TarantoContro riprenderà la sua normale pubblicazione dal 10 gennaio- naturalmente ci potranno essere anche in questo periodo post informativi, di denuncia e di mobilitazione se necessari ai proletari e alle masse popolari
la redazione
Invece che internalizzazione, come da tempo richiesto dalle lavoratrici dell'ausiliariato-pulizie dello Slai cobas - (richiesta ritenuta legittima anche dal vice prefetto nel 2020; e nel 2022 una mozione votata a maggioranza del consiglio comunale decise di avviare una verifica di percorso di internalizzazione degli asili) ) - il Comune vuole andare, si parla già dal prossimo anno, verso la privatizzazione dei 9 asili-nido di Taranto.
Questo è inaccettabile e non lo permetteremo!
Anche con questa assurda decisione, si dimostra quello che abbiamo da tempo denunciato: l'amministrazione Melucci non ha mai all'OdG la condizione dei tanti lavoratori, lavoratrici degli appalti comunali di Taranto. Per eventi, strutture turistiche, ecc. ci sono soldi, per il lavoro, per migliorare la condizione ultra misera e precaria delle lavoratrici ausiliariato-pulizie non ci sono mai. Ora si passa addirittura ad affidare ai privati la gestione degli asili; privati che avrebbero un solo interesse: fare utili sulla pelle delle lavoratrici, tutte, con rischio non solo di peggiorare ulteriormente le attuali già brutte condizioni di lavoro, ma anche di tagli ai posti di lavoro.
Sarà perchè in pentola bolle questo grave piano che l'amministrazione Melucci non ha mai risposto alle richieste di incontri, alle richieste di miglioramento delle condizioni lavorative fatte in questi mesi dalle lavoratrici e lavoratori dell'ausiliariato-pulizie dello Slai cobas e Usb, che hanno fatto nelle scorse settimane, mesi ben 4 scioperi, assemblee, denunce al consiglio comunale monotematico, e che sono tuttora in stato di agitazione.
La privatizzazione sarebbe anche un grave danno per la qualità dei servizi resi ai bambini e per i genitori che sicuramente vedrebbero le rette aumentare di molto.
Sia chiaro che non accetteremmo neanche una divisione tra i 9 asili, per cui alcuni verrebbero privatizzati e altri resterebbero pubblici; significherebbe di fatto una divisione anche per i bambini, per le famiglie, e per le lavoratrici e lavoratori.
Gli asili nido sono un servizio pubblico centrale, per i bambini, per le donne, e tale devono restare!
Ringraziamo Luca Contrario per aver subito denunciato questa squallida manovra, e diciamo a tutti i consiglieri di metterci la faccia e opporsi.
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"Luca Contrario, denuncia l’esternalizzazione a privati dei servizi di gestione di tutti i nove complessi scolastici. La novità sarebbe emersa ieri, durante una riunione in commissione bilancio.
Purtroppo noi dello Slai cobas non ce ne meravigliamo - Il Codacons ha voluto fare un ricorso inutile avventurista e demagogico.
Ma non si dica che valgono di più dei cavilli giuridici della giustizia per migliaia di operai e cittadini dei quartieri inquinati.
Ma, come abbiamo detto dal primo momento, nessuno si illuda, non finisce qui...
Si tratta di una perdita di un compagno con cui siamo stati legati dal 1992, dalla nascita, per la prima volta, e rimasta unica, dei cobas nelle grandi fabbriche; abbiamo fatto un percorso di anni insieme, e anche quando abbiamo autonomamente costruito lo Slai cobas per il sindacato di classe, il legame di lotta di classe, l'affetto, la simpatia scherzosa, anche nei momenti di polemica sono stati sempre presenti.
Non si tratta solo della perdita di un compagno, operaio comunista, ma della perdita di un pezzo di storia del movimento operaio, non solo di Pomigliano, un pezzo di storia della difficile strada per ricostruire il sindacalismo di classe, a partire dalle fabbriche, che veda protagonisti gli operai e operaie, centrali nella battaglia per porre fine al sistema economico, politico del capitale, per diventare i "becchini" di questo sistema di sfruttamento e di oppressione.
