Oggi purtroppo non siamo a Bari, dovevamo essere a Bari perché è giusto che la capa di questo governo capitalista, fascista, imperialista, trovasse l'opposizione innanzitutto dei lavoratori e dei lavoratori che più di ogni altro stanno combattendo non solo la guerra, la repressione, il razzismo, ma stanno combattendo ogni aspetto della vita economica. Innanzitutto sul fronte della sanità, perché oggi a Bari c'era il G7 della sanità, sugli antibiotici, gestito dall'amico di famiglia della Meloni, Gemmato, il leghista che sta facendo strada e che è legato mani e piedi alla sanità privata; che fa il vertice sulla sanità mentre lui stesso manda le persone alla sanità privata e approfitta di questo governo per piazzarsi nei posti di potere e di ricchezza, e di corruzione.
Quindi avremmo voluto essere lì. Ma purtroppo non è l'ultima volta che verrà la Meloni a Bari o in Puglia e troverà “l'accoglienza” che come Coordinamento regionale da tempo stiamo preparando. Però il problema oggi è essenzialmente lo sciopero.
Lo sciopero generale ci voleva, è molto tardivo e chiaramente i sindacati di base, tutti i sindacati di base hanno cercato di chiamare i lavoratori allo sciopero generale.
Sappiamo bene che i lavoratori dei sindacati di base, dei Cobas, in particolare dello Slai Cobas sc, come noi a Taranto, sono in lotta tutti i giorni, non hanno bisogno di aspettare lo sciopero generale per scendere in piazza, per lottare, per scontrarsi con i padroni, le amministrazioni e i governi su tutti i temi, quelli fondamentali del lavoro, della tutela del salario e di quello emergente della salute e sicurezza, e dell'inquinamento che nel nostro territorio è molto dannoso, uccide gente della popolazione e lavoratori, frutto di un modello di sviluppo fondato sullo sfruttamento e sulla mancanza di salute e sicurezza dei cittadini.
Però lo sciopero generale ci vuole e siamo perfino d'accordo con Landini quando parla di “rivolta sociale”, anche se noi per primi sappiamo che il sindacalista parolaio, forte in televisione e nei comizi, poi tutti i giorni attraverso i suoi organizzati nelle fabbriche, nei posti di lavoro tutto fa tranne che la rivolta sociale.
Però la rivolta sociale è necessaria, sia chiaro, perché questo paese non si può cambiare senza una rivolta sociale fondata essenzialmente sulla mobilitazione dei lavoratori. Senza una rivolta sociale non spazzeremo via il governo Meloni, come non siamo riusciti evidentemente a spazzare via tutti i governi dei padroni che l'hanno preceduto.
Noi siamo. Perché lo sciopero generale continui nelle forme in cui è possibile, con le forze che abbiamo per una rivolta sociale.
Ma a proposito di rivolta sociale, ci fa specie che si parli di rivolta, poi non si dice nulla quando una rivolta c'è, come quella dei giovani immigrati di Milano che stanno incendiando quella città e quel quartiere Corvetto, perché hanno ragione, un loro fratello è stato ucciso ancora una volta dalla brutalità, dall'arroganza della polizia ed è giusto che si ribellino e mettano a ferro e fuoco quel quartiere e quella città. Perché in quel quartiere, che non è poi tanto alla periferia, è molto centrale anche nella stessa Milano, la gentrificazione lo ha trasformato in un quartiere abbandonato.
Ma nelle grandi città italiane ci sono tanti quartieri abbandonati, senza servizi, in cui i ragazzi sono senza lavoro e ogni giorno devono in qualche maniera trovare il modo di sopravvivere, addirittura di vivere. E quindi quando ne uccidono uno di loro è giusto che si ribellino.
Noi siamo saldamente dalla parte dei giovani ribelli di Milano e speriamo si ottengano giustizia anche se non ci crediamo. Perché in questo paese la giustizia non la ottiene nessuno.
