Come già immaginavamo il Cosiglio comunale monotematico non ha preso, non ha voluto prendere, alcuna decisione sui gravi problemi posti dalle lavoratrici e lavoratori degli appalti comunali.
Già l'assenza del sindaco Melucci è stata sintomatica, a
dimostrazione che i problemi del lavoro, delle condizioni
ultraprecarie dei lavoratori degli appalti comunali non sono, come
abbbiamo detto nel nostro intervento di ieri, all'OdG di questa
amministrazione, e anche quando si fa un consiglio comunale
specifico il sindaco ritiene che non è importante.
Gli interventi di tanti consiglieri hanno mostrato che addirittura non sanno nulla e non se ne importano di conoscere la realtà che vivono centiana di lavoratori e lavoratrici a Taranto, cercando anche, alcuni, di scaricare la responsabilità sugli stessi lavoratori, che sarebbero troppi.
Mentre l'intervento per l'amministrazione dell'assessore Murgia è stato pietoso e grave, affermando di fatto che il Comune non può fare niente, non avrebbe i soldi, e quindi il massimo sarebbe chiedere l'intervento della Task force regionale - che in effetti è l'unica cosa che sollecitano e che dovrebbe portare ad un incontro a Bari per il 28 novembre.
Solo alcuni hanno proposto cose di "buon senso", in particolare una variazione delle voci di bilancio, riducendo fondi a spese inutili (che ci sono eccome, vedi eventi, ecc.) e convogliando invece soldi per il lavoro, il salario.
Le due mozioni presentate e respinte dalle votazioni, sia pur apprezzando l'impegno dei consiglieri che le hanno fatte, si sono dimostrate, come era facile prevedere inutili; già avevamo l'esperienza di una mozione per avviare un percorso di internalizzazione presentata circa 3 anni fa e approvata in maggioranza, ma poi finita nel dimenticatoio; perchè, abbiamo chiesto, non ci si attiva per mettere in pratica quella mozione?
Nello stesso tempo non bastano assolutamente mozioni, interventi che dicono di non andare indietro alla attuale situazione, di garantire lo status quo di posti di lavoro, di reddito.
Noi vogliamo e abbiamo diritto a molto di più - e in questo la battaglia delle lavoratrici e lavoratori degli asili deve essere d'esempio. Vogliamo, come abbiamo detto, l'aumento dell'orario di lavoro a 5 ore al gg e 30 settimanali, l'istituzione di un salario minimo (da porre come requisito per partecipare alle gare d'appalto) di 9 euro nette all'ora; la fine dei periodi di sospensione (a partire dal recupero del mese scippato di quest'estate); la sicurezza e salute sul lavoro con l'introduzione in primis di macchinari adeguati.
Ma ora non bisogna, comunque, "mollare la presa". Vogliamo fatti, soluzioni concrete e non altre parole e riunioni inutili.
Fin da ora fissiamo due appuntamenti, Mentre contemporaneamente avviamo subito i ricorsi collettivi, esposti sulle varie questioni.
- il 25 novembre - giornata contro la violenza sulle donne (che viene favorita anche dalla condizione di non autonomia economica delle donne) in cui faremo una iniziativa al centro per rendere visibile alla città la grave condizione delle lavoratrici;
- il 29 novembre - partecipando allo sciopero generale già indetto - in cui già sapremo le conclusioni dell'eventuale riunione regionale.
SLAI COBAS - TARANTO
13.11.24Gli interventi di tanti consiglieri hanno mostrato che addirittura non sanno nulla e non se ne importano di conoscere la realtà che vivono centiana di lavoratori e lavoratrici a Taranto, cercando anche, alcuni, di scaricare la responsabilità sugli stessi lavoratori, che sarebbero troppi.
Mentre l'intervento per l'amministrazione dell'assessore Murgia è stato pietoso e grave, affermando di fatto che il Comune non può fare niente, non avrebbe i soldi, e quindi il massimo sarebbe chiedere l'intervento della Task force regionale - che in effetti è l'unica cosa che sollecitano e che dovrebbe portare ad un incontro a Bari per il 28 novembre.
Solo alcuni hanno proposto cose di "buon senso", in particolare una variazione delle voci di bilancio, riducendo fondi a spese inutili (che ci sono eccome, vedi eventi, ecc.) e convogliando invece soldi per il lavoro, il salario.
Le due mozioni presentate e respinte dalle votazioni, sia pur apprezzando l'impegno dei consiglieri che le hanno fatte, si sono dimostrate, come era facile prevedere inutili; già avevamo l'esperienza di una mozione per avviare un percorso di internalizzazione presentata circa 3 anni fa e approvata in maggioranza, ma poi finita nel dimenticatoio; perchè, abbiamo chiesto, non ci si attiva per mettere in pratica quella mozione?
Nello stesso tempo non bastano assolutamente mozioni, interventi che dicono di non andare indietro alla attuale situazione, di garantire lo status quo di posti di lavoro, di reddito.
Noi vogliamo e abbiamo diritto a molto di più - e in questo la battaglia delle lavoratrici e lavoratori degli asili deve essere d'esempio. Vogliamo, come abbiamo detto, l'aumento dell'orario di lavoro a 5 ore al gg e 30 settimanali, l'istituzione di un salario minimo (da porre come requisito per partecipare alle gare d'appalto) di 9 euro nette all'ora; la fine dei periodi di sospensione (a partire dal recupero del mese scippato di quest'estate); la sicurezza e salute sul lavoro con l'introduzione in primis di macchinari adeguati.
Ma ora non bisogna, comunque, "mollare la presa". Vogliamo fatti, soluzioni concrete e non altre parole e riunioni inutili.
Fin da ora fissiamo due appuntamenti, Mentre contemporaneamente avviamo subito i ricorsi collettivi, esposti sulle varie questioni.
- il 25 novembre - giornata contro la violenza sulle donne (che viene favorita anche dalla condizione di non autonomia economica delle donne) in cui faremo una iniziativa al centro per rendere visibile alla città la grave condizione delle lavoratrici;
- il 29 novembre - partecipando allo sciopero generale già indetto - in cui già sapremo le conclusioni dell'eventuale riunione regionale.
SLAI COBAS - TARANTO
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