Sull’ex Ilva/Acciaierie d’Italia ieri si è tenuto il Vertice di
governo, prima del Consiglio dei ministri, a questo Vertice ha
partecipato anche la Meloni. E’ un Vertice che segue quelli di
queste settimane, questi mesi.
Ieri con l’approvazione
di
un decreto legge
"per tutelare produzione e occupazione" dovrebbe mettere una “parola fine”
alla vicenda Acciaierie, con l’Amministrazione straordinaria: cioè
Acciaierie d’Italia in AS passa sotto il controllo dello Stato, un
controllo temporaneo, per poi in questo periodo cercare nuovi padroni
per riconsegnare l’Ilva ai privati.
Quindi, in questo senso, si conferma in pieno sia la prospettiva da
noi già annunciata agli operai alla fabbrica, alle ditte
dell’appalto che l’effettiva soluzione era ed è
l’amministrazione straordinaria e il fatto sostanziale che con
questa soluzione c’è la socializzazione delle perdite e la
privatizzazione dei futuri profitti ai padroni.
Comunque sulla situazione generale, sullo scenario generale in corso
vi sarà una telematica per approfondire, confrontarsi sulla varie
questioni di questa vicenda complessa, di una fabbrica che
tuttora è la prima in Italia e in Europa per numero di operai, e in
cui in un certo senso si concentrano le contraddizioni economiche del
capitale, le contraddizioni politiche e sociali.
Questa telematica - che ha l’obiettivo di organizzare una
mobilitazione nazionale a Taranto che è l’epicentro di questa
vicenda, avendo tuttora quasi 8200 di operai diretti e più di 3mila
operai dell’appalto – si tiene venerdì 26 dalle ore 16,30.
Chiaramente invitiamo tutti a partecipare, in particolare gli operai,
i delegati, i compagni interessati che se vogliono intervengono per
dire la loro opinione e proposte.
Tornando all’Amministrazione straordinaria. Essa vuol dire
concretamente scaricare sui lavoratori, sia diretti di Acciaierie
d’Italia che dell’appalto, le conseguenze di una situazione che
non avrà neanche con questa soluzione una risposta di tutela né
delle condizioni di lavoro, né delle condizioni salariali, né delle
condizioni di sicurezza, salute, ambientalizzazione.
AS significherà più cassintegrazione, aumento di massa della
cassintegrazione. Aldi là che si dice, e poi vedremo se
effettivamente sarà così, che i lavoratori addetti alla
manutenzione non saranno più messi in cassintegrazione, però nello
stesso tempo, questo aumenterà la cassintegrazione di quegli operai
dell’appalto che finora sono stati utilizzati per la manutenzione
in sostituzione degli operai diretti, perché chiaramente i costi si
riducevano parecchio.
Quindi, un’estensione, aumento della cassintegrazione, e per gli
operai dell’appalto una riduzione dei contratti d’appalto che
avrà come conseguenza inevitabile non solo più cig ma anche
licenziamenti, e una maggiore precarizzazione dei contratti che
attualmente molte ditte stanno trasformando da tempo indeterminato a
contratti a termine, addirittura di mese in mese.
Se dalla “collina” del governo pensano in questa maniera di
trovare la soluzione, non è questa una risposta alla condizione
degli operai né della stessa popolazione di Taranto.
I sindacati plaudono, sono soddisfatti del fatto che c’è il
divorzio - che si dice consensuale, poi è tutto da vedere – con
ArcelorMittal e che viene fatta fuori la Morselli; ma si guarda
essenzialmente ad una ripresa della produzione, al fatto che in
questa maniera non ci sarebbero delle conseguenze nette in termini di
blocco della produzione e di tutto l’appalto.
Ma i sindacati confederali da un lato sono stati corresponsabili in
tutti questi anni di aver partecipato a dei Tavoli senza mai porre
sul piatto gli obiettivi, le esigenze degli operai, dall’altro
tuttora guardano all’intervento del governo ma rispetto ai problemi
sia di stabilità lavorativa, sia di non aumento della
cassintegrazione, sia di integrazione della cassintegrazione, sia di
contratti nell’appalto che non siano a tempo determinato e che ci
sia un unico contratto, quello metalmeccanico - perché su questo
giocano le aziende per ridurre i costi con accordi, sottoscritti dai
sindacati in molte ditte, per il passaggio da contratto
metalmeccanico a contratto multiservizi, chiaramente peggiorativo per
gli operai – questi non vengono posti come condizione centrale e
discriminate.
Quindi il problema è la lotta degli operai, che tuttora sono ancora
“non visibili”. Ma su questo siamo ad una situazione che è
sempre la stessa, che non porta ad una mobilitazione diretta che gli
operai, al fatto che gli operai con la loro lotta pesino su questa
vicenda; e oggi da parte dei sindacati con la soddisfazione che c’è per questo primo
passo di “divorzio” del governo non ci sarà alcuna
mobilitazione dei lavoratori per difendere i loro interessi, la loro
piattaforma operaia. Perchè per gli operai – e lo ribadiamo ancora
una volta – padrone pubblico o padrone privato non cambia la
situazione; padrone privato ha messo in cassintegrazione, ha
peggiorato le condizioni di lavoro, ha peggiorato le condizioni
contrattuali, il governo con l’amministrazione straordinaria si
prepara a fare altrettanto.
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