Il circolo proletari
comunisti di Taranto da alcuni giorni ha intrapreso il gruppo di
studio del "Che fare?" di Lenin. A premessa ha letto e
dibattuto uno scritto di Lenin uscito nel dicembre del 1900 sul n.1
del giornale politico Iskra "I compiti urgenti del nostro
movimento" - di cui riportiamo dei brevi passi.
Sia la lettura di questo scritto sia l'impostazione
che il circolo si è dato nello studio dell'importante testo del "Che
fare?" è all'insegna dell'estrema attualità della battaglia di
Lenin, contro coloro che vogliono lasciare gli operai alla sola lotta
economica, rivendicativa, allo spontaneismo e contrastano
pervicacemente la scesa in campo degli operai nella lotta politica
contro l'insieme del padronato, contro lo Stato e il governo dei
padroni, e contrastano soprattutto la necessità per questa lotta
della costruzione del partito comunista, rivoluzionario del
proletariato.
Come spiega chiaramente Lenin, senza separarsi
dall'economismo e dalle teorie dell'esaltazione dei movimento e delle
lotte così come sono, senza separarsi dei liberi pensatori che si
oppongono "strenuamente" all'organizzazione politica,
partitica dei proletari, lasciandoli succubi e senza un proprio
"esercito organizzato" contro la borghesia, non è
possibile una emancipazione e un ruolo dirigente del proletariato.
In questo senso invitiamo soprattutto gli operai a
unirsi al gruppo di studio.
Da "I compiti urgenti del nostro movimento":
"...Contribuire allo sviluppo politico e
all'organizzazione politica dela classe operaia: ecco il nostro
compito principale e fondamentale. Chiunque respinga questo compito
in secondo piano e chiunque non subordini ad esso tutti i compiti
particolari e i singoli metodi di lotta s'incammina per una via
sbagliata ed arreca un grave pregiudizio al movimento. ... lo
respingono in secondo piano coloro i quali restringono il contenuto e
l'ampiezza della propaganda , dell'agitazione e dell'organizzazione
politica, ritengono possibile e opportuno offrire la "politica"
agli operai solo in momenti eccezionali della loro vita, solo nei
casi solenni, barattano con eccessiva sollecitudine la lotta contro
l'autocrazia (contro il governo e lo Stato capitalista- ndr) con
la rivendicazione di singole concessioni... e si preoccupano
insufficientemente di far sì che queste rivendicazioni di singole
concessioni vengano trasformate in lotta sistematica e risoluta di un
partito operaio rivoluzionario contro l'autocrazia...
... senza una simile organizzazione (del partito
politico - ndr) il proletariato non è in grado di elevarsi ad una
lotta di classe cosciente, senza una simile organizzazione il
movimento operaio è condannato all'impotenza... (con la sola
lotta sindacale - ndr) la classe operaia non riuscirà mai ad
assolvere il grande compito storico che le sta di fronte: emancipare
sè stessa e tutto il popolo russo dalla sua schiavitù politica ed
economica..".
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