mercoledì 8 ottobre 2025

Da #iostoconlapalestina Taranto un commento - Ne chiediamo altri che verranno pubblicati - Giovedi alle ore 18 ci riuniamo nella sede Slai cobas via Livio Andronico 47

 Raffaella Formenti

18 h 
Il dono della Resistenza,
il dono del 7 ottobre
 
La manifestazione del 4 ottobre a Roma condensa mesi di crescenti mobilitazioni di piazza. Per esprimere una valutazione di questo come di ogni altro fenomeno occorre descriverlo il più attentamente possibile e tentare di risalire alle cause, di fare l'analisi di quello che è successo,del perché è successo, del come, di com'è successo...
questo per non disperdere il tutto in un futuro, questo per "costruire" in un futuro, questo per porsi la domanda "e dopo ?"
Cio' che appare evidente a un primo superficiale sguardo e' che si tratta di una mobilitazione diffusa (dai posti di lavoro alla scuola alla università ) e capillare (dalle grandi città fino ai piccoli paesi), è una mobilitazione trasversale da un punto di vista sia sociale che anagrafico e non dubito che la grande maggioranza di quanti hanno riempito le piazze, non solo in Italia ma dall'Africa all'Europa all'America fino in Australia, in 5 continenti, non dubito che appartengano al proletariato più che alla piccola borghesia
Mentre è provato che la più grande maggioranza dei partecipanti sono giovani, addirittura adolescenti
La politica "tradizionale" è stata emarginata e addirittura espulsa anche in italia , dove la Cgil s'è fatta opportunisticamente come al solito il suo corteo dopo aver a lungo esitato, oscillando tra la spinta della base e la resistenza dei vertici appartenenti anche loro a vasta ma variegata area dei funzionari del capitale e degli scagnozzi, servi e al servizio dell'imperialismo americano ed ai suoi "affari" in Italia.
Non c'è dubbio che la spinta a manifestare è stata ed e' emozionale.
 
Non mi meraviglia , non deve meravigliare e non dovrebbe meravigliare perché veniamo da decenni di pervasivo martellante violento attacco al raziocinio alla "razionalità" proveniente da ogni ambiente, dalla cultura alta fino alla comunicazione di massa, dalla narrazione di tutti i canali giornalistici televisivi, insomma da tutti I mass-media
La parola d'ordine lanciata dai centri del potere alle masse e': emozionatevi!
E una parte delle masse però questa volta si è emozionata per la Palestina e non solo per i campionati sportivi, rockstar, la buona cucina, il sesso, i viaggi, le feste lo shopping, le scemenze del papa di turno, il tepore familiare e la gioia per i nipotini..
L'ondata emozionale, questa volta, e' stata epidemica, e' stata di massa e non individuale ha strappato i giovani e meno giovani dai banchi, dagli stadi e dai divani, dai magazzini e dalle piattaforme logistiche e li ha spinti in strada non solo a sfilare ma a tentare di far diventare fatti concreti la minacciosa parola d'ordine "blocchiamo tutto", blocchiamo i porti, le ferrovie e le strade le scuole la produzione: questa volta non scioperiamo soltanto, non passeggiamo soffiando nei fischietti ma, ecco, facciamo testimonianza ( pacifica ), di essere contro Israele, contro Trump, contro la Meloni, contro l'Unione europea, contro Netanyahu e il genocidio; e facciamo delle strade le piazze d'armi di questo nostro esercito inerme e gioioso, che urla "Palestina libera" e scioglie, tuttavia, nel grido la propria insoddisfazione, il proprio rancore ancora embrionale, confuso e oscuro.
 
"Siamo tutti palestinesi" e' il motto che riecheggia flebilmente e lontanamente e amaramente il grido di un tempo .."la fabbrica e' il nostro Vietnam", senza nemmeno che chi lo innalza lo sappia...
Le barche della flottiglia sembrano la rappresentazione plastica dell'impotenza e, tuttavia, sono state un segnale, uno squillo di tromba, una chiamata a raccolta.
Al di là delle intenzioni umanitarie sono state il simbolo incerto di un'offensiva da fare, chissa'; di una rivincita da prendersi, forse; della fine dell'impotenza dei deboli contro i potenti: ma un simbolo che ha potuto parlare alle emozioni di tutti, che ha mostrato la pagliacciata del diritto internazionale, carta straccia, e ha svelato che la forza non conosce altre ragioni se non la forza, ma ha potuto farlo perché illuminato da un evento grandioso di portata globale.
È vero, c'è poco "sapere", poca conoscenza in queste barche, poco "intelletto" poca "coscienza" in questo fiume umano che tuttavia ha scavalcato i continenti e ha cucito un'anologia in un nome, nazisionisti, cortocircuitando la storia.
Non c'è progetto, non c'è sedimento organizzativo, non sembra esserci futuro ma c'è, spalancato,ben spalancato un "qui ed ora" impressionante, un oggi abissale, scavato dall'eco di un evento, il 7 ottobre del 2023, che è ancora inesaurito e che incide il presente in lungo e in largo.
 
