sabato 15 novembre 2025

Puzza di gas, non c’è spiegazione certa... / info stampa

Dati e chiarimenti nella seconda relazione di ARPA sull'evento del 6 novembre (con annesse smentite) 

Gianmario Leone - corriere di Taranto
pubblicato il 15 Novembre 2025, 07:42

Quanto accaduto nella mattinata del 6 novembre scorso, non ha e probabilmente non avrà una spiegazione scientificamente certa.

A metterlo nero su bianco non siamo di certo noi, nonostante sin da subito abbiamo evidenziato la complessità degli eventi accaduti quel giorno, sottolineando anche la reazione “di pancia” di una parte della città e per questo siamo stati al centro di una serie di attacchi social dai tuttologi nostrani.

Ma una seconda nota del Centro Regionale Aria – Taranto di ARPA Puglia, l’Agenzia Regionale per la protezione ambientale datata 14 novembre che segue quella del giorno successivo agli eventi (7 novembre). Che, lo scriviamo per dovere di cronaca e di chiarezza nei confronti dei lettori, è stata inviata nel pomeriggio del 14 novembre al sindaco Piero Bitetti e all’assessore all’Ambiente Fulvia Gravame.

Anche in questa seconda nota si ricorda che nella giornata del 6 novembre, dalla città di Taranto il Portale Odori di ARPA Puglia ha registrato 204 segnalazioni, conteggiate a valle dell’attività di validazione ed elaborazione. A compendio del report sulle elaborazioni condotte sulle segnalazioni registrate dal Portale Odori dell’Agenzia, questa relazione riporta i valori del 5 e 6 novembre 2025 di benzene e H2S, sostanze odorigene monitorate dalla rete di monitoraggio della qualità dell’aria di Taranto.

“Le segnalazioni si sono concentrate nella fascia mattutina della giornata. L’analisi dei dati anemometrici ha evidenziato, durante le ore dell’evento, una velocità del vento pari a circa 2,0 m/s con direzione prevalente da Ovest-Nord-Ovest – si legge -. A tal riguardo va segnalato che all’atto del sopralluogo erano mutate le condizioni di vento, che proveniva prevalentemente da sud/sud-ovest; nelle prime ore del mattino proveniva, invece, principalmente da nord, con intensità debole. L’analisi delle concentrazioni di benzene e H2S, sostanze odorigene rilevate dalle stazioni della rete di monitoraggio di ARPA Puglia attive nell’abitato di Taranto, non ha tuttavia rilevato variazioni apprezzabili“.

Anche le concentrazioni registrate all’interno dei perimetri degli stabilimenti industriali, dove non sono applicabili i limiti di legge indicati dal D. Lgs. 155/10, sono risultate coerenti con i processi produttivi ivi svolti, senza mostrare situazioni di particolare criticità.

“Nello stabilimento Acciaierie d’Italia, i valori più elevati di H2S e benzene sono stati registrati nel sito collocato in area Cokeria, riconosciuta sorgente emissiva di questi inquinanti, mentre i valori di H2S registrati nel sito Meteo Parchi, posto sul confine meridionale dello stabilimento, a ridosso del quartiere Tamburi, sono risultati inferiori alla soglia di percezione di 7 mg/m3. Nella rete ENI i valori più elevati sono stati invece registrati nel sito ENI-2, situato nella parte settentrionale dello stabilimento, mentre il sito ENI-1, più vicino all’abitato di Taranto, non ha registrato valori particolarmente critici. Si osserva che il giorno 06/11/2025, all’esterno degli insediamenti industriali, i valori si sono sempre mantenuti su livelli bassi, inferiori alla soglia di percezione di 7 mg/m3” chiarisce la nota di ARPA Puglia.

L’idrogeno solforato (H2S), è un gas incolore, dall’odore caratteristico di uova marce, tossico a concentrazioni elevate e caratterizzato da una soglia olfattiva molto bassa. L’idrogeno solforato non rientra fra gli inquinanti normati dal D. Lgs. n.155/2010. Per tale inquinante non esistono limiti normativi. Le Linee guida WHO del 2000 indicano invece una soglia olfattiva pari a 7 µg/m3, concentrazione alla quale la totalità dei soggetti esposti ne distingue l’odore caratteristico, con tempo di esposizione di 30 minuti. Le stesse linee guida indicano un valore di 150 µg/m3 come concentrazione media giornaliera.

Per quanto riguarda invece il benzene, “nelle stazioni collocate in area urbana, e quindi al di fuori del perimetro degli stabilimenti industriali, i valori si sono sempre mantenuti su livelli inferiori alla soglia oraria di 27 mg/m3 utilizzata, in assenza di riferimento normativo nazionale per la media sul breve periodo di osservazione, quale riferimento per l’individuazione di eventi di inquinamento acuto da benzene”.

Il benzene presente in atmosfera è originato dall’attività umana e in particolare dall’uso di petrolio, oli minerali e loro derivati. Una sorgente industriale riconosciuta di benzene è il processo di produzione di carbon coke all’interno degli stabilimenti siderurgici a ciclo integrato. In area urbana, la principale sorgente di benzene è rappresentata dalle emissioni dovute al traffico auto veicolare e al riscaldamento residenziale a biomassa legnosa. Il benzene è una sostanza dall’accertato potere cancerogeno. Lo IARC lo classifica infatti come “sostanza cancerogena per gli esseri umani” (gruppo 1). La normativa vigente prevede una concentrazione limite annua pari a 5 μg/m3. Al fine di tener traccia degli episodi di inquinamento acuto, ARPA Puglia ha adottato il valore di esposizione di riferimento (REL) di 27 μg/m3 dell’Office of Environmental Health Hazard Assessment – OEHHA – della Californian Environmental Protection Agency.

