lunedì 16 settembre 2024

Carcere della corruzione politico/affaristica a Taranto

(da ORE12 Controinformazione rossoperaia del 12/09)

Al carcere di Taranto l'ex direttrice, Baldassari, ex candidata sindaco, è stata nuovamente arrestata e viene indagata insieme a un dirigente del Comune di Taranto, Carmine Pisano, uomo legato da sempre e tenuto in questa funzione alla giunta, prima di falso centrosinistra, ora non si capisce bene di che colore sia la nuova giunta. Questo Pisano è già inquisito negli appalti truccati del cimitero e nel clima di legame con la malavita e la violenza anti sindacale contro lo Slai Cobas in primis, in questo cimitero. Ieri c'è stato un processo su questo, con condanne ed rinvii a giudizio che riguardano Pisano.

Ma tutti gli appalti comunali – quindi anche questi del carcere - sono passati dal legame tra la Baldassarri e le realtà presenti nel carcere. È inquisita anche un'altra persona, peraltro del PD, così come sono inquisiti imprenditori. Prima la Baldassari era stata inquisita per i legami stretti con la malavita interna al carcere, con i favori che a questa malavita faceva che non potevano non vedere il coinvolgimento delle guardie del carcere. Ebbene, questa signora è rimasta nel consiglio comunale, è rimasta un'esponente importante del centrodestra, dell'attuale coalizione di governo.

Lo stato del carcere di Taranto è sotto osservazione come tutte le altre carceri per le condizioni di sovraffollamento che si riflettono nelle condizioni generali dei detenuti.

Il sottosegretario Dalmastro - uomo di punta, vero e proprio longa manus del governo Meloni e della Meloni stessa e della consorteria fascio-carceraria fa parte integrante del governo Meloni, come già la vicenda Cospito aveva messo in luce - Dalmastro è venuto quest'estate in Puglia, a Taranto, al carcere di Taranto la sua visita ha creato scandalo, è stato visto sfumazzare fuori dal carcere con esponenti delle guardie carcerarie e dei sindacati carcerari, ha rivendicato di non volere incontrare i detenuti e di non voler parlare con loro delle loro condizioni.

C'è un legame tra gli appalti, tra il sistema di gestione e il tipo di direttori che vi sono in questo carcere e i legami con lo Stato, col Ministero della Giustizia. Nel caso concreto, questo governo è sostenuto con forza da tutta questa parte del sistema marcio interno al carcere che si riflette sulla condizione dei detenuti.

Dobbiamo sostenere le rivolte dei detenuti. Contro di essi sono state fatte leggi che santificano la violenza delle guardie, la tortura, il carcere assassino, la repressione dei detenuti. E sono uno dei cavalli di battaglia di questo governo, dei suoi ministri e questo si riflette nel sistema affaristico generale, perché il carcere è anche un business a cui sono coinvolte le amministrazioni comunali. Tutto questo si riflette perfino nell'organizzazione del voto della malavita. È evidente che pezzi interi della malavita, annidati nel carcere e fuori, partecipano direttamente alle campagne elettorali. E quindi le vicende come questa dell'ex direttrice della Baldassari è abbastanza esplicita e, come quelle di Dalmastro, sono un pezzo del cosiddetto elettorato, della base d'appoggio di questo governo, della destra in generale, del centrodestra in particolare e oggi dei fasci al governo della componente fascio-repressiva.

Su tutto questo la denuncia, il sostegno alle lotte dei detenuti, si devono combinare con la lotta alla repressione ma che deve avere al centro come spazzare via questo governo, come spazzare via il sistema di interessi legati a questo governo che si ripercuotono nel carcere assassino, nel carcere tortura.

Nessun commento:

Posta un commento