venerdì 31 gennaio 2025

Le prossime iniziative - a cui facciamo appello a tutti ad esserci

6 febbraio dalle 9.30 alle 11 presidio al Tribunale contro il governo Meloni che scarcera i criminali libici - difende i ministri corrotti - vuole asservire i magistrati - non rispetta la Corte di giustizia internazionale che vuole l’arresto del genocida Netanyahu e reprime i movimenti di lotta facendo decreti liberticidi e da stato di polizia

8 febbraio - sit in itinerante da piazza Ramellini ore 17 a città vecchia con la Palestina
contro Trump-Netanyahu-Meloni genocidi, controinformazione solidarietà popolare
 

14 febbraio "armiamoci di Marx" ore 16.30 alla biblioteca comunale piazzale Bestat - per la critica al capitalismo che sfrutta i lavoratori, distrugge l’ambiente per il profitto; seconda lezione formazione operaia sul libro primo del Capitale del compagno professore Di Marco ex preside facoltà filosofia università Federico ll Napoli.

Formazione operaia - Continuiamo sullo Stato, con Marx ed Engels - Contro le illusioni...

 

Continuiamo a parlare della natura dello Stato borghese, di questo Stato espressione oggi dell'ordinamento della società capitalista, riprendendo parti di scritti di Marx ed Engels. 

Ricordiamo che nelle giornate del giovedì, i testi della FO su "Stato e rivoluzione" di Lenin escono su Spotify 

https://open.spotify.com/episode/2HwPRjCni4n3lG388DVfEi


Lo Stato come potere dominante esterno e interesse generale illusorio (
^)
Questo fissarsi dell'attività sociale, questo consolidamento del nostro proprio prodotto in un potere obiettivo che ci sovrasta, che cresce fino a sfuggire al nostro controllo, che contraddice le nostre aspettative, che annienta i nostri calcoli, è stato fino ad oggi uno dei momenti principali dello sviluppo storico, e appunto da questo antagonismo fra interesse particolare e interesse collettivo l’interesse collettivo prende una configurazione autonoma come Stato, separato dai reali interessi singoli e generali, e in pari tempo come comunità illusoria, ma sempre sulla base reale di legami esistenti in ogni conglomerato familiare e tribale, come la carne e il sangue, la lingua, la divisione del lavoro accentuata e altri interessi, e soprattutto... sulla base delle classi già determinate dalla divisione del lavoro, che si differenziano in ogni raggruppamento umano di questo genere e delle quali una domina tutte le altre. Ne consegue che tutte le lotte nell’ambito dello Stato, la lotta fra democrazia, aristocrazia e monarchia, la lotta per il diritto di voto, ecc. ecc., altro non sono che le forme illusorie nelle quali vengono condotte le lotte reali delle diverse classi, e inoltre che ogni classe la quale aspiri al dominio, anche quando, come nel caso del proletariato, il suo dominio implica il superamento di tutta la vecchia forma della società e del dominio in genere, deve dapprima conquistarsi il potere politico per rappresentare a sua volta il suo interesse come l’universale, essendovi costretta in un primo momento. Appunto perché gli individui cercano soltanto il loro particolare interesse, che per loro non coincide col loro interesse collettivo, questo viene imposto come un interesse « generale», anch’esso a sua volta particolare e specifico, ad essi « estraneo » e da essi« indipendente», o gli stessi individui devono muoversi in questo dissidio, come nella democrazia. Giacché d’altra parte anche la lotta pratica di questi interessi particolari che sempre si oppongono realmente agli interessi collettivi e illusoriamente collettivi rende necessario l’intervento pratico e l’imbrigliamento da parte dell’interesse «generale» illusorio sotto forma di Stato.
(Karl Marx e Friedrich Engels, L’ideologia tedesca, 1846, Capitolo II)

Il cretinismo parlamentare (^)
… cretinismo parlamentare, infermità che riempie gli sfortunati che ne sono vittime della convinzione solenne che tutto il mondo, la sua storia e il suo avvenire, sono retti e determinati dalla maggioranza dei voti di quel particolare consesso rappresentativo che ha l'onore di annoverarli tra i suoi membri, e che qualsiasi cosa accada fuori delle pareti di questo edificio, - guerre, rivoluzioni, costruzioni di ferrovie, colonizzazione di interi nuovi continenti, scoperta dell'oro di California, canali dell'America centrale, eserciti russi, e tutto quanto ancora può in qualsiasi modo pretendere di esercitare un'influenza sui destini dell'umanità,- non conta nulla in confronto con gli eventi incommensurabili legati all'importante questione, qualunque essa sia, che in quel momento occupa l'attenzione dell'onorevole loro assemblea.
(Articolo scritto per il New York Tribune, luglio 1852. In Rivoluzione e controrivoluzione in Germania)

…quella particolare malattia che a partire dal 1848 ha infierito su tutto il Continente, il cretinismo parlamentare, malattia che relega quelli che ne sono colpiti in un mondo immaginario e toglie loro ogni senso, ogni ricordo, ogni comprensione del rozzo mondo esteriore...
(Karl Marx, Il diciotto Brumaio di Luigi Bonaparte, 1852, Capitolo V)  

La fine del potere politico e delle illusioni da esso generate (^)
… l'emancipazione politica non è la forma completa e perfetta dell'emancipazione umana. Il limite dell'emancipazione politica si mostra subito in questo, che lo Stato si può liberare da un limite senza che l'uomo ne risulti realmente libero, che lo Stato può essere uno Stato libero, senza che l'uomo sia un uomo libero.
(Karl Marx, La questione ebraica, 1844) 

mercoledì 29 gennaio 2025

Ex Ilva - I possibili acquirenti: "pagherò... dopo e molto poco..." - Nessuna svendita!


Via via che si avvicina il 31 gennaio - termine per la consegna delle offerte definitive, dei rilanci - la situazione va sempre peggiorando, e si passa da offerte inaccettabili alla beffa.

Gli Americani di Bedronck Industries non intendono pagare nulla all'inizio, con la logica: pagherò se guadagnerò, "con il capitale che verrebbe via via sostenuto finanziariamente dai futuri (auspicati) guadagni... La parte cash andrebbe comunque rivista, perchè oggi, secondo consuetudine da fondo americano, è pari a zero"! (da Sole 24 ore del 28/1).

Quindi, la multinazionale americana - pare appoggiata da Trump - vuole il più grande stabilimento siderurgico d'Europa gratis, senza mettere all'inizio un centesimo; e anche dopo l'eventuale pagamento, a "rate", sarebbe legato ai guadagni auspicati, un termine molto confuso: auspicati da chi? e quanti verrebbero considerati auspicati? per cui se non sono quelli auspicati anche dopo, non caccerebbero un centesimo?

Siamo alla beffa, ai film di "Totò truffa"...

Ma anche le altre offerte, siamo all'elemosina. Il governo/Urso chiede per la vendita dell'intero complesso aziendale ex Ilva 1 miliardo e mezzo, che lo stesso Urso chiama "il minimo sindacale per non ritenere fallimentare l'intera operazione"; ma anche questo "minimo sindacale" assolutamente insufficiente non lo vogliono dare le altre multinazionali che hanno presentato offerte.

Il Consorzio Baku Steel dell'Azerbaijan intende versare solo mezzo miliardo di euro, corrispondente solo al valore di magazzino in dote all'ex Ilva; a questi soldi al massimo aggiungerebbe altri 450 milioni.

Jindal Seel International indiana, che nei giorni scorsi in una lunga intervista aveva invece detto, vantandosi, di voler investire 2 miliardi, oggi dice che sborserebbe ora al massimo 580 milioni.

L'inevitabile conseguenza di queste "offerte" sarebbe l'ulteriore peggioramento dalla condizione degli operai.

"Le offerte al ribasso di potrebbero trasformare in una mini Ilva" - scrive il giornale dei padroni. 

E si conferma quello che noi abbiamo scritto fin dall'inizio:

Vi sarebbero sicuramente almeno 3mila tagli ai posti di lavoro diretti, una richiesta permanente di cassintegrazione, aumento dello sfruttamento per chi resta, nessuna vero intervento sugli aggravati problemi di sicurezza, salute degli operai. Sull'appalto, silenzio, ma non ci vuole la "zingara" per capire gli effetti devastanti, raddoppiati che ci sarebbero per gli operai di tantissime ditte.

Inoltre, nella situazione attuale dello stabilimento di grosse difficoltà finanziarie, che il governo cerca di tamponare - ultimo esborso 250 milioni - ma che non risolvono la crisi e per cui sono stati utilizzati anche i soldi provenienti dalla confisca dei Riva, che però dovevano essere destinati ai piani ambientali; così come i soldi dati via via ad Acciaierie con decreti del governo dell'anno scorso (un totale, sembra, di 550 milioni) presi dai progetti per la decarbonizzazione - i cosiddetti "piani ambientali" dei probabili compratori sarebbero una presa in giro.
Se per l'ambiente il governo invece di mettere toglie anche soldi potenzialmente destinati; figurarsi cosa NON metteranno gli eventuali nuovi padroni che vogliono solo guadagnare.

A fronte di tutto questo, è da parte dei sindacati che chiedono e partecipano agli incontri romani, un accompagnare la "beffa".