L’ospedale Testa, sede del Dipartimento di Taranto dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale

Data la tipologia dell’evento, classificabile con livello medio di emergenza e per coprire un’area più vasta e verificare la persistenza di quanto segnalato il personale di ARPA Puglia ha formato 2 gruppi.

“Il primo gruppo, si è recato nel centro cittadino percorrendo in auto il lungomare Vittorio Emanuele III, proseguendo su viale Virgilio e dirigendosi successivamente presso il Liceo Ferraris in via Abruzzo, di cui era giunta notizia di sgombero, poi non confermata”: smentendo di fatto, almeno in parte, la notizia secondo la quale diverse scuole avessero ordinato l’evacuazione dei plessi. “Si è continuata la perlustrazione dirigendosi verso corso Italia, dove era stato segnalato un cantiere in cui c’era stata una perdita di metano dovuta alla rottura di una tubazione, che ha richiesto un intervento di ripristino da parte di Italgas; giunti sul posto si è appreso che la perdita era stata messa in sicurezza“, confermando la notizia che abbiamo pubblicato nella serata del 6 novembre diventata poi oggetto di attacchi e derisioni dei tuttologi nostrani.

La stessa Italgas ha riferito che anche a loro erano giunte diverse segnalazioni riportanti la molestia, che in quel momento (circa ore 13:30), era percepita in zona Paolo VI. Pertanto, il gruppo si è diretto più a nord, “proseguendo per viale Magna Grecia costeggiando l’Arsenale Militare, fino a giungere nei pressi di villa Peripato, zona in cui era stata segnalata più volte la presenza di odori molesti. Nel corso della perlustrazione, non si avvertiva alcun odore distinto associabile a quanto riferito nelle segnalazioni e, pertanto, il primo gruppo è rientrato in sede alle ore 14:05”.

Contemporaneamente al primo gruppo, “il secondo ha effettuato una ricognizione in auto, con i finestrini sempre abbassati, partendo da c.da Rondinella, dirigendosi verso viale Virgilio e proseguendo fino alla Stazione Navale della Marina Militare; da qui il gruppo ha proseguito fino a San Vito percorrendo viale Jonio. Sostando nei pressi di viale del Tramonto il gruppo non ha riscontrato la presenza di odori. La ricognizione è proseguita dirigendosi verso il centro di Lama con gli stessi risultati. Da qui il gruppo si è diretto, per mezzo della tangenziale sud e del ponte Punta Penna, verso Paolo VI percorrendo viale Cannata e costeggiando la Corte di Appello di Taranto. Anche in questo caso, non sono state riscontrate evidenze di molestie olfattive e il secondo gruppo è pertanto rientrato in sede alle ore 14:15”.

A questo punto nella relazione viene specificato ciò che dovrebbe oramai essere noto da tempo. “È bene precisare che le reti di monitoraggio della qualità dell’aria hanno lo scopo di rilevare gli inquinanti normati dalla legislazione italiana (D. Lgs. 155/10) in recepimento di analoga normativa comunitaria. Non ha quindi la finalità specifica di monitorare sostanze odorigene, anche se alcuni degli inquinanti monitorati, come benzene o idrogeno solforato, in determinate concentrazioni sono rilevabili dall’olfatto umano. L’odore inoltre, è spesso generato da una miscela di sostanze, spesso in concentrazioni estremamente basse, non tutte rilevabili attraverso sistemi di monitoraggio automatico come quelli impiegati nelle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria. Per tale motivo, per la rilevazione degli odori si utilizzano altre tecniche: ad esempio l’olfattometria dinamica, utilizzata però per il monitoraggio delle emissioni da sorgenti e non in aria ambiente, o i cosiddetti nasi elettronici, che richiedono un lungo periodo di addestramento e sono anch’essi impiegati prevalentemente per monitorare determinate sorgenti emissive sito specifiche”.

Per gli aspetti sanitari, ovviamente, ARPA Puglia fa rinvio all’ASL di Taranto. Che ha effettuato una verifica sugli accessi al Pronto Soccorso dell’Ospedale Santissima Annunziata nella giornata del 6 novembre, ed anche in questo caso non sono state rilevate evidenze tali che possano far parlare di emergenza (smentendo anche in questo caso chi ha parlato di decine, centinaia di malori e di presa d’assalto del Pronto Soccorso).

Come già riportato in altri articoli, quella del 6 novembre è stata una giornata nella quale si sono concentrati una serie di eventi che hanno comportato diverse concause generando l’ennesimo caso ambientale in città, ‘favorito’ anche dal vento che ha più volte cambiato direzione.

Resteranno poche certezze: in primis la tubatura di gas che è stata rotta da una ditta operante in un cantiere tra corso Italia e viale Magna Grecia, riparato dai tecnici della Italgas. Poi la presenza di diverse navi in rada a Mar Grande (evento che avviene ogni giorno da decenni) dove almeno una di esse, una petroliera, ha effettuato operazioni di scarico all’alba presso l’Eni. Le operazioni di ripartenza dell’altoforno 4 dell’ex Ilva ed infine i lavori presso il cantiere di Maricommi alla base navale di Chiapparo.

Permangono, comunque, da parte nostra fiducia e rispetto per il lavoro svolto dagli enti di controllo sanitario (Asl Taranto) e ambientale (ARPA Puglia) sul nostro territorio. Così come i dubbi su una classe politica che, ancora una volta, non si è dimostrata all’altezza della situazione.

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