I lavoratori ex Pasquinelli sono di nuovo senza lavoro e senza reddito - dopo la mini ridicola occupazione di quest'estate in cui, divisi in due gruppi, i lavoratori hanno lavorato per soli 45 giorni!! - sempre in attesa di riprendere il loro lavoro sull'impianto di selezione.
Ma rispetto a questa situazione Amiu e Comune, da un lato il massimo che "concedono" è la riproposizione di quanto avvenuto quest'estate, con la assurda motivazione che non ci sarebbero fondi per dare di più, per un lavoro necessario e che garantisca un salario normale.
Questo è inaccettabile! Mai come in questi mesi si sono visti eventi di ogni genere e tipo a Taranto, per cui chiaramente sono impegnati fondi, e non ci sarebbero invece soldi - che sarebbero anche meno di quelli impegnati negli eventi - per 21 lavoratori per alcuni mesi?!
Dall'altro ancora una volta le promesse sui tempi di avvio dell'impianto vengono vergognosamente meno.
Siamo allo scandalo di un impianto fermo da anni, di milioni spesi per ristrutturarlo/automatizzarlo, con soldi di tutta la comunità, e che però non riparte, con conseguente aumento dei costi di smaltimento rifiuti dato in appalto, per mere beghe politiche e di interesse privato dei gruppi consiliari che impediscono l'approvazione di una delibera che risolva definitivamente l'assegnazione dell'impianto. E con un sindaco che invece di imporre e assumere provvedimenti per le vere esigenze della popolazione di Taranto, dei lavoratori, per la pulizia di una città sempre più sporca, per la raccolta della differenziata a minimi vergognosi, aumenta la Tari e pensa alla spartizione delle poltrone.
Tutto questo danneggia i lavoratori e la popolazione! E per questo la battaglia dei lavoratori ex Pasquinelli interessa anche la popolazione.
Ma la lotta deve essere chiara e limpida. Chi pensa di usare la mobilitazione dei lavoratori per farsi solo autopropaganda, mettendo nei presidi al Comune decine e decine di bandiere del sindacato e neanche mezzo cartello per spiegare alla cittadinanza le ragioni della lotta; chi fa "furia francese" per avere riconoscimento dai lavoratori e poi risolve la grave questione del lavoro con rapporti personali, quasi amicali con gli assessori, accettando alla fine la miseria che da il Comune/Amiu, danneggiano i lavoratori.
Lo Slai cobas ha sempre percorso un'altra strada, con limpidità, senza compromessi personali.
Nessun commento:
Posta un commento