mercoledì 17 gennaio 2024

Acciaierie d'Italia - Amministrazione Straordinaria - Un primo commento da Controinformazione rossoperaia ORE 12 - Venerdì 26 gennaio un'assemblea telematica per approfondire e

 

Sull’ex Ilva/Acciaierie d’Italia ieri si è tenuto il Vertice di governo, prima del Consiglio dei ministri, a questo Vertice ha partecipato anche la Meloni. E’ un Vertice che segue quelli di queste settimane, questi mesi.
Ieri con l’approvazione di un decreto legge "per tutelare produzione e occupazione" dovrebbe mettere una “parola fine” alla vicenda Acciaierie, con l’Amministrazione straordinaria: cioè Acciaierie d’Italia in AS passa sotto il controllo dello Stato, un controllo temporaneo, per poi in questo periodo cercare nuovi padroni per riconsegnare l’Ilva ai privati.

Quindi, in questo senso, si conferma in pieno sia la prospettiva da noi già annunciata agli operai alla fabbrica, alle ditte dell’appalto che l’effettiva soluzione era ed è l’amministrazione straordinaria e il fatto sostanziale che con questa soluzione c’è la socializzazione delle perdite e la privatizzazione dei futuri profitti ai padroni.

 Comunque sulla situazione generale, sullo scenario generale in corso vi sarà una telematica per approfondire, confrontarsi sulla varie questioni di questa vicenda complessa, di una fabbrica che tuttora è la prima in Italia e in Europa per numero di operai, e in cui in un certo senso si concentrano le contraddizioni economiche del capitale, le contraddizioni politiche e sociali.

Questa telematica - che ha l’obiettivo di organizzare una mobilitazione nazionale a Taranto che è l’epicentro di questa vicenda, avendo tuttora quasi 8200 di operai diretti e più di 3mila operai dell’appalto – si tiene venerdì 26 dalle ore 16,30. Chiaramente invitiamo tutti a partecipare, in particolare gli operai, i delegati, i compagni interessati che se vogliono intervengono per dire la loro opinione e proposte.

Tornando all’Amministrazione straordinaria. Essa vuol dire concretamente scaricare sui lavoratori, sia diretti di Acciaierie d’Italia che dell’appalto, le conseguenze di una situazione che non avrà neanche con questa soluzione una risposta di tutela né delle condizioni di lavoro, né delle condizioni salariali, né delle condizioni di sicurezza, salute, ambientalizzazione.

AS significherà più cassintegrazione, aumento di massa della cassintegrazione. Aldi là che si dice, e poi vedremo se effettivamente sarà così, che i lavoratori addetti alla manutenzione non saranno più messi in cassintegrazione, però nello stesso tempo, questo aumenterà la cassintegrazione di quegli operai dell’appalto che finora sono stati utilizzati per la manutenzione in sostituzione degli operai diretti, perché chiaramente i costi si riducevano parecchio.
Quindi, un’estensione, aumento della cassintegrazione, e per gli operai dell’appalto una riduzione dei contratti d’appalto che avrà come conseguenza inevitabile non solo più cig ma anche licenziamenti, e una maggiore precarizzazione dei contratti che attualmente molte ditte stanno trasformando da tempo indeterminato a contratti a termine, addirittura di mese in mese.

Se dalla “collina” del governo pensano in questa maniera di trovare la soluzione, non è questa una risposta alla condizione degli operai né della stessa popolazione di Taranto.

I sindacati plaudono, sono soddisfatti del fatto che c’è il divorzio - che si dice consensuale, poi è tutto da vedere – con ArcelorMittal e che viene fatta fuori la Morselli; ma si guarda essenzialmente ad una ripresa della produzione, al fatto che in questa maniera non ci sarebbero delle conseguenze nette in termini di blocco della produzione e di tutto l’appalto.
Ma i sindacati confederali da un lato sono stati corresponsabili in tutti questi anni di aver partecipato a dei Tavoli senza mai porre sul piatto gli obiettivi, le esigenze degli operai, dall’altro tuttora guardano all’intervento del governo ma rispetto ai problemi sia di stabilità lavorativa, sia di non aumento della cassintegrazione, sia di integrazione della cassintegrazione, sia di contratti nell’appalto che non siano a tempo determinato e che ci sia un unico contratto, quello metalmeccanico - perché su questo giocano le aziende per ridurre i costi con accordi, sottoscritti dai sindacati in molte ditte, per il passaggio da contratto metalmeccanico a contratto multiservizi, chiaramente peggiorativo per gli operai – questi non vengono posti come condizione centrale e discriminate.

Quindi il problema è la lotta degli operai, che tuttora sono ancora “non visibili”. Ma su questo siamo ad una situazione che è sempre la stessa, che non porta ad una mobilitazione diretta che gli operai, al fatto che gli operai con la loro lotta pesino su questa vicenda; e oggi da parte dei sindacati con la soddisfazione che c’è per questo primo passo di “divorzio” del governo non ci sarà alcuna mobilitazione dei lavoratori per difendere i loro interessi, la loro piattaforma operaia. Perchè per gli operai – e lo ribadiamo ancora una volta – padrone pubblico o padrone privato non cambia la situazione; padrone privato ha messo in cassintegrazione, ha peggiorato le condizioni di lavoro, ha peggiorato le condizioni contrattuali, il governo con l’amministrazione straordinaria si prepara a fare altrettanto.

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