Alla riunione hanno partecipato compagni da Foggia, Rosarno, Napoli, Roma, Bari, Taranto (anche a nome dei lavoratori immigrati della logistica di Bergamo, impegnati in una dura lotta contro licenziamenti politici e attacchi di ogni tipo), Potenza, Bologna, Messina.
Il dibattito è stato ricco di tante voci, esperienze e proposte e ne stiamo preparando un verbale sommario.
Nel frattempo pubblichiamo una breve sintesi dei principali contenuti e del piano mobilitazioni urgenti che è stato deciso.
Dai migranti in lotta a Foggia è stata lanciata la richiesta di uno sforzo nazionale per sostenerli in una fase decisiva e drammatica. Nelle ultime settimane c'è stata prima la distruzione del gran ghetto di Rignano con assassinio di Stato di due migranti, poi la grande operazione repressiva nel campo di Mezzanone, contro la giusta rivolta del 27 ottobre, con 26 mandati di cattura per "devastazione e saccheggio". Da ultimo l'annuncio dell'imminente sgombero dello stesso campo di Mezzanone. Servono nuove idee, nuove strategie, ma soprattutto più forze che sostengano i migranti che resistono alla deportazione e sfruttamento, per questo la proposta di un corteo nazionale a Foggia.
Da Rosarno è venuta una richiesta simile, anche qui è stato annunciato lo sgombero entro giugno del campo di S. Ferdinando, che sarà una catastrofe come quella di Foggia. Le forti mobilitazioni e lotte delle settimane passate hanno strappato l'impegno a un incontro alla Prefettuta di Reggio Calabria il prossimo 14 aprile e occorre portare in piazza la nostra forza per far sì che questo impegno sia mantenuto e che ne esca qualche risultato.
Da Foggia come da Rosarno è venuta anche la denuncia di forze opportuniste, dalla CGIL all'USB, che, dopo aver fatto nulla per supportare le lotte in quelle campagne negli ultimi due anni, oggi
cercano di cavalcare l'onda mediatica per farsi propaganda, fanno alleanze coi politici locali, speculano sulla disperazione nei campi facendo promesse e ostentando i mezzi di cui dispongono, col solo risultato di seminare illusioni e, soprattutto, di dividere quelli che prima erano uniti.
Da Potenza è venuta la denuncia dello sporco lavoro fatto da chi gestisce i centri di accoglienza: minacciano ritorsioni contro chi si riunisce e si organizza; chi trova lavoro viene cacciato dopo tre giorni di assenza e si trattengono pure il pocket-money per ogni giorno di assenza; a chi rifiuta il cibo scadente, il giorno dopo danno quello stesso pasto; non viene fornito vestiario adeguato ma chi per procurarselo è costretto a rovistare nei cassonetti o chiedere l'elemosina è ancora minacciato di essere cacciato... "Ciononostante i migranti hanno trovato il coraggio di riunirsi e lottare, ci sono state manifestazioni in città, domani c'è un nuovo presidio alla Questura e per il 25 aprile è stata convocata una manifestazione a cui tutti siete invitati".
Da Taranto è venuta la denuncia della repressione che colpisce chi lotta seriamente, come documentato dai materiali diffusi sugli attacchi contro lo slai cobas SC di Taranto e lavoratori immigrati della logistica a Bergamo, ma anche e soprattutto il messaggio che la lotta paga e la repressione si può vincere. Lo dimostra la lotta che due anni fa ha ottenuto la carta d'identità per i migranti di un centro, e oggi lo stesso percorso avanza per altri. Lo dimostra la vittoria contro le revoche dell'accoglienza per 12 migranti colpevoli di aver lottato, ottenuta grazie a un'immediata campagna di mobilitazione e denuncia pubblica, intrecciata ad un uso efficace dell'azione sul piano legale, ecc... Da Taranto è venuta anche una riflessione sul passaggio fascista segnato dall'approvazione del decreto Minniti/Orlando, che di fatto chiude la possibilità delle iniziative centrali romane per ottenere tavoli ministeriali e sposta il centro della nostra azione verso i territori dove più alto è lo scontro e strategico l'obiettivo: le concentrazioni del foggiano e intorno a Rosarno, lo stesso hotspot di Taranto.
Due compagne di Campagne in Lotta hanno giustamente segnalato che la risposta agli assassini di stato di Rignano è stata decisamente inferiore al necessario - "tenera" l'ha definita una compagna - e, per quanto sia antipatico dirlo, sproporzionata rispetto a quella che ci sarebbe stata se fosse stata attaccata un'occupazione di italiani e due di loro fossero stati uccisi... Ancora più debole è stata la risposta agli arresti nel campo Mezzanone, eppure tanti compagni dovrebbero sapere bene che significa se lo Stato si serve dell'imputazione di "devastazione e saccheggio". Occorre invece rivendicare con forza la liberazione di tutti i 26 ribelli di Mezzanone!
C'è da dire che proprio per questo, per fare della stessa assemblea nazionale una risposta alla gravissima situazione nel foggiano e una concreta solidarietà ai migranti, lo Slai cobas sc di Taranto aveva proposto che questa assemblea di domenica si tenesse a Foggia.
Sono solo gli spunti più interessanti di alcuni dei tanti interventi che ci sono stati e vale la pena documentarli più in dettaglio quanto prima.
