giovedì 14 novembre 2024

Formazione operaia - Cosa è lo Stato - da Stato e rivoluzione di Lenin

 

Le ragioni di questa Formazione operaia riguardano la necessità della comprensione della natura dello Stato, contro le teorie riformiste, piccolo borghesi che vogliono sempre mascherare la vera natura dello Stato capitalista, per conciliare e impedire la coscienza e la lotta per il suo abbattimento. Oggi questa necessità è più che mai attuale per lo stadio insufficiente delle lotte proletarie, e per la confusione, debolezza ideologica che c'è nella classe, su cui pesano da un lato le posizioni sbagliate, economiciste, di fatto riformiste, nel campo dei rivoluzionari e dall'altro soprattutto la mancanza tuttora di un partito comunista marxista-leninista-maoista che abbia peso e influenza nella classe operaia a livello nazionale. 

Seguiremo l'opuscolo di Lenin, "Stato e rivoluzione", nei suoi passi più importanti e più illuminanti che riprendono Marx ed Engels.

Nel primo paragrafo del primo capitolo Lenin spiega come è nato lo Stato e perchè lo Stato è il prodotto dell'antagonismo inconciliabile tra le classi.

Qui Lenin - contro tutti coloro, rappresentanti della classe degli oppressori, che dopo aver perseguitato Marx quando era vivo, dopo morto hanno cercato, e cercano tuttora, di trasformarlo in icona inoffensiva, di canonizzarlo a "consolazione e mistificazione delle classi oppresse, mentre si svuota del contenuto la loro dottrina rivoluzionaria" mettendo in primo piano "ciò che è o pare accettabile alla borghesia" - comincia scrivendo che occorre: "...innanzi tutto, ristabilire la vera dottrina di Marx sullo Stato". 

"Cominciamo - scrive Lenin - con l'opera più diffusa di F. Engels, L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, pubblicata già nella sesta edizione a Stoccarda nel 1894. 

Come nasce lo Stato e perchè:

"Lo Stato - dice Engels - non è affatto una potenza imposta alla società dall'esterno... Lo Stato è il prodotto della società giunta a un determinato stadio di sviluppo; è la confessione che questa società si è avvolta in una contraddizione insolubile con se stessa, che si è scissa in antagonismi inconciliabili che è impotente a eliminare. Ma perché questi antagonismi, queste classi con interessi economici in conflitto, non distruggano se stessi e la società in una sterile lotta, sorge la necessità di una forza che sia in apparenza al di sopra della società, incaricata di attenuare il conflitto, di mantenerlo nei limiti dell'"ordine. Questa forza uscita dalla società, ma che si pone al di sopra di essa e che si estranea sempre più da essa, è lo Stato"...

"Qui è espressa - scrive Lenin - in modo perfettamente chiaro, l'idea fondamentale del marxismo sulla funzione storica e sul significato dello Stato. Lo Stato è il prodotto e la manifestazione degli antagonismi inconciliabili tra le classi. Lo Stato appare là, nel momento e in quanto, dove, quando e nella misura in cui gli antagonismi di classe non possono essere oggettivamente conciliati. E, per converso, l'esistenza dello Stato prova che gli antagonismi di classe sono inconciliabili".

Lo Stato, quindi, non è sempre esistito, Nasce dal momento in cui la società, per processi storici/sociali (che il testo di Engels spiega chiaramente, passo dopo passo, dall'organizzazione primitiva degli uomini, comunità ad oggi), è divisa in classi; e si estingue allorchè la società, dopo il socialismo e con il comunismo, non sarà più divisa in classi antagoniste.
Lo Stato non è un organo super partes. Engels scrive "in apparenza" al di sopra della società. E tale deve sembrare per svolgere il suo ruolo, apparentemente al di sopra dei conflitti, apparentemente per conciliare gli interessi delle diverse classi. Ma, questa è appunto l'apparenza. Un apparenza che inganna, volta ad attenuare lo scontro tra le classi, ma in realtà per imporre il dominio di una sola classe. Lo Stato punta a sembrare "conciliatore" ma in realtà la sua esistenza stessa dimostra che esso è il prodotto degli antagonismi di classe che sono inconciliabili. 
Lo Stato è lo strumento che la borghesia usa per opprimere l'altra classe, il proletariato.
Questo mette in chiaro che non è possibile cercare di cambiare, trasformare questo Stato da organo di dominio della classe al potere a organo rappresentante tutte le classi e quindi anche del proletariato. I riformisti, la cosiddetta "sinistra" parlamentare che propaganda questo inganna le masse. 

Dice Lenin, la realtà che l'esistenza dello Stato prova che gli antagonismi di classe sono inconciliabili, "E' precisamente su questo punto di capitale e fondamentale importanza che comincia la deformazione deI marxismo, deformazione che segue due linee principali.
...gli ideologi borghesi, e soprattutto piccolo-borghesi, costretti a riconoscere, sotto la pressione di fatti storici incontestabili, che lo Stato esiste soltanto dove esistono antagonismi di classe e la lotta di classe, "correggono" Marx in modo tale che lo Stato appare come l'organo della conciliazione delle classi. Per Marx, se la conciliazione delle classi fosse possibile, lo Stato non avrebbe potuto né sorgere né continuare ad esistere... Per Marx lo Stato è l'organo del dominio di classe, un organo di oppressione di una classe da parte di un'altra; è la creazione di un "ordine" che legalizza e consolida questa oppressione, moderando il conflitto fra le classi...".