Ciò che ha acceso l'emozione dei milioni, e non certo la coscienza, e' lo squarcio improvviso della verità, che ha falsificato d'un tratto l'occidente e i suoi miti, l'ipocrisia del potere e dell'interesse.
L'occidente e' criminale, l'occidente e' assassino, l'occidente distrugge, bombarda, fa guerre, i valori occidentali sono l'uomo bianco prima e in assoluto..
La verità ha illuminato il presente degli occidentali, gli occidentali relativamente ricchi relativamente privilegiati e sicuri, li ha illuminati alla luce del fosforo e del fuoco che scolpiscono nell'immobilità le rovine e i morti di Gaza, e allora, i figli dell'occidente, nutriti col latte degli oppressi e degli sfruttati, si son sentiti meno ricchi, meno sicuri, meno privilegiati e meno liberi
Non l'umanitarismo, (una cortina fumogena..., una cortina fumogena purtroppo auto prodotta), non l'umanitarismo ma il genocidio ultradecennale perpetrato dall'occidente dalla sua propaggine giudaica in un fazzoletto di terra ha rotto l'argine: il genocidio, la soluzione finale, l'annientamento di un popolo, la cancellazione di una cultura, hanno fatto risuonare tutte le corde dell'assonanza perche' la verita' sulla storia sanguinaria del capitalismo, dell'imperialismo, del colonialismo, tutta la verita', tutta condensata in "una mattina d'ottobre", la verita' di tutti, che ha fatto saltare l'imbellettamento osceno dell'unica democrazia del Medio Oriente e ne ha smascherato i protettori e i finanziatori, e' stata svelata;
quella verita' di quella mattina d'ottobre ha fatto vibrare la corda non dell'umana solidarietà ma, più profondamente, quella della comunanza di destino dei popoli: essere oppressi e perire o resistere e liberarsi.
"Restiamo umani" scrivono studenti, adolescenti, signore e signori attempati sui loro cartelli, mentre nelle loro teste, facendosi largo fra le emozioni, la verita' del 7 ottobre... suscita forse un pensiero...pallido, diafano....: " noi che stiamo con gli oppressi, siamo l'umanità.
L' ebreo sionista, il non-umano, e' l'agente e la maschera, il simbolo dell'oppressione universale"..
"La bandiera della Palestina è la bandiera di questa umanità"..
L'umanità però non la classe, gli umani, non i proletari.
L'approdo e' lontano.
Ma la flottiglia ha dimostrato suo malgrado alle anime belle che la legalità, il diritto, la democrazia sono una patina fradicia che la ferocia dell'occidente di cui Israele la più vicina propaggine putrida e cancerogena, si scuote facilmente dal ghigno. Forse è poco ma, se il pensiero inizia a farsi strada, se il pensiero inizia a farsi largo, poco non è!
Però è pur vero che la risonanza non è una sinfonia , una vibrazione non è un canto corale e quindi tutto può ancora spegnersi nel silenzio dell'ultimo giorno di Gaza, nel mutismo delle strade lasciate deserte dai canti, dai colori, dalle bandiere della Palestina , diventate, per un momento tragico, subito estinto, un simbolo universale di Resistenza e di liberazione.
Tuttavia io ci credo in quel giorno..., io ci credo negli slogan gridati al corteo, io ci credo "al grande ritorno", io ci credo... ci credo perché credo in questo Popolo che resiste da cent'anni, un Popolo che ama la sua Terra... un popolo che ha un cuore ed un cuore che batte assieme ai suoi figli e fratelli combattenti e alla sua leggittima arma, alla sua legittima Resistenza per cacciare uno stato inventato falso fasullo che sì è appropriato della terra della storia delle tradizioni della cultura, se n'è appropriato con le armi con i bombardamenti, con la.morte, con il fuoco e l'ha distrutto...
e tuttavia c'è una poesia di Cesare Pavese che cosi' canta la Resistenza:
...tu non sai le colline dove si è sparso il sangue.. tutti quanti fuggimmo... tutti quanti gettammo l'arma e il nome...
...una donna ci guardava fuggire... uno solo di noi si fermò a pugno chiuso, vide il cielo vuoto, chino' il capo e morì... vide il cielo vuoto... chino' il capo e morì ... sotto il muro, tacendo.
Ora è un cencio di sangue il suo nome
... Una donna ci aspetta alle colline..".
 
La donna che ci aspetta alle colline dove si è sparso e si spargerà ancora il sangue e' la Storia, solo la storia ci può salvare perché il cielo è vuoto di dei, la Storia che ha assistito alla strage dei comunardi di Parigi e, meno di mezzo secolo dopo, alla vittoria della Rivoluzione d'ottobre... Dopo... tante lotte, tante sconfitte pochi successi, grandi polemiche e scontri politici e ideologici, un grande lavoro di organizzazione, una paziente tessitura. Molti muoiono, molti si arrendono, pochi resistono, ma una donna ci aspetta ancora alle colline, la Storia, che la resistenza dei Palestinesi ha illuminato di verità e che ora ci domanda, finalmente: "che fare?

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