Piombino (LI) - secondo polo siderurgico italiano – "Jindal ha confermato la volontà di continuare l’attività nello stabilimento delle Acciaierie di Piombino pur chiedendo un ulteriore anno per la presentazione del piano industriale.
Si terrà tra il ministro Patuanelli e Sajjan Jindal un ulteriore incontro il prossimo 3 giugno per confrontarsi sul futuro produttivo del sito di Piombino, che prevede la costruzione anche di forni elettrici. Anche qui è previsto il sostegno di Cassa Depositi e Prestiti".
"Questo sostegno pubblico, chiesto più volte negli anni dalle forze politiche di sinistra (prc) e da alcune organizzazioni sindacali (Fiom e Usb), pur trovando una possibile sponda nel governo Conte ha trovato già l'opposizione della filiera siderurgica a forno elettrico del lombardo-veneto, che sarebbe pronta a sollevare problemi di antitrust se le misure studiate dal Mise per aiutare Jindal configurassero concorrenza sleale".
"Jindal non ha avviato il rilancio che pure era stato assicurato"
Nel nuovo incontro ancora nulla di fatto. Altro rinvio, questa volta si parla di due settimane perchè Jindal presenti il piano.
A Piombino vi sono 1.800 operai, metà dei quali in cig da anni, e 3000 operai dell'indotto.
Perchè stiamo parlando di Piombino/Jindal?
Perchè a Taranto molti dicono che se l'Ilva fosse stata data all'altra cordata (capo fila appunto Jindal) le cose sarebbero andate meglio.
Piombino invece dimostra una situazione - in proporzioni molto più ridotte - simile a quella di ArcelorMittal, sia da parte del padrone, sia da parte dell'intervento statale.
Quindi, dire anche in questi giorni a Taranto "via Mittal...", "intervento pubblico..." come la soluzione di tutti i problemi dell'Ilva e dei lavoratori, è una falsa alternativa, sono stupidaggini di sindacalisti che non sanno, o fingono di non sapere, l'abc del sistema capitalista.
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