domenica 9 agosto 2020

Da Taranto in solidarietà col Grup Yorum, con l'opposizione democratica e rivoluzionaria, con i prigionieri politici in Turchia e nel mondo


Un presidio di piazza folto e plurale, nonostante il caldo e la stagione estiva, ha portato in piazza anche a Taranto la solidarietà col Grup Yorum, collettivo musicale rivoluzionario che da oltre un anno resiste col digiuno a oltranza al bando, agli arresti, alle ripetute intimidazioni da parte del regime fascista turco e che oggi 9 agosto sfiderà di nuovo il regime tornando a suonare in piazza, nonostante tutto, così hanno promessi i compagni del collettivo dopo l'ennesima irruzione della polizia, due giorni fa, nel centro in cui stavano provavando.
Un'iniziativa per rompere il silenzio che copre questo digiuno di resistenza, per ricordare che in Turchia non esiste solo la lotta di liberazione del popolo kurdo, esiste una vasta opposizione democratica, rivoluzionaria e comunista che nessuna repressione è mai riuscita a soffocare, esistono migliaia di prigionieri politici che gli anni di carcere, le torture, le ritorsioni sui loro familiari non hanno mai piegato e che continuano a sfidare il regime anche dalle loro celle.
La stampa e i principali media di tutto questo non parlano, ligi alla poltica dell'imperialismo italiano che ha nel regime fascista un ottimo partner in affari e alleato temporaneo nei vari scacchieri.
Ne parlano invece e sempre più devono parlarne e mobilitarsi le masse di sfruttati, i democratici e rivoluzionari di tutti i paesi, che nella resistenza dell'opposizione politica in Turchia trovano una risorsa prezionsa da difendere, e per quest'ultima la solidarietà internazionale è un'arma decisiva.

Nel presidio è stata denunciata anche la vicenda del "processo ai comunisti" di Monaco, Germania, conclusosi pochi giorni fa con la comdanna di 10 rivoluzionari turchi e curdi del TKP/ML, a coronamento di un'operazione repressiva congiunta e transazionale degli Stati tedesco e turco, che è stato un "favore" dell'imperialismo tedesco al regime di Erdogan e un processo modello per criminalizzare l'attività dei comunisti in ogni paese.
Una delle ultime lettere scritte da Ibrahim Gökcek, bassista del gruppo al suo 316° giorno di sciopero della fame si concludeva:
"La battaglia che si sta impegnando nel mio corpo si concluderà con la morte? Oppure con la vittoria della vita?
Quel che so con maggior forza in questa lotta, è che, fino alla soddisfazione delle nostre rivendicazioni, mi aggrapperò alla vita anche in questo cammino verso la morte".

La vita Ibrahim Gökcek si è conclusa lottando fino all'ultimo respiro.
La lotta per cui Ibrahim ha dato la vita non è finita, continua e potrà concludersi solo con la vittoria.
Sviluppare ed estendere a livello internazionale la solidarietà, sviluppare ed estendere la lotta per colpire gli interessi del regime turco e l'imperialismo italiano suo complice è quanto di meglio possiamo fare per contribuirvi. Il presidio che si è tenuto a Taranto vuole essere un piccolo passo e parte di questa grande lotta.

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