martedì 31 agosto 2021

Protesta a Bari ex Ilva in As - Buona mobilitazione di centinaia di operai - Chiarimento dello Slai cobas sui LPU

Dalla corrispondenza di un operaio rappresentante Slai cobas che ha partecipato alla manifestazione


Usb incontra Caroli. “Attendiamo fino a venerdì convocazione del tavolo. In assenza di risposte, nuove manifestazioni”
I lavoratori ex Ilva in As, a bordo di quattro pullman, sono partiti questa mattina per raggiungere la sede della Regione sul Lungomare Nazario Sauro a Bari, in occasione della manifestazione annunciata  dall’Unione Sindacale di Base di Taranto circa dieci giorni fa.
I manifestanti hanno bloccato il traffico delle auto in segno di protesta e hanno lasciato passare solo gli autobus. Una piccola delegazione ha accompagnato il coordinatore provinciale dell’Usb Franco Rizzo nell’incontro con il presidente della task force regionale, Leo Caroli.
Tra gli argomenti affrontati la proposta dell’Usb mirata a far sì che ai cassintegrati vengano affidati i lavori di pubblica utilità, proposta che la Regione nell’ultimo incontro risalente a tre mesi fa, ha condiviso. In continuità con quello che è stato detto a maggio, Caroli ha confermato l’interesse della Regione ad accogliere questa idea, pur dichiarando la volontà dei commissari straordinari di attendere la presentazione del piano industriale di Acciaierie d’Italia nella speranza, per Usb vana e del tutto campata in aria, che vengano riassorbiti alcuni lavoratori ex Ilva in As. I rappresentanti Usb hanno chiesto invece che le due cose vengano tenute distinte e che subito si acceleri per portare a compimento le idee e le proposte sui Lpu, reinserendo  i lavoratori nel mondo del lavoro.
A questo punto Caroli ha garantito una celere convocazione del tavolo per affrontare questo ed altri temi.
Altra esigenza rappresentata, quella relativa alla necessità che la Regione intervenga in sede ministeriale per stimolare un provvedimento mirato a prevedere l 'integrazione salariale non più annuale ma per un triennio, per rivedere la formula del calcolo dell' integrazione stessa e per introdurre norme che consentano di sbloccare il TFR in passivo e quello attuale sempre per la stessa platea di lavoratori.
Caroli ha assunto quindi l’impegno a sollecitare il Ministero su questo.

Franco Rizzo, coordinatore  provinciale Usb Taranto: “Attendiamo fino a venerdì. In assenza di risposte in termini di convocazione del tavolo regionale, saremo pronti a programmare nuovamente azioni di protesta, sempre più incisive. Deve essere chiaro che si sta sottovalutando anche il lato psicologico della questione: vanno date risposte ai lavoratori lasciati nel limbo della cassa integrazione per evitare che un problema lavorativo si rifletta nell’ambito personale e familiare generando effetti gravi e irreversibili”.

Slai cobas su Lpu

L'accordo di Genova, a cui sempre e anche in questa occasione fa riferimento l'Usb, parla di LPU per lavori dei cassintegrati presso i Comuni; questo accordo tra l'altro è stato attuato solo parzialmente. 

Se a Taranto i lavoratori Ilva AS in cigs potrebbero essere utilizzati per lavori di bonifiche Ilva (ma finora sono solo parole), è più giusto chiedere che questi lavoratori dalla cassaintegrazione rientrino in fabbrica con salario normale.

Parlare di "bacino" - come finora ha detto la Regione - in cui convogliare tutti i cassintegrati (anche non Ilva), di fatto mette definitivamente fuori dall'Ilva e piano Acciaiere d'Italia i 1600 operai, che rischiano di restare in attesa di chiamate e tempi non controllabili, non superando, quindi, la condizione di precarietà.

Poliziotto no vax muore di Covid - Che dobbiamo dire? Purtroppo se l'è cercata... La maggiorparte dei nuovi decessi sono di persone non vaccinate

Poliziotto no vax muore di Covid, l'ex compagna: "Ha sottovalutato il virus, diceva ai suoi colleghi di essere più forte"
L'uomo aveva 58 anni e non si era vaccinato per scelta: ha contratto il virus probabilmente durante il servizio nell'hotspot di Taranto a fine luglio e dal 10 agosto era in Terapia intensiva. Su Facebook provava a sdrammatizzare dall'ospedale: "Mi sono sposato con il Covid"
Era no vax, è morto stroncato dal Covid in poco più di un mese. Candido Avezzù, di 58 anni, originario di Venezia e residente a Mestre, è deceduto domenica 29 agosto in ospedale per complicanze sopraggiunte in seguito al contagio da Covid-19 che ha probabilmente contratto mentre, nel luglio scorso, era in servizio temporaneo all'hotspot di Taranto.

Emiliano si profonde in elogi a Salvini - Noi l'avevamo detto...

Noi da sempre abbiamo indicato e denunciato la demagogia populista di Emiliano, che inevitabilmente si fa compagna di strada del fascismo.

A Taranto invece Emiliano viene elogiato, invitato da movimenti, ambientalisti, da sindacati come Usb.

L’elogio a sorpresa di Emiliano a Salvini: “Stai facendo un grande sforzo per delineare una visione di Paese, hai onestà intellettuale”

(Da Il Fatto quotidiano) -


“Salvini sta facendo un grande sforzo per delineare una visione di Paese, ed è uno sforzo che ha dei costi politici”. E ancora: “Salvini è un politico che ha una sua onestà intellettuale“. Dalla platea dell’evento ‘La Piazza’, la kermesse organizzata a Ceglie da Affaritaliani.it, arrivano, un po’ a sorpresa, parole di elogio da parte del presidente della Regione Puglia ed esponente del Partito democratico, Michele Emiliano, nei confronti del leader leghista Matteo Salvini, collegato in video. “Ringrazio tutti gli 8mila sindaci italiani che sono in prima linea, partendo dalle parole del presidente. Lavorare per il bene del Paese deve essere interesse di tutto” è la risposta di Salvini

Su scuola/Vaccinazioni/manifestazioni da contrastare

In epoca di pandemia da Covid -19, ci troviamo alla vigilia della ripresa delle attività scolastiche con le “novità” del green pass per tutti gli operatori scolastici per poter accedere nelle scuole.