Dall’analisi dello Stato borghese, dalla sua genesi, così come tracciata qui da Marx e da Engels e ripresa da Lenin, scaturisce l’inevitabilità e indispensabilità della distruzione di questo Stato da parte delle classi oppresse.

"...se lo Stato - continua Lenin -  è il prodotto dell'inconciliabilità degli antagonismi di classe, se esso è una forza che sta al di sopra della società e che "si estranea sempre più dalla società", è evidente che la liberazione della classe oppressa è impossibile non soltanto senza una rivoluzione violenta, ma anche senza la distruzione dell'apparato del potere statale che è stato creato dalla classe dominante e nel quale questa "estraneazione" si è materializzata..."

Quindi, non è possibile neanche pensare di abbattere lo Stato borghese ma conservare la sua struttura, i suoi strumenti, solo adeguandoli agli interessi del proletariato e delle masse popolari. Perchè tutto e ogni parte dell'apparato dello Stato borghese è funzionale al dominio di una classe, minoranza, sulle altre, maggioranza (come vedremo in  seguito) e, pertanto, non è possibile conservare o adeguare alcunchè. Lo Stato che il proletariato al potere dovrà per un certo periodo organizzare è l'opposto dello Stato attuale, perchè è espressione della maggioranza contro la minoranza dei padroni, dei ricchi, dei borghesi, con l'obiettivo non di conservare la divisione in classi ma di eliminare le classi.  

Da questo scaturisce l’inevitabilità della violenza rivoluzionaria per rovesciare lo Stato borghese, che ha la sua essenza nell’esercizio della “forza pubblica”. Il carattere necessariamente violento della rivoluzione proletaria, la sua necessità di distruzione dell’apparato del potere statale, non può che essere strettamente legato al fatto che la forza dello Stato consiste principalmente in questo. Pur se su piccola scala al momento, i proletari, le masse popolari lo vedono ogni volta che sviluppano lotte dure, rivolte, contro le quali lo Stato mostra senza orpelli la sua natura di oppressione/repressiva di fondo. 

Lo Stato è una forza pubblica fatta innanzitutto di distaccamenti speciali di uomini armati, prigioni, ecc. 

Torniamo all'opuscolo di Lenin:

"...Comparato all'antica organizzazione patriarcale [della tribù o del clan] - continua Engels - lo Stato si distingue in primo luogo per la ripartizione dei sudditi secondo la divisione territoriale.. Questa divisione a noi sembra "naturale", ma essa richiese una lunga lotta con l'antica organizzazione per clan o per famiglie".
"...Il secondo tratto caratteristico dello Stato è l'istituzione di un potere pubblico che non coincide più direttamente con la popolazione che organizza se stessa in forza armata. Questo potere pubblico è necessario perchè un'organizzazione armata spontanea della popolazione è divenuta impossibile dopo la divisione in classi... Questo potere pubblico esiste in ogni Stato e non consta semplicemente di uomini armati, ma anche di accessori materiali, prigioni e istituti di pena di ogni genere, di cui nulla sapeva la società patriarcale... ".
Engels sviluppa la nozione di questa "forza", chiamata Stato, forza che è sorta dalla società ma che si pone al di sopra di essa e se ne estranea sempre più. In che consiste principalmente questa forza? Essa consiste anzitutto in distaccamenti speciali di uomini armati che dispongono di prigioni, ecc.
Abbiamo il diritto di parlare di distaccamenti speciali di uomini armati, perchè il potere pubblico proprio di ogni Stato "non coincide più in modo diretto" con la popolazione armata, con la sua "organizzazione armata spontanea"...
L'esercito permanente e la polizia sono i principali strumenti di forza del potere statale.." E il motivo "principale, essenziale (è) la scissione della società in classi inconciliabilmente nemiche...
...la società civile è divisa in classi ostili, e per di più inconciliabilmente ostili, il cui armamento "spontaneo" determinerebbe una lotta armata fra di esse. Lo Stato si forma; si crea una forza distinta, si creano distaccamenti speciali di uomini armati; e ogni rivoluzione, distruggendo l'apparato statale, ci dimostra con tutta evidenza come la classe dominante si sforza di ricostruire distaccamenti speciali di uomini armati che la servano, e come la classe oppressa si sforza di creare una nuova organizzazione dello stesso genere, capace di servire non più gli sfruttatori, ma gli sfruttati..."

Lenin, riprendendo sempre Engels, spiega in maniera chiarissima che il cuore dello Stato, la forza dello Stato sono i "distaccamenti speciali di uomini armati che dispongono di prigioni, ecc,", cioè sono l'esercito, la polizia, i carabinieri, le forze armate. Perchè esse devono mantenere l'ordine, cioè imporre alle masse, ai lavoratori, alle classi oppresse le leggi, la volontà, gli interessi, il dominio della classe borghese, capitalista. Se non ci fosse lo Stato borghese anche le classi oppresse potrebbero armarsi. 
Questo spiega in maniera definitiva che non è possibile alcuna "conciliazione" tra le classi; spiega che l'aspetto centrale, strutturale dell'azione dello Stato è la repressione, impedire con la forza che le masse, sia pure costituendo la maggioranza, possano far prevalere i loro interessi sulla minoranza borghese, addirittura appellandosi allo Stato. Lo Stato c'è per reprimere, per imporre la minoranza sulla maggioranza, per imporre la dittatura della borghesia.
Per questo la classe oppressa non ha altra strada di creare una nuova organizzazione uguale (per la forza) e contraria (per lo scopo) per "servire non più gli sfruttatori, ma gli sfruttati".

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