Vittorio in questa battaglia è stato un esempio di coerenza e di radicale opposizione di ogni compromesso, anche quando insieme a Mara hanno fatto l'esperienza della lotta parlamentare.
Noi vogliamo ricordare Vittorio soprattutto nelle sue battaglie dentro l'Alfa, poi Fiat di Pomigliano degli "anni buoni" in cui la sua lotta coerente, di scontro aperto verso tutti i responsabili dell'attacco verso gli operai, la sua forza, determinazione, riconosciuta e seguita da tantissimi operai e operaie aveva permesso di conquistare dei risultati in fabbrica. Anche quando lo Slai cobas nazionale ha cambiato il suo Dna di sindacato di classe e di base con al centro le fabbriche e nelle mani degli operai, Vittorio ha mantenuto coerentemente la natura operaia dello Slai cobas di Pomigliano.
Poi vi è stato la situazione e il clima difficile nelle fabbriche che tuttora permane; in questi anni abbiamo anche polemizzato con Vittorio per una sua certa illusione giudiziaria. Ma anche in questo periodo non è mai venuto meno il rispetto reciproco e il riconoscimento, sia pur con differenti posizioni, della sincerità con cui Vittorio, e Mara, facevano anche questa battaglia, pensando solo e soltanto agli operai e operaie.
Vittorio, come Mara, ci mancherà molto, anche la sua ironia e ottimismo, ma rimarrà sempre con noi.
Slai cobas per il sindacato di classe
coordinamento nazionale
Napoli, è morto Vittorio Granillo fondatore e dirigente del sindacato operaio autorganizzato
E’ morto Vittorio Granillo, i dirigente sindacale, fondatore insieme a Mara Malavenda nel 1992 dell’organizzazione sindacale indipendente Slai Cobas, prima forma di autorganizzazione operaia.
“Lo Slai Cobas, sotto la guida del compagno Vittorio Granillo e della compagna Mara Malavenda, ha conquistato importantissime vittorie, in molti casi contro “Fiat” e “Stellantis”, in oltre dieci sentenze di Cassazione sezione lavoro, autentiche smentite giuridiche alla dittatura padronal-confederale ed ha riaperto al riconoscimento giuridico dei diritti sindacali di ogni organizzazione dei lavoratori – spiega in una nota l’organizzazione sindacale di base – Lo Slai Cobas ha determinato con il proprio lavoro e battaglie, il principio fondante di ogni sindacato autentico dei lavoratori e delle lavoratrici, l’autorganizzazione”.
“La lotta della classe operaia in questi trentadue anni da che è avvenuto il crimine politico della concertazione e della limitazione dei diritti sindacali nel nostro Paese, è diventata una questione di una gravità politica senza precedenti nella Storia repubblicana – continua la nota dello Slai Cobas – E a dimostrarlo non sono solamente le cronache delle stragi sul lavoro e delle centinaia di migliaia di infortuni e malattie professionali che affliggono ogni anni i lavoratori e le lavoratrici, italiani/e ed immigrati/e, ma anche la continua ridefinizione complessiva filo-padronale da parte di parlamenti e governi corrotti dalle grandi firme del capitale nostrano delle regole del diritto del lavoro e dei contratti nazionali del lavoro firmati sempre ed esclusivamente dalle organizzazioni colluse e corrotte dal sistema capitalistico del profitto ad ogni costo e della flessibilità, a vantaggio quasi esclusivamente dei padroni, e la continua chiusura ed esternalizzazione delle attività produttìve. Prossimamente – conclude la nota – ci sarà occasione di approfondire e dare ricordo alle grandi conquiste cui Vittorio e Mara hanno dato il loro inestimabile contributo“
La "lezione" tenuta a Taranto dal Prof. marxista Di Marco è disponibile sia in forma audio che scritta. Si può richiedere a WA 3519575628
Questa Formazione la riaffermiamo nel quadro della ricostruzione di un'opposizione politica e sociale in funzione di una alternativa politica e sociale, della necessità che le avanguardie dei lavoratori abbiano una formazione adatta a valutare la realtà e che vogliano elevare la propria coscienza di classe.