A fronte di una pandemia così grave NOI SIAMO PER LA VACCINAZIONE OBBLIGATORIA PER TUTTA LA POPOLAZIONE.

Del green pass ai potrebbe parlare di arma di distrazione di massa ipocrita da parte del governo a fronte invece della sempre più necessaria vaccinazione obbligatoria che il governo ad oggi non ha messo in atto e nessuno dei provvedimenti veramente risolutivi per il mondo della scuola è stato adottato, vedi la questione degli spazi/distanziamento, delle scuole messe in sicurezza, di un piano serio di screening periodico, dei trasporti specifici per gli studenti e vogliamo parlare dei tanti banchi con le rotelle rimasti inutilizzati con spreco di soldi pubblici?

Insomma, come al solito si lancia il sasso e poi si cercano risposte ai tanti problemi che emergono e restano irrisolti e l’inizio dell’anno scolastico è di nuovo alle porte!

Mentre i confederali asserviti, che fino ad oggi hanno contribuito pienamente alla distruzione della scuola pubblica, con il loro “protocollo di intesa” con il Ministero dell’Istruzione ora ipocritamente strillano sulla questione della negazione dei tamponi pagati con fondi scolastici anche per il personale scolastico che rifiuta di vaccinarsi, avallando posizioni che di fatto inducono a deviare/sviare dalla vaccinazione con l’utilizzo dei tamponi.

Puntualmente e prontamente poi sindacatini iperburocratici come l’ANIEF non hanno perso né tempo nè occasione per intentare cause, raccolte firme inutili contro il green pass, provvedimento che ha creato confusione, scatenato una levata di scudi da parte di no vax e fautori in nome della “libertà di scelta” individualista, divisioni sia tra i lavoratori della scuola che con tutti gli altri lavoratori; è stato creato un coordinamento nazionale docenti e ATA contro il green pass che ha indetto una manifestazione alla vigilia della ripresa della scuola contro il green pass senza dire: vaccinazione obbligatoria per tutti.

NOI SIAMO CONTRO QUESTE MANIFESTAZIONI!

Come Slai Cobas inoltre non possiamo condividere quelle posizioni di sindacati anche di base che sì denunciano i problemi strutturali della scuola aggravati dalla pandemia ma sulla questione vaccinazione restano sulla “libertà di scelta” sui vaccini o sulla coscienza dei lavoratori… se è vero che ci sono tanti lavoratori e lavoratrici che più che essere No Vax convinti non si vaccinano perchè hanno paura degli effetti collaterali, a causa anche della generale disinformazione o cattiva informazione in primis del governo, che corre sui media o sui social anche in modo becero, con le diverse falle emerse nella campagna di vaccinazione, il quadro attuale della situazione sanitaria che viviamo oggi mostra invece la necessità urgente di lottare perché si affermi una seria logica sociale sulla questione Covid/vaccinazioni. Chi non parla e non chiede la vaccinazione obbligatoria di fatto sostiene posizioni dei no vax e invece di battersi per la vaccinazione per tutti rivendica la libertà individuale.

L'appello alle lavoratrici e lavoratori è costruire nella scuola lo sciopero generale indetto dal sindacalismo di base e di classe per l’11 ottobre.

È nella lotta quotidiana per strappare risultati concreti che i lavoratori possono ricostruire l’unità che serve in questa fase e che contratti capestro, accordi, “riforme” hanno messo grandemente in discussione, ma hanno, anche, prodotto guasti, reso la scuola sempre più apertamente subordinata agli interessi del capitale.

È necessario ribaltare tutte le politiche scolastiche e risolvere tutti i problemi strutturali che, lungi dall’essere risolti, potranno porre anche in questo anno scolastico chiusure di scuole, e/o renderanno la vita scolastica più difficile e complicata, ricorso alla DAD o alla didattica integrata:

-piano di vaccinazione obbligatoria per tutti con chiara informazione e supporto medico, no ai profitti capitalistici sulla pelle dei lavoratori e delle masse popolari

- reperimento di spazi per permettere a tutti gli studenti di seguire in presenza, No alla DAD né alla Didattica integrata

- potenziamento dei mezzi di trasporto- ripristino del servizio di medicina scolastica

-assunzione di personale docente e ATA, trasformazione dei contratti a tempo determinato in tempo indeterminato, potenziamento degli organici

-potenziamento della scuola pubblica e copertura di tutto il territorio nazionale a partire dai nidi, scuola dell’infanzia . -basta scuole paritarie che sono state finanziate anche durante il lockdown

- internalizzazione di tutti i servizi scolastici (assistenza agli studenti disabili- servizio di pulizieri, asili nido...)

- ritiro dell’ Accordo sull’ulteriore riduzione del diritto di sciopero nella scuola ARAN-OOSS concertativi

Slai Cobas per il sindacato di classe

mercoledì 25 agosto 2021

SULLE VACCINAZIONI NELLA SCUOLA - La posizione dello Slai cobas

Per il governo e il Ministero della PI l'ultima decisione - di ieri - è che nella scuola (e questo si dovrebbe estendere a tutte le scuole e a tutto il personale operante) tutti i lavoratori devono avere il green pass, il tampone gratuito verrebbe fatto solo per coloro che non possono vaccinarsi per motivi di salute (impossibilità che deve essere certificata da un medico), per gli altri no.