Ci vuole una lotta seria, effettiva, prolungata, che faccia pesare gli interessi dei lavoratori.

Ci sono mega multinazionali, che fanno grandi profitti, che vogliono cavarsela con poche centinaia di milioni; c'è il governo che finirà per accettare vergognose elemosine per liberarsi dell'Ilva, e ci si limita a sedersi ai tavoli romani e a fare ai giornali inutili lamentele?! NON PUO' ESSERE!

NO ALLA SVENDITA DELL'ILVA! 

SALVAGUARDIA DI TUTTI I POSTI DI LAVORO AD ACCIAIERIE E ALLE DITTE

NO CASSINTEGRAZIONE STRUTTURALE

CONTRATTI A TEMPO INDETERMINATO NELL'APPALTO E CONTRATTO UNICO METALMECCANICO

Massima attenzione!

Giovedi 30 ore 18 - importante riunione alla sede Slai cobas per il sindacato di classe - un nuovo piano di iniziative su tutto - info 3519575628

venerdì 24 gennaio 2025

Ora sempre di più con il popolo e la resistenza palestinese!

Ieri giovedì 23 in Piazza Immacolata è ripresa la campagna di solidarietà con la resistenza palestinese del Comitato #iostoconlapalestina.

Un presidio combattivo e più folto dei precedenti ha riportato in città la controinformazione e solidarietà con un popolo che dal 48 è vittima del colonialismo genocida sionista, ribadendo la necessità di intensificare la solidarietà ancora di più oggi, mentre, da una parte, c'è chi sostiene che con il recente accordo l'emergenza si è attenuata e la  situazione si avvia a soluzione e, dall'altra, in concomitanza con la celebrazione della "giornata della memoria" si tenta di usare la memoria del genocidio nazista contro gli ebrei per negare e giustificare il genocidio che i sionisti vanno perpetrando contro i palestinesi e tacciare i solidali di antisemitismo.
Nei tanti interventi al microfono forte è stata anche la denuncia dei complici, del genocidio, del sistema imperialista che ci sta trascinando verso una nuova guerra mondiale, e del governo fascista Meloni che con il DdL 1660 fa ancora un altro passo verso la trasformazione del suo potere in regime tramite anche la criminalizzazione del dissenso, solidarietà alla Palestine compresa.
Di seguito alcune immagini del presidio e il testo del volantino diffuso.






La tregua sancita dall'accordo in Palestina è una buona notizia per le masse palestinesi che vogliono che finiscano i bombardamenti, il quotidiano stillicidio di morti e distruzione che l'esercito genocida dello Stato di Israele, armato dall'imperialismo, ha realizzato da circa un anno e mezzo.
Noi gioiamo insieme alle masse. Questo accordo è frutto della masse palestinesi e della resistenza palestinese con il loro straordinario, indomabile, sacrificio.

Questo risultato dimostra ancora una volta che il popolo e solo il popolo è la forza motrice della storia.

L'accordo, dal punto di vista della resistenza, contiene dei punti ritenuti positivi: Lo scambio dei prigionieri, la liberazione dei prigionieri palestinesi, un risultato assolutamente importante; il ritiro delle forze israeliane, il ritorno dei profughi al Nord, l'ingresso degli aiuti umanitari che sono stati finora usati come strumento di pressione, e la loro negazione come altra arma genocida di morte per fame. mancanza di cure, freddo di migliaia di palestinesi, soprattutto bambini.

Ma questo accordo è fragile e temporaneo. Già nelle ore precedenti lo Stato sionista di Isaraele ha continuato a bombardare campi profughi facendo altri 81 morti tra cui tanti bambini e donne. Ora ha spostato i suoi massacri in Cisgiordania dove vivono ugualmente i palestinesi. I coloni israeliani e l”ultradestra continuano a fare azioni contro i palestinesi e di occupazione del territorio. Netanyahu ha già detto che dopo la durata della tregua di meno di un mese e mezzo, riprenderà la sua azione genocida a Gaza, per cancellare definitivamente il popolo palestinese.

E tutto questo trova l'appoggio dell’imperialismo Usa, che con Trump intende lasciare “mani libere” a Israele, come il silenzio degli altri paesi imperialisti europei, in prima fila il nostro governo Meloni.
Va poi avanti il piano israeliano di soffocare le forme di solidarietà e le forze della solidarietà col popolo palestinese.
In Libano con l'attacco a Hezbollah e l'occupazione di una parte del territorio libanese, come in Siria dove, approfittando del crollo del regime antipopolare di Assad, lo Stato di Israele ha bombardato il territorio siriano, ha occupato le alture del Golan e ha esteso questa occupazione, con la chiara intenzione di conservare il controllo in Libano di parti del territorio e di avere sia in Siria che in Libano governi favorevoli alla repressione delle forze solidali al popolo palestinese.

Quindi, nel valorizzare i risultati della resistenza palestinese e del popolo è assolutamente necessario guardare al quadro complessivo che ci fa dire che è presto per festeggiare.

Ora più che mai si deve intensificare la solidarietà internazionale e internazionalista intorno alla resistenza palestinese perché

- si ponga definitivamente fine al genocidio dello Stato nazi-sionista di Israele;

- vi sia il ricoscimento dello Stato Palestinese, per una Palestina libera “dal fiume al mare";

- si continui la lotta all'interno del nostro paese per mettere fine al sostegno politico, militare ed economico del governo fascista Meloni, servo di Trump;

- si faccia il processo a Netanyahu dando seguito al mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale per Netanyahu, il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant, per crimini di guerra e crimini contro |'umanità.

Il migliore aiuto alla resistenza palestinese, alla lotta di liberazione, è rendere sempre più forte la lotta all'interno del nostro paese imperialista.
Facciamo appello ai lavoratori, alle persone democratiche, antifasciste, antimperialiste, ai giovani, alle donne di Taranto a sostenere il Comitato #iostoconlapalestina e le sue iniziative.

Processo "Ambiente svenduto" - neanche Potenza, ora Salerno...

 ‘Ambiente Svenduto’ trasloca a Salerno 
L'udienza preliminare (con altri colpi di scena?) attesa in primavera

Corriere di Taranto Gianmario Leone    
pubblicato il 23 Gennaio 2025, 07:03

Il processo ‘Ambiente Svenduto’ inizierà in primavera e si terrà quasi certamente a Salerno, perché a Potenza non vi è un’aula sufficientemente ampi e attrezzata per ospitare un dibattimento così corposo e articolato nel numero degli imputati, delle parti civili, dei legati della difesa oltre che per la mole dei documenti (oltre venti faldoni contenenti migliaia e migliaia di documenti).

Ricordiamo che che la Corte d’Appello aveva accolto la richiesta di annullamento della sentenza di primo grado per incompetenza della Corte di Lecce -Taranto ex art. 11 (Codice di Procedura Penale) in favore della corte di Potenza (tesi sostenuta in particolar modo dagli avvocati Giandomenico Caiazza, Pasquale Annichiarico e Luca Perrone ma respinta in passato per ben quattro volte) per legittima suspicione a causa del coinvolgimento di almeno tre ex magistrati onorari del Tribunale di Taranto tra le parti civili...
Il primo passaggio sarà adesso l’udienza preliminare, dove pare che i PM di Potenza vorrebbero confermare le richieste della Procura di Taranto (associazione per delinquere, disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sui luoghi di lavoro, omicidio colposo, in particolare contestate a componenti della famiglia Riva, proprietaria dell’ex Ilva all’epoca dei fatti contestati, direttori e dirigenti dello stabilimento ionico), sembrerebbe (ma il condizionale è d’obbligo) senza tener conto delle numerose prescrizioni già maturate (per alcuni reati la prescrizione era arrivata prima ancora del pronunciamento della Corte d’Appello), optando per la richiesta di rinvio a giudizio di tutti gli imputati...

mercoledì 22 gennaio 2025

Contro Trump-Meloni la denuncia all'ex Ilva Taranto - Da ORE 12 Controinformazione rossoperaia

 
 

 

Parti civili processo Ilva: Invece che giustizia e risarcimenti - restituzione della provvisionale con maggiorazioni

 La storia della madre di Antonio Parente è la grave situazione di decine di parti civili del processo "Ambiente svenduto" seguite dal Codacons. Come è stato giustamente scritto: al danno di non avere ancora giustizia per operai, abitanti dei Tamburi fatti ammalare, morire per la logica di profitto del capitale, ora si unisce la beffa di dover restituire maggiorati i soldi della provvisionale proprio a quei padroni (Nicola Riva in particolare) che li hanno sfruttati e hanno attaccato la loro salute e vita. 

Noi, dello Slai cobas proponiamo a queste parti civili di NON RESTITUIRE NIENTE e non pagare altre spese legali. Lo Slai cobas e i suoi avvocati li sosterrà, anche se non sono parti civili organizzate dallo Slai cobas. Si tratta di una battaglia che non va vista con occhi puramente legali, è una battaglia di classe, pienamente interna alla lotta che noi e i nostri avvocati abbiamo fatto dall'inizio del processo per impedire che i padroni, i loro complici e tutti i loro servi la facciano franca.

