TARANTO
- Non si scioglie il nodo dei contratti di solidarietà all'Ilva di
Taranto. E il segretario provinciale della Fiom Cgil, Donato Stefanelli,
incalza il governo, che «deve farsi carico» dell'integrazione
salariale al contratto di solidarietà, ridotta del 10% con la recente
Legge di Stabilità restituendo «ciò che ha tolto» attraverso il
«rifinanziamento integrale». Stefanelli si riferisce al rinnovo dei
contratti di solidarietà, che scadono a metà marzo, per i lavoratori
dello stabilimento di Taranto. Nel corso dell'incontro di ieri tra
azienda e sindacati è stato fissato in 3579 il numero massimo di
lavoratori coinvolti, ma non è stato firmato alcun accordo.
Quanto all'integrazione salariale, il segretario della
Fiom fa presente che «la Direzione Aziendale, in proposito, ha
dichiarato che non intende farsene carico per la mancanza di soldi,
tacendo su quanto accaduto in Ilva a Taranto dove recentemente, sebbene
in gestione commissariale, sono stati discrezionalmente erogati i premi
di fine anno spendendo centinaia di migliaia di euro, in continuità con
una delle peggiori pratiche del passato». I sindacati metalmeccanici
hanno chiesto alla Regione Puglia di intervenire per garantire
l'integrazione del 10% eliminata dalla legge di stabilità.
La Direzione Aziendale, secondo Stefanelli, «non è
stata in grado di fornire risposte alle questioni di merito che la Fiom
Cgil ha posto su due fattori fondamentali per rimodulare il Contratto di
Solidarietà». Il primo è «l'andamento degli ordinativi e delle commesse
e di conseguenza dei carichi di lavoro per misurare davvero il passo di
marcia degli impianti e poter determinare la riduzione dell'orario di
lavoro e gli eventuali scostamenti rispetto all'accordo precedente».
Inoltre, il sindacato chiede di «conoscere la cronologia del Piano
Ambientale che il Commissario Straordinario deve tradurre in Piano
Industriale, che serve a capire quali sono gli impianti che si
fermeranno nel 2014, come e se si modifica la tempistica dell'Aia e, di
conseguenza, quanto lavoro viene meno e quali eccedenze temporanee
determina».
Il confronto ora proseguirà a livello nazionale,
essendo già stato convocato il coordinamento nazionale Ilva con Fim,
Fiom, Uilm per il prossimo 5 febbraio.
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