Dopo la discussione, valutando tutte le proposte ed esigenze portate nella riunione, l'assemblea ha deciso di lanciare due proposte di mobilitazione nazionale a breve scadenza:
- Un'iniziativa di lotta a Rosarno, contemporanea al tavolo in Prefettura a Reggio il 14 aprile
- Un Corteo nazionale a Foggia il 24 aprile contro nuovi sgomberi.
IL COMUNICATO FINALE
ASSEMBLEA
NAZIONALE CONTRO IL DECRETO MINNITI-ORLANDO, GLI SGOMBERI E LE
DEPORTAZIONI: NO CONFINI, NO SFRUTTAMENTO! VERSO IL 24 APRILE A
FOGGIA!
Nella giornata di domenica 2 aprile, presso lo
Scugnizzo Liberato a Napoli, si è tenuta un'assemblea
nazionale di coordinamento delle realtà in lotta contro i
confini e contro lo sfruttamento. Dopo la manifestazione
nazionale del 12 Novembre scorso a Roma, che ha visto in
piazza migliaia tra lavoratori e lavoratrici, disoccupati,
occupanti casa, e a seguito delle mobilitazioni del 6 febbraio
in diverse città, la stretta repressiva del nuovo governo e il
mancato rispetto delle promesse strappate in fase di incontro
con il Capo del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del
Ministero dell’Interno necessitano una nostra risposta,
determinata e compatta. L’inasprimento delle misure di
controllo e di sorveglianza contro chiunque lotti o alzi la
testa in questo paese, e la parallela discriminazione, criminalizzazione e aggressione contro chi dai diversi “sud” del
mondo cerca una vita migliore nell’Unione
Europea dei muri e dell'austerità, ci dimostra quanto sia
urgente consolidare il fronte di opposizione e rinsaldare la solidarietà tra diversi ambiti di lotta.
L'assemblea ha
testimoniato come si stia verificando un generale peggioramento
delle condizioni di vita in diversi contesti. In particolare in
provincia di Foggia e nella Piana di Gioia Tauro assistiamo alla
costruzione di veri e propri campi di lavoro come soluzione
all’emergenza strutturale che caratterizza gli insediamenti
abitativi presenti da decenni nei distretti di produzione agricola
in Italia. Le deportazioni che hanno accompagnato lo sgombero del
Gran Ghetto, e che interesseranno altri insediamenti nei prossimi
mesi, sono misure propagandistiche, e hanno determinato
l’ulteriore precarizzazione di chi è costretto a lavorare nei
distretti agro-industriali dell’iper-sfruttamento. Le istituzioni
si sono ancora una volta macchiate del sangue di due lavoratori
immigrati, Mamadou Konate e Nouhu Doumbia - due abitanti del
Ghetto di Rignano morti nell’incendio che ha accompagnato lo
sgombero. Una repressione che fa il paio con gli attacchi sempre
più virulenti nei confronti di chi lotta, attraverso fogli di via,
denunce a tappeto, arresti e intimidazioni.
L'intera assemblea riporta l'attenzione sui
gravissimi accadimenti della scorsa settimana, quando 26
persone residenti nel Cara di Borgo Mezzanone (Foggia), dopo
la rivolta dello scorso ottobre in cui venivano denunciate le
gravi violazioni compiute dai gestori del centro e in cui si
rivendicava il riconoscimento della protezione internazionale, sono state arrestate per reati che vanno dall'aggressione alla
devastazione e saccheggio. Ai questi fratelli e compagni va
tutta la nostra incondizionata solidarietà e complicità. Da
anni, migliaia di persone portano avanti percorsi di lotta
auto-organizzati su vari territori, nelle campagne come nei
centri d’accoglienza per richiedenti asilo e nelle periferie
urbane. Continuiamo a creare e rafforzare legami, connessioni,
e meccanismi di solidarietà attiva per supportare
reciprocamente le singole vertenze. Nonostante il tentativo di
strumentalizzazione di molti sulla miseria e sulla tragedia, è
il protagonismo diretto di chi vive in questi luoghi l’unico processo concreto ed
efficace per poter costruire un'alternativa reale che rompa
con lo stato di cose esistenti.
Per queste
ragioni l’assemblea accoglie le proposte di costruzione di nuovi
momenti di mobilitazione generale. Il prossimo 13 aprile, in
occasione di un incontro che si terrà tra una delegazione degli
abitanti della Tendopoli di San Ferdinando e la Prefettura di
Reggio Calabria, i lavoratori e le lavoratrici della piana di
Gioia Tauro scenderanno nuovamente in piazza. Per il prossimo 24
aprile, accogliendo l'appello dei lavoratori e le lavoratrici
della provincia di Foggia, viene lanciato un corteo nazionale di
risposta alle nuove direttive del ministero dell’interno, in uno
dei territori più emblematici
in cui la stretta repressiva si è abbattuta con maggiore
violenza, per rafforzare e sostenere le mobilitazioni costruite
in questi mesi e per opporsi ad ogni ipotesi di nuovi sgomberi
in assenza di reali alternative. Il 25 Aprile i
richiedenti asilo e gli occupanti casa della provincia di Potenza
saranno protagonisti di una ulteriore giornata di mobilitazione
contro il sistema dell’accoglienza e i suoi abusi.
Libertà per gli
arrestati, solidarietà a chi è vittima di repressione, uniti
contro confini e sfruttamento!
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