lunedì 11 gennaio 2016

Operai Ilva, che fine farete?

3510 OPERAI IN CONTRATTO DI SOLIDARIETA' A SALARIO RIDOTTO.
(Dal Quotidiano) - "Sono 3510 gli esuberi temporanei indicati dall'Ilva ai sindacati durante l'incontro odierno, che si tiene nello stabilimento di Taranto, relativo all'avvio della consultazione per la proroga dei contratti solidarieta': 1713 nell'area Laminazione e tubifici, 975 nell'Area Servizi, Staff e Manutenzioni e 831 nell'area fusoria. La fermata potra' essere totale o completa, sia pure per periodi parziali, per tutti gli altri reparti alimentati dalle produzioni area a caldo dello stabilimento di Taranto.
Il provvedimento fara' data dal 3 marzo e avra' la durata di 12 mesi. Sara' interessata, nella ripartizione delle ore lavorative, una platea di 11.033 lavoratori. Lo scorso anno fu concordato un numero massimo di 4.074 unita'. 
Alla riunione odierna partecipano il responsabile delle relazioni istituzionali Domenico Liurgo e i segretari di Fim, Fiom, Uilm e Usb. L'azienda ha ricordato che l'assetto di marcia e' dettato dalla fermata degli impianti imposta dalle prescrizioni Aia e dalla crisi di mercato".
Ma come?! Da un lato il governo rinvia gli interventi per l'Aia, addirittura fino al giugno 2017 e poi si usano le prescrizioni Aia per giustificare gli esuberi...

IL GOVERNO RENZI AVVIA LA SVENDITA DELL'ILVA CHE PORTERA' A MIGLIAIA DI ESUBERI, CONTRATTI PEGGIORATIVI, MANI LIBERE PER I PADRONI SU SICUREZZA E SALUTE
(Dal Quotidiano) - "Mentre alla Camera è approdato oggi in aula il decreto del governo, è ufficialmente partito anche il count down per presentare le manifestazioni di interesse per rilevare l'azienda in amministrazione straordinaria. Secondo quanto previsto dal bando le imprese e le cordate interessate ad acquistare o anche solo ad affittare l'Ilva hanno a disposizione un mese di tempo - dal 10 gennaio al 10 febbraio - per farsi avanti. Ammesse a partecipare sono "imprese individuali o in forma societaria di qualsiasi nazionalità", sia singolarmente sia in "cordata". 
Per quanto i tecnici del Mise frenino sulle varie ipotesi, sottolineando che i tempi non sono ancora maturi per individuare i possibili acquirenti, le voci circolate finora puntano soprattutto sulla cessione di Ilva ai coreani di Posco (ogni giorno cambia...) o a un pool di imprenditori italiani. 
Questa seconda ipotesi vedrebbe in lizza un'alleanza fra Cassa Depositi e Prestiti e una cordata siderurgica tutta italiana (si parla di Marcegaglia e Arvedi, ma anche di Eusider e Trasteel a cui potrebbe aggiungersi il gruppo Pir che fa capo alla famiglia Ottolenghi), con l'obiettivo successivo di affidare eventualmente la guida dell'Ilva a una figura forte, che potrebbe essere individuata in Paolo Scaroni. 
Per quanto riguarda invece l'iter parlamentare della vicenda Ilva, dopo che la settimana scorsa le commissioni Ambiente e Attività Produttive della Camera hanno approvato il testo del decreto introducendo una serie di emendamenti, il dl è ora approdato all'esame dell'Aula della Camera. Oggi è partita la discussione generale sul provvedimento, mentre da domani avranno inizio le votazioni sul testo. Sul futuro dell'Ilva pende però la spada di Damocle di Bruxelles. Appare infatti ormai quasi scontato che la Commissione Ue apra un'indagine formale nei confronti dell'Italia per verificare se gli interventi previsti dalla legge 'Salva-Ilva' siano in contrasto con le norme europee che vietano gli aiuti di Stato".(per non parlare dell'altra 'spada di Damocle', quella dei Riva, ancora proprietari della fabbrica).

SE IN TUTTO QUESTO GLI OPERAI NON SI FANNO SENTIRE, NON SCENDONO IN LOTTA, SI VEDRA' PURTROPPO PRESTO LA FINE CHE FARANNO.

IMPEDIAMOLO!

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