La Corte Europea dei Diritti Umani, con la decisione del 23 novembre 2023 ha condannato l’Italia per avere detenuto illegalmente nell'hotspot di Taranto diversi minori stranieri non accompagnati, per avere utilizzato trattamenti inumani e degradanti nel predisporre le loro misure di accoglienza, per non avere nominato un tutore né avere fornito loro alcuna informazione sulla possibilità di contrastare in giudizio tale condizione.
Il trattenimento, in condizioni degradanti e di privazione della libertà, riguarda quattro minori africani (3 provenienti della Gambia e uno del Ghana) nell’hotspot di Taranto nel 2017, previsto per soli adulti. Questo rischio ha carattere assoluto e non può essere derogato da alcuna condizione di difficoltà logistica, addirittura nemmeno in tempo di guerra.
L’Italia dovrà ora risarcire ciascuno dei quattro migranti con 6.500 euro per il danno non pecuniario, più 4.000 euro per i costi legali.
Suona la campana anche per le scelte legislative dell’attuale governo Meloni, perché questa decisione della Corte di Strasburgo — pur vertendo su un caso del 2017 sottopostole dagli avvocati Marina Angiuli e Dario Belluccio per conto dell’Asgi-Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione — ipoteca la recente scelta del governo che il 6 ottobre 2023, con il decreto legge n. 133, ha invece pensato di «sbiancare» e dare una copertura legale appunto a prassi non consentite ma largamente diffuse negli hotspot: e cioè ha stabilito che i minori non accompagnati, se di età superiore ai 16 anni, possono essere accolti in centri di accoglienza straordinaria per adulti in caso di indisponibilità di posti, e dunque per una ragione non connessa alla valutazione del superiore interesse del minore. E questo anche se quei centri per adulti sono oltretutto sovraffollati, privi di supporto educativo, di servizi di assistenza legale e psicologica, di insegnamento dell’italiano.
Ad avviso dell’Asgi pone anche un tema di attualità nella gestione proprio del centro di Taranto: «Nell’hotspot allestito su un parcheggio nel porto, completamente isolato dal contesto urbano e sociale locale, e assolutamente inadatto ad ospitare minori, attualmente ci sono 185 i minori stranieri trattenuti di fatto in assenza di ogni base legale e di vaglio giurisdizionale, alcuni addirittura da agosto».
Nel condannare l'Italia per le condizioni in cui hanno vissuto nell'hotspot, la Corte si è basata sulle prove fornite dai quattro, tra cui delle fotografie che mostravano il sovraffollamento del centro - predisposto per ospitare 400 persone ma che in quel momento ne conteneva 1.419 - e le condizioni d'igiene inadeguate.
Nella sentenza si evidenzia che il governo italiano non ha contestato questi dati, ma ha spiegato che il 22 e 26 maggio 2017 erano sbarcati due gruppi di migranti molto numerosi, che comprendevano 202 minori, e che questi arrivi massicci avevano reso la situazione particolarmente difficile da gestire.
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Lo Slai cobas aveva a gennaio e nei mesi successivi denunciato a Prefetto, Sindaco/Comune di Taranto la situazione grave nell'hotspot, ma nessuna risposta, intervento è stato fatto in questi mesi. Anche questi non devono essere sanzionati?
Dalla denuncia fatta dallo Slai cobas
Rappresentanti dello Slai cobas ieri pomeriggio si sono recati all'hotspot per acquisire direttamente notizie sulle denunce/proteste che erano emerse due giorni fa, segnalate da Campagne in lotta, sulla condizione dei migranti.
Per la prima volta siamo potuti entrare nel centro, altre volte ci era stato vietato...
...c'è un problema grave di condizioni di alloggiamento. Di fatto la maggiorparte delle persone dorme insieme in tensostrutture, tendoni dormitorio di 45 posti letto o di 25, vi sono dei divisori che però chiaramente non permettono alcuna privacy; qui si sta male sia d’estate che d'inverno; ora ci sarebbero dei riscaldamenti ma non bastano proprio per il tipo di strutture; solo le coppie con bambini (ora sono 4) stanno insieme in moduli prefabbricati (ce ne sono 5), che possono ospitare al massimo 14 persone.
Nei due giorni passati ci sono state continue proteste, soprattutto da parte delle donne per l’eccessiva durata della permanenza nell'hotspot. L’assegnazione e i trasferimenti dei migranti in strutture esterne è lentissima, specie per gli adulti non accompagnatori di minori, che restano anche 40-60 giorni. Ma gia' 4/5 giorni di permanenza, chiusi nell'hotspot, cominciano a diventare pesant... Non c'è niente per i bambini, calze con i dolci nel giorno della befana, come dei palloni sono stati portati dal responsabile della cooperativa di sua iniziativa.
Le proteste sono state anche per la situazione inaccettabile dello stato dei servizi igienici: il numero dei bagni e delle docce è assolutamente insufficiente, ce ne sono appena 8, meno di un terzo almeno di quelli che sarebbero necessari a garantire un’igiene decente; per di più molti piatti doccia o water sono rotti o con gli scarichi otturati, quindi inservibili. Ci sono 4 scalda acqua ma quando l’acqua calda finisce occorre aspettare che si rinnovi la riserva. Sarebbe stato segnalato più volte il problema dell’igiene alla Prefettura, è stato risposto di intensificare i turni di pulizia, come se pulire più spesso fosse una soluzione, e poi cosa pulire dove water, doccia sono rotti?; e comunque manca anche del personale .
La protesta è anche per i pasti che sono forniti dall’esterno, da una ditta che non ha un punto cottura a Taranto ma cuoce e invia i pasti da Bari. Col gruppo di migranti precedente si era in qualche misura concordato un menù ma con quelli attuali ancora non si è riusciti a farlo. L’impossibilità di consumare cibo cucinato sul posto, magari preparato e scelto dagli stessi migranti, è impossibile perché manca una cucina da campo e il personale per gestirla; e anche questo non viene fatto...
...I migranti si sentono come in prigione, vogliono almeno avere la libertà di uscire e rientrare. La protesta dei giorni scorsi si è attenuata solo quando è stato permesso di uscire e rientrare liberamente dal campo e ieri è stato il primo giorno tranquillo dopo alcuni di agitazione anche forte... Ancora
di più soffrono i minori non accompagnati, che non possono uscire se
non di nascosto e che per il tempo che restano in hotspot non possono
fare niente.
Una volta usciti, comunque, resta la difficoltà di raggiungere la città. Mancano mezzi di trasporto, la precedente gestione aveva messo a disposizione dei pullmini navetta, attualmente non ci sono, né c'è un servizio pubblico. Su questo prefettura e Amat potrebbero metterlo. Chi esce deve camminare a lungo per raggiungere la stazione o il porto mercantile e prendere un bus per cui però non può neanche pagare il biglietto, dato che il pocket-money è di soli 2,5 euro al giorno (da tanti anni, almeno dal 2015, non è mai aumentato) e in generale viene dato in un unica soluzione solo quando i migranti lasciano il campo per essere trasferiti altrove.
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