"ArcelorMittal è interessata all'Ilva e se può ottenere soldi dal governo lo farà. Non ha mai investito soldi propri in passato, capisce che le industrie italiane sono in difficoltà... Se dovesse entrare a Taranto inizierà una fase senza sindacalisti..." (proprio come fece i primi anni Riva, poi vide che poteva averli come collaboratori e ristabilì i rapporti - ndr).
Questo, insieme ad altro, ha detto Eduard Martin, europarlamentare europeo, in visita a Taranto, per 32 anni sindacalista e per molti anni ha lavorato nel sito di Florange in Lorena di ArcelorMittal..
Tutto vero e c'è anche di peggio, vi sono i tagli e i licenziamenti fatti da ArcelorMittal nelle sue fabbriche in Francia e in Europa, vi sono gli attacchi ai diritti, ci sono le dichiarazioni fatte per l'Ilva secondo cui le norme poste dall'Aia (che sono insufficienti) per l'ambiente sarebbero troppo onerose, ecc.
La stessa fusione ArcelorMittal lasciò sul terreno "morti e feriti".
(dalla rivista MicroMega) - "Le promesse fatte da Mittal al
momento dell’acquisto del gruppo durarono ben poco... qualche
mese dalla fusione cominciò a delinearsi chiaramente quella che era la
strategia di politica industriale del gruppo: chiudere gli stabilimenti
in Europa per fermare la concorrenza e acquisire gli ordini di Arcelor,
facendo produrre l’acciaio in paesi terzi.
Cominciarono anni di
lotte tra il gruppo, i governi lussemburghese e francese ed i sindacati... Nel 2006, Mittal firmò l’acquisto
impegnandosi a non chiudere gli altoforni di Liegi (Belgio) e Florange
(Francia), ma di metterli a norma immediatamente per rinforzarne la
competitività e assicurare l’ambientalizzazione. La posta in gioco era
molto alta, perché gli stabilimenti della Lorena fornivano l’acciaio
alle case automobilistiche BMW e Mercedes.
Ma non avvenne nulla
di quanto stabilito e nel 2009 lo stabilimento di Grandrange (Francia)
chiuse senza mai aver beneficiato di quel piano che Mittal aveva
promesso allo stato francese. A Florange gli impianti continuarono a
lavorare in condizioni di assoluta vetustà senza nessuna messa a norma
né investimenti precedentemente stipulati. Fino a quando il gruppo non
cominciò a delocalizzare la produzione, per produrre gli ordini di
acciaio acquisiti da Arcelor in paesi terzi. Nell’Aprile del 2013, gli
altoforni di Florange chiusero definitivamente lasciando il dramma della
disoccupazione e delle bonifiche nelle mani del governo francese.
La
politica aggressiva e incurante del diritto al lavoro e alla salute é
stata una costante delle azioni del gruppo Mittal. Buona parte degli
stabilimenti sono stati acquistati al solo fine di distruggere la
concorrenza europea, acquisire i contratti per poi lasciare gli impianti
abbandonati.
Consegnare
Taranto in mano al gruppo Arcelor Mittal vorrebbe dire la fine della
città. La sola ragione per la quale un imprenditore spregiudicato come
Mittal potrebbe accollarsi uno stabilimento obsoleto e al centro di una
questione giudiziaria come l’ILVA di Taranto sarebbe il voler acquisire
le commesse ILVA e chiudere, così come ha fatto nel resto d’Europa,
senza bonifiche e senza alcun reimpiego degli operai...".
Detto questo, però, lo scopo con cui Martin fa questa reale denuncia non è proprio limpido...
Questo eurodeputato parla a nome degli altri padroni europei, per proteggere il comparto europeo, in cui già c'è sovrapproduzione, dalla concorrenza: India, Cina, ecc.
Nessun commento:
Posta un commento