce nella sanità, nelle scuole - tamponi e postazioni mediche nelle fabbriche, nelle scuole - blocco di affitti, mutui - cancellazione di pagamenti bollette - assunzione delle richieste espresse nelle lotte dalle donne, dai migranti, ecc. 
Questi obiettivi, espressi nella recente giornata di lotta del 24 ottobre, dal Patto d'Azione, non devono essere confusi con parole d'ordine equivoche di commercianti, ristorati, ecc. ("tu mi paghi/tu mi chiudi"), che vogliono solo difendere le proprie tasche e tornare, in generale, a fare utili come prima, compreso lo sfruttamento dei propri dipendenti. 

I comunisti, nello stesso tempo, non sostengono le rivendicazioni, le lotte della propria classe solo per difendersi dal pesante attacco portato alle condizioni di lavoro e di vita - che, però, era già in atto con lo scarico della crisi del capitale sui lavoratori e masse popolari e la pandemia lo ha pesantemente aggravato - ma organizzano queste lotte, le sostengono, colgono ogni aspetto che mostri che di guerra di classe si tratta (per es. l'azione repressiva di polizia e Stato contro gli scioperi, le lotte) per elevarne la combattività e la coscienza della necessità dello scontro con l'intero sistema dei padroni, per porre all'OdG la lotta per il potere proletario, per una nuova società socialista.

Parte di questo è, nella nuova emergenza pandemica, non stancarci mai di mostrare, spiegare ai proletari e alle masse perchè c'è la pandemia, che è il modo di produzione capitalista nella fase imperialista che produce le pandemie e che come sono cicliche le crisi economiche del sistema del capitale, sono cicliche le pandemie e lo saranno sempre di più. 
Questo pone che non c'è possibilità di difendersi dai vari covid se non rovesciamo, con la rivoluzione proletaria, il sistema del capitale.  

martedì 27 ottobre 2020

Noi non siamo per difendere gli interessi di commercianti e imprenditori - Non siamo tutti nella stessa barca...

(da Corriere di Taranto): "...giovedì 29 ottobre, (in precedenza stabilita per il 27 ottobre) in Piazza Immacolata alle ore 21,00 per unirsi alla protesta civile e pacifica di commercianti ed imprenditori colpiti dall’ultimo, in ordine di tempo, DPCM, che impone la chiusura di attività come pure piscine e palestre..."

NOI SIAMO PER DIFENDERE GLI INTERESSI DEI LAVORATORI!

Quanti di questi commercianti e imprenditori tenevano lavoratori a nero, o sotto pagati...?

Verso una nuova presentazione nazionale telematica de 'L'impero Mittal' per guardare da un punto di vista di classe e internazionalista la battaglia in corso

 Chiedere copia a pcro.red@gmail.com


lunedì 26 ottobre 2020

Dopo la giornata di lotta del 24 ora lo sciopero dei metalmeccanici del 5 novembre contro i padroni sostenuti dal governo

All'ArcelorMittal Taranto nelle scorse settimane qualcosa ha cominciato a muoversi.

Il 5 novembre non deve essere solo un'astensione dal lavoro, ma una giornata di lotta, per consistenti aumenti salariali nel CCNL



 

Le iniziative alla fabbrica e sotto la prefettura a Taranto per la giornata di lotta del 24 ottobre - interventi audio di lavoratori studenti...

Per problemi tecnici non sono disponibili video

Introduzione

Studente 

Potere al Popolo

FGC1

FGC2

200 operai seguono e sostengono l'iniziativa alla portineria delle ditte dell'appalto ArcelorMittal

- cassintegrazione al 100% del salario
- riduzione dell’orario di lavoro a parità di paga
- contratto unico metalmeccanico con clausola sociale
- SI prepensionamenti - NO esuberi e licenziamenti
- Postazione Ispettiva permanente su sicurezza e salute in fabbrica



domenica 25 ottobre 2020

Che è successo a Napoli - riprendiamo dai blog del Si.Cobas e di proletari comunisti

La Napoli proletaria in piazza nella giornata nazionale di lotta per dare voce a chi non ha niente da perdere.


Nonostante numerose assenze a causa di contagi e quarantene fiduciarie e a dispetto del clima di caccia alle streghe instaurato da Questura e Prefettura all'indomani dei disordini di venerdì notte, la manifestazione indetta da SI Cobas, assemblea dei lavoratori combattivi e Patto d'azione fuori alla sede dell'Unione Industriali di Piazza dei Martiri in concomitanza con la mobilitazione svoltasi in tutte le principali città, è pienamente riuscita.

Dai video circolati in rete è apparso chiaro a chiunque che le centinaia scesi in piazza oggi rappresentano quel pezzo di città composto da operai, disoccupati, licenziati politici, precari e studenti che il prezzo della Crisi-CoviD l'hanno già ampiamente pagato sulla loro pelle e con le loro tasche.

La piazza di oggi ha dato voce alle tante vertenze ed emergenze sociali che lo Stato e i padroni non hanno voluto affrontare negli scorsi anni, e che oggi sono sempre più drammatiche.

