mercoledì 22 gennaio 2025

Parti civili processo Ilva: Invece che giustizia e risarcimenti - restituzione della provvisionale con maggiorazioni

 La storia della madre di Antonio Parente è la grave situazione di decine di parti civili del processo "Ambiente svenduto" seguite dal Codacons. Come è stato giustamente scritto: al danno di non avere ancora giustizia per operai, abitanti dei Tamburi fatti ammalare, morire per la logica di profitto del capitale, ora si unisce la beffa di dover restituire maggiorati i soldi della provvisionale proprio a quei padroni (Nicola Riva in particolare) che li hanno sfruttati e hanno attaccato la loro salute e vita. 

Noi, dello Slai cobas proponiamo a queste parti civili di NON RESTITUIRE NIENTE e non pagare altre spese legali. Lo Slai cobas e i suoi avvocati li sosterrà, anche se non sono parti civili organizzate dallo Slai cobas. Si tratta di una battaglia che non va vista con occhi puramente legali, è una battaglia di classe, pienamente interna alla lotta che noi e i nostri avvocati abbiamo fatto dall'inizio del processo per impedire che i padroni, i loro complici e tutti i loro servi la facciano franca.

PS. Un chiarimento. Antonio Parente (iscritto allo Slai cobas e parte civile con lo Slai cobas) dice che per la madre ha pagato 1500 euro per le spese dell'avvocato del Codacons. 

Fermo restando che noi non abbiamo mai condiviso la demagogia di Rienzi/Codacons, nè "brindisi" e festeggiamenti per la provvisionale con cantanti e personaggi politici ultra equivoci, le nostre parti civili hanno pagato solo 50 euro all'atto del deposito di costituzione di parte civile e altre 50 quando abbiamo tentato di avere le provvisionali (ma dopo ci siamo fermati, visto l'annullamento del processo di 1° grado), totale 100 euro, che non sono andate assolutamente ai nostri 8 avvocati, ma necessarie per spese, marche, fotocopie sentenza, certificati delle società imputate, ecc. richieste dal tribunale. 

Come sanno tutte le nostre parti civili, gli avvocati di Torino (Bonetto, Vitale, Pellegrin), gli avvocati di Taranto (Fausto Soggia - che da poco con nostro dolore ci ha lasciato, Lamanna, Silvestre, e nell'appello Ricci), così come l'avvocato Mario Soggia intervenuto per la questione del riconoscimento della provvisionale, NON HANNO MAI VOLUTO UN CENTESIMO PER SE'. Hanno e continuano a fare una difesa gratuita perchè sono fino in fondo dalla parte degli operai e ne sostengono la battaglia sindacale di classe in questo processo "Ambiente svenduto"


Taranto, la storia di Antonio: deve restituire 7mila euro all'ex patron dell'Ilva. «I soldi di Riva li ho già spesi per avvocato e cure mediche»
Antonio Parente è disperato, sua madre, Pina Falco, è una delle parti civili coinvolte nel processo «Ambiente svenduto», che avevano ottenuto 5mila euro a testa da Nicola Riva come provvisionale sull’eventuale risarcimento per i danni subiti dall'Ilva

TARANTO - «I soldi di Riva, sono già andati via tra visite e cure mediche, una parte allo studio Rienzi che ha seguito mia madre, insomma la somma che avevamo ricevuto non c’è più e neanche era sufficiente»... più 2mila euro di spese legali. «Settemila euro e passa, entro la fine di gennaio che non sappiamo dove andare a prendere».

Casalinga sulla settantina, Pina è affetta da una malattia autoimmune, la Sclerodermia, dovuta, secondo i medici, ad agenti chimici tossici che hanno contribuito a scatenare la patologia. Nonostante le cure invasive, convive con forti dolori reumatici, le sue mani sono sempre gonfie e bitorzolute. Ma non solo, la malattia piano piano sta aggredendo, oltre alla pelle, anche i polmoni e il cuore. Oggi Pina ha solo il 65 per cento di funzionalità polmonare.

In questi anni di processo, Antonio ex operaio Ilva, era riuscito a portare via sua madre e la sua famiglia dal quartiere Tamburi per andare a vivere nella borgata di Talsano, vicino al mare. «...Sono stato dipendente dell’acciaieria e so da vicino cosa voglia dire vivere in quell’azienda...». Anche lui era parte civile nel processo: per anni è stato a contatto con i Pcb, i Policloro Bifenili, gli oli che venivano utilizzati per abbassare la temperatura dei trasformatori elettrici. Anche lui non è uscito illeso da quel periodo, ma non ha fatto in tempo a chiedere il risarcimento provvisionale. «A questo punto – afferma – devo dire menomale. Io sono seguito da un altro studio legale, con i Cobas»...

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