Noi siamo per la vaccinazione per tutti. Riteniamo l'uso del green pass una toppa che il governo ha voluto mettere invece di organizzare dal primo momento la vaccinazione obbligatoria per tutti e in particolare per la sanità e la scuola, lasciando così sempre ad una scelta individuale, lì dove la vaccinazione a fronte di una pandemia è una questione collettiva/sociale.

La cosa giusta per tutti è vaccinarsi. anche Gino Strada il capo di Emergency morto da poco, di cui nessuno può mettere in discussione la sua capacità professionale, disse: «I vaccini fanno male? Che fesseria». Più o meno la stessa cosa ha detto, e ha ampiamente spiegato rispondendo alle domande delle lavoratrici, il ricercatore del CNR Fabrizio Chiodo con cui nei mesi scorsi lo Slai cobas sc ha organizzato due assemblee telematiche - di queste assemblee abbiamo le registrazioni che possiamo mandare a richiesta.

Così come ora possiamo organizzare a Taranto un incontro con medici che si stanno dall'inizio occupando della pandemia.

Riportiamo una nota scritta da un giornalista.

In ogni caso, "la libertà individuale" (tutelata dalla Costituzione) non deve danneggiare gli altri, altrimenti è "libertà" per uno e rischio per tutti - questo genere di "libertà individuale" è quella che praticano i padroni per i loro interessi contro la collettività, mentre non può essere una concezione dei lavoratori.

Perchè l'obbligo vaccinale non ha alternative - stralci condivisibili di un articolo - dal blog proletari comunisti

da Francesco Piccioni

...se si vuole fermare una pandemia – a questo punto della storia, quando il disastro è stato già combinato dalle imprese e dai governi – non ci sono molte alternative: OBBLIGO VACCINALE per tutti coloro che sono in condizione di poterlo ricevere. Un anno e mezzo fa, in altre condizioni (e senza i vaccini), dicevamo “tamponi per tutti e chiusura delle zone focolaio”...

... come ci spiegano gli epidemiologi, se non vaccini tutta l’umanità il virus circola, evolve, muta, torna e ti sega anche lì dove pensavi essere protetto...

...Preferiscono come sempre scaricare la responsabilità e le colpe sui “cittadini”, genericamente intesi, perché non rispettano individualmente le misure “consigliate”.

Così, invece dell’obbligo vaccinale per tutti, si inventano “misure incentivanti” – il green pass rientra nello schema – che possano spingere ad accettare la vaccinazione, ma fingendo di rispettare la “libera scelta individuale”... che, sia detto sommessamente ma definitivamente, in una pandemia non ha diritto di esistere. Prima che fossero scoperti i vaccini chi provava a fuggire da un contenitore di infezione (una nave, un sanatorio, ecc) veniva fucilato, non “rispettato”.

In una pandemia conta la collettività, l’interesse collettivo, la società prevale sull’individuo. E’ come per la difesa dell’ambiente: il pianeta si può salvare – e con lui l’umanità – se si adottano politiche produttive e di consumo che superano “l’anarchia del libero mercato capitalistico”.

Se si adottano politiche che limitano alla sola sfera privata la “libera scelta” (proprio quella che i reazionari, invece, vogliono sempre “regolamentare” a suon di divieti).

L’individualismo è non solo reazionario, ma soprattutto dannoso per tutti...

giovedì 19 agosto 2021

Agli operai della Tessitura Albini di Mottola oltre la perdita di lavoro ora manca anche la cassintegrazione


I lavoratori, che sono in presidio da quasi un mese dopo la chiusura della fabbrica per impedire che l'azienda si porti in altri siti, anche esteri, i macchinari, non hanno ancora ricevuto la cassintegrazione del mese di luglio 2021, e per quelle successive le notizie di fonte task force regionale prospettano un ritardo anche maggiore.

Questo nonostante che negli incontri tenutisi in Prefettura il mese scorso sia stato assunto l'impegno da parte di tutti che l'Inps erogasse mensilmente ai lavoratori la cassintegrazione-covid; questo però è avvenuto solo fino a giugno scorso.

I lavoratori sono disperati, vivono solo con quel reddito di cig benchè misero e insufficiente a coprire le esigenze quotidiane e familiari; ora ritardare anche questa indennità è togliere loro il "pane".

Lo Slai cobas sc, contattato da alcuni lavoratori della Tessitura Albini, ha chiesto all'Inps, alla Prefettura, alla Regione di risolvere subito gli eventuali problemi che hanno ritardato la corresponsione della Cig e di procedere al suo pagamento nella settimana in corso.
 
L'Inps attraverso il Responsabile Ammortizzatori Sociali ha prontamente risposto, comunicando che la domanda di autorizzazione al trattamento di cassa integrazione, per il periodo 05/07/2021 - 03/10/2021, ai sensi del D.L. 99/2021 (circolare INPS 125 del 09/08/2021), è stata presentata dall'azienda in data 11/08/2021, e che pertanto, non vi era alcun ritardo da parte dell'Inps nella gestione della domanda, che peraltro è già in fase istruttoria ricordando però che per i pagamenti mensili l’azienda, ottenuta l’autorizzazione, dovrà trasmettere le relative istanze (Mod. SR 41 o Uniemens-cig).