Marx nel Capitale scrive: presuppongono naturalmente lettori che vogliono imparare qualcosa di nuovo e che quindi vogliano anche pensare da sé.
Ecco lo scopo della formazione marxista. Ci rivolgiamo soprattutto a quei compagni e lavoratori che già lottano, che sono impegnati socialmente, politicamente nelle file più radicali del sindacalismo, rappresentate oggi dal sindacalismo di base, di cui noi siamo parte.
Sin da un'assemblea nazionale anticapitalista che tenemmo a Roma con presenza dei compagni di diverse aree, venne forte l'esigenza che i movimenti in sé non sono sufficienti, non solo perché sono frammentati e quindi non hanno una forza che possa rovesciare i governi, ma anche perché molti di essi non si basano su un'analisi scientifica della realtà. Molto spesso la loro logica è: il movimento è tutto il fine è nulla.
E quando si parla di fine, evidentemente bisogna partire dal tipo di società in cui viviamo, dal tipo di sistema, dal tipo di leggi che lo guidano e le forme per superarlo.
La formazione marxista è rivolta innanzitutto agli operai, ai lavoratori, lavoratrici, ai giovani, perché una cosa deve essere assolutamente certa, Marx non ha scritto Il Capitale per gli intellettuali, l'ha scritto per la classe operaia genericamente intesa, perché abbia le armi per conoscere e trasformare il sistema sociale in cui vivono.
La formazione marxista è una guida in funzione della crescita della lotta di classe, non tanto in termini di quantità, ma di qualità. Perché la quantità non dipende certo solo dalla formazione ma da condizioni politiche sociali, dalla spontaneità, dalla situazione generale del paese e così via.
Siamo impegnati nell'organizzare lotte tra i lavoratori, tra gli operai anche se è molto difficile, e a sviluppare movimenti di opposizione politica sui temi che sono centrali di fase in fase nella situazione politica - oggi è evidentemente centrale la lotta contro la forma attuale del governo della borghesia rappresentata dal governo Meloni, che è in connessione-rottura con i precedenti governi, ma va in direzione di un regime moderno fascista che schiacci ulteriormente i lavoratori; un regime interno a un sistema imperialista in crisi che va verso una nuova guerra imperialista mondiale, le cui prime vittime sono i popoli. E oggi siamo di fronte al gigantesco problema del genocidio in atto contro il popolo palestinese.
In questo contesto è importante avere nelle mani gli strumenti di analisi che guardano alle fondamenta del sistema capitalista.
Questo è evidentemente un percorso di lunga durata e si rivolge innanzitutto alle avanguardie, perché poi diventino loro gli strumenti di trasformazione del movimento per indirizzarlo verso il movimento reale che abolisce lo stato di cose presenti che Marx e noi con lui chiamiamo comunismo.
Non è la prima volta che facciamo questo lavoro di Formazione marxista, l'abbiamo fatto altre volte. La prima volta ha prodotto un libro sul libro primo de Il Capitale in cui viene fatta un'esposizione in forma divulgativa per permettere di leggere l'essenziale dell’opera di Marx. In quell'occasione chiedemmo ai lavoratori di fare delle domande, interventi, e chiedemmo al professore Di Marco, che avevamo conosciuto nella sua funzione di intellettuale marxista sia all'interno dell'università Federico II di Napoli sia all'interno dell'universo degli intellettuali marxisti nel nostro paese, di dare delle risposte alle domande dei lavoratori e lavoratrici.
Questo libro è disponibile e dobbiamo rieditarlo.
