(da Sole 24 Ore) - "La sovrapproduzione mondiale di acciaio inevitabilmente impatterà sul
processo di cessione del colosso con sede a Taranto e propaggini
importanti a Genova e Novi Ligure.
Nella migliore delle ipotesi, chi comprerà (in gara si presentata anche la cinese P&C) varerà un piano industriale
che si adatti al contesto congiunturale poco favorevole, quindi con una
prevedibile riduzione sia della produzione sia, di conseguenza, del
numero di lavoratori occupati. Già questa promette di essere una
soluzione "lacrime e sangue". Ma non è neppure la peggiore. A seconda di
chi ci metterà le mani sopra, infatti, l'Ilva corre anche il serio
pericolo di essere rasa al suolo, secondo una dinamica tipica di certe
multinazionali, che comprano un concorrente e poi lo eliminano, per
liberare il loro stesso mercato da una presenza ingombrante...".
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