giovedì 6 aprile 2017

GIOVEDI' ROSSI - AL SERVIZIO DEL POPOLO!

In questa ultima parte descrittiva sulla Rivoluzione culturale proletaria, parliamo dei cambiamenti e degli effetti al servizio del popolo nella dittatura del proletariato in Cina. 
In questo enorme paese, con gravissimi problemi economici, sociali, uscito da una guerra, furono adottati in breve tempo misure che nel sistema sociale capitalista non vengono fatte, perchè il fine è il profitto dei capitalisti o vengono ritenute impossibili. 
Nella Cina socialista si dimostrò che niente è impossibile e che tutto è possibile a tutti i livelli, se c'è il potere proletario e popolare e la mobilitazione delle masse. 
Ogni sviluppo dell'attività produttiva non portava ricchezza e benessere per un pugno di borghesi ma benessere per i proletari e le masse popolari; si dimostrò che l'incremento della produttività che nei nostri paesi capitalisti porta a più sfruttamento, tagli di posti di lavoro, meno sicurezza, salari più miseri, aumento dei prezzi; poteva portare invece a più salari, calo dei prezzi, più sicurezza in fabbrica, ecc, ecc.
Durante la Rivoluzione culturale proletaria si adottarono misure sociali molto moderne, come la cura della sterilità, l'assistenza all'aborto per le donne; come la lotta all'inquinamento, ecc.
Nella Cina e soprattutto nel periodo della Rivoluzione culturale ogni scelta era guidata dal principio dell'interesse sociale: la sanità, fonte di enorme speculazione e disperazione per le masse anche nei cosiddetti "paesi avanzati", fu messa "nella Cina arretrata" al servizio del popolo, gratuita, con i medici che si recavano in fabbrica o nei campi, ecc. 

La controdimostrazione è nella Cina di oggi. Da quando, alla fine degli anni 70, con la morte di Mao Tse tung e il "colpo di stato" della nuova borghesia "rossa", si è avviata una fase di nuovo capitalismo selvaggio che ha portato la Cina ad essere oggi tra i paesi imperialisti, tutti i fenomeni di sfruttamento, disoccupazione, attacchi alle condizioni di vita dei proletari e masse popolari, prima cancellati, sono fortemente tornati in forme anche più grandi.

LA FORMAZIONE OPERAIA SOSPENDE NELLE PROSSIME SETTIMANE E RIPRENDERA' IL 4 MAGGIO
PER CHIUDERE QUESTO CICLO SULLA RIVOLUZIONE CULTURALE PROLETARIA E APRIRNE UNO NUOVO! 

(Da "La lotta di classe in Cina 1949-1974" di Manlio Dinucci)
La politica per lo sviluppo economico
Nella Cina socialista, lo sviluppo dell'economia è diretto da una politica che prende l'agricoltura come base e l'industria come fattore guida. A sua volta, lo sviluppo dell'agricoltura dipende dalla costruzione di una moderna industria che possa fornire macchine, fertilizzanti, elettricità.
Per assicurare il simultaneo sviluppo dell'industria e dell'agricoltura, viene gradualmente ridotto il divario di prezzo esistente tra i prodotti industriali e quelli agricoli. A tal fine, vengono adottate diverse misure. Lo Stato, nell'acquistare una parte dei prodotti agricoli, paga alle squadre di produzione delle comuni popolari. L'aumento del prezzo dei prodotti agricoli non viene fatto
gravate sul consumatore: i prezzi di vendita restano immutati o diminuiscono, in quanto lo Stato si assume l'onere di colmare la disparità e, inoltre, i costi di amministrazione e distribuzione. Il potere d'acquisto dei salari degli operai e degli addetti ai servizi e ad altre attività non viene cosí
danneggiato.
Contemporaneamente, in seguito all'incremento della produttività, i prezzi i articoli dell'industria
leggera costantemente, aumentando il potere d'acquisto del reddito contadino. Ciò si è verificato in particolare per i prodotti dell'industria farmaceutica; ad esempio, il prezzo di un flacone di penicillina, che negli anni dopo la Liberazione equivaleva a quello di mezzo quintale ai grano, oggi è pari a quello di mezzo chilo...

