Il ministro Urso interviene al question time della Camera per un aggiornamento sul siderurgico
“Gli stabilimenti (dell’ex Ilva) sono stati visitati nei giorni scorsi da player internazionali particolarmente importanti sul piano industriale, che si sono mostrati interessati al futuro acquisto, secondo le procedure pubbliche”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, iniziando il suo intervento al question time alla Camera informando i deputati presenti. “Questo è stato possibile anche grazie al fatto che l’avvio della gestione commissariale a febbraio ha garantito il rilancio della macchina produttiva con piani significativi di manutenzione degli stabilimenti e di salvaguardia degli stessi e dei lavoratori”, ha aggiunto Urso ricordando come nelle scorse settimane a visitare gli impianti di Taranto, Genova e Novi Ligure siano state le delegazioni di Vulcan Steel, Steel Mont, e Metinvest.
Inoltre, “sono disponibili, per chiunque si aggiudicherà gli asset produttivi dell’ex Ilva finanziamenti significativi attraverso contratti di sviluppo per 700 milioni di euro – ha detto il ministro Urso nel suo intervento alla Camera -. Ulteriori risorse potranno giungere dal Fondo coesione e sviluppo, ovviamente nei limiti che l’Unione europea ci impone”, ha continuato Urso, ricordando che “per la decarbonizzazione dello stabilimento di Taranto già è previsto un finanziamento di 1 miliardo di euro a carico del Fondo di sviluppo e coesione per la realizzazione di un impianto di produzione di preridotto – secondo il ministro -, gli impianti dell’ex Ilva costituiscono il contesto ideale per lo sviluppo di una nuova capacità green con forno elettrico, alimentare con preridotto. Noi siamo consapevoli del loro valore e per questo li abbiamo salvati da una governance che li stava portando alla definitiva chiusura”. “Noi sappiamo che si tratta di asset che hanno un valore strategico in Italia e in Europa, un complesso industriale e logistico fortemente integrato che conta 9 siti produttivi, logistici e centri di servizio, tra i quali, certamente, quello di Taranto, l’impianto con la maggiore capacità nominale in Europa, leader nella produzione di acciai piani, dotato di un network logistico integrato caratterizzato inoltre da un posizionamento geografico strategico e da infrastrutture particolarmente competitive – ha sottolineato sempre Urso -. Lo stabilimento, come hanno accertato i player internazionali, grazie anche all’intervento dello Stato è dotato di presidi realizzati in esecuzione del piano ambientale che hanno portato alla copertura, unica in Europa, dei parchi minerari, un’opera di grande valore ed efficacia e a una drastica riduzione delle problematiche ambientali”, ha continuato il ministro durante il question time. “I commissari stanno completando gli interventi residui e nei giorni scorsi hanno provveduto a depositare tutta la documentazione he necessita per il riesame dell’Aia, ivi compresa la valutazione del rischio sanitario. I commissari hanno anche presentato – anche ai fini del prestito ponte – un piano industriale con l’obiettivo di ristabilire le condizioni migliori per creare valore all’impianto, fino a giungere a produrre alla fine del prossimo anno 6 milioni di tonnellate di acciaio e poi nel 2028 una gamma di prodotti carbon neutral da forno elettrico”.