Lo Slai cobas nel ringraziare il responsabile Inps per la pronta risposta, rileva comunque che a situazione di emergenza - come quella che vivono i 118 lavoratori della Tessitura Albini e le loro famiglie - è necessario rispondere con soluzioni di emergenza; e l'emergenza in questo caso riguarda soprattutto i tempi.
Pertanto tutti i soggetti interessati, a partire dall'azienda, debbano adoperarsi per ridurre al massimo i tempi della procedura tra una fase e l'altra, affinchè i lavoratori possano ricevere subito la cassintegrazione di luglio e mensilmente le altre.
Non è giusto che si adottino procedure straordinarie da parte del governo per erogare in questo periodo sostegni alle aziende e si adottino invece procedure ordinarie con tempi ordinari per i lavoratori.

In questo senso, aggiunge lo Slai cobas, poniamo l'opportunità di valutare la possibilità che sia l'azienda ad anticipare la cig; atteso che:
i vari decreti per la cig-covid pur non ponendo come norma l'anticipo aziendale della cassa-covid, non lo escludono - a Taranto vi sono stati quest'anno aziende che hanno anticipato la cig-covid avendo altri siti a livello nazionale;
la Tessitura Albini ha anch'essa altri siti produttivi e pertanto può porre in detrazione all'Inps l'anticipo della cassa-covid;
inoltre, la Tessitura Albini, che non ci risulta stia chiudendo lo stabilimento a Mottola per crisi ma per delocalizzare e ridurre i suoi costi di produzione, continua pur col fermo del sito di Mottola a fare utili attraverso la vendita di energia prodotta dalle migliaia di pannelli solari installati sui capannoni e parcheggi nella fabbrica.

Porti aperti ai profughi e migranti - Dal Sindaco di Taranto al Sindaco di Brindisi, al Sindaco di Mola di Bari... BENE!

Il sindaco di Taranto: «Porto aperto in onore di Gino Strada»

Nave di un'ong nel porto di Taranto; in basso Rinaldo Melucci

«A noi piacerebbe onorare in concreto la memoria di Gino Strada, dare un contributo oltre le parole di circostanza, e dichiarare che all’occorrenza Taranto è porto aperto, è sempre porto sicuro, è approdo che ha fatto e vuole continuare a fare in positivo la storia del Mediterraneo. E siamo sicuri che altrettanto potranno fare tante città italiane di buona volontà e di pace», sono le parole pronunciate ieri dal sindaco di Taranto Rinaldo Melucci.

Una scelta maturata «nelle ore in cui i grandi Stati nazionali dell’Occidente fanno i propri conti con errori, sprechi e mancanza di responsabilità verso i popoli mediorientali» ha spiegato Melucci, «il mondo sta cambiando rapidamente intorno a noi, nessuno può dirsi al sicuro senza la sicurezza degli altri, nessuno può dirsi felice ed appagato senza la prosperità e la salute degli altri, nessuno può costruire il proprio futuro se tutti insieme non curiamo il pianeta. Rinchiudersi nel proprio cortile è una inutile forma di utopia». 
 

Profughi Afghanistan, la Puglia si prepara all’accoglienza

Profughi Afghanistan, la Puglia si prepara all’accoglienza

"Non possiamo restare indifferenti, destino indicibile per donne"

Anche la Puglia si prepara all'accoglienza della folla di disperati in fuga dalla guerra. "Non possiamo restare indifferenti dinanzi alla grande tragedia che si sta consumando in queste ore in Afghanistan. Donne e bambini lasciati ad un destino indicibile nelle mani dei talebani pronti a restaurare un califfato medioevale". A scriverlo su facebook il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi. "Siamo pronti a fare la nostra parte per accogliere i profughi, per salvare quelle donne e bambini da violenze e soprusi, dal medioevo tribale", aggiunge il primo cittadino. "In pochi giorni emerge clamoroso il fallimento dell'Occidente - scrive - con la democrazia esportata a suon di guerre umanitarie costate centinaia di migliaia di morti e oltre mille miliardi di dollari. Non basta la denuncia di questo fallimento, occorre agire. Molti Sindaci stanno chiedendo al Governo di aiutare i profughi. Brindisi c'è - ribadisce - con la sua storia millenaria di accoglienza, con il suo porto crocevia di popoli con il suo cuore grande".

IL SINDACO DI MOLA DI BARI:

"Quando è stato segnalato lo sbarco - spiega il sindaco di Mola di Bari, Giuseppe Colonna, che andato sul posto - si è subito attivata la macchina della solidarietà, con le associazioni di volontariato e i commercianti della zona che hanno portato viveri e cuscini".

Ma Colonna ha criticato chi sui social ha espresso preoccupazione per i "pericolosì clandestini". Sono "bambini. E donne. Famiglie. Come le nostre. Anzi no. Più tristi e disperate. Molto di più". Il sindaco perciò si è detto meno orgoglioso "dei facili commenti superficiali, disumani e razzisti dei soliti leoni da tastiera" sottolineando di aver "provato un enorme orgoglio nel ritrovare una comunità accogliente" mentre a chi ha commentato con "odio, rabbia e disprezzo" ha detto: "Abbiate il coraggio di dire davanti a loro che dovrebbero tornare a morire di fame, guerra e disperazione nella loro terra".

lunedì 16 agosto 2021

EMILIANO IN SERVIZIO PERMANENTE DEL FASCIO/LEGHISMO Salvini/Meloni

Osservatorio sul Fascismo a Roma

Oltre lo sdoganamento, c'è l'appoggio politico-elettorale.
Cosa vedremo nei prossimi anni? "Bianchi, rossi, neri sono tutti uguali",
come nel film di Nanni Moretti?