Lo Stato opera per elevare il livello di vita dei contadini piú rapidamente di quello degli operai e impiegati, per colmare il divario tra città e campagna. Il rapporto tra industria e agricoltura è alla base della politica economica di « camminare sulle due gambe », diretta ad assicurare lo sviluppo simultaneo dell'industria pesante e di quella leggera, delle grandi imprese e di quelle piccole e medie, delle moderne tecniche di produzione e dei metodi indigeni, delle imprese dipendenti dal Governo centrale e di quelle locali.
A paragone dell'industria pesante, quella leggera richiede minori investimenti e, entrando in produzione in un tempo ridotto, permette un rapido rientro dei capitali. In Cina, pur considerando prioritaria l'industria pesante, viene dato Ìmpulso a quella leggera la quale, mentre produce un sempre
più largo numero di generi di consumo, può fornire una notevole parte dei fondi necessari alla costruzione dell'industria pesante; lo sviluppo dell'industria leggera, inoltre, dà impulso all'industria pesante in quanto richiede a quest'ultima una crescente quantità di macchine e di materie. 
Lo stesso rapporto, fondamentalmente, esiste tra le grandi imprese e quelle medio-piccole, le quali, oltre a fornire i prodotti di piú urgente nécessità, servono a formare i tecnici e ad accumulare i fondi necessari alla costruzione delle grandi imprese. Similmente, dove non si è raggiunto un adeguato sviluppo della moderna tecnologia, si ricorre all'esperienza pratica della gente del posto: un esempio è costituito dalle piccole fabbriche « di strada » che sorgono numerosissime in tutte le città.

Per il benessere del popolo
Nel valutare il sistema economico socialista, si deve tener conto del fatto che esso si basa sul principio non di arricchire una classe o uno strato sociale privilegiato a spese di una grande massa, ma di elevare di pari passo il livello di vita della popolazione riducendo gradualmente le differenze ancora esistenti. 
La Nuova Cina ha vinto la fame, le inondazioni e la siccità, le grandi epidemie che ancora oggi, nell'epoca dei voli spaziali, incatenano miliardi di uomini a un'esistenza bestiale, trascinandoli verso la morte precoce per inedia e malattie.
La Cina ha dimostrato con la sua rivoluzione che questo non è un destino dovuto a una invincibile forza ostile della natura, ma la conseguenza del sistema feudale, coloniale, capitalistico, e 1'ha eliminato eliminandone la causa.
Ottocento milioni di Cinesi hanno oggi assicurati i mezzi fondamentali di sussistenza e una sempre maggiore quantità e varietà di beni di consumo. I prezzi dei cereali, dei tessuti, dell'olio commestibile, del sale, del carbone e di altri generi di primaria importanza sono rimasti immutati dal 1949 ad oggì, mentre quelli di altri prodotti sono considerevolmente calati. Eliminato il fenomeno dell'inflazione, il potere d'acquisto dei salari è andato costantemente aumentando.

Il problema della casa è in via di soluzione. Anche se una certa parte della popolazione vive ancora in edifici vecchi e abbastanza affollati, non esistono piú i tuguri di prima della Liberazione, né la speculazione sugli affitti. Dopo la Liberazione, il Governo popolare ha confiscato le proprietà appartenenti ai capitalisti burocratici; per le restanti case d'affitto di proprietà privata, non abitate dai padroni, la trasformazione socialista è stata attuata nel 1958: lo Stato le ha rilevate, pagando agli ex proprietari un tasso fisso d'interesse, e le ha affidate ai lavoratori. Contemporaneamente lo Stato ha intrapreso una politica di sviluppo edilizio. La manutenzione e la riparazione delle case è a carico
dell'apposito ufficio statale d'amministrazione. 

In Cina, non esiste piú il fenomeno dell'abbandono delle campagne e del conseguente caotico inurbamento, né 1'emigrazione alla quale erano prima costretti milioni di persone. 
Sono state eliminate la disoccupazione e la sottoccupazione. 
La stessa condizione di casalinga, che in altri paesi è spesso una forma camuffata di disoccupazione, viene gradualmente eliminata: a un sempre maggior numero di donne viene data la possibilità concreta di entrare nel lavoro produttivo mettendo loro a disposizione i servizi indispensabili, a cominciare dai nidi e dagli asili. I vecchi non-Sono relegati ai margini della società ma, a seconda delle possibilità, hanno modo di rendersi socialmente utili.

La protezione della salute è uno dei campi in cui sono stati compiuti i passi piú notevoli: in Cina, nel
1935, la vita media era di circa ventotto anni. La sifilide, diffusa dagli eserciti invasori, dalla quale erano affetti decine di milioni di uomini e donne, dopo la Liberazione è stata completamente eliminata. Anche il colera, la dissenteria, il tifo, la tubercolosi, che prima mietevano milioni di vittime, sono ormai un ricordo del passato. 
La salute viene protetta anche dai nuovi pericoli portati dallo sviluppo industriale. In fabbrica l'accento viene posto sulla prevenzione delle malattie professionali; ogni complesso industriale ha una clinica e ogni reparto un'ambulatorio, che, oltre a fornire l'assistenza medica gratuita, si occupano
dell'applicazione di una serie di misure preventive; l'assistenza e la prevenzione vengono potenziate dal metodo, applicato in un numero crescente di ospedali, di inviare ogni medico in fabbrica un giorno la settimana; i ritmi di lavoro sono stabiliti nel quadro del piano di produzione che viene preventivamente discusso dagli operai e i tempi vengono tagliati solo se sono gli operai stessi a proporlo. Tali metodi portano a una costante diminuzione degli incidenti sul lavoro e delle malattie professionali: ad esempio, nell'mpianto per la produzione di acciai speciali, a Pechino,
negli ultimi tre anni nemmeno un operaio ha contratto l'avvelenamento da piombo, una delle malattie più diffuse in questo settore. 