Abbiamo fatto il possibile per far si che la rabbia di oggi restasse nei confini della protesta civile e pacifica, anche per non offrire il fianco al terrorismo mediatico di queste ore. Evidentemente la Questura di Napoli non era di questo avviso e ha utilizzato la nostra piazza per tentare di sfogare le frustrazioni accumulate la sera precedente, caricando a freddo il presidio e malmenando senza motivo una nostra compagna: solo a quel punto il presidio è stato costretto a intervenire per frenare la furia degli uomini in divisa e tutelare i partecipanti e i lavoratori presenti, trasformandosi in un corteo determinato e compatto che ha attraversato l'intero quartiere Chiaia.

 
Dalle cronache di Repubblica
"...Durante la manifestazione sono state lanciate uova con vernice rossa sul portone del palazzo della Confindustria. Poi, davanti all'ingresso, è stato collocato uno striscione con la scritta "Quattro morti sul lavoro al giorno, questa e violenza". Sul lockdown, i manifestanti hanno detto di non essere contrari ma a patto che "per disoccupati e lavoratori ci sia il salario pieno garantito"...

Il goffo passo indietro di De Luca sul lockdown regionale e la perenne indecisione del governo sono la dimostrazione che i governanti sono nel panico e non sanno che pesci prendere, ma anche che le piazze di queste ore, pur con i loro limiti e contraddizioni, hanno aperto una faglia profonda nel fronte istituzionale e padronale.

Ma a differenza di altre categorie sociali scese in piazza in questi giorni, il nostro obbiettivo non è la "riapertura": noi vogliamo che la piena tutela della salute vada di pari passo col rispetto dei diritti e la garanzia del salario per tutti i proletari.
Lo avevamo già chiarito lo scorso 23 maggio e poi ancora il 6 giugno: difesa della salute e garanzia di salario non sono bisogni in contrapposizione tra loro come vorrebbero farci credere i padroni, casomai è vero il contrario.

Chiusure o non chiusure, lockdown o coprifuoco, di Covid si continuerà a morire finché le nostre vite saranno sacrificate sull'altare dei profitti di un manipolo di parassiti: mentre si criminalizza la movida, nessuno osa parlare della mattanza quotidiana e delle migliaia di focolai che scoppiano nelle fabbriche e nei magazzini a causa della totale mancanza di misure di sicurezza dai contagi.

Il collasso del sistema capitalistico rende sempre più necessaria la costruzione di un punto di vista e un piano d'azione degli sfruttati che sia autonomo da tutte le istituzioni e da tutte le frazioni della classe dominante.

Oggi volevano criminalizzarci e schiacciarci, ma hanno avuto l'esito opposto.

Chiusura o non chiusura: vogliamo campare!
Salario garantito e riduzione dell'orario di lavoro, per lavorare tutti e lavorare meno.

La crisi la paghino i padroni: patrimoniale subito, per rilanciare la sanità, la scuola e i trasporti.

Solo la lotta paga - da si.cobas napoli

Dopo la giornata nazionale di lotta con i lavoratori protagonisti in tutta italia con la miccia accesa a Napoli

Anche a Taranto ora vogliamo risposte alle rivendicazioni dei lavoratori

Diamo continuità alla lotta cominciata dai lavoratori rappresentanti dello Slai cobas, dagli studenti e da tutte le forze dell'opposizione politica operaia e popolare

costruiamo un fronte unito 

giovedi alle 18 attivo per programmare nuove iniziative - invitiamo a partecipare anche chi non ha partecipato all'iniziativa di sabato

sede slai cobas via livio andronico 47 - taranto tel. 347- 5301704

Dalle lavoratrici degli asili, ieri nella giornata di lotta sotto la prefettura: "prima tappa vinta grazie alla lotta, ma la lotta continua..."

Prima tappa vinta

Enza Cavaliere
Italia

25 OTT 2020

Pochi giorni fa le lavoratrici degli asili nido comunali di Taranto hanno vinto una battaglia durata nove anni... firmando un contratto con l'aumento delle ore e con il riconoscimento del parametro sull'ausiliariato.

Tappa vinta sì... ma tappa da cui ripartire per ottenere una stabilizzazione all'interno di un organico comunale dove il servizio di ausiliariato e pulizie rappresenta un servizio strutturale.

L' internalizzazione del servizio resta l'unica soluzione che dia stabilità e continuità lavorativa!

  • Resto dell'idea che unendo le varie realtà lavorative, da nord a sud, potremo spuntarla. Come si dice...
  • l'unione fa la forza!!

sabato 24 ottobre 2020

Per il 24, per la battaglia locale e nazionale alle fabbriche - presidio ieri mattina alle Ditte appalto ArcelorMittal

Anche alle ditte firme sulla piattaforma operaia:

- cassintegrazione al 100% del salario
- riduzione dell’orario di lavoro a parità di paga
- contratto unico metalmeccanico con clausola sociale
- SI prepensionamenti - NO esuberi e licenziamenti
- Postazione Ispettiva permanente su sicurezza e salute in fabbrica