PS. Un chiarimento. Antonio Parente (iscritto allo Slai cobas e parte civile con lo Slai cobas) dice che per la madre ha pagato 1500 euro per le spese dell'avvocato del Codacons. 

Fermo restando che noi non abbiamo mai condiviso la demagogia di Rienzi/Codacons, nè "brindisi" e festeggiamenti per la provvisionale con cantanti e personaggi politici ultra equivoci, le nostre parti civili hanno pagato solo 50 euro all'atto del deposito di costituzione di parte civile e altre 50 quando abbiamo tentato di avere le provvisionali (ma dopo ci siamo fermati, visto l'annullamento del processo di 1° grado), totale 100 euro, che non sono andate assolutamente ai nostri 8 avvocati, ma necessarie per spese, marche, fotocopie sentenza, certificati delle società imputate, ecc. richieste dal tribunale. 

Come sanno tutte le nostre parti civili, gli avvocati di Torino (Bonetto, Vitale, Pellegrin), gli avvocati di Taranto (Fausto Soggia - che da poco con nostro dolore ci ha lasciato, Lamanna, Silvestre, e nell'appello Ricci), così come l'avvocato Mario Soggia intervenuto per la questione del riconoscimento della provvisionale, NON HANNO MAI VOLUTO UN CENTESIMO PER SE'. Hanno e continuano a fare una difesa gratuita perchè sono fino in fondo dalla parte degli operai e ne sostengono la battaglia sindacale di classe in questo processo "Ambiente svenduto"


Taranto, la storia di Antonio: deve restituire 7mila euro all'ex patron dell'Ilva. «I soldi di Riva li ho già spesi per avvocato e cure mediche»
Antonio Parente è disperato, sua madre, Pina Falco, è una delle parti civili coinvolte nel processo «Ambiente svenduto», che avevano ottenuto 5mila euro a testa da Nicola Riva come provvisionale sull’eventuale risarcimento per i danni subiti dall'Ilva

TARANTO - «I soldi di Riva, sono già andati via tra visite e cure mediche, una parte allo studio Rienzi che ha seguito mia madre, insomma la somma che avevamo ricevuto non c’è più e neanche era sufficiente»... più 2mila euro di spese legali. «Settemila euro e passa, entro la fine di gennaio che non sappiamo dove andare a prendere».

Casalinga sulla settantina, Pina è affetta da una malattia autoimmune, la Sclerodermia, dovuta, secondo i medici, ad agenti chimici tossici che hanno contribuito a scatenare la patologia. Nonostante le cure invasive, convive con forti dolori reumatici, le sue mani sono sempre gonfie e bitorzolute. Ma non solo, la malattia piano piano sta aggredendo, oltre alla pelle, anche i polmoni e il cuore. Oggi Pina ha solo il 65 per cento di funzionalità polmonare.

In questi anni di processo, Antonio ex operaio Ilva, era riuscito a portare via sua madre e la sua famiglia dal quartiere Tamburi per andare a vivere nella borgata di Talsano, vicino al mare. «...Sono stato dipendente dell’acciaieria e so da vicino cosa voglia dire vivere in quell’azienda...». Anche lui era parte civile nel processo: per anni è stato a contatto con i Pcb, i Policloro Bifenili, gli oli che venivano utilizzati per abbassare la temperatura dei trasformatori elettrici. Anche lui non è uscito illeso da quel periodo, ma non ha fatto in tempo a chiedere il risarcimento provvisionale. «A questo punto – afferma – devo dire menomale. Io sono seguito da un altro studio legale, con i Cobas»...

Ex-ilva: respingere tutte le offerte delle multinazionali

 L'intervento di oggi alla portineria appalto:


martedì 21 gennaio 2025

La (s)vendita dell'ex Ilva: le parole di Jindal e la realtà per gli operai e abitanti dei quartieri


Uno stralcio dell'intervista

"Stimiamo investimenti superiori ai 2 miliardi di euro per il rilancio e la modernizzazione degli impianti esistenti e per i forni elettrici»

Ha detto il Director of European Operations di Jindal Steel (International), in un'intevista apparsa sulla Gazzetta del Mezzogiorno.  Jindal è una delle 3 multinazionali (le altre due sono dell'Azerbaijan e degli Usa, che ha presentato l'offerta per l'intero gruppo di Acciaierie d'Italia- ex Ilva, e rispetto alle due sarebbe in pole position.

Nell'intervista il Director Narendra kumar Misra (che si occupa della "definizione della strategia internazionale del gruppo e dell'ottimizzazione dell'efficienza operativa") dice: «Si tratta di un'opportunità unica per espandere la nostra presenza nel mercato europeo... riteniamo che questa rappresenti una straordinaria e sfidante occasione di crescita... Qui intendiamo rispondere alle esigenze dei clienti... dei settori automotive, elettrodomestici e alimentare... Il nostro progetto mira a trasformare l'ex Ilva in uno dei principali e maggiori produttori di acciaio a basse emissioni in Europa... prevediamo una completa integrazione a monte dello stabilimento di Taranto, utilizzando le nostre miniere in Camerun, Mozambico e India. Questo garantirà un approvvigionamento diretto di materie prime, migliorando l'efficienza dei costi e la sostenibilità del processo produttivo...

E ancora: "prevediamo il rilancio, modernizzazione e il miglioramento degli impianti esistenti e per la transizione dal processo a forno al processo DRI/EAF... una capacità produttiva annuale di 5 milioni di tonnellate... Jindal ha sviluppato un piano dettagliato di decarbonizzazione...in piena conformità con le normative del Green Deal europeo e con la progressiva eliminazione delle quote gratuite di CO2 entro il 2034, dismissioni degli altoforni entro il 2030 sostituiti a Taranto da due forni elettrici ad arco... chiusura degli impianti di cokeria per rispondere alle preoccupazioni della comunità sugli impatti ambientali"; "il nostro piano industriale prevede di attrarre industrie a valle come quelle dell'automotive, della produzione di turbine eoliche e degli elettrodomestici, le quali utilizzeranno il nostro acciaio a basse emissioni..."

ALLORA TUTTO BENE? NIENTE AFFATTO:

Sul fronte dell'occupazione l'altra vera faccia della medaglia sono tagli : "Il nostro obiettivo - dice Jindal - è mantenere il personale necessario per gestire la transizione verso una produzione più sostenibile, adattando il numero dei lavoratori in base alle necessità operative e alle dinamiche del mercato"; tagli di almeno 3mila operai diretti, che si aggiungono ai circa 1500 operai in cigs permanente in Ilva AS che non passeranno mai con i nuovi padroni, e che avranno effetti ancora più gravi per gli operai dell'appalto suia sul fronte dei posti di lavoro che dei contratti sempre più precari;  insieme a un uso sempre della cassintegrazione per adattare il numero degli operai alle sue esigenze produttive e alle richieste del mercato. Combinando quindi migliaia di esuberi, operai appesi ad un filo con la cassintegrazione sempre presente e operai da sfruttare di più nei momenti di richieste e a fronte di meno operai. 

Sul fronte dell'ambientalizzazione, da un lato siamo a promesse smentite dai fatti, già sperimentati, a Piombino, dove è presente Jindal, la chiusura nel 2014 dell'altoforno da sostituire con forni elettrici ancora non si è vista, dopo 10 anni; dall'altro lato siamo alle fantasie, usate per acquisire consenso dalla popolazione di Taranto. Il Director parla nell'intervista di "iniziative destinate a migliorare la qualità della vita a Taranto; tra cui la pianificazione urbana per la creazione di nuove aree residenziali e scuole" - ma che vuol dire? - "la promozione di attività culturali ed educative e progetti di riforestazione urbana e mobilità sostenibile" - Parole che non costano niente. Alcune anche ambigue e preoccupanti, come le nuove aree residenziali - ritornerebbe per caso il progetto (già detto nel processo "Ambiente svenduto" sdai legali dei Riva) di spostare i quartieri inquinati?

Gli investimenti, sono pochissimi. Siamo, come nel passato, con  Riva, con Mittal, ad una svendita dell'Ilva - il più grande stabilimento siderurgico d'Europa - da parte del governo, a cui, tra l'altro, si chiedono incentivi (per la realizzazione di impianti DRI e la fornitura di gas); solleticando per questo il made in Italy del governo Meloni/Urso. "Puntiamo a coinvolgere - dice Jindal - numerosi fornitori italiani... per sostenere e diffondere il concetto di "Made in Italy...".

Per gli operai, per gli abitanti di Taranto, tutta questa "elaborata" (s)vendita, rischia di portare un "già visto".

Mancano i bisogni, gli interessi operai, manca una piattaforma operaia chiara di classe, manca la mobilitazione degli operai per imporla a governo e nuovi padroni.

Questo è allora il problema che hanno gli operai. Il resto sono anche da parte sindacale solo lamentele, con timide richieste al governo di prepensionamenti e incentivi alle dimissioni. 

