TUTTO QUESTO SOLO SE IL MINISTERO CI ACCORDERÀ LA CIGS PER CESSAZIONE ATTIVITÀ".
Breve valutazione dello Slai cobas per il sindacato di classe che, pur essendo all'interno dello stabilimento da tantissimi anni, non è stato convocato all'incontro:
1) Valutiamo il periodo di cassintegrazione di fatto inevitabile per salvaguardare il reddito, e necessario ma solo come tempo per affrontare e trovare serie e utili soluzioni lavorative.
Articolo di Gianmario Leone
pubblicato il 16 Giugno 2021, 20:46
"...il sito ricade per tutta la sua estensione all’interno delle aree del Sito di Interesse Nazionale (SIN) di Taranto perimetrato con Decreto Ministeriale del 10 gennaio 2000, ed è oggetto di procedimento di bonifica ai sensi dell’art.242 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. di competenza dell’ex ministero dell’ambiente e della tutela del territorio (“MATTM”) oggi della Transizione Ecologica.La pianificazione delle attività di monitoraggio ambientale venne presentata nel documento “Progetto di Bonifica acque di falda presso lo stabilimento Cementir di Taranto. Proposta di Piano di Monitoraggio impianto TAF” (“Piano di Monitoraggio”), trasmesso da Cementir Italia il 9 aprile 2013, approvato da ARPA Puglia in data 4 luglio 2013 e da ultimo integrato in data 12 luglio 2013 in riscontro alle prescrizioni della stessa ARPA Puglia. Dopo le ben sei fasi di collaudo della barriera terminate nel febbraio del 2016, è partito il monitoraggio ambientale dopo gli interventi svolti.
Il sistema di bonifica presente in sito è costituito da un impianto di emungimento e trattamento delle acque sotterranee (impianto di Pump & Treat – “P&T”). Nelle conclusioni della relazione “Trasmissione risultati del monitoraggio ambientale presso lo stabilimento Cementir Italia di Taranto (ottobre-dicembre 2020)” redatta dalla società Golder Associates S.r.l. di Roma (che si è occupata di tutte le fasi di monitoraggio dal 2016 in poi), si legge che “in relazione agli esiti del monitoraggio ambientale condotto da Cementir Italia nel periodo da ottobre 2020 a dicembre 2020, per il monitoraggio delle acque sotterranee si evidenzia la conformità alle CSC del DLgs 152/06 in tutti i pozzi oggetto di monitoraggio per tutti i parametri analizzati; per il monitoraggio dell’impianto di bonifica la conformità alle CSC del D. Lgs. 152/06 per tutti i campioni prelevati in uscita dell’impianto di emungimento delle acque di falda per tutti i parametri analizzati. Gli esiti dei risultati del monitoraggio ambientale svolto nel trimestre in esame confermano ulteriormente la conformità alle CSC nei pozzi oggetto di monitoraggio, oltreché il raggiungimento degli obiettivi di bonifica, già registrata nei monitoraggi dei trimestri precedenti (luglio – settembre 2019, ottobre – dicembre 2019, gennaio – marzo 2020, aprile – giugno 2020 e luglio – settembre 2020). In linea con quanto indicato nei report precedenti, proseguirà a cadenza trimestrale il monitoraggio delle acque di falda per almeno tutto l’anno in corso“.
Il TAF resterà in attività fino a certificazione di bonifica avvenuta.
In corso i lavori alla banchina della calata IV: probabilmente diventerà tutta pubblica
La seconda questione riguarda invece la banchina della Calata IV. Che l’ex Cementir del gruppo Caltagirone ottenne nuovamente in concessione il 28.04.2017, per la durata di vent’anni, per l’occupazione e l’uso della zona demaniale marittima di complessivi mq 21.120 circa, situata nel Porto Mercantile di Taranto (Radice lato levante del IV Sporgente ed area retrostante la banchina di riva tra il IV ed il III Sporgente con esclusione della banchina medesima), il tutto a condizione che venissero eseguiti le opere/investimenti previsti nel progetto e gli ulteriori interventi – oltre quelli manutentori – migliorativi consistenti in interventi di riqualificazione ed ammodernamento della banchina, da sottoporre all’autorizzazione dell’AdSP, atti a consentire un utilizzo polifunzionale/multiuso della Calata IV con particolare riferimento al traffico pesante assimilabile a quello destinato al servizio Ro-Ro. L’AdSP, con provvedimento n. 14304 del 03.10.2017, comunicò la conclusione del procedimento, ai sensi dell’art. 2 della L. 241/90, con l’accoglimento dell’istanza di concessione e la richiesta degli adempimenti per il rilascio del titolo concessorio.
Lavori che, è bene ribadirlo, l’ex Cementir non ha mai realizzato.
Dopo il passaggio di proprietà nel gennaio 2018, la Cemitaly nel dicembre dello stesso anno si rese disponibile alla sottoscrizione del titolo concessorio manifestando l’esigenza di modificare i cronoprogrammi a suo tempo presentati oltre che di sospendere, durante il corso dei lavori, ogni attività. Dopo un lungo iter, il 24 gennaio 2019 arrivò l’ok da parte del Comitato di Gestione alla regolarizzazione dell’occupazione demaniale marittima, alla rideterminazione del canone ed alla modifica dei cronoprogrammi.
A tutt’oggi ci risulta che i lavori da parte dell’Italcementi stanno procedendo (per una realizzazione all’incirca del 70%) e dovrebbero terminare entro la primavera del 2022. A fronte del disimpegno della Italcementi e dell’eventuale futura chiusura del sito, la restante parte della banchina interessata dai lavori sarà restituita all’Autorità di Sistema del Mar Ionio e diventerà tutta pubblica a meno che non arriverà una nuova richiesta concessione...
...Il progetto di bonifica della falda e il relativo inquinamento riscontrato non era di primario interesse per chi dell’inquinamento ambientale in terra ionica ha fatto una sorta di ‘ragione di vita‘. Una banchina del porto di fatto ostaggio di un gruppo industriale che non ha mai effettuato i lavori a cui era obbligato, poteva restare lì abbandonata a se stessa senza che nessuno ne richiedesse la restituzione alla collettività...
...Nessuno chiede che la rincoversione economica e industriale dell’ex Cementir, né l‘utilizzo dei fondi del Recovery per riconvertire un sito industriale che rischia di restare una cattedrale nel deserto per chissà quanti anni..."
Nessun commento:
Posta un commento