A Taranto, vi è stata un corteo lungo il centro città, con alcune
fermate in piazze. Il corteo era stato indetto dall'ass. Alzaia e dal Cetro antiviolenza "sostegno donna", a cui, si dice, avevano aderito circa un centinaio di associazioni, realtà di sinistra parlamentare, sindacati confederali, associazionismo cattolico, arci, alcuni rappresentanti delle istituzioni locali, e altre
varie sigle anche della provincia. Rispetto a questa vasta adesione in realtà vi è stata una presenza ridotta rispetto allo scorso anno, alcune centinaia di persone. Per fortuna hanno partecipato alla manifestazione ragazze, studentesse, compagne della Fgc, della Casa del popolo, alcuni collettivi e attiviste delle iniziative per la Palestina, ecc.
Ma, ripetiamo, al lungo elenco di adesione non corrispondeva una presenza significativa. Certo, a Taranto, anche cortei di poche centinaia di persone sono importanti e soprattutto per la giornata del 25 novembre. Ma questo sistema di tante sigle che poi non partecipano e anche nei giorni successivi spariscono, non va bene. Tra l'altro il corteo era con il patrocinio del
Comune che si sta comportando malissimo su temi sociali, e silenzio sulla
Palestina, ecc.
Per questo noi, del Movimento femminista proletario rivoluzionario, non avevamo dato la adesione, ma abbiamo deciso di
partecipare al corteo con nostre chiare e discriminanti parole d'ordine,
cartelli, che erano un pò in contrasto con i contenuti, parole d'ordine molto moderate che c'erano: nessuna denuncia del sistema, del governo, dello stato che fomenta un clima, con le sue campagne ideologiche conservatrici, fasciste, con i mancati provvedimenti o provvedimenti inutili buoni solo per propaganda elettorale, un clima favorevole ad alimentare l'oppressione, le discriminazioni nella vita e sul lavoro e le conseguenze più terribili, femminicidi e stupri. E la scuola da tanti invocata come strumento di educazione sessuo-affettiva, in realtà non fa che riprodurre questa situazione, e non può essere certo oggi fattore di educazione/trasformazione.
Il nostro intervento è risultato utile e costruttivo attraverso slogan, cartelli (vedi la foto), brevi comizi volanti lungo il percorso, portando con chiarezza, soprattutto alle ragazze che per porre fine alla violenza sessuale non si tratta di chiedere a questo sistema, governo di "cambiare"; si tratta invece di "rovesciarlo", attraverso la ribellione, la lotta delle donne che deve essere di tutti i giorni e a 360° perchè "tutta la nostra vita deve cambiare".
Abbiamo portato solo noi con forza la denuncia della più immane delle violenze reazionarie oggi in atto contro le donne, quella del genocidio in Palestina, dove sono massacrate decine di migliaia di donne e bambini da parte di Netanyahu, con l'aiuto di Trump e la complicità del nostro gioverno Meloni; e nello stesso tempo chiamato alla solidarietà alla resistenza delle donne palestinesi - trovando appoggio.
I nostri cartelli - con Netnyahu-Meloni-Trump a testa in giù con la scritta: "tremate, tremate le streghe son tornate", e un altro "siamo tutte palestinesi", con slogan conseguenti, hanno trovato condivisione e sostegno, per tutto il corteo sono stati
portati /innalzati da altre donne/compagne.
Riportiamo alcuni degli slogan più ripresi:

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