Queste offerte di svendita che prevedono tagli, sfruttamento e nessun impegno concreto di ambientalizazione, di difesa della salute, vanno tutte respinte. E' il governo che deve assumersi la responsabilità diretta del futuro dello stabilimento, nella sua totalità.

domenica 19 gennaio 2025

"I primi ad opporci alle guerre imperialiste siamo chiamati noi operai con gli scioperi..." - Un intervento di un compagno operaio dell'Ex Ilva Taranto

 

Guerra, ricorre continuamente, ad ogni edizione di ogni tg megafono della propaganda imperialista. Non possiamo fare a meno di sentire come questa barbarie della politica sia sempre più condizione da normalizzare tra le masse. Perché sì, la guerra non è conseguenza di condizioni sfavorevoli dovute a strane congiunzioni astrali, ma bensì è frutto della specifica volontà dei capitalisti e dei governanti che li rappresentano di tutto il mondo, i nostri mostri compresi. Ad ogni periodo di crisi del capitale, ad ogni stagnazione dei profitti seguono sempre delle guerre, che portano nient’altro che miseria, sofferenza, perdita tra le genti cosiddette “comuni”, alle quali noi apparteniamo, e nuove spartizioni di bottino tra i ricchi che usano, che abusano, dei poveri ai quali queste guerre vengono imposte con la forza e la violenza di combatterle.

Ed è la rapina di nuove terre che ha giustificato e che comunque continua a giustificare, nonostante la tregua, attraverso la narrazione filosionista dei media di regime, il genocidio dei palestinesi, il più grande massacro che la Storia recente ricordi. E questo massacro è potuto accadere grazie agli immensi aiuti inviati dall’Occidente al proprio cane da guardia in Medio Oriente. I più grandi alleati di Israele non è un caso che siano gli Stati Uniti, una nazione che sin dalla sua nascita ha conosciuto la violenza, una nazione nata essa stessa dal massacro dei popoli indigeni per far posto ai coloni, una nazione che è come un’epidemia la quale ovunque arrivi uccide.

Sappiamo benissimo qual è la politica di Trump nei confronti dello scontro tra palestinesi ed israeliani, ma l’amministrazione a maggioranza democratica con a capo Biden, con un colpo di coda prima di

sabato 18 gennaio 2025

ULTIMORA - COMUNICATO rinvio presidio Palestina

Il comitato #iostoconlaPalestina Taranto a fronte della forte pioggia in corso che continuerà per tutta la sera e quindi vedrà le strade del centro presumibilmente deserte, decide di rinviare l’iniziativa prevista per stasera a giovedì 23 gennaio ore 18 in piazza Immacolata,

per esprimere la forte solidarietà al popolo palestinese in questa ora cruciale per il cessate il fuoco permanente / per la liberazione di tutti prigionieri politici / per il ritiro delle truppe israeliane dai territori occupati / per il riconoscimento immediato dello stato di Palestina / per aiuti umanitari alle popolazioni e fondi per la ricostruzione / per il processo per genocidio e crimini contrò l’umanità per Netanyahu e il suo governo / per la fine di ogni sostegno economico, diplomatico, militare allo stato sionista d’Israele da parte del governo italiano

Alla iniziativa sono invitati tutti a partecipare e la stampa 

#iostoconlapalestina 

c/o Slai cobas Taranto - via Livio Andronico 47 - WA 3519575628

Ora più che mai con la Palestina - in piazza sabato ore 18 piazza immacolata!

  

 Dopo l'accordo altri 81 palestinesi uccisi e 100 feriti.

Noi pensiamo che sia presto per festeggiare, noi pensiamo che vada ribadito ora più che mai che la lotta è di lunga durata e che bisogna costruire la guerra di popolo. 

Serve la solidarietà e l’azione internazionale e internazionalista più che mai contro il regime genocida e guerrafondaio israeliano e le mani libere con sostegno militare dell’imperialismo Usa targato Trump al cui carro si legano i governi imperialisti europei i regimi arabi reazionari, i collaborazionisti dell’Anp.

Sulla riforma della scuola di Valditara - un commento di una compagna operatrice scolastica dello Slai cobas


L'ennesimo attacco del fascio-governo si sta per compiere, il ministro Valditara con la riforma della scuola, destinata a entrare in vigore nell’anno scolastico 2026-2027, mirerebbe a valorizzare" le radici culturali italiane" che in parole povere significa che l'insegnamento della storia sarà fatto in senso nazionalista e senza senso critico.
Inoltre è previsto lo studio della Bibbia e del latino già dalle scuole medie per rafforzare, sempre, le conoscenze delle radici della cultura italiana.
Tentiamo di credere che la Bibbia da mettere nei programmi è volta alla propaganda dei valori dell’Occidente, in chiara oppopsizione al “pericoloso” Islam alle porte, con l'effetto di far sentire più esclusi i ragazzi che arrivano da lontano.

Con questa riforma il privato entrerà nelle scuole. E' concreto infatti il rischio che la manovra apra ai privati la possibilità di sfruttare “la scuola pubblica, pagata dai contribuenti, per farsi finanziare la formazione e avere lavoratori a basso costo”
A sancire l’ingresso del privato nel pubblico, è stata la creazione della Fondazione Scuola per L’Italia, inaugurata lo scorso giugno a Milano alla presenza, tra gli altri, proprio del ministro Valditara. Si tratta di un ente no profit a cui hanno aderito Unicredit, Leonardo, Enel, Banco Bpm e Autostrade. Secondo il suo statuto, la Fondazione si pone l’obiettivo di raccogliere 50 milioni di fondi privati entro il 2029 per “contribuire a supportare il sistema scolastico, rendendolo sempre più competitivo”, come ha dichiarato il ministro; ma l’obiettivo reale, così come è stato annunciato dal presidente Simontacchi, appare soprattutto quello di “instaurare un dialogo virtuoso tra aziende".

Tornando invece alla scuola, oltre al venir meno delle tutele, preoccupanti sono i tagli annunciati al personale. La nuova manovra avviata dal ministro prevede infatti il blocco del turn over: è stato calcolato che questa scelta comporterà, in un anno, oltre 5000 insegnanti e 2000 collaboratori del personale A.T.A. in meno a servizio della scuola, tagli su tagli che si stanno sommando da anni, e che stanno creando insegnanti demotivati e personale Ata sfruttato e vessato.

Al tema della pedagogia si collegano poi le idee disciplinari di Valditara, tanto che «Internazionale» ha parlato di un vero e proprio "culto della sanzione” del ministro: le misure di sospensione che ha adottato nei confronti degli studenti che hanno occupato i propri istituti per protesta (fino a tre settimane di sospensione) e l’insistenza sul rilievo del voto in condotta con conseguente bocciatura, d’altronde, sembrano voler incoraggiare una linea sempre più punitiva
Non a caso uno dei primi discorsi di Valditara insisteva proprio sul valore dell’umiliazione dal punto di vista educativo, nella correzione dei comportamenti scorretti. “Evviva l’umiliazione, che è un fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione della personalità”, aveva detto. “Da lì nasce la maturazione. Da lì nasce la responsabilizzazione”.

Prepariamoci ad una scuola da moderno "balilla".

venerdì 17 gennaio 2025

QUESTO NUOVO ANNO CI PORTERA' QUELLO CHE RIUSCIREMO A CONQUISTARCI

I bambini, quando hanno un quaderno nuovo, con le pagine bianche, fanno mille progetti di tenerlo in ordine, di scriverci con la migliore calligrafia. Nel calendario dei padroni, il capodanno ha la stessa funzione: offrire a chi quotidianamente è sfruttato, immiserito e instupidito dal dominio capitalista, la truffa finale. L’anno vecchio ti ha dato miseria, licenziamenti, supersfruttamento, servitù: ebbene, puoi buttarlo via, come i cocci vecchi dalle finestre: ti resta davanti l’anno nuovo, il bel quaderno bianco tutto da scrivere. 

Questo è il discorso che conviene ai padroni: sospendiamo le ostilità, tanto quello che è stato e stato, ora tutto e diverso, è un altro anno. Ma il nostro quaderno ce l’hanno già scritto loro, col linguaggio di sempre: miseria, licenziamenti, supersfruttamento, servitù.
Ma la cosa più mostruosa è proprio questa: il tentativo di renderci complici del nostro sfruttamento, di renderci schiavi e felici. Il grande spettacolo del nuovo anno e' pronto. Protagonisti gli sfruttatori, i potenti, i parassiti, pronti a sfoggiare la ricchezza accumulata sulla miseria e sul lavoro altrui, a sprecare in una sera quanto basta a migliaia di famiglie per vivere un anno intero. Il loro divertimento non basta, c’è bisogno anche del pubblico, c’è bisogno di quelli che della ricchezza e del potere sono quotidianamente derubati. Le prime al teatro, i veglioni lussuosi, gli spettacoli spazzatura in televisione, il discorso del presidente della repubblica...🤮 devono arrivare nelle case di tutti, portati dalla televisione, dai quotidiani pieni di fotografie e cronache del bel mondo, dai rotocalchi e sfilate in TV che sfoggiano sfilate di modelli preziosi per le casalinghe che non li indosseranno mai.
Ma non è detto che il gioco riesca. A chi ipocritamente si domanda: “Che cosa ci porterà il nuovo anno?”, come se si trattasse di prevedere eventi naturali, terremoti, siccità, c’è una sola risposta.
Il nuovo anno ci porterà quello che sapremo conquistarci.
Sul quaderno bianco i padroni vogliono risolvere i loro vecchi e grassi conti. Tocca a noi riempirlo con una storia diversa.
Lasciamo ai padroni lo champagne: noi abbiamo le pietre, il dissenso, la disobbedienza e la rivolta...
Ma se non c'e' organizzazione non si va molto lontano, la "rivolta" rimane una battaglia, si', ma e' la Guerra che bisogna vincere.
Oggi è non solo oggi, la guerra e' la loro, dei signori del capitale, dell'imperialismo mondiale, di un occidente servo e complice. Complice oggi piu' di ieri di massacri, crimini, induzione a morte e malattie di bambini e civili in una Terra martoriata e rapinata da ottant'anni. La Palestina.