Da Open del 5 agosto 2021

L’endorsement di Michele Emiliano a Pippi Mellone, sindaco di Nardò vicino a Casapound

Il sindaco di Nardò aveva appoggiato pubblicamente l’ex magistrato all’epoca della sua (seconda) corsa per la presidenza della Regione Puglia. E oggi lui gli restituisce il favore benedicendo l’annuncio della sua ricandidatura

Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano torna ad applaudire Pippi Mellone. E viceversa. Il sindaco di Nardò aveva appoggiato pubblicamente l’ex magistrato all’epoca della sua (seconda) corsa per la presidenza della Regione Puglia. E oggi lui gli restituisce il favore benedicendo l’annuncio della sua ricandidatura nella cittadina pugliese: «In bocca al lupo al sindaco che ha aperto la mia mente per

Taranto: missioni di guerra - turismo - eventi sportivi - privatizzazione delle spiagge... VA BENE COSI'? QUESTA E' LA "TARANTO ALTERNATIVA" PER LE MASSE POPOLARI?

“Taranto ‘naturale portaerei’ del Mediterraneo”
Corriere di Taranto 15 Agosto 2021, 08:27

Il capitano di vascello Diego Tomat è il 79esimo comandante della Capitaneria di Porto di Taranto... Il suo incarico istituzionale, unito alla comprovata esperienza professionale, lo rendono la persona più autorevole ad affrontare le principali tematiche legate al porto jonico e alle attività diportistiche...
Il porto di Taranto ha realmente una posizione strategica?
“Taranto dista mille miglia nautiche da Gibilterra ed altrettante da Suez, spiega il comandante Tomat, ed è anche la principale base della Marina Militare del Mezzogiorno. Questi contenuti la rendono una ‘naturale portaerei’ del Mediterraneo, sia per le attività commerciali, sia per quelle militari. D’altra parte, la scelta di farla diventare una delle basi di Evergreen, qualche anno fa, non fu casuale... garantendo una diramazione ideale per lo smistamento delle merci e dei materiali nel Centro-Sud Italia”...
Quale potrebbe essere il futuro degli sport nautici legati ad eventi internazionali come il SailGP?
Più che roseo, direi, anche perché il lungomare è una specie di anfiteatro naturale che permette agli spettatori di seguire gli eventi, dalla città senza doversi spostare più di tanto. Tuttavia, anche in questo caso, ci sono delle aree di miglioramento legate, in particolar modo, all’accoglienza delle barche che arrivano da fuori, in occasione di grandi eventi. Mi riferisco, al SailGp, che ha registrato il tutto esaurito nella capacità di posti barca disponibili...
Ci sono delle irregolarità e delle conseguenti sanzioni che si ripetono più spesso rispetto ad altre?
“Purtroppo, si. Il problema principale, con il quale combattiamo quotidianamente, sono le moto d’acqua, che navigano troppo vicino ai bagnanti e non rispettando le fasce orarie che regolamentano la navigazione di questi natanti. Poi, molti diportisti, dimenticano di rinnovare l’assicurazione Rc e ci mettono nella condizione di intervenire, sequestrando il mezzo e sanzionando questa violazione. Eppure, basterebbe poco, controllare cioè la scadenza dell’assicurazione”.
E sul fronte pesca e mitilicoltura?
“In entrambi i casi, verifichiamo la filiera che riproduce i vari passaggi del pescato prima che arrivi sulle tavole dei tarantini. E spesso, eroghiamo sanzioni, sequestrando il prodotto, perché non possiamo garantire la tracciabilità prescritta dalla legge. Non è una questione solo di pericolosità immediata per la salute che, specie per il pesce, non si percepisce subito, quanto di problematiche che emergono nel corso del tempo e che sono più collegate alla presenza di determinate sostanze o residui potenzialmente dannosi, non facilmente rintracciabili.
Le spiagge e la loro sicurezza, a che punto siamo?
“Tratterei l’argomento distinguendo tra lidi privati e spiagge libere. Nel primo caso, i livelli di sicurezza sono adeguati e ci sono le dotazioni di sicurezza per garantire una serena estate ai bagnanti. Nel secondo, invece, ritengo che sia necessario fornire una maggior informazione alla cittadinanza, ma anche ai turisti, con l’ausilio di una cartellonistica multilingue, che specifica l’assenza di servizi di supporto alla balneazione e il fatto che non si stanno scegliendo delle acque cosiddette sicure, cioè di un tratto di spiaggia in cui non c’è un servizio di assistenza e salvamento e non ci sono limitazioni ad una serie di attività nautiche che, invece, in altri luoghi, sono assolutamente regolate”.

Fascismo padronale alla Getrag di Bari

Bari, operaio 'in malattia' fatto seguire da un investigatore privato e licenziato all'ex Getrag

Il motivo dell'azienda: "Uso improprio di permessi a fini sanitari". Il sindacato Usb, di cui era rappresentante: "Ha problemi di salute e ha bisogno di visite mediche periodiche, sono tutte documentate"
Licenziato un delegato sindacale dell'Usb nella Magna Pt (l'ex Getrag) di Modugno. A darne notizia la stessa usb secondo cui il provvedimento sarebbe una ritorsione nei suoi confronti per l'attività in fabbrica. A Domenico Venetucci il 21 luglio era giunta una prima contestazione con sospensione dal lavoro e il 29, ultimo giorno prima della pausa estiva, è arrivata la comunicazione del licenziamento. "mento così grave".

Secondo l'azienda, infatti, il licenziamento si sarebbe reso necessario a causa di un "uso improprio di permessi a fini sanitari". "Non è vero - dice Sabino De Razza referente del comitato antilicenziamento - si tratta di una persona che ha gravi problemi di salute e quindi ha necessità di visite mediche periodiche regolarmente chieste e autorizzate ". Ma l'ultima volta le cose non sarebbero andate così.

"Sapete cosa ha fatto l'azienda? - prosegue De Razza - ha assunto un investigatore privato secondo il quale il giorno in cui Domenico doveva andare dal medico non sarebbe uscito di casa quindi avrebbe detto una bugia truffando anche l'Inps. Ma questo non è vero. Assolutamente". Venetucci è dipendente della ex Getrag da oltre 23 anni e in passato, ricordano dal sindacato, era stato già licenziato perché a causa di un problema cardiaco non era risultato idoneo, fu riassunto dopo un ricorso allo Spesal.

