Le schede dei provvedimenti - che riportiamo (tratti da Sole 24 Ore) - varati ieri dal governo parlano da sole, ed esprimono in maniera chiara l'inevitabile segno di classe: ai proletari poche briciole e anche peggio (come vedremo, soprattutto sui licenziamenti), alle imprese, grandi, medie e piccole soldi e sostegni vari.
Sul sostegno al reddito: mentre ai lavoratori va una cig o fis che copre poco più del 50% del salario, e ai lavoratori stagionali, somministrati vanno 600 euro, ai professionisti vanno invece 1000 euro.
Mentre aumentano di poco personale a tempo determinato nella scuola - ma molto inferiore a quello necessario - inserendo però l'assurda, discriminatoria decisione che non potranno godere al termine del lavoro della Naspi; mentre restano in vigore i contratti a termine senza causale, serviti i padroni per avere lavoratori "usa e getta"; vengono varate una serie di misure per medi e grandi imprenditori: viene più che raddoppiato, passando dal 30 al 65% delle spese, il tax credit per albergatori, vi è il sostegno al turismo e allo spettacolo, vi è la moratoria per i prestiti per le PMI; bonus a fondo perduto per le attività nei centri storici; stanziamento di 1,5 miliardi per le controllate dello Stato; agevolazioni pari al 30% dei contributi per le imprese; 500 milioni per il settore delle automobili.
Mentre lo stato disastroso della sanità, che nel lockdown ha trasformato la pandemia in strage, non cambia: nessuna reale nuova assunzione (se non a tempo determinato ma a carico delle Regioni), quando ce ne vorrebbero massicce, e le uniche misure di intervento (aumento degli straordinari, per allungare orari e giorni di lavoro, cioè ancora più sfruttamento di medici, infermieri, operatori sanitari), sono una vera e propria provocazione; per i capitalisti la "patrimonializzazione" significa, non togliere almeno una piccola parte dei profitti dei padroni, ma farla aggirando: si procede ad una rivalutazione dei beni con aliquota ultra ridotta.
Mentre vengono elargiti questi miliardi, viene prorogato il reddito di emergenza della miseria di 400 euro per le famiglie povere.
Nessuna misura, poi, viene neanche lontanamente pensata per la mannaia del caro prezzi dei beni di consumo quotidiani, a partire dagli alimentari, che sta riducendo alla miseria le masse popolari; nè vengono annullate (non rinviate) bollette, rate di mutui.
MA E' LA QUESTIONE DEL BLOCCO DEI LICENZIAMENTI, IL PROVVEDIMENTO PRESENTATO CON GRANDE BATTAGE PUBBLICITARIO, CHE DIMOSTRA COME QUESTO DECRETO, NEANCHE SU QUESTO SALVAGUARDA I LAVORATORI.
Questo blocco vale per le aziende che utilizzano la cig-covid, quindi le altre possono licenziare.
Ma esso è al massimo una proroga della "condanna a morte" certa. A metà novembre saremo di fronte a massicci licenziamenti come non mai. I padroni scalpitano per farli e il governo gli ha detto solo di "pazientare", che li potranno fare, devono solo aspettare la fine della cassintegrazione Covid.
A fine anno il fronte proletario si troverà migliaia e migliaia di nuovi disoccupati, che non verranno occupati in nessuna nuova "green economy", e che verranno usati dal capitale per premere sui lavoratori rimasti, per abbassare i salari e imporre più sfruttamento.
La misura del governo, quindi, è un boomerang che attaccherà tutti, sia i licenziati che i lavoratori occupati.
La risposta deve essere la lotta da settembre degli operai, di tutti i lavoratori per strappare la riduzione dell'orario di lavoro a parità salariale.
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