Maria Arcangela Turturo temeva di essere uccisa. Ed è avvenuto. Il marito "ha dato fuoco all'auto su cui si trovava la moglie e poi, quando la donna ricoperta di ustioni è riuscita a uscire dalla vettura in fiamme, l'ha raggiunta, bloccata a terra e soffocata con il peso del proprio corpo e premendole un ginocchio sull'addome. "Mi voleva uccidere, mi ha messo le mani alla gola, mi ha chiuso in auto con le fiamme", le ultime parole della donna prima di morire.
Però questo marito, Giuseppe Lacarpia, aveva già dei precedenti per "delitti contro il patrimonio e la persona". In carcere ci era già finito più di dieci anni fa per aver provato ad accoltellare a morte uno dei suoi figli.
Una delle figlie ha detto: "Era violento, ci ammazzava di botte... e nel 2009 mamma, presa dalla disperazione, ha dato fuoco al trattore di papà”. "Arcangela aveva provato a salvarsi anche in passato. Litigava col marito e si rifugiava dalle figlie. A casa loro passava dieci giorni e poi tornava da lui. "Stava da me o da mia sorella dieci giorni e poi rientrava a casa”. In ospedale era finita già altre tre volte per le botte del marito. “Mia madre continua a preoccuparsi di lui”, ha aggiunto la figlia..."
Ma ancora una volta, ennesima volta l'uomo ha potuto uccidere!
Sembra una sorta di fotocopia di un film uscito in questi giorni "Familia", basato su un fatto vero: in cui un figlio dopo aver provato disperatamente ma inutilmente di denunciare alla polizia le violenze del padre verso la madre, il suo pericolo di vita - una polizia burocratica, riempi-carte che però ben conosceva il padre essendo questi stato in carcere - alla fine ha dovuto lui uccidere il padre, facendosi poi lui anni di carcere.
Questa deve essere la sola via d'uscita per liberarsi degli uomini assassini?!
NO e SI. Se, come tanti femminicidi dimostrano, questo Stato non solo non può difendere ma è complice di questa guerra quotidiana di bassa intensità contro le donne; se il governo invece di fare leggi contro le violenze sessuali - perchè sono ipocrite, vergognose e inutili le norme su "braccialetti", "divieto di avvicinamento" e stronzate di questo genere - pensa solo a fare leggi fasciste per reprimere le proteste, le lotte, le manifestazioni di pensiero; se quindi nessuna difesa può venire da questo Stato, da questo governo; allora è la lotta, la solidarietà, l'unità delle donne la strada per colpire prima gli uomini che odiano le donne, ma soprattutto per lottare, "uccidere" questo sistema barbaro che alimenta i femminicidi.
TUTTA LA NOSTRA SOLIDARIETA' ALLE FIGLIE, AI FIGLI DI MARIA ARCANGELA
Le compagne del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario di Taranto
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