Dallo scorso aprile, su nomina diretta dell'Usb è entrato nella Rappresentanza sindacale aziendale (Rsa). "Per noi - dice Francesco Laterza del coordinamento regionale Usb - non è un caso che il provvedimento di licenziamento sia arrivato a distanza di pochi mesi dalla sua nomina. Per noi è un vero e proprio atto discriminatorio e antisindacale al quale ci opporremo".

Nello stabilimento Magna Pt di-Modugno lavorano circa mille dipendenti tra operai e impiegati.

 

giovedì 12 agosto 2021

Basta coi morti sul lavoro anche per il caldo - Difendersi e prevenire i colpi di calore - una guida

Ricordiamo che a Taranto e in Puglia quest'estate sono morti per dover lavorare per tante ore sotto il sole, senza pausa e senza alcuna protezione, un immigrato bracciante in provincia di Brindisi e un ragazzo che aceva volantinggio pubblicitario a Taranto, inoltre nel cantiere in cui si sta csotruendo l'ospedale San Cataldo (una landa desolata) sono collassati 3 operai e uno è stato in coma.


Documento a cura del Coordinamento

 Provinciale SPISAL di Padova

Il rischio da calore è un’ emergenza estiva ma non è un’emergenza imprevedibile perché rappresenta una realtà che si ripete ogni estate. Il Testo Unico sulla salute e sicurezza dei lavoratori (D.Lgs. 81/2008) indica tra gli obblighi del datore di lavoro quello di valutare “tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori”, compresi quelli riguardanti “gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari” e quindi anche al rischio di danni da calore.

Per questo le aziende interessate da questo rischio devono effettuare una specifica “valutazione del rischio”; ciò vale soprattutto nell’edilizia, dove il rischio è molto alto sia per l’entità dell’esposizione, sia per la pesantezza del lavoro, sia per l’elevato rischio infortunistico. 

Anche in agricoltura, lavorando sia all’aperto che nelle serre, gli operatori sono esposti in modo rilevante al rischio di colpo di calore.

Abitualmente per definire il rischio da calore viene considerata solo la temperatura, ma in realtà questo parametro deve essere valutato anche in relazione all’umidità, ed eventualmente alla ventilazione e all’irraggiamento per poter avere una indicazione più precisa del rischio.

Nei periodi in cui si prevede caldo intenso la prima e più importante cosa da fare ogni giorno è verificare le previsioni e le condizioni meteorologiche.

E’ necessario valutare sempre almeno due parametri che si possono ottenere con la lettura su un semplice termometro e igrometro: la temperatura dell’aria e l’umidità relativa; devono sempre essere considerate a rischio quelle giornate in cui si prevede che la Temperatura all’ombra superi i 30° e l’umidità relativa sia superiore al 70%. Occorre tener presente che il rischio è sempre più elevato quando il fisico non ha avuto il tempo di acclimatarsi al caldo; l’acclimatamento completo richiede dagli 8 ai 12 giorni e scompare dopo 8 giorni. 

E’ quindi evidente che il rischio è più elevato nel caso di “ondate di calore”, soprattutto quando queste si verificano a fine primavera o all’inizio dell’estate. Il rischio può essere aggravato anche da uno scarso riposo notturno dovuta all’alta temperatura.

martedì 10 agosto 2021

Lo Slai cobas al presidio degli operai della Tessitura Albini, tutti licenziati - Solidarietà e sostegno alla lotta


Ieri lo Slai cobas sc di Taranto ha portato la propria solidarietà, ma anche l'impegno ad essere al fianco delle iniziative di lotta degli operai e operaie della Tessitura Albini, che da un lavoro sicuro ora si trovano in mezzo ad una strada perchè i padroni hanno pensato bene, per aumentare i loro profitti, di chiudere a  San Basilio Mottola per allargare la produzione negli altri siti, soprattutto quelli all'estero - Egitto, Repubblica Ceca - dove tagliano i costi, tagliando i salari operai e i diritti.

Gli operai presenti al presidio permanente ci hanno raccontato con rabbia, e delusione la loro grave e inaccettabile situazione, come pur essendo il loro lavoro/professionalità apprezzato - lavorano per un mercato di alto livello sia italiano che in europeo - ora non servono più... e devono, neanche, sopravvivere con una cassaintegrazione covid di 600 euro al mese.

"600 euro non bastano neanche per pagare il mutuo di 700 euro al mese per la casa... ho figli piccoli a cui devo ora negare anche il necessario"; "siamo tutti giovani... il più "anziano" di noi ha 43 anni, tanti sono sui trenta, pensando di avere un lavoro sicuro si sono sposati, hanno fatto figli, il mutuo... ora temono di vedersi togliere anche la casa". "Non vogliamo cassaintegrazione, vogliamo il lavoro!"

Sono 118 giovani operai, di cui circa un terzo sono donne. Fanno il presidio per resistere, rimanere in campo, ma soprattutto per impedire che Albini venga a portarsi via i macchinari. Albini che comunque, come hanno detto gli operai, sta continuando anche ora a guadagnare da questo sito, perchè avendo messo tanti pannelli solari vende l'energia elettrica prodotta dai pannelli.

Stanno facendo da più di un mese questo presidio, 24 ore su 24. Si sono organizzati per coprire giorno e notte, nonostante le temperature caldissime di giorno e le "zanzare" di notte; sono pochi ad ogni turno per non consumare le loro energie e non molleranno!