Che dobbiamo dire di Taranto? Noi siamo parte civile, la principale parte civile nel processo “Ambiente svenduto”. Lavoratori, cittadini e abitanti di quartiere, insieme allo Slai Cobas, hanno condotto una battaglia in quel processo, insieme ad altre settori dell'ambientalismo, perché i padroni venissero condannati. Ebbene, la Corte d'appello ha annullato quella sentenza e quel processo durato 7 anni, per dire praticamente che padron Riva non ha fatto niente, i padroni assassini se la possono cavare e la gente, gli operai possono continuare a morire.
Noi chiaramente non ce ne siamo stati fermi e zitti. Abbiamo protestato anche in tribunale. Ora vogliono trasferire il processo a Potenza, non se la scamperanno, e se non riuscirà la giustizia normale a raggiungerli, dovrà raggiungerli la giustizia proletaria.
Perché in questo paese dobbiamo finirla di subire tutto senza poter rispondere a chi ci rende la vita impossibile.
Arriviamo agli altri temi dello sciopero generale. Non ci piacciono, lo diciamo a tutti, anche ai nostri compagni e fratelli dei Cobas, le lunghe piattaforme dove si chiede tutto e il contrario di tutto. Noi vogliamo che su alcune cose si facciano scioperi continuativi, un vero e proprio braccio di ferro Oggi le 3/4 questioni essenziali sono: il salario, i salari dei lavoratori sono mangiati e ogni giorno di più non si arriva alla fine del mese. E per di più per una classe falcidiata da precarietà, dalla cassa integrazione, dalla Naspi. E’ evidentemente che con questi quattro soldi non si può dare avanti. Ci vuole un aumento secco del salario per tutti, ci vuole il ripristino, comunque lo chiamiate, del reddito di cittadinanza, ci vuole il salario minimo garantito.
La seconda questione è il lavoro. Tante fabbriche stanno chiudendo anche a Taranto una fabbrica efficiente produttrice di gru, la Hiab, ha messo da un giorno all'altro in mezzo alla strada 102 operai, così come erano stati messi in mezzo alla strada 120 operai e operaie dalla Tessitura Albini. Ebbene, queste fabbriche invece che avere una continuità produttiva vengano cancellate e i lavoratori vengono liquidati: o accetti il licenziamento o accetti un incentivante massimo di 10.000 € con cui non si possono pagare neanche un anno di di mutui, bollette, multe che ciascuno di noi ha. Quindi parlano di lavoro e invece distruggono il lavoro, parlano di sviluppo industriale, comunque, lo vogliate chiamare green, nero, giallo, e invece in questa città, in questa regione, avanza la deindustrializzazione, avanza la precarietà, la povertà. E chiaramente Taranto, come le altre città pugliesi, è poi piena soprattutto dei settori più poveri, le lavoratrici e i lavoratori degli appalti comunali. Le lavoratrici degli asili lavorano 3 ore e 30 dopo una lotta della madonna, con un salario chiaramente bassissimo.
Ecco, in questo stato delle cose non è accettabile che non ci sia uno sciopero generale vero, che non ci sia una rivolta sociale senza la quale non andremo da nessuna parte.
In uno sciopero generale devono entrare tutti i problemi che toccano la popolazione e soprattutto alcuni problemi che sono politici ma che ricadono direttamente sui lavoratori. Primo tra tutti i decreti sicurezza con cui viene stabilito uno Stato di polizia. Siamo contenti che anche nella piattaforma dei sindacati confederali siano entrati i decreti sicurezza sulla guerra. Mentre ancora tacciono sulla guerra, sulla Palestina.
Dobbiamo continuarla questa battaglia sui territori e su scala nazionale, domani ci sarà una grande manifestazione nazionale di solidarietà con la Palestina, da cui da questa piazza viene senz'altro un saluto e una partecipazione in delegazione.
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