In un momento successivo abbiamo fatto una serie di nuove lezioni prevalentemente online, perché si sono anche incrociate con la questione della pandemia. Gli argomenti trattati in quell'occasione sono raccolti ora in un opuscolo “Formazione marxista degli operai”. Questo opuscolo è già a disposizione.
Per noi si tratta di insistere, questa volta, sull’urgenza della formazione dei quadri militanti sulle basi del marxismo, dando ad essa una struttura permanente. In questo senso abbiamo previsto 9 appuntamenti di questo tipo. Si tratta di un lavoro che non stiamo facendo solo a Taranto ma anche in altre città, in forme in un certo senso diverse per la composizione differente dei partecipanti, benchè si tratti sempre prevalentemente di operai, di lavoratrici che sono organizzati nello Slai Cobas
Un’altra città è Palermo dove questo ciclo è già partito e la partecipazione è fatta soprattutto da lavoratrici, lavoratrici precarie impegnate in una durissima lotta per il posto di lavoro. Vi sono anche compagni che partecipano in forma sistematica alle lotte sulle varie tematiche, compagni appartenenti al Comitato contro la guerra, come compagni del Fronte della gioventù comunista, e altri.
Dopo questo di Taranto, ci sarà l'appuntamento di Bergamo, che è ancora diverso, perché vi saranno soprattutto operai e operaie stranieri che fanno parte delle fabbriche di Bergamo, più un nucleo che esiste da sempre a Bergamo rappresentato dagli operai della Dalmine. Qui si potranno presentare altre contraddizioni, come il fatto che gli operai, le lavoratrici, sono nigeriane, ucraine, altri di origine indiani, e così via, quindi ci potrà essere un problema di lingua, anche se non sono operai immigrati arrivati ieri e lavorano nelle fabbriche da vari anni, in particolare nelle fabbriche Montello e Belgravia, in cui stanno lottando quotidianamente di fronte ai problemi che presentano una doppia situazione, non solo sono operai e operaie sfruttate con gli stessi problemi degli operai italiani ma con in più i problemi di discriminazioni, delle forme di schiavismo, del non rispetto dei diritti che verso gli operai migranti si esprime in forma ancora più dura.
Si tratta, quindi, di luoghi che potremmo chiamare di “laboratorio”, dove proviamo a fare questo tipo di Formazione marxista.
Chiaramente è un lavoro che non facciamo solo per noi, è un'esperienza che vogliamo socializzare, che possiamo trasformare in un contributo alla ricostruzione della organizzazione politica del movimento operaio che noi continuiamo a chiamare partito comunista. Un’esperienza di rapporto tra teoria e organizzazione che si riflette nella lotta politica e sociale per indirizzare il movimento proletario verso il fine del potere operaio attraverso la via della rivoluzione.
Il cammino verso questo fine è estremamente complicato dopo i gloriosi anni ‘70 e quindi siamo tutti in verifica per sperimentare le forme con cui si può condurre oggi questo lavoro, e metterlo a servizio dell'intero movimento, per aiutare tutto il movimento a costruire la sua strada.
Infine, c’è da dire che non siamo solo noi che stiamo riprendendo Marx. E’ uscita una nuova edizione del libro primo del Capitale, su cui hanno scritto le pagine culturali dei giornali borghesi, anche Sole 24 ore, il Corriere della Sera, che sono rimasti un pò impressionati da questa ripresa del Capitale. Il suo autore è Roberto Fineschi, un professore conosciuto molto bene dal professor Di Marco con cui ha collaborato e continua a collaborare, e pensiamo che in uno dei nostri appuntamenti forse potrà essere presente.
Questo per dire che anche la borghesia presta molta attenzione ad una ripresa di Marx, perché evidentemente tutta una serie di fatti sociali e politici che stanno avvenendo in economia sembrano obiettivamente anche ai borghesi dare ragione all'analisi scientifica che Marx ha fatto del modo di produzione capitalistico.
Ma in questo lavoro loro fanno la loro parte, a noi tocca fare la nostra.