Niente da festeggiare!

Da Raffaella

mercoledì 15 gennaio 2025

Un commento che socializziamo - Verso la manifestazione di sabato a Taranto p.zza Immacolata ore 18

 

Mutter Erde

La metastasi
dell'Occidente
propaggine infetta
dell’imperialismo
dietro lo scudo
delle cannoniere
sparge
fosforo e fuoco
sulla terra di Palestina
sui martiri di Gaza
col plauso delle servette
dell'informazione
e l'immemore cecità
degli idioti
per l'inganno di Oslo
e la parodia di Monaco

e ora che i carnefici
proclamano il loro diritto
al Lebensraum
con l'arroganza dei complici
dell'impero americano
con freddezza da sicari

e ora che gli assassini
spudorati annunciano
con ghigno da gendarme
ferocia da kapò
certezza dell'impunità
l'igiene razziale
contro le bestie arabe:
la Endlösung
del problema palestinese

e ora che i terroristi
pianificatori di stragi
spavaldamente stracciano
le maschere dei nomi di dio
svelando il volto
della lussuria
del padre degli stermini
per il sacrificio
del sangue versato

(gli ebrei di un solo libro
massacratori di filistei
con la mandibola
del loro dio:
Volk costruito
sulla menzogna
sull'insipienza degli imbecilli
come il Volk ariano
sulle leggende dei Nibelunghi
e sul mito pangermanista
- stirpe illusoria
di usurpatori
uccisori di bambini
di ulivi di donne
Volk senza Erde
invasori della terra di Canaan
impastata col sangue di Canaan)

proprio ora essi stessi
con l'intreccio dei cingoli
sulla spianata di Gaza
imprimono
nella memoria dei giusti
l'equazione indelebile
di ebreo e sionista
lasciando alla storia
insensibile all’effimera protervia
dei “vincitori”
indifferente agli avvocati farisei
dell’ultima ora
l’inappellabile sentenza
della loro condanna

Onore ai combattenti ai caduti
a te Palestina
invincibile e resistente
nostra memoria nostra madre
che intoni
il tuo canto ininterrotto:
con i sionisti nessuna pace
nessuna pace con l'imperialismo

e chiami alla guerra
i traditori futuri
della civiltà dell'inganno
perché anche a noi tu parli
con la tua voce universale:
nessuna pace con gli sfruttatori
col capitale nessuna pace

La posizione/indicazione dello Slai cobas oggi nello sciopero metalmeccanici alle Ditta appalto e ad Acciaieria

 

Stamattina alle Ditte dell'appalto, in cui una parte degli operai non ha ancora ricevuto la 13° e la paga di gennazio, la divisione voluta dai padroni delle ditte tra contratto metalmeccanico e altri tipi di contratto - innanzitutto 'Multiservizi', insieme alla espansione dei contratti a termine anche di 1/2 mesi che porta i lavoratori ad essere costantemente sotto ricatto, ha impedito che ci fosse il blocco della portineria - come in passato - e una partecipazione unitaria allo sciopero.

Alle ditte dell'appalto, i padroni "piangono" quando non ricevono i loro soldi, ma poi sfruttano gli operai, tagliando i costi del lavoro, con contratti più bassi e sempre a rischio.

I sindacati confederali hanno fatto passare questa divisione contrattuale e poi si lamentano se tanti operai stamattina non hanno potuto scioperare. 

Ma la soluzione è quella indicata dallo Slai cobas e portata stamattina tra gli operai.

La nostra posizione sullo sciopero metalmeccanico e sulla vendita Ilva, a tutte le portinerie


Asili - lavoratrici ausiliariato in assemblea per discutere dell'incontro fatto col sindaco


Martedì 21 gennaio alle ore 17 presso la sede Slai Cobas via Livio Andronico, 47
, si terrà un'assemblea delle lavoratrici e lavoratori asili nido comunali delle pulizie/ausiliariato, per prendere posizione chiara sull'incontro tenuto lunedì mattina col Sindaco a Palazzo di città, a cui ha partecipato una delegazione delle lavoratrici/Rsa Slai cobas
.

Noi anche alla luce dell'incontro di ieri ribadiamo la nostra netta contrarietà alla esternalizzazione degli asili - che devono rimanere un servizio pubblico, e non affidati in concessione ai privati la cui unica logica di gestione e scopo non può che essere quella del profitto, scaricando i costi sulle lavoratrici, e sull'efficenza degli asili per i bambini e le famiglie.

Nell'incontro la delegazione delle lavoratrici dell'ausiliariato dello Slai cobas hanno evidenziato la loro condizione lavorativa, spesso dimenticata nonostante nello scorso hanno vi sono stati ben 4 scioperi e benchè si tratti di 68 lavoratrici che operano da più di 30 anni; lavoratrici e lavoratori a cui si richiedono sempre più varie mansioni, senza aumento delle ore e a stipendio misero, con meno personale (per pensionamenti), e in condizioni di inadeguatezza attrezzature con danni alla salute. In questa situazione chiaramente respingeremmo ogni ulteriore peggioramento frutto di questa politica di esternalizzazione, ma vogliamo un miglioramento delle condizioni lavorative che si traduce sempre in miglioramento el servizio per i bambini.

Per cui nella battaglia unitaria con educatrici, genitori, vogliamo che nel prossimo Tavolo - che si dovrebbe tenere il 5 febbraio - si affronti anche la nostra situazione.

Detto questo, l'incontro di ieri non ha fugato una serie di dubbi. Il sindaco ha parlato di "clausola sociale", ma nello stesso tempo si dice che chi resta fuori troverebbe posto in altri servizi -  quindi non sarebbe una "clausola sociale" per mantenere tutti gli attuali posti di lavoro negli asili e la propria professionalità; si parla della possibilità di fare l'esternalizzazione di alcuni asili -  avviando così una grave separazione tra asili pubblici e privati; nel documento di programmazione si parla in termini distinti tra attività di pulizia e attività ausiliarie - quando il riconoscimento delle attività ausiliare, da anni svolte insieme a quelle di pulizia, è stata una battaglia vinta dalle lavoratrici. Inoltre, non c'è chiarezza su come si intende la privatizzazione degli asili e il ruolo del Comune, ecc.

Invitiamo tutte le lavoratrici, indipendentemente dalle iscrizioni sindacali, l'Usb a essere parte dell'assemblea del 21 gennaio, perchè all'incontro del 5/2 vi sia un'unica voce.

La delegazione delle lavoratrici pulizie e ausiliariato

domenica 12 gennaio 2025

Nardò antifascista contro la provocazione dei topi di fogna di Casa Pound sostenuti e difesi dal cialtrone demagogo sindaco Pippi Meloni e dalla polizia

La piazza antifascista di Nardò fa sentire la sua voce...

la città blindata e il centro storico deserto mentre nella biblioteca c’è stata la presentazione del libro sui venti anni di Casapound con Gianluca Iannone e il sindaco Pippi Mellone. 

Tantissimi in piazza Cesare Battisti nonostante la pioggia insistente e uno spiegamento di forze talmente possente da desertificare l’intero centro storico di Nardò, a protezione dei fasci. Gli antifascisti hanno animato piazza Cesare Battisti con canti e discorsi sulla scalinata del castello

Piazza Cesare Battisti riempita dai militanti progressisti

Lo stato delle cose per Acciaierie e indotto

Lo stato delle cose per acciaierie e indotto - dopo le offerte

il punto dello Slai cobas per il sindacato di classe Taranto

martedi 14 in un audio - pubblicato su questo blog

martedi 21presidio portinerie

per saperne di più  wa 3519575628

*****

Vendita ex Ilva, 10 le offerte arrivate

corriere di taranto info
pubblicato il 11 Gennaio 2025, 13:13

I Commissari Straordinari di Acciaierie d’Italia in Amministrazione Straordinaria (AS) e di ILVA in AS comunicano che, entro il termine fissato alla mezzanotte di venerdì 10 gennaio 2025, sono pervenute dieci offerte per l’acquisizione degli stabilimenti ex Ilva. La scadenza, precedentemente prorogata a dicembre 2024, ha consentito una più ampia partecipazione al processo di presentazione delle offerte.

Tra le offerte ricevute, tre sono per tutti i complessi aziendali: cordata Baku Steel Company CJSC + Azerbaijan Investment Company OJSCBedrock Industries Management Co Inc e Jindal Steel International.

Sono sette le offerte interessate a singoli asset: cordata CAR Segnaletica Stradale Srl + Monge & C. SpA + Trans Isole SrlEusider SpAcordata Eusider SpA + Marcegaglia Steel SpA + Profilmec SpAI.M.C. SpAMarcegaglia Steel SpAcordata Marcegaglia Steel SpA + Sideralba SpA e Vitali SpA.

