L'hotspot di Taranto è stato destinato all'accoglienza dei minori. Questo non è normale; benchè ora in nessuna parte in Italia ci sono strutture per i minori. Potrebbero entrare negli ex Spar, ma sono completamente pieni; hanno cominciato a riempire le comunità, ma anche qui avviene via via che siliberano posti e quindi i trasferimenti sono lenti, e comunque non c'è personale specializzato.
In maggioranza i minori sono tunisini ed egiziani, che emigrano per miseria, non hanno nulla, c'è fame.
Gli stessi genitori dicono ai ragazzi di partire, di venire in Italia per "sentirsi protetti".
Dall'hotspot alcuni scappano, e nessuno li ferma. Se ne vanno nelle città più grandi, e qui sono a carico dei Comuni, quando dovrebbero essere a carico dello Stato. I ragazzi vorrebbero trovare un lavoro, ma rischiano di mettersi in contatto con realtà equivoche. Tanti se ne vanno in Francia
All'hotspot di Taranto i ragazzi escono al mattino stanno fuori, tutto il giorno e rientrano la sera.
Nell'hotspot di Taranto, ora gestito da una Cooperativa siciciliana, il personale è scarsissimo, 1 operatore diurno e 1 la notte. Non è prevista scuola, altre formazioni. Dovrebbero avere un tutore, di nomina del Tribunale, ma non avviene a Taranto perchè non ci sono tutori. Se non c'è il tutore non possono seguire un percorso di integrazione e dopoi18 anni sono costretti a entrare nella procedura di domanda di asilo. Fino ad poco fa erano 250 i minori su 400 posti, ma via via stanno aumentando di numero. Dovrebbero stare poco nell'hotspot e invece stanno anche tre mesi.
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