lunedì 29 ottobre 2012

riva, figlio e capogrosso.. stanno bene dove stanno sono 'pervicaci' nei reati e 'indifferenti rispettio alla legge'

Rigettato ricorso
restano ai domiciliari
i Riva e direttore Ilva

TARANTO – Restano agli arresti domiciliari Emilio Riva, il figlio Nicola e l’ex direttore dello stabilimento Ilva di Taranto Luigi Capogrosso, accusati di disastro ambientale. Il Tribunale del Riesame ha rigettato i ricorsi presentati contro il secondo 'no' del gip alla richiesta di rimessione in libertà da parte della difesa.

Emilio Riva, il figlio Nicola e Luigi Capogrosso sono agli arresti domiciliari dal 26 luglio scorso nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Taranto per disastro ambientale a carico dell’Ilva. Per quanto si è appreso, i giudici del Tribunale del Riesame, nel respingere i ricorsi dei difensori dei tre indagati, ha confermato la sussistenza sia delle esigenze cautelari che del pericolo di reiterazione del reato.

Sempre dal 26 luglio sono sotto sequestro, senza facoltà d’uso, gli impianti dell’area a caldo del Siderurgico tarantino.

Emilio Riva e il figlio Nicola hanno dimostrato «pervicacia» nella commissione dei gravi reati contestati e questo «rende evidente il rischio dell’allestimento ed organizzazione di ulteriori analoghe attività illecite presso altri contesti industriali, ai quali essi potrebbero avere agevole accesso attraverso altre società controllate dal gruppo Riva Fire». Lo scrivono i giudici del Tribunale di Taranto motivando il pericolo di reiterazione da parte dei due Riva, indagati per disastro ambientale, e quindi confermando la misura degli arresti domiciliari nei loro confronti.

La circostanza che si sia dimesso dall’Ilva il 28 settembre scorso «non esclude tuttavia che continui a mantenere condotte antigiuridiche aventi lo stesso rilievo e offensive della stessa categoria di beni e valori di appartenenza del reato commesso». Lo scrivono i giudici del Tribunale di Taranto motivando il rigetto della richiesta di rimessione in libertà per Luigi Capogrosso, ex direttore dello stabilimento Ilva di Taranto, agli arresti domiciliari dal 26 luglio nell’ambito dell’inchiesta per disastro ambientale a carico dei vertici del Siderurgico ionico.

L'ex direttore dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto Luigi Capogrosso «ha dimostrato totale indifferenza al rispetto della legge». Lo scrivono i giudici del tribunale di Taranto che hanno rigettato la richiesta di rimessione in libertà dello stesso Capogrosso, indagato per disastro ambientale.

La «indifferenza» di cui parlano i giudici, è scritto nel provvedimento, fa particolare riferimento «ai precetti che impongono la protezione dei lavoratori contro i rischi nell’ambiente di lavoro, la riduzione degli agenti inquinanti, l'adozione di cautele nell’uso, nei contesti aziendali, di sostanze pericolose».

L'ex direttore dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto Luigi Capogrosso “ha dimostrato totale indifferenza al rispetto della legge”. Lo scrivono i giudici del tribunale di Taranto che hanno rigettato la richiesta di rimessione in libertà dello stesso Capogrosso, indagato per disastro ambientale.

La “indifferenza” di cui parlano i giudici, è scritto nel provvedimento, fa particolare riferimento “ai precetti che impongono la protezione dei lavoratori contro i rischi nell’ambiente di lavoro, la riduzione degli agenti inquinanti, l'adozione di cautele nell’uso, nei contesti aziendali, di sostanze pericolose”.

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