Ma per ora non c'è una reale prospettiva, il governo/Mise fa solo incontri telematici. I sindacati presenti in fabbrica - Cisl, Uil - aspettano che vi sia un nuovo acquirente della fabbrica, ma per ora non c' niente di concreto. 

Gli operai al presidio hanno denunciato che nessuna televisione, nessun rete nazionale si è interessata alla loro lotta. 

Lo Slai cobas nel portare la propria solidarietà e impegno a essere presente nelle prossime iniziative - sicuramente a settembre - ha portato anche un contributo frutto delle esperienze delle lotte più significative a Taranto: 

la necessità di elevare il livello delle lotte, renderle più incisive e più "pericolose" per padroni e governo; la necessità di unire le varie situazioni che vi sono a Taranto e provincia in cui anche sono in atto licenziamenti e chiusure; per avere visibilità serve fare lotte più dure, dare anche un messaggio "negativo" verso le Istituzioni, prefetto, Mise, ecc. 

Lo Slai cobas ha portato anche una visione più generale della situazione, le tante, troppe realtà che stanno facendo licenziamenti in massa, chiusure, e non certo per crisi; e quindi la necessità di combattere insieme una politica dei padroni che non viene assolutamente contrastata dai governi (qualunque essi siano).

Gli operai sono stati contenti della nostra "visita", della solidarietà non a parole, e ci siamo lasciati con l'impegno di rivederci presto.

Ex Ilva - Il senato ha convertito in legge il decreto che autorizza Invitalia sottoscrive i nuovi finanziamenti - Nello stesso decreto il prolungamento della cassa covid che per gli operai significa miseria...

Il Senato nella “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 luglio 2021, n. 103, recante misure urgenti per la tutela delle vie d’acqua di interesse culturale e per la salvaguardia di Venezia, nonché disposizioni urgenti per la tutela del lavoro”. ha inserito un provvimento riguardante l’ex Ilva: "INVITALIA - viene scritto - è autorizzata a sottoscrivere ulteriori apporti di capitale e ad erogare finanziamenti in conto soci, nel limite massimo di 705.000.000 euro, per assicurare la continuità del funzionamento produttivo dell’impianto siderurgico della Società ILVA S.p.A. di Taranto, qualificato stabilimento di interesse strategico nazionale...
Inoltre - si legge - INVITALIA “è autorizzata alla costituzione di una società, allo scopo della conduzione delle analisi di fattibilità, sotto il profilo industriale, ambientale, economico e finanziario, finalizzate alla realizzazione e alla gestione di un impianto per la produzione del preridotto – direct reduced iron... Il capitale sociale della società di cui al primo periodo è determinato entro il limite massimo di 70.000.000 euro, interamente sottoscritto e versato da INVITALIA, anche in più soluzioni...

Il provvedimento introduce anche un allungamento per un massimo di 13 settimane fruibili entro il 31 dicembre prossimo della possibilita’ di fruire della Cig con causale Covid per le imprese con non meno di mille dipendenti che gestiscono almeno uno stabilimento industriale di interesse strategico nazionale (nella relazione di accompagnamento al Dl si specifica che la platea coinvolta e’ rappresentata da circa 4mila dipendenti Ilva-Arcelor Mittal).


lunedì 9 agosto 2021

Bentornato al lavoro Riccardo!

Oggi Riccardo Cristello torna in fabbrica

PUBBLICHIAMO LA SENTENZA CHE HA DATO RAGIONE A CRISTELLO

domenica 8 agosto 2021

Gli schiavi sfruttati nei campi e del caporalato

Gli schiavi delle angurie sono ancora qui": così nel Leccese il caporalato sopravvive alle leggi e ai controlli. E il Covid peggiora le cose