Sebbene il termine stabilito non sia da considerarsi perentorio, eventuali proposte che dovessero pervenire successivamente saranno valutate esclusivamente qualora presentino condizioni particolarmente favorevoli per la procedura in corso.

I Commissari Straordinari si riservano un periodo di tempo congruo per esaminare attentamente tutte le proposte ricevute, con particolare riguardo agli aspetti occupazionali, alla decarbonizzazione e all’entità degli investimenti, al fine di assicurare uno sviluppo sostenibile degli impianti e la massima tutela del lavoratori coinvolti.

“La partecipazione così significativa di grandi attori internazionali conferma che siamo sulla strada giusta per il rilancio della siderurgia italiana”. È quanto rileva il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso in merito alla presentazione di dieci offerte per l’acquisizione degli stabilimenti ex Ilva, di cui tre per gli interi complessi aziendali da parte di player internazionali e altre sette per singoli asset. “Questa è la fase decisiva. Responsabilità, coesione e unità di intenti” ha concluso il ministro.

Palestina e non solo - Le ragioni per riscendere in piazza sabato 18

 

Dai compagni di Laterza           

Torniamo in piazza a taranto sabato 18 gennaio ore 8 piazza Immacolata 
No genocidio dei Palestinesi
No armi all'Ucraina
No Ddl 1660 / no stato di polizia - E' giusto ribellarsi
Giustizia per Ramy!

sabato 11 gennaio 2025

Anche gli Usa di Trump interessati all'Ilva - serve acciaio per le guerre...

Aspettiamo come va a finire la situazione e poi diremo la nostra

 


Torniamo in piazza

Taranto torniamo in piazza contro il genocidio in Palestina a sostegno della resistenza

contro nuove armi italiane all’Ucraina - contro il Ddl 1660 stato di polizia 

sabato 18 gennaio ore 18 piazza Immacolata

sabato 4 gennaio 2025

Al 10 gennaio

 Per un anno di resistenza e lotta

attivo generale sede slai cobas per il sindacato di classe via livio andronico 47 taranto

venerdi 10 gennaio 2025 ore 17.30

giovedì 2 gennaio 2025

Formazione operaia - Il passaggio dal capitalismo al comunismo - da Stato e rivoluzione di Lenin - Conclusione

 

Gli ultimi due capitoli di Stato e rivoluzione: "Le basi economiche dell'estinzione dello Stato" e "Il marxismo degradato dagli opportunisti", sono altrettanto importanti perchè guidano la comprensione del passaggio tra capitalismo e comunismo, attraverso un periodo di transizione per cui la stessa società capitalista pone le premesse e ne costruisce le condizioni oggettive, oltre che soggettive nella formazione di una classe, gli operai, che saranno i "becchini" del capitale; per liberarsi dalle stigmate e dalle catene di questo sistema occorre un lungo periodo di trasformazione, economica, politica, ma anche di vita, ideologica, perchè anche le masse, i proletari devono, come dice Marx: "scrollarsi dalle spalle tutto il ciarpame".  

"...il comunismo - scrive Lenin - è generato dal capitalismo, si sviluppa storicamente dal capitalismo, è il risultato dell'azione di una forza sociale prodotta dal capitalismo. In Marx non vi è traccia del tentativo di inventare delle utopie... Marx pone la questione del comunismo come un naturalista porrebbe, per esempio, la questione dell'evoluzione di una nuova specie biologica, una volta conosciuta la sua origine e la linea precisa della sua evoluzione...".

Questa "generazione" del comunismo dal capitalismo, come dice Lenin, si basa su una analisi storico scientifica, non è una "idea" di Marx; il sistema capitalista non è "brutto" (o buono per la borghesia), è un fase storica inevitabile, che sviluppando le forze produttive rende possibile il comunismo in cui le forze produttive liberate dalla catene del modo di produzione capitalista, potranno essere sviluppate, liberate al massimo con la partecipazione di tutta l'umanità non più divisa in classi, in oppressori e oppressi.

Coloro che, lo ripetiamo, si muovono invece sulla base di un giudizio morale del capitalismo e vogliono "tornare ad un periodo in cui non vi erano gli orrori del capitalismo, imperialismo", che auspicano per "la chiusura delle fabbriche", che sono contro la "grande industria", oltre ad allontanarsi  da un metodo di analisi scientifico, sono dei reazionari, dei conservatori; per costoro il comunismo, bene che vada, resta un'utopia, un sogno, non un movimento reale che trasforma lo stato di cose presenti.

Questa comprensione va con Marx, Engels, Lenin sempre di pari passo con la lotta, la critica, spesso ironica, pungente dell'opportunismo principalmente e dell'anarchismo. Perchè non si tratta unicamente di capire, acquisire conoscenza teorica, ma di combattere, per porre la teoria al servizio dell'azione dei comunisti, dei rivoluzionari, degli operai e operaie avanzati, che vogliano andare oltre la lotta di difesa quotidiana.

Entrando nel merito, Lenin, con Marx, spiega come avviene questa transizione dal capitalismo al comunismo.

"...Tra la società capitalistica e la società comunista, - prosegue Marx, - vi è il periodo della trasformazione rivoluzionaria dell'una nell'altra. Ad esso corrisponde anche un periodo politico di transizione, il cui Stato non può essere altro che la dittatura rivoluzionaria del proletariato..."...

"...La società capitalistica, considerata nelle sue condizioni di sviluppo più favorevoli, ci offre nella repubblica democratica una democrazia più o meno completa. Ma questa democrazia è sempre limitata nel ristretto quadro dello sfruttamento capitalistico, e rimane sempre, in fondo, una democrazia per la minoranza, per le sole classi possidenti, per i soli ricchi...

"...Marx... disse: agli oppressi è permesso di decidere, una volta ogni qualche anno, quale fra i rappresentanti della classe dominante li rappresenterà e li opprimerà in Parlamento!..."

Questa questione che dice Marx è centrale nella lotta contro gli opportunisti, i partiti riformisti, la cosiddetta "sinistra parlamentare" anche attuale, che, come scrive Lenin più avanti nel capitolo "Il marxismo degradato dagli opportunisti": "sono pienamente d'accordo nel lottare per uno "spostamento nel rapporto delle forze all'interno del potere dello Stato", per il "conseguimento della maggioranza in Parlamento e della trasformazione del Parlamento in padrone del governo", 

Ma dice sempre Lenin con ironia: "questo nobilissimo obiettivo che può essere completamente accettato dagli opportunisti non esce per nulla dal quadro della repubblica borghese parlamentare".

E noi lo vediamo. Anche il partito parlamentare o il parlamentare più a sinistra al massimo chiede una trasformazione, miglioramento dello stesso Stato borghese, dei governi, non un loro rovesciamento Anche questi di "sinistra" chiamano ogni qualche anno le masse, i lavoratori a votarli, cercando di illudere che se loro sono forti, possono trasformare il parlamento, lo stesso governo, far fare leggi a favore delle masse e contro i padroni. Tutte menzogne! Di cui anche gli operai, i lavoratori, le donne, i giovani hanno avuto pienamente esperienza anche nelle fasi in cui la cosiddetta "sinistra" aveva la maggioranza in parlamento ed ha costituito i governi; parlamento e governi che sono diventati anch'essi "comitati d'affari' per la borghesia. Oggi, nella fase di marcia verso un moderno fascismo, verso una dittatura non più mascherata della parte più reazionaria della borghesia, questa menzogna illusoria è sempre più ipocrita; e gli stessi esponenti della cosiddetta "sinistra" non hanno voce in capitolo neanche per migliorare una legge.  

Per questo Lenin dice chiaro, in polemica con i riformisti, gli opportunisti: "...l'evoluzione da questa democrazia capitalistica - inevitabilmente ristretta, che respinge in modo dissimulato i poveri, e quindi profondamente ipocrita e bugiarda - "a una democrazia sempre più perfetta", non avviene così semplicemente, direttamente e senza scosse come immaginano i professori liberali e gli opportunisti piccolo-borghesi. No. Lo sviluppo progressivo, cioè l'evoluzione verso il comunismo, avviene passando per la dittatura del proletariato e non può avvenire altrimenti, poichè non v'è nessun'altra classe e nessun altro mezzo che possa spezzare la resistenza dei capitalisti sfruttatori".

E continua Lenin: "Ora, la dittatura del proletariato, vale a dire l'organizzazione dell'avanguardia degli oppressi in classe dominante per reprimere gli oppressori, non può limitarsi a un puro e semplice allargamento della democrazia. Insieme a un grandissimo allargamento della democrazia, divenuta per la prima volta una democrazia per i poveri, per il popolo, e non una democrazia per i ricchi, la dittatura del proletariato apporta una serie di restrizioni alla libertà degli oppressori, degli sfruttatori, dei capitalisti. Costoro noi li dobbiamo reprimere, per liberare l'umanità dalla schiavitù salariata; si deve spezzare con la forza la loro resistenza..."

