mercoledì 15 ottobre 2025

Bari per la palestina con i portuali di genova info

 

BARI Giovedí 16 A LEZIONE DAL PORTUALE+ ALLE ORE 16.30 ATENEO, AULA B (EX AULA SUMUD) Incontro con José Nivoi, portuale del CALP Genova
In quest'ultimo mese di mobilitazioni straordinarie studenti e operai di tutta Italia hanno dimostrato un fatto nuovo: il paese si può bloccare davvero. A partire dai picchetti alle università fino al blocco dei porti, un nuovo e inedito livello di conflittualità ha attraversato tutto il paese, coagulandosi nelle grandi date di sciopero generale del 22 settembre e del 3 ottobre, e infine nella manifestazione nazionale del 4 ottobre. Milioni di persone scese in piazza, disposte "bloccare tutto" per rompere la complicità e mandare a casa il governo. Questo grande fiume in piena, che è stato in grado di rompere gli argini di una "passività sociale" che sembrava definitiva, ha ritrovato la classe operaia come soggetto centrale a livello politico e mobilitativo. I blocchi dei carichi di armi portati avanti dal CALP, fino ad arrivare alla grande raccolta popolare di aiuti umanitari per Gaza, ha ridato un protagonismo ai lavoratori che si è diffuso a macchia d'olio in ogni settore e categoria, grazie all'impegno dell'USB, portando a due riuscitissimi scioperi convocati per una questione politica e "lontana", come il genocidio in Palestina.
Di tutto questo vogliamo parlare con Josè Nivoi, operaio portuale del CALP che si è imbarcato nella Global Sumud Flotilla oltre un mese fa, ed ha dovuto subire non soltanto diversi attacchi con droni militari in acque internazionali, ma ha anche sperimentato in minima parte quello che i palestinesi vivono da decenni sulla loro pelle: il sistema detentivo israeliano, fatto di torture, umiliazioni, violenza fisica e psicologica e disumanizzazione.
In tutto questo tempo in cui la Sumud era in viaggio noi ci siamo definiti l'equipaggio di terra, e avevamo promesso di non lasciare mai da soli i compagni e le compagne imbarcate. Ora è arrivato il momento di collettivizzare questa esperienza, unire la prospettiva studentesca a quella operaia e restituire la forza di una mobilitazione che non si vedeva da decenni, e che ha ridefinito dei confini che nel nostro paese sembravano invalicabili

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