L'inquinamento viene combattuto attraverso norme molto rigide: una disposizione governativa stabilisce che nessuna fabbrica può entrare in funzione se non ha già pronti gli impianti di purificazione. Il metodo seguito non è in genere quello dell'eliminazione, taivolta impossibile, degli scarichi industriali ma della loro « utilizzazione multilaterale »: Il grande Complesso petrolchimico di
Pechino, che produce benzina, cherosene, nafta, olio, paraffina, benzolo, gomma, plastica e fibre sintetiche, possiede un impianto di purificazione che - eliminando il fosforo tramite il vapore, 1'olio in superficie tramite la scrematura, quello sciolto per mezzo di solventi e il fenolo attraverso un metodo biologico - irriga con le sue acque vaste risaie, in cui si ottiene un raccolto piú rigoglioso che in quelle normali, e rifornisce la vasca di un allevamento di anitre. 

L'assistenza-medica è gratuita per i lavoratori, anche pensionati, delle fabbriche, miniere e comunicazioni gestite dallo Stato; semigratuita per i coniugi, i figli e i genitori, se essi non godono di altra forma di assistenza: i costi sono assunti dalle imprese. Se la malattia del lavoratore causa difficoltà economiche alla famiglia, 1'impresa interviene con un adeguato aiuto; indipendentemente dal protrarsi della malattia, il lavoratore non perde il posto. 
Coloro che non hanno assistenza medica pagano, per essere curati, cifre abbastanza basse.

Particolare cura viene dedicata alla maternità e all'infanzia. Nella vecchia Cina, la denutrizione, le malattie, la mancanza di igiene, le pratiche superstiziose mietevano un numero altissimo di vittime tra le partorienti e i neonati; oggi, anche nelle zone un tempo piú arretrate, come il Tibet, dove la maggior parte delle donne doveva partorire nelle stalle e negli ovili, oltre il 98 per cento dei neonati sopravvive.
Contemporaneamente viene incoraggiata la pianificazione delle nascite: personale specializzato è a disposizione per suggerire i metodi piú indicati; le donne che decidono di abortire hanno piena assistenza in ospedale; allo stesso, tempo, chi non può avere figli può farsi sottoporre a cure contro la sterilità.
Nelle campagne è in funzione una forma cooperativa di assis-tenza medica: i membri versano una quota annua quasi simbolica - da mezzo yuan a 2 yuan - nel fondo comune, ricevendo una completa assistenza, medicine comprese.
A partire dal 1965, squadre mediche mobili, formate da personale degli ospedali urbani, si sono recate nelle campagne occupandosi, oltre che del lavoro preventivo e terapeutico, della formazione di personale medico: un certo numero di giovani, selezionati dalle brigate di produzione, seguono per un periodo di cinque mesi,"durante" l'autunno e l'inverno, un corso tenuto dai medici venuti dalla città apprendendo i primi elementi fondamentali di anatomia, fisiologia, batteriologia, patologia, e imparando a diagnosticare le malattie piú comuni nella zona; terminato il corso, tornano al loro villaggio e iniziano la pratica: si incaricano della prevenzione delle malattie, curano i casi piú lievi e per gli altri richiedono 1'intervento del medico. In autunno riprendono il corso, facendo allo stesso tempo pratica assieme ai medici; lanno successivo il ciclo si ripete. Attraverso tale metodo si sta risolvendo il problema della formazione di personale medico adeguato al crescente numero di abitanti, problema non risolvibile attraverso i soli corsi universitari tradizionali.
Sta nascendo nelle campagne cinesi un nuovo tipo di medico, il « medico scalzo », in una stretta unione fra teoria e pratica, legato alla sua gente della quale è al servizio: egli non percepisce alcun compenso straordinario ma solo i punti-lavoro di un normale contadino. 
Questo è, in termini essenziali, il sistema attraverso cui in Cina si sono risolti, o si stanno risolvendo, i problemi basilari della vita del popolo.

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