La posizione dei sindacati confederali e USB
«Abbiamo rotto, abbiamo dichiarato 24 ore di sciopero a partire da domani, con assemblee. Perché i nostri dubbi sono diventate certezze. È un disastro». Cosi il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, al termine dell’incontro sull'ex Ilva a Palazzo Chigi, riferendo la decisione dei sindacati e sostenendo che «il piano porta alla chiusura dell’ex Ilva. È mancato il senso di responsabilità delle istituzioni e del governo». «Noi abbiamo chiesto alla presidenza del Consiglio di sospendere, di ritirare il piano e di fare intervenire direttamente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Ci hanno risposto di no e noi abbiamo deciso ovviamente di dichiarare sciopero a partire dalla giornata di domani». Così il segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma, al termine dell’incontro sull'ex Ilva a Palazzo Chigi. Al tavolo di Palazzo Chigi sulla vertenza ex Ilva, Usb denuncia che «il governo ha confermato integralmente il piano già presentato», giudicato «irricevibile perché fondato sulla riduzione della produzione, sulla fermata degli impianti e sulla gestione del declino attraverso la cassa integrazione».
L’unica novità è un pacchetto di formazione da
93mila ore per 1.550 lavoratori, ritenuto «utile solo a coprire
l’assenza di attività produttive». Usb riferisce che il management ha
confermato lo stop anche agli impianti del Nord, «smentendo la narrativa
della manutenzione temporanea» e certificando una riduzione del
perimetro produttivo: «Migliaia di persone non lavoreranno, punto».Il sindacato
sostiene che il percorso imposto «contraddice apertamente» il piano di
rilancio dei commissari e «va verso la dismissione del gruppo,
finalizzata alla vendita al ribasso a fondi privati».
Usb critica
il governo che «continua a ripetere che la nazionalizzazione non sarebbe
possibile», mentre il problema sarebbe «la mancanza di risorse e di una
scelta politica». Lo strumento del controllo pubblico, ribadisce,
«esiste ed è pienamente costituzionale».Al tavolo, il
sindacato contesta anche il tentativo dell’Esecutivo di «farsi scudo
dietro il Comune di Taranto» sul mancato arrivo di Baku Steel, definendo
la posizione del Governo "subalterna ai privati». Usb chiede
misure straordinarie per lavoratori diretti, appalto e Ilva in AS e
ribadisce: «Non avalleremo alcun percorso di smantellamento. Serve
intervento pubblico immediato e un vero piano industriale.
La posizione dello slai cobas per il sindacato di classe Taranto
Un incontro disastroso che conferma le peggiori previsioni, il governo Meloni/Urso porta a compimento il lavoro dei precedenti governi dei padroni: svuotare la fabbrica per consegnarla a nuovi padroni gratis con un piano di cassintegrazione selvaggia 6000 dal 1 gennaio che porti a una riduzione di 5000 lavoratori e senza alcun futuro reale -
I sindacati del tavolo romano sono corresponsabili di questo percorso e di questo piano. Respingere il piano, ripartire dalla piattaforma operaia per una lotta generale a oltranza contro padroni governo e i loro servi (sindacalismo collaborazionista e ambientalismo antioperaio).
A proposito della conferenza stampa di cgil-cisl uil
Siamo su scherzi a parte _
i dirigenti sindacali confederali dopo il disastroso incontro di Roma convocano una conferenza stampa dove dopo la denuncia in parte condivisibile di quello che hanno sentito dal governo, rappresentato all' incontro da Urso Mantovano Calderone ecc. non sono in grado di tirar fuori che la proposta ridicola che la situazione venga presa in mano dalla Meloni.
Come se questo non è già avvenuto! Perché secondo lor signori chi rappresentano Urso e soprattutto Mantovano che altro non è che il portavoce e l'alter ego della Meloni?
Quindi cosa vuole fare la Meloni è esattamente quello che hanno sentito l'11 all'incontro.
Quindi in realtà stanno chiedendo un altro incontro a Roma e stanno legittimando la Meloni come possibile soluzione, invece di scatenare giustamente l'inferno rispetto al piano padroni governo presentato a Roma.
Quindi i sindacati presenti a Roma al di là degli strilli sono diventati non la soluzione ma parte del problema legando al carro del governo, della 'politica' gli interessi dei lavoratori e la lotta necessaria per il lavoro il salario la salute, l'ambiente,
A fronte di questo è giusto ribellarsi !
La parola deve passare davvero ai lavoratori con assemblee generali che siano già una forma di lotta su una piattaforma operaia da sostenere e imporre con una lotta generale prolungata all'insegna di blocchiamo tutto a Taranto qui e ora
NAZIONALIZZAZIONE a condizione che vengono raccolte esalvaguardate realmente le richieste dei lavoratori su lavoro, salario, sicurezza, condizioni di lavoro, ambiente
No agli esuberi, no alla cassa
integrazione permanente,i lavoratori, che non possono essere
utilizzati nella produzione attualmente, devono e possono essere
occupati nei lavori di ambientalizzazione e di bonifiche della
fabbrica e della zona industriale.
integrazione
salariale per operai delle Acciaierie e operai dell’appalto nei
periodi di cassa integrazione.
Siamo naturalmente per tutte le misure che possano alleggerire anche in forma di risarcimento i problemi occupazionali, come ’estensione dei benefici per i lavori usuranti e per l’amianto - Ma soprattutto "25 anni bastano" per andare in pensione in siderurgia
postazione ispettiva dentro la zona industriale che sia di deterrenza e di controllo effettivo di come procede tutta questa riconversione/decarbonizazione.
nelle ditte d'appalto Acciaierie/ Porto no al contratto multiservizi si al contratto unico a tempo indeterminato per tutti con clausola sociale
Basta incontri inutili a ROMA e processioni la trattativa per exILVA TARANTO E PER TARANTO SI FA... MA A TARANTO!
Slai cobas per il sindacato di classe
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