"...Democrazia per l'immensa maggioranza del popolo e repressione con la forza, vale a dire esclusione dalla democrazia, per gli sfruttatori, gli oppressori del popolo: tale è la trasformazione che subisce la democrazia nella transizione dal capitalismo al comunismo... Soltanto nella società comunista, quando la resistenza dei capitalisti è definitivamente spezzata, quando i capitalisti sono scomparsi e non esistono più classi (non v'è cioè più distinzione fra i membri della società secondo i loro rapporti coi mezzi sociali di produzione), soltanto allora "lo Stato cessa di esistere e diventa possibile parlare di libertà". Soltanto allora diventa possibile e si attua una democrazia realmente completa, realmente senza alcuna eccezione. Soltanto allora la democrazia comincia a estinguersi, per la semplice ragione che, liberati dalla schiavitù capitalistica, dagli innumerevoli orrori, barbarie, assurdità, ignominie dello sfruttamento capitalistico, gli uomini si abituano a poco a poco a osservare le regole elementari della convivenza sociale... a osservarle senza violenza, senza costrizione, senza sottomissione, senza quello speciale apparato di costrizione che si chiama Stato..."

Ecco, Lenin spiega concretamente che significa "Dittatura del proletariato" e la netta differenza tra la "democrazia" nello Stato borghese e la democrazia per i proletari e le masse nel periodo di transizione, socialismo. La "Dittatura del proletariato", che sia gli opportunisti che gli anarchici respingono, ma che è una necessità nella fase di transizione dal capitalismo al comunismo, altrimenti è dire "chiacchiere", prendere in giro, illudere, coscientemente o non coscientemente" le masse, è dittatura verso i padroni, i ricchi, i rappresentanti politici, istituzionali, i servitori culturali della borghesia e democrazia per la maggioranza della popolazione; è repressione, continuazione della guerra agli oppressori, e libertà, pace, condizioni di vita degne, democrazia, diritti per gli oppressi.

Ma è una democrazia completamente diversa da quella di cui si riempiono la bocca oggi coloro che stanno al potere; per questi la "democrazia" è solo per loro, mentre c'è repressione verso le masse, i giovani, anche quanto semplicemente esprimono un dissenso, fanno azioni pacifiche, ma vengono tacciati di essere nemici del loro "bello" "Stato democratico". In questo senso "democrazia" non può essere una parola vuota, senza aggettivi, senza aggiungere: "democrazia per chi?". Una vera democrazia è quando non ci sono più, dice Lenin "orrori, barbarie, assurdità, ignominie dello sfruttamento capitalistico", quando la classe dei capitalisti non ha più possibilità di ritornare e di ricostruire il suo Stato. Quando tutti sono uguali. E a questo punto, la stessa "democrazia" - come governo della maggioranza - non ha più ragione di essere, lo Stato comincia ad estinguersi. E, dice Lenin, "gli uomini si abituano a poco a poco a osservare le regole elementari della convivenza sociale" senza violenza, costrizione; perchè la "democrazia" nella fase di transizione è necessaria anche per cambiare le concezioni, le abitudine negative, gli stili di vita, i valori squallidi, devianti o brutali, ecc., indotti dalla società borghese.

Tornando alla dittatura del proletariato nel periodo di transizione, Lenin dice: "...nel periodo di transizione dal capitalismo al comunismo, la repressione è ancora necessaria, ma è già esercitata da una maggioranza di sfruttati contro una minoranza di sfruttatori. Lo speciale apparato, la macchina speciale di repressione, lo "Stato", è ancora necessario, ma è già uno Stato transitorio, non più lo Stato propriamente detto, perchè la repressione di una minoranza di sfruttatori da parte della maggioranza degli schiavi salariati di ieri è cosa relativamente così facile, semplice e naturale... Ed essa è compatibile con una democrazia che abbraccia una maggioranza della popolazione così grande che comincia a scomparire il bisogno di una macchina speciale di repressione... il popolo, invece, può reprimere gli sfruttatori anche con una "macchina" molto semplice, quasi senza "macchina", senza apparato speciale... lo stesso popolo armato si incaricherà di questa faccenda con la stessa semplicità, con la stessa facilità con cui una qualsiasi folla di persone civili, anche nella società attuale, separa delle persone in rissa o non permette che venga usata la violenza contro una donna. Sappiamo inoltre che la principale causa sociale degli eccessi che costituiscono infrazioni alle regole della convivenza sociale è lo sfruttamento delle masse, la loro povertà, la loro miseria. Eliminata questa causa principale, gli eccessi cominceranno infallibilmente a "estinguersi"...

Ora Lenin, sempre rifacendosi a Marx e ai suoi scritti, parla di cosa succede nella prima fase della società comunista, parlando in particolare del rapporto lavoro/distribuzione del prodotto sociale, del ruolo di ogni individuo del popolo all'amministrazione della società, ecc. 

Sul lavoro - "...Nella Critica del programma di Gotha Marx confuta minuziosamente l'idea di Lassalle che l'operaio debba ricevere in regime socialista il "reddito integrale del suo lavoro". Marx dimostra che dal prodotto sociale complessivo di tutta la società bisogna detrarre: un fondo di riserva, un fondo per l'allargamento della produzione, un fondo destinato a reintegrare il macchinario "consumato", ecc.; inoltre bisogna detrarre dagli oggetti di consumo un fondo per le spese di amministrazione, per le scuole, per gli ospedali, gli ospizi per i vecchi, ecc..." Marx... affronta l'analisi concreta delle condizioni di vita di una società in cui non esisterà il capitalismo..." Ma che è "appena uscita dal seno del capitalismo, (e) porta ancora sotto ogni rapporto le impronte della vecchia società..."

Anche qui Marx, e Lenin, parla senza utopie, ma facendo l'analisi concreta della situazione concreta che si determina nella prima fase della società comunista, nella fase di transizione che ancora porta le stigmate della società capitalista, che non si cancellano da un giorno all'altro. Chi sostiene di fatto il contrario, propaganda solo idee, come le chiama Lenin, "nebulose, oscure e generiche", che non portano ad un reale cambiamento.

Quindi, dice Lenin, che succede?: "...I mezzi di produzione non sono già più proprietà privata individuale. Essi appartengono a tutta la società... Ma quando... Lassalle dice che c'è (una) "giusta ripartizione", "uguale diritto di ciascuno all'uguale prodotto del lavoro", egli si sbaglia e Marx spiega perchè. Un "uguale diritto", - dice Marx, - qui effettivamente l'abbiamo, ma è ancora il "diritto borghese", che, come ogni diritto, presuppone la disuguaglianza. Ogni diritto consiste nell' applicazione di un'unica norma a persone diverse... Gli individui però non sono uguali: uno è più forte, l'altro è più debole, uno è ammogliato, l'altro no, uno ha più figli, l'altro meno, ecc."... Quindi - conclude Marx, - "...l'uno riceve dunque più dell'altro, l'uno è più ricco dell'altro e così via. Per evitare tutti questi inconvenienti, il diritto, invece di essere uguale, dovrebbe essere disuguale.."

Quindi, nella prima fase del comunismo "...non sarà più possibile lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo, poichè non sarà più possibile impadronirsi, a titolo di proprietà privata, dei mezzi di produzione, fabbriche, macchine, terreni, ecc.... ma (questa prima fase sarà ancora) incapace di distruggere di punto in bianco l'altra ingiustizia: la ripartizione dei beni di consumo "secondo il lavoro" (e non secondo i bisogni)..."

Il diritto borghese ancora "...sussiste quale regolatore... della distribuzione dei prodotti e del lavoro fra i membri della società. "Chi non lavora non mangia": questo principio socialista è già realizzato; "a uguale quantità di lavoro, uguale quantità di prodotti": quest'altro principio socialista è anche esso già realizzato. Tuttavia ciò non è ancora il comunismo, non abolisce ancora il "diritto borghese"... "E' un "inconveniente", dice Marx, ma esso è inevitabile nella prima fase del comunismo, in quanto non si può pensare, senza cadere nell'utopia, che appena rovesciato il capitalismo gli uomini imparino, dall'oggi al domani, a lavorare per la società senza alcuna norma giuridica..."

"...In una fase più elevata della società comunista, dopo che è scomparsa la subordinazione asservitrice degli individui alla divisione del lavoro, e quindi anche il contrasto di lavoro intellettuale e fisico; dopo che il lavoro non è divenuto soltanto mezzo di vita, ma anche il primo bisogno della vita; dopo che con lo sviluppo onnilaterale degli individui sono cresciute anche le forze produttive e tutte le sorgenti della ricchezza collettiva scorrono in tutta la loro pienezza, solo allora l'angusto orizzonte giuridico borghese può essere superato, e la società può scrivere sulle sue bandiere: Ognuno secondo le sue capacità; a ognuno secondo i suoi bisogni!"...

"...Questa espropriazione (dei capitalisti) renderà possibile uno sviluppo gigantesco delle forze produttive (della società umana). E vedendo come, già ora, il capitalismo intralci in modo assurdo questo sviluppo, e quali progressi potrebbero essere realizzati grazie alla tecnica moderna già acquisita..."... Allora "La distribuzione dei prodotti non renderà più necessario che la società razioni i prodotti a ciascuno: ciascuno sarà libero di attingere "secondo i suoi bisogni"..."