(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2024/05/28/per-lex-ilva-deadline-al-2030/)
“Siamo alle verifiche finali e nel giro di un mese le aziende dell’indotto di Acciaierie d’Italia (ex Ilva) dovrebbero ricevere il 70% del loro credito. Si tratta ovviamente delle aziende strategiche e bancabili – ha poi annunciato il ministro delle Imprese e del Made in Italy affrontando il delicato nodo delle aziende che lavorano all’interno del siderurgico -. I commissari (di Acciaierie d’Italia, ndr), superato l’iniziale stallo dovuto alle pessime condizioni in cui hanno trovato i beni e la contabilità aziendale, hanno ripreso i rapporti con le imprese dell’indotto e avviato una prassi di pagamento a 60 giorni. Nella precedente gestione i pagamenti avvenivano a un anno. Proprio per questo i crediti erano cresciuti a dismisura” ha sostenuto Urso. “I commissari propongono di ammettere al passivo ben più dei 120 milioni di euro richiamati dagli interroganti ma una cifra pari a 320 milioni di crediti, proprio perché nella precedente gestione i pagamenti venivano effettuati a un anno. Sono ora in corso tutte le necessarie interlocuzioni con Sace per condurre in porto l’operazione di cessione dei crediti pregressi, ormai facenti parte della massa passiva. Per circa la metà di questi interverrà Sace a breve. Siamo alle verifiche finali e nel giro di un mese queste aziende dovrebbero ricevere il 70% del loro credito. Si tratta ovviamente delle aziende strategiche e bancabili”, ha specificato il ministro. “Comprendo bene i timori delle imprese dell’indotto che dieci anni fa furono falcidiate dall’amministrazione straordinaria ma che questa volta possono contare finalmente su un Governo consapevole, determinato, che conosce il valore dell’impresa e agisce al fine di tutelarla.Fin dall’inizio abbiamo operato, sfruttando già nel decreto 4/2024 tutte le possibilità di aiuto compatibili con il diritto dell’Unione europea. È stato previsto un accesso delle imprese al fondo di garanzia a condizioni agevolate e senza valutazioni di merito creditizio per l’ottenimento di mutui dal sistema bancario ed è stato creato un fondo per abbattere del 50% i tassi di interesse. Possono attualmente fruire di questi benefici le imprese che abbiano impegnato almeno il 35% del proprio fatturato con Acciaierie d’Italia prima del suo commissariamento -. Inoltre, ha continuato Urso -, il decreto attuativo è stato adottato il 3 maggio e registrato dalla Corte dei Conti il 4 giugno; quindi, la misura è pienamente operativa – aggiungendo -, che è stata altresì riconosciuta per i lavoratori delle imprese dell’indotto una integrazione al reddito per sei mesi, prorogabile fino a 10”. Inoltre “è stata prevista la possibilità di cedere i crediti pregressi verso Acciaierie d’Italia, fruendo della garanzia dello Stato attraverso l’intervento di Sace fino all’80% dell’importo del credito. Ricordo infine che nell’ambito della conversione del decreto legge il Governo ha dato parere favorevole a un emendamento dell’opposizione grazie al quale si è autorizzato lo svincolo di importanti risorse della Regione Puglia proprio per il finanziamento di misure di ulteriore sostegno per le imprese dell’indotto. Ci attendiamo dunque che anche la Regione faccia la sua parte. Il quadro delle misure trattate è quindi molto corposo ed efficace, come mai prima”.
“Sono in corso le procedure per l’erogazione del prestito ponte da parte del ministero dell’Economia e le interlocuzioni con la Commissione europea procedono senza intoppi e sono sicuro che le risorse arriveranno in tempo utile per garantire il proseguo del programma di rilancio produttivoe quindi per le manutenzioni e l’approvvigionamento che servono all’ex Ilva. Nel frattempo, i commissari possono contare sui 300 milioni del patrimonio destinato il cui utilizzo per le finalità della continuità produttiva è stato autorizzato dal Parlamento” ha ricordato il ministro delle Imprese e del Made in Italy. “Per gli altri stabilimenti (dell’ex Ilva, ndr) mi auguro che ci siano le condizioni per iniziare prima della pausa agostana, così che si possa esplicare nell’arco dei mesi successivi, anche sulla base delle visite che sono state fatte da tre importanti player internazionale e degli altri attori che, nel frattempo, potranno manifestare i propri interessi”. Indicando che “è iniziata la prima procedura, che riguarda la Sanac, con i commissari che hanno ripreso le commesse verso Sanac che la precedente gestione aveva tagliato e la cassa integrazione di Sanac è passata dal 40% del 2023 al 10% del maggio 2024, mentre il fatturato previsto per il 2024 sarà di circa 50 milioni di euro, contro i 37 milioni del 2023”. Per questo, ha continuato Urso, per Sanac “è stata riapertura la procedura di gara che si concluderà il primo luglio con la presentazione delle manifestazioni di interesse ai fini di collocare a un attore industriale questa azienda significativa collega ad Acciaierie d’Italia che puo’ avere una vita autonoma industriale”.
Infine, il ministro ha spiegato che il programma di ripresa produttiva dell’ex Ilva prevede che dall’autunno sia pienamente produttivo l’altoforno 4, così come in autunno dovrebbe essere produttivo un secondo altoforno, quindi ha aggiunto Urso, “nell’autunno di quest’anno dovremmo arrivare a un livello potenzialmente produttivo su base annuale di 4 milioni di tonnellate. Invece, il terzo altoforno ha bisogno di una manutenzione più significativa e quindi più tempo e anche più risorse e questo potrebbe avvenire per la seconda parte del 2025. A quel punto arrivare ai livelli produttivi che oggi sono quelli di soglia di sei milioni di tonnellate“.
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