lunedì 29 ottobre 2012

operai interinali denunciano.. ma il loro atteggiamento è parte del problema

I precari che hanno lavorato nelle ditte dell’appalto Ilva con contratti di
somministrazione erano un numero oscillante tra i 600 e i 700, ma l’accordo di due
anni fa non prevedeva l’assunzione immediata per tutti. 

FIOM,FIM, UILM vendettero gli operai

L’intesa del 2010 prevedeva l’assunzione di 120 operai interinali su circa 650.
Requisito per l’occupazione: aver lavorato per almeno 24 mesi nello stabilimento
siderurgico. L’accordo siglato dal Gruppo Riva e da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm
stabiliva, in una fase successiva, sulla base delle esigenze aziendali, 
l’assunzione progressiva di tutti gli altri precari. 

L’accordo, secondo quanto spiegano gli stessi ex operai precari, non sarebbe stato
rispettato pienamente perché ci sarebbero colleghi ancora in attesa di una chiamata
da parte dell’Ilva e questo malgrado abbiano maturato il diritto all’assunzione in
base a un’anzianità di 26 mesi di servizio, due mesi in più rispetto ai 24 fissati
dall’intesa Ilva-sindacati. 

«La situazione è difficile. Siamo appesi a una domanda: cosa diamo da mangiare ai
nostri figli?» spiega Francesco D’Andria portavoce degli ex somministrati Ilva.
Almeno la metà di quello che era il gruppo storico dei precari Ilva, oltre 200
persone, ha nel frattempo trovato un altro lavoro. Molti però sono a casa e il 
futuro lo vedono assai incerto. 

«Noi vorremmo sapere quale destino ci attende - aggiunge D’Andria - e desideriamo
avere certezze». D’Andria, insieme ad altri iscritti della Fiom Cgil ha avviato 
una vertenza di lavoro in base al cosiddetto «Collegato lavoro» del 2010, il
provvedimento legislativo che permetteva, entro il gennaio 2011, di rivolgersi al
giudice per far valere il proprio diritto. 

Gli ex operai interinali hanno fatto singole cause di lavoro e non hanno potuto
optare per un giudizio collettivo. Rivolgendosi al giudice, in tre sono stati 
assunti dall’Ilva. «In un momento certamente drammatico - ripete Francesco D’Andria -
chiediamo celerità sulle cause giudiziarie e sulla possibilità di essere assunti.
All’Ilva abbiamo lavorato facendo di tutto. Il futuro? Andando avanti così a 
Taranto moriremo di cancro e di fame».
 
Lo Slai cobas Taranto ha sostenuto la loro lotta e indicato un'altra strada, 
ma loro non la hanno seguita. 
E oggi lamentarsi non basta. 

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