In Salento almeno mille migranti restano in balia degli sfruttatori. Anche il fiore all'occhiello dell'accoglienza, il campo di Boncuri, causa pandemia ha dovuto dimezzare la sua capienza lasciando nelle mani dei caporali la gran parte dei lavoratori
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La lotta al caporalato è "zoppa", nel distretto delle angurie. Trasporti e intermediazione del lavoro continuano ad essere nella zona d'ombra in cui operano i faccendieri con le istituzioni che fanno ancora fatica a inquadrare il fenomeno in una cornice normativa ed operativa, nonostante l'arrivo di centinaia di braccianti si ripeta sin dagli anni Ottanta. Risolto quasi del tutto il problema del vitto ma non grazie ai "laici": è la Chiesa locale, attraverso una mensa sostenuta anche con fondi pubblici (l'anno scorso persino attivata dentro il campo di Boncuri, l'unico attrezzato per l'ospitalità dei braccianti in provincia) e gestita da associazioni afferenti alla caritas diocesana a fornire il servizio.
L'area pianeggiante tra Nardò, Leverano, Copertino, Galatina, Veglie, Aradeo e Porto Cesareo è interessata da oltre duemila ettari di terreno destinati alla coltivazione intensiva. Il centro neritino, denominato in passato Anguria City, rappresenta la "capitale" della produzione con circa 1500 ettari pari a duemila e duecento campi da calcio grandi quanto San Siro. Gli addetti alla raccolta (molti dei quali si trattengono anche per ortaggi e pomodori) si stima siano tra mille e duemila ma è impossibile un censimento attendibile. Le aziende agricole e di trasformazione e spedizione nei mercati di tutta Europa, soprattutto centrale e settentrionale dove il prodotto "Anguria di Nardò" è richiestissimo, sono diverse centinaia.
Intorno a questo fenomeno, che ha iniziato a crescere alla fine degli anni Ottanta e poi è diventato la locomotiva dell'economia di queste terre affacciate sullo Ionio, sono nati servizi necessari per dare sostegno a centinaia di lavoratori, i cosiddetti "migranti delle angurie", braccianti specializzati che girano l'Italia (soprattutto Campania, Puglia e Sicilia) per cercare lavoro. Che a volte non si trova. Perciò i lavoratori restano in balia di faccendieri
In città sono diverse le "cartine di tornasole" che dimostrano questi numeri. La mensa della comunità della Caritas è una di queste: l'anno scorso, dal primo gennaio al 21 settembre (momento in cui l'emergenza si attenua), sono stati erogati 40.473 pasti, quasi il doppio dello stesso periodo del 2019. Gli stranieri assistiti dalla mensa sono praticamente raddoppiati (dai 7mila pasti nel 2018 e gli 8mila del 2019 agli oltre 16mila di questo "parziale" del 2020) mentre la provenienza ricalca esattamente la nazionalità dei braccianti impiegati in agricoltura, provenienti da 36 nazioni tra le quali spiccano Sudan, Tunisia, Mali, Marocco, Senegal, Costa D'Avorio, Burkina Faso, Gambia, Guinea
Si tratta di un servizio prestato dalla Chiesa che ha sgominato una delle attività principali dei caporali, quella del pasto quotidiano. Gli intermediari arrivavano a chiedere due euro soltanto per una bottiglietta d'acqua. In passato, invece, sempre queste persone, in genere cittadini nordafricani con buona conoscenza del territorio, offrivano servizi all'aperto, sotto i ponti del canale Asso (un corso d'acqua che attraversa parte della provincia di Lecce) o in casette diroccate, cucinando per i lavoratori
Un altro business è sicuramente quello dei trasporti, da e per il luogo di lavoro dei raccoglitori (cinque euro a viaggio), che le istituzioni, nonostante diversi tavoli tematici che si susseguono ogni anno, non sono riusciti a debellare del tutto con un servizio pubblico. La pista ciclabile per "avvicinare" il campo alla città, prevista in contrada Mangàni, per ora è rimasta sulla carta e forse in autunno si farà la gara per affidare le opere che consistono in segnaletica e illuminazione. L'importo consentirebbe anche la pavimentazione del campo e la costruzione di marciapiedi.
Finanziata dal Ministero dell'Interno con 500mila euro, l'opera appare intonata con le esigenze del "popolo delle biciclette", come venne definita la comunità dei braccianti in occasione del funerale di una giovane donna nigeriana morta a Nardò probabilmente per una grave infezione. Quel giorno la piazza della cattedrale, durante il funerale della donna, diventò un enorme parcheggio di biciclette.
I braccianti utilizzano la bici come principale o esclusivo mezzo di spostamento ma attraversare la pericolosa bretella di collegamento con la statale 101 è veramente una impresa difficile, soprattutto di notte. Questa lontananza effettiva del campo di Boncuri dal centro abitato ha trasformato il campo in una sorta di ghetto autosufficiente, terreno fertile anche per i caporali o quanti approfittano di questa situazione. Ridurre le distanze, anche fisiche, è la premessa di una nuova socialità.
La grande nebulosa, però, è ancora quella del procacciamento del lavoro. E qui interviene la Cgil che da diversi anni ha un punto di osservazione privilegiato proprio dentro il campo allestito in località Boncuri dalla Regione Puglia per la prima volta nel 2017. Una struttura con 80 container climatizzati e servizi comuni, con vigilanza e presidio medico sanitario e assistenza. La foresteria è provvista di bagni, docce, spazi comuni, ambulatorio medico ed uffici per attività burocratiche e sindacali.
Il Covid, però, ha tirato un piano al progetto perché l'ospitalità del campo è stata ridotta da 400 persone a meno della metà con una nuova e conseguente dispersione degli ospiti nelle campagne o in alloggi di fortuna, comunque non monitorati. Quest'anno, mediamente, sono stati 150. E gli altri dove finiscono? Quali servizi utilizzano? Da due anni le attività del campo sono coordinate, in maniera molto efficiente, dalla Croce rossa italiana.
"La novità di quest'anno - spiega Monica Accogli, segretaria generale della Flai Cgil Lecce - è che oltre alla registrazione si richiede il tampone a tutti gli ospiti. Si accede al campo solo con regolare contratto in essere o iscrizione nelle liste dell'ufficio del lavoro. Ma, nonostante il modello che Nardò ha messo in piedi negli ultimi anni sul piano dell'accoglienza - di concerto con Prefettura, istituzioni, sindacati, associazioni datoriali e del Terzo Settore -, la piena integrazione di questi giovani braccianti è ancora un miraggio. Non tutto quel che è previsto dalla legge 199 del 2016, per contrasto del caporalato e dello sfruttamento di questa manodopera, è stato applicato. Ad esempio, la realizzazione della rete del lavoro agricolo di qualità è ancora in alto mare, visto che sono solo cinque le aziende agricole salentine ad aver aderito alla Rete. Il dialogo tra gli enti interessati che dovrebbe portare alla Sezione territoriale del lavoro agricolo, istituita nel 2019, è balbettante. Dal punto di vista normativo non c'è più nulla da inventare, bisogna solo applicare la legge, far funzionare la rete istituzionale, rispettare il Contratto provinciale di lavoro".
Una situazione che esiste da quarant'anni e per la quale si parla ancora di emergenza. "Pensiamo ad un fatto - conclude Accogli - e cioè che esista ancora il tavolo prefettizio che si riunisce per fronteggiare l'emergenza, nonostante questo fenomeno sia noto da anni, ed ogni anno si ripete. Considerarlo ancora un evento straordinario è impensabile: è l'ora che tutti gli ingranaggi di questa rete funzionino correttamente. I nodi da sciogliere ci sono ancora e riguardano mercato del lavoro e quindi reclutamento della manodopera e trasporti: nonostante le promesse di impegno, non si riesce a venirne a capo.