martedì 18 novembre 2025

Ex ILVA il governo conferma il piano di 6000 cassintegrati...

anticamera di esuberi dentro un percorso di consegna ai padroni e/o fondi di fabbriche ristrutturate tagliate per il massimo profitto
 
info stampa

La posizione dei sindacati confederali e USB

«Abbiamo rotto, abbiamo dichiarato 24 ore di sciopero a partire da domani, con assemblee. Perché i nostri dubbi sono diventate certezze. È un disastro». Cosi il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, al termine dell’incontro sull'ex Ilva a Palazzo Chigi, riferendo la decisione dei sindacati e sostenendo che «il piano porta alla chiusura dell’ex Ilva. È mancato il senso di responsabilità delle istituzioni e del governo».  «Noi abbiamo chiesto alla presidenza del Consiglio di sospendere, di ritirare il piano e di fare intervenire direttamente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Ci hanno risposto di no e noi abbiamo deciso ovviamente di dichiarare sciopero a partire dalla giornata di domani». Così il segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma, al termine dell’incontro sull'ex Ilva a Palazzo Chigi. Al tavolo di Palazzo Chigi sulla vertenza ex Ilva, Usb denuncia che «il governo ha confermato integralmente il piano già presentato», giudicato «irricevibile perché fondato sulla riduzione della produzione, sulla fermata degli impianti e sulla gestione del declino attraverso la cassa integrazione».

L’unica novità è un pacchetto di formazione da 93mila ore per 1.550 lavoratori, ritenuto «utile solo a coprire l’assenza di attività produttive». Usb riferisce che il management ha confermato lo stop anche agli impianti del Nord, «smentendo la narrativa della manutenzione temporanea» e certificando una riduzione del perimetro produttivo: «Migliaia di persone non lavoreranno, punto».Il sindacato sostiene che il percorso imposto «contraddice apertamente» il piano di rilancio dei commissari e «va verso la dismissione del gruppo, finalizzata alla vendita al ribasso a fondi privati».
Usb critica il governo che «continua a ripetere che la nazionalizzazione non sarebbe possibile», mentre il problema sarebbe «la mancanza di risorse e di una scelta politica». Lo strumento del controllo pubblico, ribadisce, «esiste ed è pienamente costituzionale».Al tavolo, il sindacato contesta anche il tentativo dell’Esecutivo di «farsi scudo dietro il Comune di Taranto» sul mancato arrivo di Baku Steel, definendo la posizione del Governo "subalterna ai privati». Usb chiede misure straordinarie per lavoratori diretti, appalto e Ilva in AS e ribadisce: «Non avalleremo alcun percorso di smantellamento. Serve intervento pubblico immediato e un vero piano industriale.

La posizione dello slai cobas per il sindacato di classe Taranto

Roma

Un incontro disastroso che conferma le peggiori previsioni, il governo Meloni/Urso porta a compimento il lavoro dei precedenti governi dei padroni: svuotare la fabbrica per consegnarla a nuovi padroni gratis con un piano di cassintegrazione selvaggia 6000 dal 1 gennaio che porti a una riduzione di 5000 lavoratori e senza alcun futuro reale  -

I sindacati del tavolo romano sono corresponsabili di questo percorso e di questo piano. Respingere il piano, ripartire dalla piattaforma operaia per una lotta generale a oltranza contro padroni governo e i loro servi  (sindacalismo collaborazionista e ambientalismo antioperaio).

proposito della conferenza stampa di cgil-cisl uil

 Siamo su scherzi a parte _ 

i dirigenti sindacali confederali dopo il disastroso incontro di Roma convocano una conferenza stampa dove dopo la denuncia in parte condivisibile di quello che hanno sentito dal governo, rappresentato all' incontro da Urso Mantovano Calderone ecc. non sono in grado di tirar fuori che la proposta ridicola che la situazione venga presa in mano dalla Meloni.

Come se questo non è già avvenuto! Perché secondo lor signori chi rappresentano Urso e soprattutto Mantovano che altro non è che il portavoce e l'alter ego della Meloni?

Quindi cosa vuole fare la Meloni è esattamente quello che hanno sentito l'11 all'incontro.

 Quindi in realtà stanno chiedendo un altro incontro a Roma e stanno legittimando la Meloni come possibile soluzione, invece di scatenare giustamente l'inferno rispetto al piano padroni governo presentato a Roma.

Quindi i sindacati presenti a Roma al di là degli strilli sono diventati non la soluzione ma parte del problema legando al carro del governo, della 'politica' gli interessi dei lavoratori e la lotta necessaria per il lavoro il salario la salute, l'ambiente,

A fronte di questo è giusto ribellarsi !

 La parola deve passare davvero ai lavoratori con assemblee generali che siano già una forma di lotta su una piattaforma operaia da sostenere e imporre con una lotta generale prolungata all'insegna di blocchiamo tutto a Taranto qui e ora 

NAZIONALIZZAZIONE a condizione che vengono raccolte esalvaguardate realmente le richieste dei lavoratori su lavoro, salario, sicurezza, condizioni di lavoro, ambiente

No agli esuberi, no alla cassa integrazione permanente,i lavoratori, che non possono essere utilizzati nella produzione attualmente, devono e possono essere occupati nei lavori di ambientalizzazione e di bonifiche della fabbrica e della zona industriale.  
integrazione salariale per operai delle Acciaierie e operai dell’appalto nei periodi di cassa integrazione.

Siamo naturalmente per tutte le misure che possano alleggerire anche in forma di risarcimento i problemi occupazionali, come ’estensione dei benefici per i lavori usuranti e per l’amianto - Ma soprattutto "25 anni bastano" per andare in pensione in siderurgia

postazione ispettiva dentro la zona industriale che sia di deterrenza e di controllo effettivo di come procede tutta questa riconversione/decarbonizazione. 

nelle ditte d'appalto Acciaierie/ Porto no al contratto multiservizi si al contratto unico a tempo indeterminato per tutti con clausola sociale

Basta incontri inutili a ROMA e processioni la trattativa per exILVA TARANTO E PER TARANTO SI FA... MA A TARANTO!

Slai cobas per il sindacato di classe

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