Marx, senza introdurre utopie false e per questo illusorie, ci conduce a comprendere come concretamente è possibile la liberazione dal lavoro salariato come sfruttamento e come sia possibile che la distribuzione sociale dei prodotti avvenga effettivamente in modo uguale, secondo i bisogni di ognuno. 

Marx, e Lenin, spiegano che mentre la liberazione dal lavoro sfruttato è possibile subito con la presa del potere del proletariato, con un atto dello "stato proletario" che requisisce la proprietà privata dei padroni e così i mezzi di produzione diventano di proprietà di tutta la società; una distribuzione dei prodotti secondo i bisogni non può essere fatta da un giorno all'altro, ma si devono determinare delle condizioni, perchè non siano parole vuote. La società socialista può all'inizio affermare e attuare il diritto "a uguale quantità di lavoro, uguale quantità di prodotti", quindi può attuare la nuova condizione per cui non succede più che gran parte del lavoro degli operai va al profitto dei capitalisti, ma ancora non può subito risolvere il fatto che il lavoro resta ancora differente, perchè proviene dalle differenze che si porta dietro dalla società capitalista, dai suoi limiti.

Quanto descrive Marx sulla base dell'analisi scientifica smonta tutte le "belle teorie" piccolo borghesi - che sentiamo spesso da parte di compagni di movimenti antagonisti - che fanno una denuncia del sistema capitalista soltanto legandola alla diseguale distribuzione dei prodotti, e non alla sua fonte, il modo di produzione capitalista che non può che fare una distribuzione totalmente diseguale: tanta ricchezza ai già ricchi, pochissimo, e sempre meno, solo il tanto che permette il giorno dopo di tornare al lavoro, ai proletari. Una distribuzione egualitaria è possibile solo quando viene posto fine al modo di produzione capitalista e si creano le condizioni per uno sviluppo al massimo della società, quando tutti saremo uguali alla fonte.  

Solo in una fase superiore della società comunista, determinandosi le condizioni di: sviluppo enorme delle forze produttive, non più frenate, subordinate dai rapporti di produzione che hanno come fine soltanto il profitto dei capitalisti che arrivano a distruggere forze produttive (pensiamo a tutte le forze produttive che provengono dalla natura); quando la "ricchezza sociale" può essere a disposizione di tutti; quando il lavoro non è più un mezzo costrittivo per vivere, ma ogni individuo vive spontaneamente il "lavoro" come produzione della vita in ogni suo ambito, e quindi il lavoro non è più il lavoro come lo conosciamo oggi, ma attività "creatrice" dell'umanità; allora sarà spazzato via ogni residuo del diritto angusto, per pochi dello Stato borghese e "la società può scrivere sulle sue bandiere: "Ognuno secondo le sue capacità; a ognuno secondo i suoi bisogni!". Per cui anche coloro che per debolezza, malattia, condizioni di vita possono dare un'attività lavorativa più limitata, potranno avere secondo i loro bisogni e vi sarà l'effettiva uguaglianza sociale.

E Lenin  scrive è "falsa l'idea borghese corrente che il socialismo sia qualche cosa di morto, di fisso, di dato una volta per sempre, mentre in realtà soltanto col socialismo incomincerà, in tutti i campi della vita sociale e privata, un rapido, vero, movimento progressivo, effettivamente di massa, a cui parteciperà la maggioranza della popolazione prima, e tutta la popolazione poi..."

Lenin poi affronta l'altro aspetto importante del socialismo: la gestione da parte di tutti gli uomini dello stato; ma qui le condizioni di questa partecipazione all'amministrazione pubblica le ha create la stessa società capitalista.

Scrive Lenin: "lo sviluppo del capitalismo crea a sua volta le premesse necessarie a che "tutti" effettivamente possano partecipare alla gestione dello Stato. Queste premesse sono, tra l'altro, l'istruzione generale, già realizzata in molti paesi capitalistici più avanzati, poi l'"educazione e l'abitudine alla disciplina" di milioni di operai per opera dell'enorme e complesso apparato socializzato delle poste, delle ferrovie, delle grandi officine, del grande commercio, delle banche, ecc..."

"...Tutti i cittadini si trasformano qui in impiegati salariati dello Stato, costituito dagli operai armati... La registrazione e il controllo in tutti questi campi sono stati semplificati all'estremo dal capitalismo che li ha ridotti a operazioni straordinariamente semplici di sorveglianza e di conteggio, e al rilascio di ricevute, cose tutte accessibili a chiunque sappia leggere e scrivere e fare le quattro operazioni... L'intera società sarà un grande ufficio e una grande fabbrica con uguaglianza di lavoro e uguaglianza di salario..."

Ma "...Dal momento in cui tutti i membri della società, o almeno l'immensa maggioranza di essi, hanno appreso a gestire essi stessi lo Stato, si sono messi essi stessi all'opera, hanno "organizzato" il loro controllo sull'infima minoranza dei capitalisti, sui signori desiderosi di conservare le loro abitudini capitaliste e sugli operai profondamente corrotti del capitalismo, - da quel momento la necessità di qualsiasi amministrazione comincia a scomparire. Quanto più la democrazia è completa, tanto più vicino è il momento in cui essa diventa superflua. Quanto più democratico è lo "Stato" composto dagli operai armati, che "non è più uno Stato nel senso proprio della parola", tanto più rapidamente incomincia ad estinguersi ogni Stato..."

"...ogni tentativo di sfuggire a questa registrazione e a questo controllo esercitato da tutto il popolo diventerà una cosa talmente difficile, un'eccezione così rara, provocherà verosimilmente un castigo così pronto e così esemplare (poichè gli operai armati sono gente che hanno il senso pratico della vita e non dei piccoli intellettuali sentimentali; non permetteranno che si scherzi con loro), che la necessità di osservare le regole semplici e fondamentali di ogni società umana diventerà ben presto un costume...

La possibilità di questa partecipazione agli affari dello stato - scrivere poi Lenin nell'ultimo capitolo - "...ci è garantita dal fatto che il socialismo ridurrà la giornata di lavoro, eleverà le masse a una vita nuova e metterà la maggioranza della popolazione in condizioni tali da permettere a tutti, senza eccezione, di adempiere le "funzioni statali", ciò che porta in ultima analisi alla completa estinzione di qualsiasi Stato in generale..."

Ma come fare perchè i "controllori" non si corrompano? Una domanda tante volte fatta da lavoratori, lavoratrici, sia pur applicata al sistema di funzionamento esistente dello Stato borghese, dei governi, formati sempre più al 90% da gentaglia corrotta, o che presto si corrompe una volta al potere. Qui Lenin ritorna a Marx ed Engels, e alle misure che venivano dalla grande esperienza della Comune di Parigi (di cui abbiamo già parlato): "...contro il pericolo che anch'essi diventino dei burocrati, saranno immediatamente prese le misure minuziosamente studiate da Marx e da Engels: 1) non soltanto eleggibilità ma anche revocabilità ad ogni istante; 2) stipendio non superiore al salario di un operaio; 3) passaggio immediato a una situazione in cui tutti assumano le funzioni di controllo e di sorveglianza, in cui tutti diventino temporaneamente dei "burocrati", e quindi nessuno possa diventare un "burocrate"... "...e ancora si sostituiscono gl'istituti parlamentari con istituti "di lavoro, cioè esecutivi e legislativi allo stesso tempo".

Concludiamo questa Formazione operaia con una frase dell'ultimo capitolo di 'Stato e rivoluzione', in cui Lenin chiarisce in maniera semplice e sintetica, da ognuno verificabile, la distinzione, rispetto allo Stato e alla rivoluzione tra i marxisti e gli anarchici.

"...I marxisti si distinguono dagli anarchici in questo: 1) i primi, pur ponendosi l'obiettivo della soppressione completa dello Stato, non lo ritengono realizzabile se non dopo la soppressione delle classi per opera della rivoluzione socialista, come risultato dell'instaurazione del socialismo che porta all'estinzione dello Stato; i secondi vogliono la completa soppressione dello Stato dall'oggi al domani, senza comprendere quali condizioni la rendano possibile; 2) i primi proclamano la necessità per il proletariato, dopo ch'esso avrà conquistato il potere politico, di distruggere completamente la vecchia macchina statale e di sostituirla con una nuova, che consiste nell'organizzazione degli operai armati, sul tipo della Comune; i secondi, pur reclamando la distruzione della macchina statale, si rappresentano in modo molto confuso con che cosa il proletariato la sostituirà e come utilizzerà il potere rivoluzionario; gli anarchici rinnegano persino qualsiasi utilizzazione del potere dello Stato da parte del proletariato rivoluzionario, la sua dittatura rivoluzionaria; 3) i primi vogliono che il proletariato si prepari alla rivoluzione utilizzando lo Stato moderno; gli anarchici sono di parere contrario...".

******

Noi abbiamo avviato questa Formazione operaia su "Stato e rivoluzione", prima di tutto per chiarire e ribadire a noi stessi; poi perchè da un lato questo testo affronta domande, problematiche che operai, masse avanzate si pongono continuamente; dall'altro perchè esso serva a sgomberare il capo da illusioni riformiste sullo Stato che anche tanti lavoratori, donne, giovani hanno e che frena la necessità della loro partecipazione all'organizzazione rivoluzionaria e alla lotta politica.

Invitiamo chiunque voglia a intervenire, a fare domande.