Riportiamo sulla vertenza/lotta della Hiab gran parte dell'articolo uscito sul Corriere di Taranto. Ma vogliamo dire ai lavoratori alcune cose.
Come avevamo già anticipato su questo blog ma soprattutto andando direttamente lunedì scorso dai lavoratori che occupavano la fabbrica, per portare la solidarietà dello Slai cobas, si stava determinando la stessa situazione che noi avevamo vissuto con 120 operai alla Tessitura Albini di Mottola - unica importante differenza era proprio nella lotta, nell'occupazione della Hiab portata avanti da un mese da parte di tutti i 102 lavoratori.
L'incontro e le decisioni assunte a Roma confermano purtroppo la similitudine con la Tessitura. Anche qui l'unica "soluzione" è la cassa integrazione a zero ore (le altre mini proposte: incentivi all'esodo, trasferimenti "volontari" di pochissime unità sono miserie che già in generale gli operai avevano rifiutato). Anche qui la Hiab affida ad una Agenzia la ricerca di possibili ditte interessate ad acquisire lo stabilimento (alla Tessitura fu la Vertus che cercò per un anno, senza effettivi risultati); quindi anche qui dopo la cassintegrazione c'è il rischio della procedura di licenziamento/Naspi, in attesa di... (per capirci gli operai della Tessitura in Naspi sono ancora "in attesa" che una ditta, la Ekasa, li voglia prendere, ma poco a poco, azzerando professionalità, lasciando alla stessa ditta la facoltà di scelta, per es. le donne No, ecc.).
Noi pensavamo e pensiamo che alla Hiab non possa, non debba finire come alla Tessitura. La possibilità è data dal livello di lotta (che alla Tessitura non c'era); senza maggiori certezze in termini di tempi e di soluzioni reali, la mobilitazione non può finire.
E su questo una cosa la vogliamo dire. Ci sembra sbagliato che "le organizzazioni sindacali si sono impegnate alla revoca dello di sciopero e fare in modo che i lavoratori riprendano l’attività lavorativa al fine del completamento delle lavorazioni attualmente sospese, a fronte dell’occupazione del sito produttivo dallo scorso 15 ottobre". Perchè mai! La Ditta dà un calcio agli operai, non paga per questo nessun pegno (perchè purtroppo non c'è una legge che obbliga una ditta che ha ricevuto incentivi, sgravi, facilitazioni statali per aprire la fabbrica al sud a restituire ciò che ha avuto), e gli operai dovrebbero completare le lavorazioni per non far perdere nulla alla Hiab!? (che probabilmente ricatta pagando la retribuzione per il mese "di occupazione").
Non ci sembra giusto, per tutti i sacrifici che i lavoratori della Hiab hanno fatto.
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La HIAB delocalizza e lascia Statte - Azienda e sindacati in trattativa per gestire il piano di cassa integrazione
La procedura di delocalizzazione a seguito della chiusura del sito HIAB di Statte è stata ufficialmente avviata dopo l’incontro di ieri a Roma presso l’hotel Quirinale, tra le organizzazioni sindacali e i rappresentanti dell’azienda. Nessun dubbio quindi sul fatto che la HIAB lascerà Statte trasferendo per ora tutte le attività presso lo stabilimento di Minerbio (se mai qualcuno cullasse ancora la speranza che ciò potesse non accadere) e che per i 102 lavoratori e le loro famiglie si apra ora un lungo periodo di inrtezze e timori per il futuro.
Le parti hanno quindi convenuto l’accesso agli ammortizzatori sociali (cassa integrazione a zero ore) fino alla scadenza del piano di cassa integrazione.... Inoltre sarà conferito un incarico – per tutta la durata del piano – ad un advisor specializzato per la ricerca di possibili acquirenti interessati a rilevare il ramo d’azienda di Statte ovvero a procede alla reindustrializzaziooe del sito ad opera di un soggetto.
In tale contesto, HIAB si è resa disponibile a cedere i macchinari attualmente in uso presso Io stabilimento di Statte. Dall’altro lato, come richiesto dall’azienda, le organizzazioni sindacali si sono impegnate a valutare la revoca dello stato di sciopero e fare in modo che i lavoratori riprendano l’attività lavorativa al fine del completamento delle lavorazioni attualmente sospese, a fronte dell’occupazione del sito produttivo dallo scorso 15 ottobre. Che ha comportato non pochi problemi per l’azienda, visto che Statte contribuisce all’80% della produzione.
Alla luce del confermato trasferimento a Minerbio delle linee produttive funzionali alla costruzione delle gru della linea heavy e super hevay (quelle che realizzano kit, sfili per gru e per snodi), HIAB ha ribadito la propria disponibilità al trasferimento incentivato e su base volontaria da Statte a Minerbio per 25 lavoratori tramite un apposito job posting (offerta di lavoro). Oltre ad avviare – nel contesto del piano di delocalizzazione – una procedura di mobilità in relazione al personale occupato presso Statte utilizzando i criteri della prossimità all’accesso al trattamento pensionistico e della volontarietà, con uscita fino al termine del piano; in entrambi i casi a fronte del riconoscimento di un incentivo all’esodo (subordinatamente alla sottoscrizione di un verbale di conciliazione).
Nell’ambito del piano e quale misura dello stesso (e subordinatamente all’adozione delle azioni precedenti), su richiesta delle organizzazioni sindacali HlAB riconoscerà ai dipendenti addetti allo stabilimento di Statte che hanno partecipato allo sciopero il trattamento retributivo per tutto il relativo periodo (dal 15 ottobre 2024 al 15 novembre 2024), evitando così di perdere un mese di stipendio. Mentre si è impegnata a illustrare ilpiano industriale per gli stabilimenti della Provincia di Bologna.
Di tutto questo se ne discuterà nel prossimo incontro che si terrà il prossimo 19 novembre... Senza dimenticare i lavoratori delle aziende che ruotano intorno all’indotto della HIAB: la ditta delle pulizie, le aziende di trasporto, i fornitori di minuteria, le manutenzioni elettriche e di macchine speciali, la ditta addetta al taglio e quella addetta a trattamenti e verniciature speciali delle lamiere. Parliamo di un numero che oscilla tra i 50 e i 100 lavoratori che rischiano di avere anch’essi ripercussioni a seguito della chiusura del sito di Statte...
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